Lui & Lei
Al ristorante
di normanmonteiro
20.02.2024 |
4.596 |
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"Hai continuato a giocare con il vestito, aspettando il momento propizio, e quando tutti erano distratti le hai spalancate velocemente facendomi vedere che..."
Ci siamo incontrati per caso in un ristorante. Tu eri a cena con i tuoi amici, io con i colleghi di lavoro.Ci conoscevamo da tempo io e te, tu giovane ragazza del mio paese, molti amici in comune. Ci siamo sempre salutati ma non siamo mai entrati in confidenza.
La serata scorreva noiosa, i miei colleghi sempre con gli stessi discorsi che fanno durante le ore di lavoro, alcuni addirittura parlano ancora di lavoro. Tra le colleghe alcune appetibili ma tutte sempre molto abbottonate e nessuna che si lasciasse andare alle mie avance. Un’altra serata piatta.
Il mio sguardo iniziò a frugare negli altri tavoli, cercando di trovare un’ancora di salvezza che non mi facesse rimpiangere l’aver lasciato il divano quella sera.
D’un tratto ti vidi lì seduta a ridere e scherzare con i tuoi amici. Bella e solare. Ti ho sempre trovata interessante, e più di una volta mi è capitato di scrutare il tuo corpo, immaginando situazioni calde ed impossibili.
Avevi un vestito lungo blu con uno spacco laterale, forse troppo elegante per quella serata visto l’abbigliamento degli altri compagni di tavolo. Veramente affascinante. E quello spacco laterale mette in risalto le tue gambe , così perfette, toniche. Una delizia per gli occhi.
All’improvviso ti accorgesti anche tu di me, quasi il mio sguardo ti avesse richiamata. Ti voltasti e mi hai sorriso salutandomi. Ti ho salutato con la mano e ho ricambiato il sorriso.
Da quel momento qualcosa é cambiato, per tutto il tempo ci guardavamo, tu mi sorridevi.
Ti muovevi molto sulla sedia, sembravi nervosa, come stessi aspettando qualcosa.
Poco a poco lo spacco si apriva e io vedevo sempre di più. Quando ti sei accorta che vedevo hai aperto di più lo spacco e hai iniziato a giocare con me, aprivi e chiudevi le gambe.
Stavi focalizzando la mia attenzione, oramai non sentivo quasi più i miei colleghi, forse hanno cercato di tirarmi in mezzo ai discorsi ma sicuramente io non rispondevo.
Ti sei accorta dell’effetto che avevi su di me. Ne hai approfittato. Avevi un sorrisino stampato sulle labbra che ti rendeva sicura di te e del tuo potenziale.
Hai continuato a giocare con il vestito, aspettando il momento propizio, e quando tutti erano distratti le hai spalancate velocemente facendomi vedere che sotto non avevi nulla…
Io oramai stavo esplodendo nei pantaloni e tu l’hai notato, hai iniziato a guardarmi fisso e morderti le labbra, avevi uno sguardo da pantera.
Con un flash mi ricordai di avere il tuo numero di telefono, dovevo approfittarne.
Ti mandai un messaggio con l’ordine di seguirmi fuori, appena vedi che lo stavi leggendo mi alzai ed uscii, avendo cura di passarti davanti.
Non appena uscii un dubbio mi assalì: e se avesse fatto tutto per giocare e io avessi corso troppo?
Dopo pochi istanti di paura ti vidi uscire, mi stavi seguendo fino al parcheggio, ti aspettai tra due auto nel punto più lontano dove nessuno poteva vederci.
A pochi metri da me ti fermi e mi chiedi cosa voglio da te, ti dico di avvicinarti lentamente, cammini piano sui tuoi tacchi alti, ti muovi sinuosa e mi fai venire ancora più voglia. Ti chiedo invece cosa volessi tu da me, avanzi in silenzio guardandomi finché i nostri corpi si toccano, rispondi che vuoi me…subito.
Non avrei mai immaginato che tu potessi desiderarmi in questo modo, forse il vino della serata, forse la situazione, ma non posso di certo tentennare.
Ci baciamo prima dolcemente, poi con sempre più foga, la tua lingua combatte con la mia, ci tocchiamo, ci stringiamo, strusci il tuo ventre sul mio, mi senti duro e voglioso di te.
Il tempo fino ad ora sembrava rallentato, quasi ovattato come in un sogno, ma ben presto la passione ci travolge e tutto si accelera, ogni emozione è amplificata.
Ti bacio e lecco il collo, inizi ad ansimare sempre più, con le mani mi afferri la testa e giochi con i miei capelli.
Ma è quando ti afferro il culo da sopra il vestito che hai un sussulto, le tue mani scorrono sulla mia schiena e vorrebbero graffiarmi, le fai entrare sotto la felpa cercando la mia pelle e lo fanno, mi graffi senza pietà, con passione, lasciando segni carichi di voglia.
Non mi basta più, non ti basta più. Ci vogliamo ora.
Ti guardo negli occhi e ti bacio ancora, ti sollevo lentamente il vestito mettendo a nudo il tuo corpo, ti faccio girare e ti appoggi alla macchina,
Inarchi un pò la schiena offrendomi il tuo corpo, ci appoggio il mio e premo, stai iniziando a perdere il controllo e i tuoi gemiti si fanno sempre più forti.
Da dietro ti stringo, giri la testa per baciarmi e io ti stringo le tette, hai i capezzoli che bucano il vestito, il tuo corpo vibra come la corda di un violino ben accordato.
Mi abbasso dietro di te, ammiro il tuo culo, è di fronte a me e tu lo muovi sinuosamente in preda alla lussuria.
L’ho sempre guardato attraverso i tuoi vestiti o i tuoi pantaloni, l’ho sempre immaginato ma mai avrei potuto pensare fosse così sodo. I glutei, sia per consistenza che per colore, sembrano il marmo di Bernini. Sei una scultura che vibra e si muove davanti ai miei occhi.
Ti pieghi ancora un po’ mettendo in mostra davanti ai miei occhi i tuoi buchi, io non resisto più. Lo stringo tra le mani, lo bacio, mordo le natiche, lecco ogni centimetro di pelle, il tuo odore mi fà impazzire, mi fiondo sul tuo fiore, ti lecco la figa che è già un lago, alternando le leccate a partire dal clito, a salire per tutta la figa, fino ad arrivare al buco del culo, e ti fà impazzire quando te lo lecco tanto che le gambe sembrano cederti.
Non smetto di leccare, continuo a mangiarti la figa in fiamme, sento il tuo corpo tremare sempre di più.
Ad un tratto ti irrigidisci, trattieni il respiro finché la tua figa inizia a gocciolare, rilasci i muscoli e schizzi il tuo piacere sulla mia bocca, urli fregandotene di tutto e tutti.
Godi sulla mia lingua, sulla mia faccia, sono bagnato del tuo piacere. Tremi appoggiata alla macchina, io risalgo e ti abbraccio da dietro, ti giri mettendomi le braccia al collo, mi baci, poi inizi a leccare il tuo piacere sul mio viso. Mi guardi ancora negli occhi dicendo che ora mi vuoi dentro e di non perdere tempo con il preservativo perché prendi la pillola e mi vuoi completamente, vuoi sentire la mia sborra che ti riempe.
Nessun uomo, nessuno al mondo potrebbe resisterti in questo momento, nessuno potrebbe rifiutare la tua richiesta.
Adesso ne approfitto e prendo il controllo ti faccio girare, voglio fotterti come non mai.
Slaccio i pantaloni, li abbasso e sono pronto a prenderti, non ho bisogno di prepararti, sei bagnata e aperta per me. Entro nella tua figa stretta, mi togli il fiato per quanto sei calda, non uscirei mai da te.
Arrivo fino in fondo, il mio inguine schiacciato contro il tuo culo, tu trattieni il fiato, rimani a bocca aperta quasi ti stessi strozzando.
Ti tengo per i fianchi e inizio la mia danza lentamente, fuori e dentro, lo tolgo e lo rimetto dentro, una lunga serie che ti fà dimenare tra le mie mani.
Non posso più trattenermi, non posso far piano. Inizio ad accelerare, colpi sempre più forti, sempre più profondi. Ti sbatto come non ho mai fatto, stringendoti a me, prendendo le tue mani tra le mie, urli che sei la mia troia, e mi fai arrapare ancora di più.
Ti prendo per i capelli e ti fotto, ti sculaccio, tu sei sempre più fuori di testa, urli. Urli come non mai.
Ad un tratto ci blocchiamo, ci sono dei ragazzi nel parcheggio, ci hanno visti e ti hanno sentita urlare. Non si muovono e ci guardano in silenzio da lontano.
Il mio sangue si gela nelle vene, la paura mi assale, mi blocco e tu lo senti, senti il mio timore.
Sto per uscire da te ma mi blocchi, mi dici di non smettere, che te ne freghi se ci guardano.
Stranamente la cosa mi eccita di più, non l’ho mai ammesso forse nemmeno a me stesso, ma l’idea di essere guardato mi eccita.
Ora sono un animale, continuo a sbatterti, tu ricominci ad urlare, con il succo della tua figa bagno il tuo culo, ci infilo un dito mentre il mio cazzo continua a sfondarti, urli che lo vuoi nel culo subito.
Non posso crederci. Sei la donna dei sogni perversi di ogni uomo.
Finisco di prepararti fino a che non sei pronta, esco dalla figa e punto la cappella sul tuo culo, spingo, ti faccio male ma non ti importa, sembra ti piaccia di più.
Ora sono veramente fuori controllo, sprofondo nel tuo culo e lo scopo, ti inculo e mi sembra di sognare.
Tu non ti trattieni e urli un "SIII" senza fine, ti prendo per il collo, lo stringo, tu vieni senza sosta, schizzi, ti bagni tutta, stai facendo una pozzanghera sull’asfalto, vieni a ripetizione mentre senti il mio cazzo che si ingrossa, sto venendo dentro al tuo culo e di scatto ti sposti, ti giri e ti inginocchi davanti al mio cazzo prendendolo in bocca, fino alla gola.
Ti tengo la testa tra le mani, ti trattengo, urlo e vengo nella tua bocca, tu accogli il mio piacere e ingoi tutto con gusto, mi massaggi le palle, inizi a leccare tutto, dici di essere innamorata del mio cazzo e la cosa mi fa sorridere, continui a segarlo, a muoverlo davanti ai tuoi occhi, lo baci, lo coccoli, te lo sbatti sulle guance, so che faresti questo per tutto il giorno.
Ti alzi guardandomi negli occhi, siamo entrambe sfiniti, felici, ma forse non ancora appagati e sazi l’un dell’altra.
Ci abbracciamo e ci baciamo con passione, dimostrandoci che abbiamo ancora voglia.
Ci ricomponiamo, i ragazzi che ci guardavano prima sono spariti, ci guardiamo e un filo di imbarazzo ci assale.
Ridiamo per smorzarlo, vorrei dire tante cose, vorrei chiederti se ci vediamo di nuovo, se possiamo stare ancora insieme, ma ho quasi timore di rovinare tutto.
Sei tu a rompere il ghiaccio, ti avvicini di nuovo a me, mi abbracci forte, quasi a voler entrarmi dentro, ti avvicini al mio orecchio e mi sussurri che fino al giorno dopo hai casa libera, mi fai l’occhiolino e sinuosamente ti giri e rientri nel ristorante.
Ti guardo mentre ti allontani. Sei la follia di questa serata, sei un sogno inaspettato che si realizza. Questa notte sarà ancora lunga.
E chissà cosa ci riserverà il futuro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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