bdsm
LA CLINICA DEL SESSO
di vidro
09.11.2021 |
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"È finalmente giunto il giorno fatidico, mi trovo all’indirizzo della clinica, una villetta su due piani circondata da un piccolo giardino: suono il..."
Ciao a tutti, questo è il mio primo racconto, assolutamente di fantasia, spero di averlo inserito nella sezione corretta e che piaccia a tuttiLA CLINICA DEL SESSO (prima parte)
Mi chiamo Claudia, sono una donna single di 35 anni sessualmente molto calda e disinibita; la mia storia inizia alcune settimane fa, quando, durante la pausa pranzo, ho colto, provenire dal tavolo vicino, un’intrigante conversazione tra due ragazze: una stava magnificando all’altra i servizi offerti da “Villa Paradiso”, una clinica del sesso situata nella prima cintura della città. Tutto subito, non ho dato peso alle confidenze scambiate dalle due ragazze, ma nei giorni successivi, hanno cominciato ad affacciarsi alla mente immagini piuttosto eccitanti di ciò che potrebbe succedere a Villa Paradiso. Stuzzicata dalla mia fantasia, ho deciso di sperimentare di persona, quindi, grazie ad una rapida ricerca tramite Internet, ottengo recapito e numero telefonico e decido di telefonare. Dopo pochi squilli, risponde una gentile voce femminile: spiego di aver avuto notizia delle cure speciali che vengono eseguite nella clinica e di voler un appuntamento, la voce dall’altra parte del filo mi prega di pazientare un momento per verificare la disponibilità, che viene confermata per un paio di giorni dopo alle ore 15,30. È finalmente giunto il giorno fatidico, mi trovo all’indirizzo della clinica, una villetta su due piani circondata da un piccolo giardino: suono il campanello e subito scatta la serratura elettrica, con un poco di nervosismo mi incammino verso l’ingresso della casa dove mi aspetta una distinta signora di mezza età abbigliata con un sobrio tailleur grigio che si presenta con uno cordiale sorriso: “Piacere sono Luisa, lei deve essere la signorina Claudia, l’aspettavo, si accomodi”. Mi fa entrare in una sala d’attesa arredata con una semplice scrivania, dietro alla quale si siede, indicandomi una comoda poltrona posta di fronte: “Da un controllo dei nostri archivi, risulta che sia la prima volta che lei si rivolge alla nostra clinica, quindi mi permetta di spiegarle quali sono le cure che pratichiamo: qui ci sforziamo di esaudire qualsiasi desiderio sessuale, anche il più bizzarro o inconfessato, dei nostri clienti; naturalmente, SSC ed entro i limiti del buon gusto e della legge, quindi vizi quali la pedofilia o l’uso di droghe, qui non trovano soddisfazione. Ora, le farò delle domande, ovviamente, alcune delle quali molto delicate ed imbarazzanti, per poter compilare la sua scheda personale”. Vista la schiettezza del discorso, mi sento rassicurata sulla serietà della clinica per cui accetto l’intervista. Dopo le solite domande di prammatica (età, peso, pressione del sangue, ecc.) il tenore si fa più pertinente: “È interessata a giochi erotici in gruppo?” risposta negativa ma lascio aperta la possibilità, “Giochi a carattere S/M?” come prima, “Giochi anali?” le mie esperienze in merito sono limitate e sempre (almeno all’inizio) dolorose anche se non del tutto sgradevoli, per cui rispondo positivamente, “Soffre di stitichezza?” il senso della domanda mi stupisce comunque rispondo di sì, “Quali sono le sue zone erogene?” siccome sono una donna molto calda, sono sensibile quasi in ogni parte del corpo, “Mai giocato, da sola o in compagnia, con vibratori o oggetti analoghi?” con un lieve imbarazzo, confesso che, fin dai tempi della pubertà, non ho mai trovato nulla di male nell’auto erotismo, utilizzando non soltanto le mani ma anche oggetti di uso comune (candele, manici di spazzole, ecc.), ma, per una sorta di falsa vergogna, non ho mai reso partecipe di questi giochi il mio partner, “Preferisce essere curata da un uomo o da una donna?” un momento di riflessione poi scelgo la donna (infatti mi ha sempre attratto l’idea di un’esperienza saffica senza mai riuscire a realizzarla). A questo punto la signora Luisa posa la penna, si alza e mi indica una porta dicendo: “Con questo è tutto, ritengo di avere un quadro abbastanza completo, si accomodi pure nell’altra stanza, il tempo di mettere in ordine gli appunti ed un membro del nostro staff sarà subito da lei”. Il locale in cui entro assomiglia in tutto e per tutto ad un ambulatorio medico: lungo una parete c’è un armadietto con sportelli a vetri opachi, un carrello a ruote, un supporto per le fleboclisi, uno sterilizzatore ad ultravioletti ed un lavandino, sul lato opposto un piccolo tavolino coperto di riviste è affiancato da una poltroncina, al centro della stanza troneggia un lettino da infermeria di grandi dimensioni; incuriosita, mi dirigo verso il tavolino, mi siedo e sfoglio alcune riviste: come avevo immaginato, si tratta di pubblicazioni molto particolari e non mancano quelle straniere, inglesi e tedesche; sono concentrata nel guardare le foto, assai eccitanti, di una rivista tedesca dedicata alle “sex clinic” quando, tenendo in mano il classico porta schede, entra una graziosa biondina, circa della mia età, vestita con un mini camice bianco, dall’orlo del quale spunta il pizzo delle calze autoreggenti, pure bianche. Con un caldo sorriso, mi si avvicina: “Piacere, sono Sandra, la signora Luisa mi ha incaricato di prendermi cura di lei... oh! Vedo che sta guardando le foto di “Clinic”, proprio una bella rivista, personalmente la trovo molto eccitante, non lo pensa anche lei?” Stupita, stringo la mano che la ragazza mi porge (scioccamente pensavo che il discorso della signora Luisa fosse una specie di bluff, e che non vi fosse altro personale nella clinica e che sarebbe stata lei stessa ad occuparsi di me); Sandra si dirige verso l’armadietto dicendo: “Si spogli e si sdrai sul lettino in posizione prona, intanto io scelgo l’attrezzatura”. Mentre mi denudo osservo la ragazza di schiena: come sospettavo, sotto il camice molto aderente, il corpo ben fatto di Sandra è completamente nudo! Incuriosita dalle sue parole, cerco di vedere cosa stia prendendo nell’armadio (cosa intenderà mai con attrezzatura?) ma la ragazza, quasi intuendo la mia curiosità, con voce birichina, prosegue: “Non guardi, si fidi di me, anche la sorpresa fa parte del gioco e lo rende ancora più eccitante, inoltre, proporrei che ci dessimo del tu per rendere il tutto meno freddo ed impersonale”. Sentendomi come una ragazzina colta in fallo, salgo sul lettino, purtroppo, orientato all’opposto rispetto all’armadietto, rendendo del tutto impossibile la più piccola occhiata; per nascondere il mio nervosismo, cerco di intavolare un minimo di conversazione: “D’accordo, diamoci pure del tu; siccome per me è la prima volta, non puoi spiegarmi che cosa succederà?” La risposta non si fa’ attendere “Dai Claudia, non essere così tesa e preoccupata, il mio unico scopo sta nel darti il massimo piacere possibile e spero di riceverne altrettanto da te..., beh, penso di aver preso tutto, eccomi che arrivo!” sento scrosciare per un momento l’acqua del rubinetto, il cigolio delle ruote del carrello che viene avvicinato al lettino e vengo avvolta dal fresco profumo di Sandra che si china verso di me: “Mi fa piacere occuparmi di te, hai un bellissimo corpo, non vedo l’ora di coprirtelo di baci”. Dette queste parole, la ragazza inizia dolcemente a titillarmi la schiena, dalle spalle alle natiche alternando mani e lingua “Ho indossato un paio di guanti da chirurgo perché trovo che la sensazione del lattice sulla pelle sia estremamente piacevole, cosa ne pensi?” giro la testa verso di lei e con un sospiro di pura voluttà concordo, sorridendo lei avvicina il viso al mio e mi bacia leggermente sulla bocca: è la prima volta che bacio una donna e la sensazione è dolcissima, schiudo le labbra ed una linguetta impertinente mi esplora a lungo la bocca. Senza fiato ci stacchiamo e lei riprende ad accarezzarmi la schiena spingendosi sempre di più verso le natiche e l’interno delle cosce alternando carezze, baci e piccoli morsi; una leggera pressione tra le gambe mi fa’ capire che devo allargarle, sento le natiche divaricarsi ed una lingua calda inizia a scorrere lungo il solco, soffermandosi a lungo sul forellino posteriore, spingendo con la punta, quasi a volermi sodomizzare: non sono mai stata baciata in quella zona con una tale dolcezza per cui prendo a muovere le anche, contraendo e rilasciando il muscolo anale. Dopo parecchi minuti, la ragazza si ferma ed io manifesto il mio disappunto con un mugugno, con voce sensuale Sandra “Sulla tua scheda ho letto che questa - ed appoggia un dito all’ano tenendo contemporaneamente le natiche divaricate con l’aiuto dell’altra mano - è una zona delicata, ma vedrai che riesco a darti piacere da subito, semplicemente, tu rilassati”. Il suo sapiente dito, che, mentre parlava, ha continuato a girare attorno al mio forellino, si dirige decisamente verso il centro, istintivamente, mi contraggo, ma i continui baci su natiche e cosce, mi aiutano a rilassarmi nuovamente, poco a poco la punta del dito, lubrificato dalla saliva, scivola lentamente dentro di me: sento l’ano dilatarsi, la mia paura svanisce, il dolore che temevo di provare è sostituito da un dolce languore, “Visto? Ho infilato il medio fino al fondo e, pur avendo le dita abbastanza grosse e lunghe, non credo di averti fatto male”. “Essere sodomizzata in questo modo è bellissimo - commento - probabilmente le mie esperienze negative precedenti erano dovute all’inesperienza del partner” con il sorriso nella voce, Sandra risponde “Senza dubbio, questa è una zona molto sensibile e bisogna agire con delicatezza per evitare di provocare quel dolore, che, alla fin dei conti, è l’unica cosa che si ricorda”. Intanto il movimento a stantuffo e rotatorio diventa più veloce per cui spingo le anche verso l’alto, per assaporarlo fino in fondo; “Adesso che lo sfintere si è dilatato abbastanza, passiamo a qualcosa di più consistente, vedrai che è ancora meglio” dolcemente sfila il medio, lasciandomi un vago senso di vuoto, per sostituirlo subito con ...?!?, “Adesso infilo il pollice che, sebbene più corto, ha un diametro maggiore, così ho anche le dita libere per altri usi”. Tut-to subito, mi sembra di essere squarciata, ma non provo alcun dolore, anzi! Quando il pollice è completamente entrato in me, Sandra scivola con le altre dita tra il lettino ed il mio ventre, alla ricerca della vagina; è semplicemente favoloso, essere masturbata in questo modo mi sta por-tando verso l’apice, comincio a gemere tutto il mio piacere mentre i movimenti delle dita diven-tano sempre più veloci fino a quando, urlando, esplodo in un magnifico orgasmo. Giusto il tempo di riprendere fiato e Sandra estrae la mano chiedendomi di girarmi supina, finalmente posso dare un’occhiata agli oggetti disposti in bell’ordine sul carrello: non ho mai visto un insieme così eterogeneo di oggetti medici ed erotici! Una brocca termica piena d’acqua calda, una grossa pera in gomma con una lunga sonda per lavaggi vaginali, un doppio fallo artificiale di notevoli dimensioni, un piccolo vibratore unito con dei fili ad una specie di ovulo, il tutto collegato ad un alimentatore a batterie, un tubo di crema lubrificante, una sonda rettale lunghissima, un apparecchio per enteroclisi ed uno specchietto. Sandra, il volto arrossato per l’eccitazione, si china ad abbracciarmi mentre la sua bocca si incolla alla mia e le nostre lingue intrecciano una folle danza; attraverso la stoffa sottile del camice i suoi capezzoli inturgiditi pesano sul mio torso, quasi senza rendermene conto, la mia mano le scivola sotto il camice e comincia a giocare con la morbida peluria che ha tra le gambe, con un brivido, ella le allarga leggermente ed il mio medio entra in una vagina già stillante umori. Anche le mani di Sandra non rimangono inerti, infatti stanno accarezzandomi seni e ventre ed pizzicandomi i capezzoli induriti dal desiderio, dopo un tempo infinito, a malincuore si stacca da me: “Meno male che questa è la tua prima esperienza con una donna, baci in maniera divina e, se continuavi ancora ad accarezzarmi, mi facevi venire! Siccome siamo entrambe un po’ troppo eccitate, adesso ti farò una lavanda vaginale rinfrescante”. Con le mani ancora tremanti, la ragazza fissa ai lati del lettino i supporti per le gambe, solleva leggermente lo schienale, ne abbatte la parte finale e posiziona una specie di catino, trasformandolo così in un lettino ginecologico; senza bisogno di ulteriori istruzioni, sistemo le gambe sui supporti portando il bacino verso il bordo e mi preparo a ricevere la prima lavanda vaginale della mia vita: sarà sicuramente un’esperienza piacevole; nel frattempo, Sandra ha riempito completamente la pera con l’infuso di acqua calda e malva e si sistema tra le mie gambe completamente spalancate. La grossa sonda nera che sormonta la pera luccica di crema, con le dita della mano sinistra, mi separa le grandi labbra e con mossa esperta introduce la sonda che entra senza alcuno sforzo; sebbene le dimensioni siano di soli 2 centimetri di diametro per 10 di lunghezza mi sembra di ricevere un vero e proprio cazzo, e la cosa non mi dispiace per nulla, con il pollice Sandra mi sfrega velocemente il clitoride muovendo contemporaneamente la pera portandomi rapidamente verso un altro orgasmo, nell’istante in cui esplodo, la ragazza svuota la pera, comprimendola con forza, inondandomi l’utero: mi sembra di ricevere un’eiaculazione senza fine ed urlo tutto il mio piacere. Sandra sfila la sonda, inizia a baciarmi e succhiarmi dolcemente il clitoride, prolungando senza fine il mio orgasmo, mentre si sbottona il camice e si insinua una mano tra le gambe; in un soffio la prego di smettere perché non ne posso più, sono letteralmente spossata. Ella si ferma mi viene vicino, non riesco a staccare gli occhi dal suo corpo nudo, i seni sono irresistibili, e le mie mani vi si posano, stringo tra pollice ed indice i suoi grossi capezzoli scuri ben eretti e li attiro verso la mia bocca e, continuando a impastarle le tette, le succhio ora un capezzolo ora l’altro, con un lungo brivido e la voce roca dal piacere dice: “Non ti puoi immaginare quanto mi abbia eccitato vederti in questa posizione e somministrati la lavanda, la prossima volta che verrai a trovarci mi restituirai il favore”. Le mie mani le abbandonano le tette e prendono a vagare lungo tutto il suo corpo, indugiando in particolare sulle sue natiche ed in mezzo alle gambe, anche Sandra prende a baciarmi ed a succhiarmi con avidità i seni, pregandomi di penetrarla, senza farmi pregare le infilo il pollice nella vagina, già ben lubrificata, mentre il polpastrello del medio le esplora il contorno dell’ano; con uno sguardo languido, mi confessa che analmente è molto sensibile e ‘ricettiva’, per cui, senza indugiare oltre, infilo il medio nel suo culetto fin dove mi è possibile: non credevo fosse così piacevole impalare in questo modo una donna, provo un senso di dominio incredibile, essere io a prendere anziché essere presa è estremamente stimolante, inizio a muovere, quasi con violenza, le dita dentro le due cavità mentre la ragazza ansima sempre più forte, non paga, con voce imperativa, le ordino di voltarsi e piegarsi in avanti e di allargarsi le natiche con le mani: le infilo indice e medio in vagina per lubrificarli poi punto decisamente verso il buchino posteriore così generosamente esposto; con un unico colpo deciso le forzo il muscolo anale sprofondan-do fino alle nocche in lei, che, dopo un primo gridolino di dolore, inizia a scuotere il bacino ur-lando “Cattiva, mi hai fatto male, però è bellissimo..., sì così...continua, sfondami tutta, oh ahhh! Vengooo...” ancora un paio di violente spinte e, bruscamente, ritiro le dita ed ammiro l’ano spa-lancato di Sandra che, palpitando, torna ad assumere la dimensione normale. Voltandosi nuo-vamente verso di me la ragazza esclama “Mio dio! Non ho mai goduto così in fretta, come hai fatto a capire che mi piace anche essere maltrattata? Sei stata meravigliosa, grazie!. Con occhi sorridenti mi abbraccia baciandomi “Come avrai intuito, sono anche leggermente masochista, quindi non devi preoccuparti di avermi fatto male, anzi! Mi auguro di cuore che tu torni presto a trovarci” e con un ultimo, lungo bacio appassionato esce dallo studio. Quasi in trance mi rivesto ed esco da “Villa Paradiso” completamente spossata, ma estremamente soddisfatta, già pensando alla prossima volta...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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