Lui & Lei
La vedova
di 4occhi
10.06.2015 |
17.025 |
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"Lui si alzò, si sbottonò i calzoni e liberò il suo sesso, duro e lungo come mai, si avvicinò e la penetrò…centimetro dopo centimetro, lentamente, voleva..."
Non era possibile, era tornata in città. Erano passati sette anni dal suo matrimoniocon quel vecchio bavoso di notaio, aveva scelto di sposarsi per soldi un decrepito uomo di settantanni !!
Lo schifo lo assalì nuovamente, era una ferita che era rimasta sempre aperta, in tutti quegli anni lui non aveva mai accettato di essere scartato al posto di un nonno invece che di un giovane uomo di trentanni che l’avrebbe amata come doveva…ma ora lui era morto. E lei era tornata libera…doveva incontrarla.
Aveva voglia di trattarla male, l’avrebbe schiaffeggiata se avesse potuto, voleva farla sentire come la puttana che era…Il fato lo aiutò.
Si occupava di ristrutturazioni edilizie e venne interpellato per la risistemazione di un palazzo in centro, arrivò all’appuntamento in orario e un maggiordomo lo fece accomodare in un piccolo salone che strideva con tutta la magnificenza della struttura, piena di affreschi, stucchi dorati. La stanza era accogliente, un grande camino ospitava un bel fuocherello, sulle pareti scaffali di libri, un divano e delle poltroncine, una imponente finestra con tendaggi pesanti di velluto e in un angolo una scrivania. Il suo cuore si bloccò, lei era seduta là, calma e fredda, lo guardava senza far trasparire nessuna emozione..ah, si ricordò che anni prima era stata soprannominata “Il ghiacciolo” e lui non era mai riuscito a distruggere quella nomea che si era creata e a vedere cosa c’era sul serio dentro.
Lei si alzò e gli andò incontro: “ Come stai Francesco? Sono lieta di vederti”
Si ricordava il suo nome…”Che piacere, Stefania, come stai? Non sapevo che questo palazzo fosse tuo”…si strinsero le mani, brividi percorsero le loro braccia, una tensione mai assopita si risvegliò prepotente e costrinse lei ad allontanarsi un poco. La conversazione si spostò sul lavoro che lei aveva bisogno lui facesse al
la casa.
Lei era bellissima, alta, mora con una cascata di capelli mossi che le arrivava al sedere, occhi neri come la pece, un viso regolare con due labbra piene, generose curve erano coperte da un vestito molto elegante di cashmere nero fatto tutto di un pezzo col collo alto…Ma lui la odiava…le parole gli scivolavano addosso, si sentiva come proiettato in un’altra dimensione. Basta!!!
Fu così che tutto ad un tratto corse alla porta e girò la chiave nella serratura e poi sempre velocemente ritornò, lei rimase di stucco non capiva cosa stava accadendo.
La prese per le braccia e la buttò sulla scrivania girandola sulla pancia, si mise dietro e le tirò su il vestito fino alla vita, giu le mutande, poi si chinò su di lei e avvicinandosi all’orecchio le disse : ”stai ferma, non vorrai che ti veda così qualcuno, lo sai che sei una puttana…oggi sarai la mia!”
“Ti prego Francesco non sai cosa stai facendo, smettila!” “Oh si che lo so, ti prendo…è da anni che ti voglio!” e così scese col viso all’altezza del sedere, bello, rotondo e sodo. Le aprì le chiappe e ci mise dentro la faccia, la sua lingua la leccò, era madida di umori, cribbio era eccitatissima!! Così incoraggiato anche dai suoi gemiti, leccò tutta la sua vagina, la mordicchiava, la penetrava con la lingua…
Lei impazziva, dopo anni di ‘apri le gambe, prendilo in silenzio e taci’ ora stava scoprendo cos’era godere con un uomo, nessuno l’aveva mai baciata tra le gambe, era bellissimo. Si mordeva le mani per non gridare. Lui si alzò, si sbottonò i calzoni e liberò il suo sesso, duro e lungo come mai, si avvicinò e la penetrò…centimetro dopo centimetro, lentamente, voleva godersi la sua rivincita e lei era parecchio stretta ma molto scivolosa…”sei fantastica, e ora sei mia!” affondò con un colpo forte facendola sobbalzare, lei trattenne un urlo…il piacere era incredibile.
La prese per i fianchi e iniziò a muoversi, sempre piano, non voleva aver fretta, aveva aspettato così tanti anni e poi era meraviglioso sentire i suoi muscoli stringersi intorno al suo pene…si così doveva essere…Continuò e aumentò il ritmo, si ,voleva godere e riempirla di sé.
Lei incominciò a partecipare all’amplesso muovendosi contro di lui..”Si, Francesco mi fai godere…” , colpi su colpi, lui stava per venire, si abbassò su di lei e infilò una mano sul davanti, tra le sue gambe e le accarezzò il clitoride “Si vieni con me!” lui venne all’improvviso ma continuò per fare venire anche lei che arrivò poco dopo…
Ansimavano entrambi, lui era piegato su di lei. Restarono così per un po’ poi lui le baciò il collo, l’orecchio…”scusa…scusa, sono stato brutale, io non sono così…”
Lei si fece forza con le braccia e lo spinse in su, alzandosi. Lui si staccò da lei di un passo, si tirò su i calzoni e si ricompose…lei restò appoggiata con le mani alla scrivania, con la testa inclinata guardava in basso.
Si girò, lo guardò con occhi disperati e affranti, lui si sentì una vera merda…sciaff!! Lo schiaffo era partito veloce e secco e gli girò la faccia.
Non disse niente se lo meritava, non aveva diritti su quella donna tranne che…l’amava.
Lui non perse tempo e l’abbracciò, la baciò subito saccheggiando quelle labbra, la riempì di baci su tutto il viso, per non lasciarle il tempo di poter ribattere.
Con le mani le circondò la faccia e si fermò a guardarla negli occhi, occhi profondi come la notte…”Ti voglio bene, non ho mai smesso…come hai potuto andartene?”
Lacrime copiose le scivolarono sulle gote, poi lo baciò a sua volta, gli succhiò le labbra e…”ti voglio ancora..” gli prese il pene tra le mani e lo accarezzò, sulla punta col pollice, poi si chinò e lo prese in bocca…mm…buono, salato.
Lui la staccò, sollevò e la fece sedere sullo scrittoio, ma cosa gli faceva quella donna? Era di nuovo duro come il marmo con soli due bacini, impressionante!
Le apri le gambe e mise il suo membro sull’apertura, si sfregò e poi guardandola capì che era un si, la penetrò con forza.
Fuori e dentro, tenendola per il sedere e lei anche lo incitava prendendogli le chiappe perché spingesse di più…si baciavano, si sorridevano, vennero di nuovo e restarono abbracciati , lui in piedi davanti a lei.
“Non volevo lasciarti, ma i miei non vollero sentire ragioni, fui costretta” ..”scusa”…
Aveva aspettato sette anni per sentire quelle parole, d’un tratto tutta la rabbia e il rancore sparirono, dopo tanto tempo si sentiva in pace con sé stesso.
“Ora non sparirai più, posso osare pensare che ci sarai ancora?” Lei lo guardò sorridendo e maliziosamente pensò che mai avrebbe rinunciato a quella macchina del sesso che prometteva di essere Francesco. Aveva appena cominciato a goderne i favori…“Avevi ragione, oggi sono stata tua, dipenderà da te, mi devi volere e tenere” Lui la baciò e le sorrise “Non ci sono dubbi, sei mia”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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