Lui & Lei
Un bel lavoro
di Mcgyver
08.10.2023 |
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"La cosa eccitava tantissimo anche me, avendo una passione sfrenata per il seno..."
Da tempo facevo una gran fatica ad arrivare a fine mese, tra mutuo, bollette, spese impreviste che arrivano sempre ed inesorabilmente
nei momenti peggiori.
Ovvio che lavorare 40 ore a settimana non mi invogliava ad impegnarmi anche il sabato e la domenica, ma mi trovai obbligato a mettere a disposizione quel poco tempo per trovare un qualcosa per arrotondare.
Pubblicai un annuncio in vari siti;
“Cerco qualsiasi tipo di lavoro, anche di fatica, per arrotondare. Ho 35 anni, auto munito, disponibile sabato e domenica”.
Un annuncio breve, chiaro e diretto come me.
Mi risposero in tanti, con proposte di vendita prodotti, creme, detersivi.e integratori, ma non faceva per me, preferivo un lavoro manuale.
Ero demoralizzato, convinto che ormai interessasse solo questa virtualità che odio tanto.
Dopo una settimana mi contattò un signore, dicendomi che avendo problemi di salute aveva bisogno di una mano con piccoli lavoretti in giardino, tipo sistemare la legna, tagliare l'erba e cose di questo tipo.
Andai a casa sua, una villetta anni '70 ben curata, era un sessantenne con problemi alla schiena.
Parlammo delle cose che avrei dovuto fare e del compenso, era davvero gentile e garbato, un signore a modo.
Andai il sabato successivo;
primo lavoro accatastare 15 quintali di legna tagliata.
Il sole batteva inesorabile, la mattina scaldava ma verso l'ora di pranzo diventò insopportabile.
Lui andò via, doveva svolgere alcune commissioni, così essendo solo mi misi a lavorare a torso nudo.
Il sudore metteva in evidenza i muscoli e le vene, l'odore di legna tagliata riempiva tutto lo spazio circostante.
Immerso e concentrato sul lavoro, non mi resi conto di non essere solo finchè un tocco mi fece sobbalzare:
- Buongiorno caro, dato il calore intenso ho pensato di portarti qualcosa di fresco da bere -
- La ringrazio tantissimo signora! In effetti oggi manca il respiro! Però pensavo Giovanni vivesse da solo! -
- No no, siamo sposati da tantissimi anni, non voleva farsi aiutare con i lavori ma alla fine lo ho convinto. Come ti chiami giovanotto?-
- Enea signora, lei? Se posso permettermi.-
- Enea..mh un nome importante, io sono Elvira- arrossendo un po'.
- Piacere di conoscerla signora, mi dica pure se va bene il lavoro che sto facendo -
- certo, va benissimo, però vorrei chiederti se...aspetta ti faccio vedere, vieni qui -
Elvira si mise davanti alla legna che avevo sistemato, era a fianco a me, mi sfiorò il braccio e facendo finta di niente mi disse:
- Si va bene ma vedi qui, secondo me...dovresti...mh....prendere -
Scivolò davanti a me con questa scusa e indicando i tronchetti appoggiò il sedere al mio pacco.
Rimasi un attimo interdetto cercando di capire se fosse stato un caso e sentendo il mio blocco iniziò a muoverlo strusciandosi lentamente, sempre facendo finta di parlare del lavoro.
A quel punto capii che non era stata una casualità quel tocco al braccio.
- Sento l'odore della tua pelle sudata, dei tuoi muscoli tesi e gonfi, non riesco a frenare la voglia che ho di essere posseduta da te - la voce tremante e rotta da questa ingestibile emozione.
Fece scivolare la mano sui pantaloni e iniziò ad accarezzare il mio cazzo piena di desiderio, dandomi sempre le spalle.
Le mie mani iniziarono a conoscerla, salendo sotto la camicia ad incontrare un seno imprigionato in un balconcino stretto.
Le baciai il collo e lei strinse il mio cazzo in evidente erezione, tirai giù la coppa e liberai quei seni sodi, dai capezzoli turgidi dall'eccitazione.
Elvira ansimava, accarezzando e stringendo con insistenza la mia verga mentre altrettanto facevo con i seni.
La girai, le aprii la camicetta guardandola negli occhi, mentre lei apriva la zip a liberare il membro che ormai i pantaloni non riuscivano più a contenere.
I capezzoli erano turgidi e nonostante i 60 anni il seno era ancora tonico, mi avvicinai e con le labbra sfiorai quei bottoni duri di piacere.
Elvira tremava, accarezzava il membro in modo materno ora, immersa nel piacere che le davano prima le labbra e poi la lingua nello stimolare al massimo quei meravigliosi capezzoli.
Li leccai, li inumidii, girai attorno all'areola con la lingua per poi prenderli e succhiarli, morderli e di nuovo succhiarli.
Lei era paralizzata da tanto piacere, forse mai provato prima.
La cosa eccitava tantissimo anche me, avendo una passione sfrenata per il seno.
Avevo il cazzo completamente in tiro nella sua mano anche se stava ferma, continuai a succhiare il seno finchè non ebbe un orgasmo intensissimo.
- Non ti fermare ti prego continua ! -iniziando a menare la mano.
Sentii la passione crescere in lei, così feci scivolare la mano tra le gambe alzando la gonna, gli slip erano fradici, li spostai per andare ad incontrare il sesso.
Il clitoride completamente gonfio, caldo e bagnato, fece aumentare notevolmente l'erezione,
ansimava ancora più forte mentre sfioravo il monte di venere col dito facendolo roteare con una lieve pressione facilitata dagli umori abbondanti.
Scesi, le allargai le gambe alzando la gonna, feci scivolare le mutandine e con un guizzo cacciai la testa nel suo piacere; la lingua accarezzò il clitoride scoprendo il suo sapore lievemente salato, era caldissima e mi offriva il suo fiore proibito, tenendomi la testa e spingendolo nelle mia fauci.
Il mio stimolarla la fece venire in due minuti con un sussulto enorme quasi a saltare.
Mi venne in bocca, sentivo il suo clitoride pulsare tra le labbra.
Mi alzai e ancor prima che si riprendesse poggiai la cappella sulla figa e scivolai dentro con una facilità incredibile, tanto era lubrificata.
Era davvero calda e accogliente, spingevo il membro in lei e lei lo voleva sempre di più. Ci appoggiammo alla legna, in un amplesso passionale e coinvolgente.
Il cazzo penetrava il suo tesoro con insistenza, le pareti aderivano perfettamente all'asta,
il tutto accompagnato dai suoi movimenti e contrazioni; la penetrai con vigore stringendole i seni, la presi in piedi con foga fino a venirle dentro in una copiosa e abbondante sborrata.
Solo in quel momento sentii Giovanni dietro di qualche metro sborrare a sua volta.
Diciamo che il lavoro commissionato comprendeva anche altre cose,
lo scoprii dopo.
E fu un lavoro a tempo indeterminato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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