tradimenti
Attenzione scala "bagnata"
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06.02.2025 |
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"Mi dice che mi nota spesso rientrare a casa e io ringrazio il cielo che abbia la divisa da lavoratore altrimenti lo avrei già etichettato come un maniaco con..."
STORIA VERADopo un aperitivo-gossip in centro in compagnia di una collega e in seconda serata una passeggiata in via Etnea a fianco di un tizio carino ma tremendamente noioso conosciuto su T*****, che ci teneva a offrirmi quella sera un gelato, trovo una scusa per mollarlo al Duomo e fare da sola la strada del ritorno a piedi.
Scrivo un whatsapp alla mia collega di prima, scusandomi se per caso l'avessi svegliata, in cui le chiedo di aiutarmi facendomi una chiamata e reggermi la recita...lei mi accontenta e io, rispondendo ai suoi squilli, mi invento di sana pianta una conversazione immaginaria mentre sento la mia amica dall'altra parte ridere come una matta. Poi chiudo e saluto il sarcofago vivente:
- Scusami devo lasciarti, la mia amica ha bisogno di me adesso...no, non serve che mi accompagni, abita a due passi da qui, grazie.
Credo se la sia bevuta, sono una brava attrice, ma poco importa.
Mentre mi incammino da sola, riprendo a respirare e penso che a volte gli uomini sanno essere tremendamente scialbi e inadeguati.
Svolto in una traversa per non farmi più intercettare e, tagliando per viuzze secondarie, arrivo fino ai portici oltre i quali si trova casa mia.
Ma non faccio in tempo a oltrepassarli perché uno scooter è entrato dentro e mi si è fermato accanto. Io di riflesso mi blocco pensando a un malintenzionato che vuole rapinarmi e invece no, è un corriere G**** che mi saluta e mi chiede il numero di telefono.
Sì okay, no agli uomini noiosi ma questo è l'estremo opposto! Preferisco morire di noia che di infarto.
Il ragazzo è giovane, troppo giovane, carino ma assolutamente inopportuno. Mi dice che mi nota spesso rientrare a casa e io ringrazio il cielo che abbia la divisa da lavoratore altrimenti lo avrei già etichettato come un maniaco con tutte le conseguenze del caso.
Gli faccio notare che non è il massimo fermare una ragazza alle undici di sera invadendo i portici con uno scooter e lui ci resta male, poi si scusa. Ha capito che non c'è nient'altro da dire, io ho tranciato ogni sua speranza di poter intavolare una conversazione e quindi, dopo aver ripreso la mia strada senza concedergli neanche un saluto, lui fa dietrofront senza fiatare. Mi giro giusto un attimo per sincerarmi che se ne stia davvero andando, poi mi affretto verso casa.
Quando arrivo a destinazione, mi imbatto nel mio vicino che mi precede nell'apertura del portone e me lo tiene aperto salutandomi e dandomi la precedenza prima di uscire a sua volta per gettare l'immondizia. Io procedo per il vialetto interno e dopo pochi secondi me lo ritrovo alle spalle mentre il portone si richiude.
Abito al primo piano, lui al quarto, di un vecchio palazzo senza ascensore. Salendo le scale evito di girarmi, è un uomo molto attraente, sulla quarantina, alto, barba rossiccia, occhi verdi, fisico normale, spalle larghe e asciutte, sposato con due figli, e non ho nessuna intenzione di dare confidenza a un uomo sposato. Dico così perché so già del suo interesse per me...non è la prima volta che ci incrociamo per la scala, e il suo sguardo è sempre lo stesso, trasparente come l'acqua...mi desidera come un uomo desidera una donna, ma da un lato sa di avere dei vincoli e dall'altro non sa cosa penso io di lui.
Soltanto una volta aveva assunto un'espressione terrorizzata nell'incontrarmi per le scale, mortificato dal suo abbigliamento a dir poco impresentabile, pigiama e pantofole con in mano due sacchi di immondizia mentre io rientravo da una cena di lavoro più elegante che mai. Quella volta si era fatto piccolo piccolo attaccandosi al muro per lasciarmi passare con un'aria da bambino inesperto e insicuro.
Ma lui non sa che a me quel tipo di uomo normale, casalingo, stuzzica le mie più calde fantasie...
Stavolta è diverso, lo sento dietro di me che non è affatto impaurito o mortificato...nell'aria è palpabile il suo desiderio animale...posso percepire persino il respiro acceso e il passo slanciato.
Sta cercando di raggiungermi mentre io fremo per ciò che potrebbe accadere, e quando ci riesce accade l'inaspettato, l'ingiusto, ciò che più temo e desidero al tempo stesso.
La luce si spegne e ci ritroviamo entrambi sul semipiano che divide ad angolo la scala che conduce al piano.
Non vedo assolutamente nulla, è buio totale, nonostante la porta finestra da sopra lasci filtrare i raggi lunari. È questione di un attimo, io sono ancora di spalle al mio vicino, o perlomeno è ciò che credo...non so in realtà dove sia di preciso adesso...
E lui decide di agire...senza indugio mi prende arrivando da non so dove e mi spinge dolcemente contro il muro, poi attende una mia reazione, capisce che non ho alcuna intenzione di fare resistenza, che sono tremendamente avvinta dal suo gesto intraprendente e a quel punto mi bacia intensamente, avidamente.
Sono arresa, persa nel vortice di un infinito piacere per la materializzazione di una situazione così trasgressiva.
Mi lascio baciare dappertutto da un uomo maledettamente spudorato e temerario, poi il vicino prende a leccarmi con seducente lascivia tutto il corpo, iniziando dal collo fin giù alla fregna, che si è lentamente svegliata e ha iniziato a inumidirsi. Sono attimi concitati e convulsi. Entrambi manteniamo con fatica un barlume di lucidità, sappiamo che qualche vicino potrebbe spuntare da sopra o sotto da un momento all'altro...ma la voglia è più forte e ci rende talmente folli da andare avanti malgrado il rischio. Con un movimento rapido e deciso il vicino mi abbassa le mutandine, poi mi tira su una gamba, che io gli cingo sul fianco, e a quel punto inizia a penetrarmi, dopo essersi tirato giù i pantaloni con una mano. Sento una verga possente riempirmi il canale con un piacere spasmodico, con rapidi colpi ben assestati l'uomo mi sta facendo capire tutto il suo desiderio represso da tempo di farmi sua. Non servono parole... è tangibile dalla foga e dalla potenza quanto mi abbia desiderato e il desiderio mi arriva fino all'anima facendomi emettere dei gemiti altissimi, troppo eloquenti per quella situazione di grave pericolo. Bisogna porre rimedio, e il vicino mi tappa la bocca mentre continua imperterrito a sfondarmi la fighetta, appagato di sentire i miei umori che accompagnano i suoi incessanti movimenti. Sono al massimo del piacere, sento che anche lui è quasi pronto ad arrivare, ha aumentato i colpi pelvici e io lo graffio leggermente premendomi contro con entrambe le mani le sue natiche carnose, lisce e fresche.
È un errore... perché così facendo lo metto k.o, lasciandolo nel totale predominio del mio corpo e incapace di controllarsi... e mi viene dentro, folle di piacere e appagato da un senso di infinita libertà.
Io ho il cuore a mille, sono estasiata ma anche sconvolta...vorrei urlargli la mia contrarietà per ciò che ha fatto ma so di non potere reagire in quel modo in quel frangente, e ciò che d'istinto mi nasce è dargli un ceffone, che nel silenzio della notte risuona come un tuono.
Lui si riveste senza proferire parola, ma capisco che non è un silenzio di indifferenza o contrarietà ma di infinito dispiacere e a me non va di lasciarlo andare così...dopo quei momenti così unici e nostri, ma so anche che non è possibile aggiungere o fare altro. È bene che lui vada, manca già troppo da casa...cinque minuti durati un'eternità...
Anche lui sa che cosa provo, non ho reagito in quel modo perché offesa...tutt'altro. Solo pochi uomini comprendono che lo schiaffo di una donna, al contrario di quello di un uomo, è come un premio, un centimetro al di sopra dell'orgasmo, una dichiarazione misteriosa e incomprensibile di approvazione, che non può essere espressa altrimenti.
E lui è uno di quegli uomini, io lo so, e lui lo sa...
Quando alla fine sento che è arrivato al piano di casa sua avendo fatto quatto quatto tutte le scale al buio, la luce si riaccende.
È l'ultimo suo gesto premuroso verso di me, rimasta da sola senza riferimenti per muovermi, poi lo sento richiudere la porta e io posso continuare a salire agilmente le scale, non prima però di essermi accorta di aver lasciato una pozzanghera dei miei umori nel punto del semipiano in cui sono stata scopata e gocce di sperma lungo il tragitto sulle scale fuoriuscite dalla mia topa zuppa, ancora calda e sfranta.
E mi auguro che tutto si asciughi in fretta, perché ho già il senso di colpa di essere stata con un uomo sposato, l'uomo sposato della mia vicina, e non voglio avere sulla coscienza anche il peso di una gamba rotta perché qualcuno è scivolato sulle scale.
Meglio ritornare a pulire tutto...e così mi ritrovo a passare lo straccio a notte inoltrata, con nel cuore una voce coscienziosa che mi fa rincrescere di non poter lasciare a vista il cartello "Attenzione scala bagnata".
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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