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Lui & Lei

L'ultimo Tango


di 4occhi
14.09.2015    |    6.906    |    12 9.8
"Lui la trascinò così per un po' e il pubblico partì con un grandissimo applauso, e via…il suo sorriso, quando la prima volta da ragazzini la spinse nel bagno..."
Era nata in una famiglia di ballerini. Lei, era una ballerina.
Quello che si apprestava a ballare era l'ultimo tango…con lui.
Finale del campionato di tango figurato , avevano vinto dopo una faticosissimo weekend di gara, erano sulla pista per l'esibizione di chiusura. Un altro tango, tra i miliardi di balli fatti insieme all'uomo che amava, che aveva sempre amato, da che aveva memoria.
Posizione di partenza: di fronte, guardandosi negli occhi, seri , una mano sulla spalla di lui, l' altra, mano nella mano…e la mente volò, si ricordò la prima volta che, da bambini , dopo tre anni che facevano coppia si appartarono nello spogliatoio per guardarsi e toccarsi. Si studiarono seri e poi risero come matti, più per la vergogna che per altro, iniziando a conoscere i rispettivi corpi.
Illuminati da una luce bianca chiusa su di loro, il silenzio regnava ovunque, poi la musica partì . Passo basica e primi movimenti sulla pista, erano così belli e puliti nel ballare che persino pochi passi li facevano sembrare un'opera d'arte. Lui le mise un braccio sulla schiena, lei avvinghió la gamba destra alla sua coscia sinistra e distese indietro la sua allineandola all'altra del compagno.
Lui la trascinò così per un po' e il pubblico partì con un grandissimo applauso, e via…il suo sorriso, quando la prima volta da ragazzini la spinse nel bagno degli spogliatoi e la baciò, da prima giocando con le labbra e poi infilando la lingua, sapeva di cicca alla cannella e lei lo imitò seguendolo anche quando lui iniziò a palparla ovunque come se volesse accertarsi che esistesse. Lei si slacciò la camicetta mostrando un seno sodo e notevole per i suoi quattordici anni , lui rimase a bocca aperta e poi le accarezzò i capezzoli con l’indice, girandoci intorno. Avvicinò il viso e con la lingua li titillò, li succhiò facendola gemere. L’abbracciò forte a sé spingendo la sua testa tra i suoi seni, e lui colse la palla al balzo per infilare le mani sotto le mutandine sulle chiappe. Sentì le mani riempirsi della sua carne, e lo lasciò proseguire fino a ritrovarsi le sue dita nel suo sesso che via via si inumidiva…fu la prima volta ad essere toccata tra le parti intime.
La musica continuava a scorrere espandendosi nella grande sala, solo loro due erano visibili tutto il resto era oscurato, lui avvicinò il viso al suo collo e appoggiò le labbra alla sua base, su quella vena che pulsava, così sensibile da trasmetterle brividi in tutto il corpo…e lui lo sapeva bene. Lo imparò quando oltre ai baci, alle palpatine, pretese e si prese tutto. Lei aveva già capito da tempo di amarlo, era suo compagno di danze e di vita.
In una stanza d’hotel durante una delle ennesime esibizioni o gare, non ricordava più. Lui chiuse a chiave la porta per non far entrare nessun’altro, la buttò sul letto, poi la raggiunse baciandola avidamente e spogliandola, non smetteva di saccheggiare la sua bocca, si sentiva piacevolmente stordita come se avesse bevuto champagne. Lui si fermò solo il tempo per infilarsi un preservativo preso da una tasca dei suoi pantaloni, era partito già preparato. Toccandola lui la trovò pronta, bella umida per accoglierlo come aveva sempre fatto tutte le volte che lui voleva toccarla. E lo seguì come faceva durante un ballo, questo però le era sconosciuto…ma desiderato. Come sempre lei lo lasciò fare, lui la conosceva troppo bene e sapeva di averla in palmo di mano, questa volta però l’avrebbe penetrata. Si fece largo tra le sua gambe e baciandola entrò piano piano, toccandole il clitoride per eccitarla, sperando di non farle troppo male. Fu un attimo, più un disagio momentaneo e lei fu sua, si strinsero abbracciandosi, e iniziarono una danza sensuale, la più erotica di tutte, fra movimenti, gemiti e sospiri, sguardi infuocati, questa volta veri e non una finzione da esibizione… Lei spostò il busto indietro a fare un casquè e iniziando una spaccata, lui la sorreggeva piegandosi con lei, continuando la pressione delle sue labbra, sembrava un amplesso in piena pista da ballo, applausi a scroscio seguirono la figura…la musica proseguiva e il ritmo accelerò : una milonga, decisamente più veloce e ritmata, quindi movimenti più rapidi e compatti. E le loro gambe si incrociarono velocemente, ci si aspettava che restassero attorcigliate come due fili e invece scivolavano sul pavimento fluide come due foglie al vento che scorrono vicine e lontane senza mai toccarsi, erano così sincronizzate e a tempo che lasciavano il pubblico col fiato sospeso.
Parada : una lieve pausa. Lei si girò dandogli le spalle, erano fermi, attaccati, lui le mise una mano sotto il seno e con l’altra prese la coscia sopra il ginocchio, lei girò appena il viso contro il suo e portò un braccio fino a cingergli la nuca con una mano. Sensuali, una carica erotica traspariva dal loro essere, dal loro muoversi affiatati, per questo avevano anche tanto successo come coppia di ballerini.
Via, lui la trascinò portandola dietro con sé, altri applausi…dietro, come quando lui preso dal desiderio di scoparsela la trascinò, baciandola, nello sgabuzzino di un locale, la fece appoggiare col busto a degli scatoloni, messo alle sue spalle le strappò le mutandine e si abbassò a leccargliela, la sua bocca era completamente immersa tra le pieghe del suo sesso, gli piaceva il suo sapore. Lo faceva spesso, lei era il suo strumento preferito e godeva del suono dei suoi gemiti, del suo piacere. Lei si abbandonò al godimento che quel giovane uomo le procurava, non solo fisico ma anche sentimentale, il solo pensiero di lui la faceva bagnare rendendola sempre pronta al sesso, accogliente, umida e calda per lui. Lei venne aggrappandosi allo scatolone a cui era appoggiata. Lui si alzò e senza tenerezza la penetrò, era sua, suo terreno e proprietà indiscussa, non c’era bisogno di preamboli. Era spesso impetuoso nel suo fare sesso, così si lasciò andare ai suoi colpi furiosi, al suo sfiorare i capezzoli e poi stringerli al limite del dolore, al suo succhiare fortemente la pelle delle sue spalle, del collo, marchiandola a vista. Quella, come tutte le altre volte, lui venne fuori, spruzzandole il suo seme sulla passera, poi sfinito si accasciò per terra appoggiandosi alla porta e guardandole soddisfatto il suo sperma colarle sulle cosce ,lei restò stanca piegata dov’era.
Una milonga, veloce e fugace era il ritmo che più piaceva a lui…erano le figure meno avvinghiantile più sfuggenti, una fuga, la fuga.
Quella che fece una notte, non rientrando all’albergo e presentandosi alla gara tutto scarmigliato e assonnato. Era stato con un’altra, ma non disse una parola e ballò, divino come sempre.
Si apprestavano a fare una sentada, lei si sarebbe dovuta sedere sulla gamba di lui, ma qualcosa scattò nel suo profondo, un senso di rifiuto, qualcosa più grande dell’amore per lui, forse il rispetto per se stessa e quindi roteando il corpo in maniera elegante, gli sfuggì evitando la figura, lui la guardò sorpreso poi capì compiaciuto e ballerino scafato qual’ era proseguì la danza…un rifiuto, lo stesso che aveva espresso quando una sera entrata a casa lo aveva trovato immerso in un groviglio di corpi, uomini e donne, di cui non si capiva l’inizio e la fine. Lei se lo aspettava, voci giravano. Lui la guardò sorridente e come in uno dei loro migliori balli gli tese la mano ad aspettarla invano, se un ballo doveva essere iniziato si doveva iniziare insieme, non ognuno per i fatti suoi...
La mano era ancora tesa, l’ aspettava vuota, lei allungò la sua, la prese e saltò, la figura a braccia aperte in braccio a lui fece partire un boato tra gli spettatori. Vide una goccia di sudore scendere dalla sua tempia, lo sforzo di reggerla e farla girare, le luci giravano intorno ai loro corpi come una giostra, questa cosa le dava alla testa, la sua testa scivolò indietro…la memoria con lei, indietro all’ultima scopata con lui.
Dopo una delle gare di punteggio, poco prima della vittoria, fatta la doccia in camera prese a baciarla sul letto, dolcemente. Mentre le lambiva la bocca con la sua lingua le aprì l’accappatoio e le sfiorò i capezzoli con il pollice, lievemente come non faceva da tanto tempo. Partì con una scia di baci, sul viso, sul collo…lei infilò le sue dita affusolate tra i capelli folti e lo strinse a sé come un tempo lontano. Lui si spostò e le andò sopra, nudo, bellissimo. Le si appoggiò addosso facendole sentire tutta la sua erezione sulla pancia. Le aprì le gambe, non era da lui farlo così, infatti la prese per le braccia e la tirò su e sedendosi sul bordo se la mise in braccio come si porta una bambina, a gambe allargate intorno, la teneva con le mani sotto il sedere e la spingeva contro il proprio pene. Guardandosi profondamente si mossero insieme a sfregarsi addosso come due animali in calore, come due pietre focaie crearono nei loro corpi un fuoco ardente, il calore li invase, la loro pelle si ricoprì di sudore rendendoli scivolosi ovunque si toccassero.
Lui la alzò leggermente accompagnandola sulla propria virilità che entrò anelando la sua soddisfazione, portando il suo senso di pienezza. Si mossero univocamente, l’obiettivo era uno solo: godere con e dell’altro. Lei si aiutò attaccandosi alle sue spalle, lui la reggeva con le braccia.
Niente baci, niente sorrisi, solo la soddisfazione carnale, sessuale. Sempre più veloci, più concisi, c’erano quasi, mancava poco. L’orgasmo arrivò, atteso e liberatorio, lasciandoli abbracciati, ansimanti, spossati. Erano stati per poco di nuovo un tutt’uno , lo erano sempre stati finché lui aveva deciso che lei non bastava più…
Lei era scesa e ora, messa dietro di lui, lo abbracciava sensualmente, tirò su una gamba a cingerlo sul davanti, lui si allungò trascinandola con sé. La prese di scatto e le fece fare un casquè lasciandola quasi distesa a terra ma tenendola sempre per la mano, fine.
Musica finita e sala illuminata, gli spettatori erano in visibilio, fecero l’inchino, salutarono il pubblico, poi lei voltò le spalle al suo compagno di gara, quello era, e se ne andò via.
Mentre si avviava negli spogliatoi si cinse da sola e si sfregò le braccia, faceva freddo , quella era l’ultima volta che avevano ballato insieme, lei aveva chiuso.
Lo avrebbe informato a tempo debito, se ne andava con tutti i suoi ricordi, ma nella sua memoria mai avrebbe dimenticato quel loro ultimo tango.
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