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Tacco rotto, culo rotto


di Membro VIP di Annunci69.it ClaudiaCT
04.02.2025    |    1.734    |    26 9.9
"A quel punto decido di condurre io il protocollo..."
STORIA VERA

La festa di compleanno della mia migliore amica Tiziana (per me Titty) era in pieno vigore a notte inoltrata, col volume della musica ridimensionato per non incorrerre nell'ira del vicinato.
La sua casa è molto grande ed è riuscita a ospitare più gente del previsto, persone che avevano saputo dell'evento dal passaparola, amici di amici a conoscenza della proverbiale ospitalità della festeggiata. Fra gli imbucati di mezzanotte anche un bel ragazzo straniero, l'unico ad avere attirato il mio interesse fra i presenti.
La maggior parte degli amici di Titty sono pure i miei e non riesco proprio a vederli se non come tali. Lo straniero invece era interessante, una bellezza nordica che mi affascina...alto, biondo, lo sguardo freddo e un cipiglio spigoloso, quasi irritato. È arrivato insieme ad altri due ragazzi, decisamente meno validi esteticamente, ma più simpatici. Probabilmente l'amico sa di avere fascino e lascia che siano i suoi compagni, meno fortunati, a svolgere il compito di attaccare bottone. Iwan, così si chiama il bel nordico, è olandese e non parla italiano. La soluzione è l'inglese ma io sono una frana nelle lingue e nonostante gli sforzi fatti per essere illuminata dai tre non ho ben capito come siano finiti alla festa. Flirtiamo un po' ma a un certo punto mi accorgo che Iwan beve un po' troppo e nel giro di un'ora gli puzza l'alito, e dopo due è sfatto e parla una lingua che non mi sembra più né olandese né inglese ma armeno.
Sono disgustata...sono le due e mezza e desidero solo scappare via da quell'essere divenuto un sacco informe dell'immondizia e per fortuna è già ragionevolmente tardi e posso salutare Titty senza provare sensi di colpa, nonostante la festa ancora viva.
Raccolta la borsetta mi avvio per le scale ma anch'io sono un po' brilla, appoggio male un piede e...craaacc il tacco 18 si spezza. Vorrei imprecare ma so quanto vendicativi sono i vicini di Titty e non voglio darle problemi. Probabilmente il vicino di pianerottolo è piantato dietro la porta come una sentinella in agguato e sta pure godendosi dallo spioncino la scena del mio sfortunato incidente. Nel dubbio, gli dedico un dito medio...
Indosso un abito rosso, corto e aderente, un reggiseno push-up nero (scelta infelice per il colore e per la sua natura cedevole...) che lascia intravedere fin troppo il décolleté. Per tutta la serata avevo dovuto tirarlo su per non restare col seno scoperto, una quarta prosperosa. Anche quando mi chino a controllare il tacco devo tenerlo con una mano per non fare fuoriuscire i capezzoli. Se prima avevo solo il sospetto, adesso sono convinta che dietro la porta il vicino mi stia spiando e trastullandosi. Comunque per il tacco niente da fare, si è rotto del tutto...ma non ho voglia di rientrare in casa di Titty a chiederle un ricambio, sarebbe umiliante e soprattutto dovrei rivedere Iwan l'ubriacone.
La soluzione è fare le scale scalza, guidare scalza e rientrare a casa scalza. Mentre guido con non poco fastidio perché non sono abituata a farlo in quel modo scomodo mi si accende una lampadina...nel cofano ho visto giorni prima della colla (o forse silicone...???) Posso ancora rimediare e guidare come si deve, anche perché rischio già un incidente per via dell'alcool...
Accosto l'auto in una piazzola deserta ma illuminata, scendo e mi dirigo verso il cofano, che apro per rovistarci dentro. Non vedo bene e quindi ficco dentro la testa mentre sento il reggiseno ritornare a lasciarmi scoperti i capezzoli e il vestito salire su mentre mi allungo dentro la macchina in cerca della colla.
È in questa posizione sconveniente che sento avvicinarsi un'auto da dietro. Il motore viene spento poco dopo, le luci invece no, e mi sono d'aiuto. Ne approfitto per cercare meglio e finalmente la trovo! Sì, è proprio colla! Quando infine rimetto fuori la testa e mi giro, mi prende un colpo! In piedi davanti a me ci sono due Carabinieri che mi guardano attentamente, e io capisco di non essere per niente presentabile...con i capezzoli semiscoperti mentre tengo con una mano il reggiseno dispettoso, e con l'altra la colla...il vestito finito al di sopra del culetto con in bella vista il tanga nero...scalza.
- Le è successo qualcosa, signorina?
Io non so cosa rispondere, sto solo pensando al fatto che sono brilla e che sto per beccarmi una multa per stato di ubriachezza. Non ho né il tempo né la voglia di inventarmi una storia che li convinca che non stavo guidando. Non è il caso di fare arrabbiare due fisicati in divisa.
- Sto cercando di incollare il tacco! - rispondo di colpo e innocentemente, ma con un tono impertinente, quindi corro al posto di guida, raccolgo dal tappetino la scarpa rotta e torno dai due Marc'Antonio per mostrargliela.
I due si guardano, e io guardo loro...sono tremendamente affascinanti...uno moro...l'altro biondino... entrambi con una barbetta curata e uno sguardo tenebroso.
- Stavo tornando a casa... - aggiungo stupidamente.
- Ha bevuto, signorina?
Alla mia risposta positiva mi chiedono di avvicinarmi alla loro auto, devono sottopormi all'alcool test e io non so nemmeno se è un protocollo regolare, visto che mi hanno trovata con l'auto ferma, oppure stanno semplicemente trovando un pretesto per attraccare una bella donna sola.
Ad ogni modo, io sono già eccitata dai due, così seri ma anche così premurosi...e quando mi chiedono di soffiare nel tubo mi faccio aiutare dal moro...che mi sorregge lo strumento con una mano mentre io tengo senza alcun motivo reale la sua e intanto soffio delicatamente dentro... Mentre lo faccio, noto che i miei capezzoli sono del tutto fuoriusciti e il biondino me li sta fissando spudoratamente. Poi mi accorgo che, più soffio, il mio sguardo verso il basso, più cresce il pacco del moro sotto la divisa attillata.
A quel punto decido di condurre io il protocollo.
Finito di soffiare, mi dirigo verso la mia auto e mi metto a incollare il tacco con aria contrariata.
- Il minimo che dovreste fare è lasciarmi prima rimettere le scarpe!
- Certo, signorina, ci scusi... - risponde il moro, mentre il biondo si avvicina per aiutarmi nell'operazione. Mentre mi tiene la scarpa rivolta in su, noto che anche lui mi sta guardando il seno, che ho provveduto a coprire, e che anche il suo pacco si è rigonfiato.
Nel fissarlo lì sotto, anziché pensare a "fissare" la colla, ne faccio cadere sbadatamente alcune gocce sulla cerniera del pacco irrigidito dell'uomo.
La cosa mi inebria da matti... inizio a bagnarmi come una gatta in calore e, preda dell'ubriacatura, allungo la mano rimasta libera sulla patta per provare a rimediare al disastro commesso.
- Mi scusi, sono proprio sbadata! - esclamo mentre sfrego sempre più velocemente la mano sul tessuto per provare a eliminare la macchia.
Il Carabiniere è in totale imbarazzo, al massimo dell'eccitazione e non sa reagire in nessun altro modo se non girando la testa verso l'amico in cerca di supporto.
Il moro ha visto tutta la scena ed è più eccitato del collega ma con uno sforzo sovrumano resta calmo, prende colla e scarpa e in un minuto sistema il tacco e mi restituisce la scarpa come nuova. Posso finalmente indossare di nuovo il mio paio di scarpe, superando così in altezza i due Carabinieri, che si sentono come sopraffatti, impotenti dinanzi al mio fisico slanciato e statuario, e al mio seno che adesso è ancora più in bella mostra di prima...
Adesso che li ho in pugno, due sono le cose: se mi propongono un compromesso del tipo "un pompino, niente multa" li inserisco nella categoria "bastardi sfigati" e li lascio a bocca asciutta; se invece non la menzionano neanche l'infrazione e si dimenticano dell'alcool test, pensando soltanto a come fare per avermi in modo leale, mi concedo senza vergogna.
La domanda arriva diretta qualche istante dopo, lecita e illegale al tempo stesso, spudorata e timorosa: "Vuoi salire nella nostra macchina?"
A farmi la proposta è il moro, ormai in perfetta telepatia col collega, ma io avrei risposto di sì a chiunque dei due l'avesse fatta.
Qualche mia amica mi ha fatto notare che sono un po' sadica e mistress, ma non hanno capito nulla di me.
Non sono affatto una padrona.
Mi eccita da matti l'uomo che si espone, si umilia, si gioca il tutto e per tutto ma nel momento stesso in cui lo fa, anziché infierire e frustrarlo, per me è il giro di boa. La prova di sottomissione mi è bastata per farmi sciogliere, il timoniere adesso è lui, è sempre stato lui, non desidero nient'altro che essere sedotta e condotta dove più desidera, con determinazione e spudoratezza.
Sono solo un'attrice consumata...una mangiauomini con un'infinita voglia di essere scopata al muro.
E quindi non me lo faccio ripetere due volte...sorrido ai due complici e dirigendomi verso la loro auto (dopo aver chiuso la mia), mi posiziono davanti allo sportello. Sono pur sempre una donna all'antica quindi mi aspetto ciò che il biondino esegue un attimo dopo: mi apre lo sportello. E io salgo dentro la vettura con ancora le luci accese e la sirena lampeggiante con la sensazione di essere una rea confessa, una manigolda destinata alla più lasciva delle perquisizioni.
Il biondino cavaliere mi si siede accanto richiudendo lo sportello mentre il moro si mette alla guida.
Non serve sottolineare che è il caso di spostarsi in un posto più appartato e tranquillo.
- La signorina...? - mi chiede il moro guardandomi dallo specchietto.
Io non rispondo subito...il biondino si è già lanciato nell'esplorazione della mia fighetta dopo avermi allargato le gambe, togliendomi per qualche secondo il respiro.
- Non gli abbiamo nemmeno chiesto il documento - gli risponde il biondo - Siamo degli incapaci.
- Signorina Claudia... - faccio eco ridendo.
- La signorina Claudia ha bisogno di un manganello, non è vero? - fa il moro rivolgendosi al collega ma buttando lo sguardo sulle mie gambe divaricate.
- Meglio se due - rispondo divertita, mentre sfioro delicatamente il pacco del biondo diventato enorme sotto la mia mano.
Arrivati in una zona solitaria il moro si ferma e resta di guardia alla guida come per deformazione professionale, lasciando che l'amico inizi le danze.
Il biondo non perde tempo, si è trattenuto troppo a lungo e non vuole più ritardare il momento in cui le sue labbra si gustano la mia fighetta. Così mentre io mi allungo dietro poggiandomi contro il finestrino sinistro lui si abbassa tra le gambe che gli ho gentilmente aperto.
Sento la barba solleticarmi dolcemente le labbra già infuocate e lubrificate mentre la lingua del Carabiniere contribuisce a inumidirle stimolandole lentamente. Io inizio ad abbandonarmi alla piacevolezza del trattamento ricevuto...e con una mano ci affondo dentro la testa del mio benefattore mentre con l'altra mi massaggio il clitoride. È un crescendo di piacere, che lentamente coinvolge il moro già messosi in posizione da spettatore, e che adesso fatica a non prendere parte al gioco.
Il biondo mi fa venire in poco tempo con l'ausilio di due dita che si muovono frenetiche su e giù, dentro e fuori...ho già bagnato copiosamente il sedile dell'auto...non c'è tempo da perdere, il buchetto chiede di essere allargato e tamponato. Il biondo capisce l'emergenza della situazione e si libera un istante per sfilarsi con fatica il pantalone già aderente ostacolato dalla verga dura che rende difficoltoso il passaggio. Finalmente il manganello è libero di muoversi e io lo sento farsi strada tra le mie cosce e mentre entra dentro facilitato dagli umori della vagina io richiudo su di lui le gambe, e con le mani gli accarezzo le natiche morbide e piene, leggermente pelose, una peluria morbida come quella di tutti i biondi.
Il moro non resiste più, abbassa il sedile fino alla base e si sistema in ginocchio all'altezza delle mie labbra, che sono aperte per i gemiti dei ripetuti colpi ricevuti, quindi tira fuori dalla cerniera un manganello che anche nella penombra si mostra in tutte la sue straordinarie dimensioni e me lo infila in bocca senza esitare, mettendomi a tacere soddisfatta.
Mentre lo lecco e lo succhio, distolgo una mano dalla natica del biondo per accarezzare i testicoli turgidi del moro, poi la poggio sul membro, per accompagnarne i movimenti che oscillano dolcemente fino in fondo alla gola.
È un tripudio di piacere, tripudio è la parola giusta perché tutti e tre stiamo godendo da matti, accesi dal desiderio degli altri compagni di gioco.
A un tratto si sente una chiamata dalla radiotrasmittente, una voce esterna si è inserita nel nostro momento segreto di trasgressione complice.
È un collega che richiede la presenza dei due in centro, c'è una rissa fra universitari da sedare.
Io d'istinto mi alzo su ma il biondo mi rimette giù girandomi di schiena e continuando incurante a sfondarmi la topa zuppa. È il moro a rispondere, non prima di aver estratto il membro dalla bocca e avermela tappata con la mano per attutire il suono acuto dei miei gemiti incontrollati.
- Arriviamo - risponde al radiocomando, quindi aggiunge dopo aver chiuso: - 'Sti studenti coglioni!
Il moro si è indisposto, esce in fretta dall'auto e apre lo sportello posteriore. Mi afferra e mi rigira mettendomi a cavalcioni sopra il collega che contemporaneamente si è portato sul finestrino destro avendo capito le intenzioni dell'altro, e mentre inizio a cavalcare il mio abile linguista, il moro, metà dentro metà fuori, mi prende da dietro dando il via a una doppia penetrazione celestiale. Si è già dimenticato degli studenti, è tutto dedito a farmelo sentire bene, fino in fondo, sapendo che il centro della serata sono soltanto io. Il trio ha ristabilito alla perfezione la complicità precedente all'interruzione, tutti e tre siamo in magica sintonia e viaggiamo insieme verso l'estasi del piacere. Oramai ho gli orifizi senza difese, sfranti, perforati dalla virilità martellante dei due. Ho perso il conto degli orgasmi e quando i compari sono pronti a esplodere mi metto a sedere lasciandomi inondare il viso e il seno.
Alla fine vengo riaccompagnata alla mia auto e scortata fino a casa, forse perché i due sperano in una seconda puntata (sono pur sempre in servizio e non osano chiedere o dare numero di telefono) o per semplice cavalleria...non saprei.
Quello che so per certo quando arrivo sulla porta di casa, senza più reggiseno, che non sono più riuscita a trovare (sto stronzo! È andato per fatti suoi tutta la sera! Saranno felici i carabinieri di tenerselo a turno... o magari diviso a metà), quello che so di sicuro è che ho di nuovo il tacco rotto...e adesso di rotto c'è anche il culo.

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