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la clinica del sesso parte 2


di vidro
18.10.2022    |    200    |    0 6.0
"Con sguardo libidinoso, Franca si sbottona il camice e lo lascia cadere per terra rivelando un corpo abbronzato, sodo e ben fatto; sempre sorridendo, mi..."
LA CLINICA DEL SESSO (parte seconda)

Sono ormai passate diverse settimane dalla mia prima visita a “Villa Paradiso”, e sono impaziente di ripetere l’esperienza; infatti, nell’intimità della mia camera da letto, spesse volte sogno ad occhi aperti nuove “avventure” aventi come scenario l’interno della clinica e, immancabilmente, ogni volta mi eccito talmente che non posso fare a meno di masturbarmi (sebbene abbia una normale, direi anzi intensa vita sessuale); sono addirittura arrivata al punto di acquistare, lascio immaginare con quale imbarazzo, alcune delle riviste che avevo sfogliato nella clinica; non ultimo, alcuni giorni fa, mentre ero in farmacia, non ho resistito ed ho acquistato una grossa pera per lavande vaginali che ormai è diventata di uso quasi quotidiano, e non solo per igiene... Oggi, complice forse la primavera in arrivo, ho deciso di prenotare un nuovo appuntamento: al telefono la signora Luisa mi riconosce immediatamente “Mi fa piacere risentirla, evidentemente, ha gradito i nostri servizi, le fisso subito un appuntamento, vediamo... l’aspetto domani alla solita ora”. Il solo fatto di aver prenotato mi precipita in uno stato di ansia febbrile, cerco di concentrarmi sul lavoro ma la mia mente continua a divagare (e... le mie mani pure!), non vedo l’ora di incontrare Sandra. La notte e la mattina sono passate, sono nuovamente seduta di fronte alla signora Luisa che, molto affabilmente, si informa su come abbia trascorso queste settimane; mi sento talmente a mio agio che non le nascondo il senso di eccitazione che mi procura il pensare a “Villa Paradiso”, arrossendo, le confesso i miei acquisti e l’uso quasi quotidiano della pera per le lavande; la signora mi lancia uno sguardo che sembra dire “Era scontato...”, appunta qualcosa sulla mia scheda e mi fa passare nell’altra stanza. Rapidamente mi spoglio ed attendo con impazienza l’arrivo di Sandra, finalmente, la porta si apre e compare una bella bruna, dallo splendido corpo messo in risalto dal mini camice molto aderente e con un’espressione autoritaria; la nuova arrivata, intuendo la mia delusione, si avvicina e con tono duro dichiara “Ciao sono Franca suppongo che tu aspettassi Sandra, ma la signora Luisa ha ritenuto di farti conoscere altri membri dello staff, e la sua scelta è caduta su di me” un breve abbraccio ed un vorace bacio sulla bocca, seguiti da una rapida e approfondita palpata tra le gambe, anche se un po’ brutale, sigla la nostra conoscenza, sono sbalordita da questo atteggiamento, ma ne sono anche soggiogata “Vedo che sei già parecchio arrapata - prosegue con tono secco e sfottente - sdraiati a pancia in giù, preparo il materiale ed arrivo”. Sento i noti rumori dalle parti dell’armadietto; fantastico su quali oggetti Franca farà cadere la sua scelta ed ecco che mi si avvicina. Dita leggere iniziano ad accarezzarmi la schiena alternandosi a leggeri graffi e piccoli morsi, spingendosi verso le natiche; inizio a sentirmi dentro un certo rimescolio, l’eccitazione cresce, emetto sospiri di puro piacere, inarcando la schiena, mentre i movimenti delle mani di Franca si fanno più precisi: con una mano mi divarica le natiche e subito dopo mi introduce, senza tante cerimonie, il medio nell’ano, provocandomi non poco dolore; cerco di sfuggire alla violenta penetrazione ma vengo bloccata da una sonora sculacciata “Stai ferma, Sandra mi ha detto che sei una porcella viziosa e che ti piace essere inculata, quindi cerca di godertela”. Sono sempre più esterrefatta, non capisco perché la donna si comporti in maniera così aggressiva e brutale usando per di più un linguaggio molto volgare, poco a poco, però, in me sopraggiunge un cambiamento, l’atteggiamento di Franca nei miei confronti inizia a piacermi, evidentemente è riuscita a portare alla luce un tratto della mia personalità che non credevo di possedere: in fondo in fondo devo avere in me una vena di masochismo, infatti apprezzo sempre di più sentirmi sottomessa, anche il linguaggio triviale mi sta eccitando e, con voce umile, esclamo “Scusami, hai ragione prometto di stare buona ma ti prego, non farmi troppo male”; soddisfatta dalle mie parole, Franca accelera il ritmo della penetrazione, eccitandomi ancora di più, dicendo “Così va meglio, sappi che non tollero né capricci né ribellioni, ma se ti comporterai bene, saprò ricompensati”, contemporaneamente, fa’ scivolare l’altra mano verso la mia vagina ed inizia a sfregarmi il clitoride portandomi velocemente verso l’orgasmo; malignamente, sul più bello, si ferma, sfilando bruscamente la mano ed inizia a sculacciarmi con forza, incurante delle mie sonore urla di protesta “Grida pure fin che vuoi, tanto la stanza è insonorizzata, deciderò di smettere solamente quando il tuo culo avrà raggiunto la giusta tonalità di rosso”. Finalmente, la punizione termina ma non prima di avermi proiettata verso una dimensione nuova, al dolore si è affiancato un particolare senso di piacere: ogni schiaffo, sprigiona dei lampi verso il cervello, tutt’altro che spiacevoli, il dolore fisico si è coagulato in un unico grumo incandescente localizzato nel mio basso ventre, accrescendo stranamente la mia libido. Con voce ansante Franca mi ordina di voltarmi, mentre trasforma il lettino in quello di tipo ginecologico “Sei stata proprio brava, anzi, ho avuto l’impressione che alla fine cominciassi a provarci gusto non è vero?” con dolcezza, asciuga le lacrime che mi erano spuntate, mentre io, dopo aver sistemato le gambe sugli apposito supporti, presa da un’improvvisa ispirazione, le prendo la mano e le bacio il palmo arrossato e, subito dopo, me la ritrovo tra le braccia che mi copre di teneri baci bocca e seni. Questa continua alternanza di atteggiamenti, ora dolci ed affettuosi ora bruschi ed imperiosi, mi creano uno strano senso di disorientamento psicologico, non so più cosa mi aspetti ma, lungi dall’essere sgradevole, quest’incertezza rende il tutto ancora più stimolante. Con sguardo libidinoso, Franca si sbottona il camice e lo lascia cadere per terra rivelando un corpo abbronzato, sodo e ben fatto; sempre sorridendo, mi prende una mano e se la pone tra le gambe “Senti come mi hai eccitata - in effetti la sua fessurina è fradicia di umori - aveva proprio ragione Sandra, quando mi ha detto quanto sei brava a baciare, anche sculacciarti mi è piaciuto un mondo, adesso però ho un alto paio di idee che sicuramente apprezzerai”. Io sbarro gli occhi, infatti lei mi presenta il piccolo vibratore e l’ovulo “Non se ne parla nemmeno! L’ho anche detto alla signora Luisa, dietro sono molto stretta, finché si tratta di un dito passi, ma quell’affare è troppo grosso mi farebbe un male bestiale” le ultime parole le ho pronunciate con tono sempre più disperato e supplichevole; la risposta è immediata con brutalità mi afferra un capezzolo tra le dita e lo strizza con tale forza da farmi boccheggiare “Come ti permetti di contraddirmi? Decido io quello che posso o non posso farti, comunque fidati, vedrai che non ti farò troppo male, sembra grosso, ma è poco più del mio dito che, se ricordo bene, hai apprezzato parecchio, adesso spingi come se dovessi fare la cacca, al resto penso io”. Eccitata da quanto è già successo, e soggiogata dalle maniere e dallo sguardo duro ed imperioso di Franca, mi lascio convincere: la punta fredda del vibratore preme sul mio buchino ma, grazie alla forma arrotondata ed alla generosa quantità di crema di cui è cosparso, scivola inesorabilmente in me “Visto? Il peggio è passato, ne è entrato più di mezzo, adesso lo metto in moto ed infilo il resto” sono senza fiato, la dilatazione che subisce il mio povero muscolo rettale sembra enorme, lampi di dolore mi arrivano al cervello, sto per artigliarle il polso per farle togliere l’aggeggio quando, con un sommesso ronzio, la ‘mostruosità’ che mi sta dolorosamente sodomizzando inizia a vibrare dolcemente ed accade un miracolo: il dolore poco a poco svanisce per essere sostituito da ondate di piacere, con un unico colpo deciso, il vibratore entra fino in fondo nel mio intestino; “Ecco fatto, ad essere sincera, prima ti ho mentito, il diametro è più di 3 centimetri! e ne hai presi oltre 10 di lunghezza, ora, grazie alla strozzatura che ha alla base, non riuscirai ad espellerlo tanto facilmente, così posso introdurti in figa l’ovulo”. Senza perdere altro tempo, bruscamente mi allarga le grandi labbra e introduce l’ovulo già in movimento: è il paradiso, la doppia vibrazione, davanti e dietro, mi sta lanciando verso vette di piacere che non ho mai pensato di poter raggiungere, anche il linguaggio volgare della donna mi eccita, Franca muove in tutti i sensi il vibratore anale variandone contemporaneamente la velocità “Sei uno spettacolo - dice - vederti sodomizzata ed esposta in questo modo, mi eccita da impazzire, adesso ti faccio vedere” , e mi pone tra le gambe lo specchietto (mi chiedevo infatti a cosa potesse servire) “Hai ragione, è veramente eccitante guardarsi il culo così aperto e profanato, mi piace anche vedere la tua mano che muove il vibratore, non credevo che avrei potuto eccitarmi ancora di più”. La ragazza ripone lo specchio e prende a coprirmi di dolcissimi baci la vulva, le sue labbra avvolgono il clitoride inturgidito e lo succhiano quasi come se fosse un pene, mentre le sue mani mi comprimono ritmicamente il ventre, facendomi assaporare maggiormente ‘gli intrusi’ conficcati in me, quasi parlando a sé stessa, chiede “Vediamo come te la cavi a baciarmi nello stesso modo” e, senza aspettare la mia risposta, si affretta a salire sul lettino (ecco svelata la ragione della dimensione maggiorata!) assumendo la classica posizione del 69, offrendo alla mia bocca la vagina spalancata. Il profumo di donna che ne sprigiona è estremamente inebriante e comincio a leccarla golosamente, inoltre, la vista del suo buchino posteriore a pochi centimetri dai miei occhi, stimola la mia fantasia: dopo aver lubrificato anche quella via spingendole la lingua dentro, timidamente, vi infilo il medio fino al fondo e, continuando a baciarle vagina e clitoride, le sconquasso l’ano, pizzicandole un capezzolo con le dita dell’altra mano, facendola vibrare di piacere. Cerco di trattenermi perché le sensazioni che provo sono stupende, infatti dopo pochi istanti esplodo, travolta da un orgasmo senza fine, subito seguita da Franca. Dopo un tempo che a me è sembrato lunghissimo, lei si raddrizza e scivola giù dal lettino, interrompendo il cunilingus poi, molto lentamente, estrae l’ovulo e, dopo un’ultima rapida serie di movimenti sia rotatori che a stantuffo, con un colpo secco sfila anche il vibratore anale, facendomi sussultare: riesco a sentire distintamente lo sfintere palpitare, mentre riprende la dimensione normale regalandomi una strana sensazione, da una parte provo un senso di liberazione ma contemporaneamente vorrei continuare ad essere sodomizzata; Franca si accorge del mio stato d’animo e si volta a frugare in una scatola posta sul carrello e che prima non avevo notato dicendo “Visto che sei stata brava e non hai protestato, nonostante il trattamento piuttosto brusco al quale ti ho sottoposta, voglio farti un regalo, al posto dei tuoi soliti slip, tornerai a casa indossando questi” ed al mio sguardo incuriosito presenta uno strano paio di mutandine elastiche in gomma nera all’interno del quale sporge un fallo lungo una decina di centimetri; “Dovrebbero essere della tua misura, e le dimensioni sono più o meno le stesse del vibratore anale di prima; sentirai quant’è stimolante camminare e sedersi con questo - indicando il fallo - infilato nel culo”. La cosa mi attrae per cui mi affretto ad indossare il nuovo capo di vestiario, lei lubrifica abbondantemente il fallo e, fattami piegare in avanti sul busto, provvede all’introduzione in loco con una certa rudezza, facendomi ansare per il dolore; poi con il consueto cambio di atteggiamenti, mi abbraccia con dolcezza baciandomi con trasporto sulla bocca e così, poco a poco, sento il dolore svanire. Goffamente, non essendo abituata a ‘certe presenze’ dentro al mio corpo, termino di vestirmi, con un’ultima palpata al sedere, quasi a controllare che sia tutto a posto, lei mi saluta “Spero che sia stato tutto di tuo gradimento, e quando deciderai di tornare a trovarci, ti prometto una bella sorpresa”, mi affretto a confermare il mio gradimento per il trattamento ricevuto, impegnandomi a tornare al più presto e, camminando con le gambe leggermente divaricate e con una certa cautela, esco dalla villa.
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