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SIMONA E SALVATORE


di gino31f
24.08.2011    |    18.677    |    0 8.8
"All’epoca dei fatti frequentavo l’ultimo anno di liceo e anche loro andavano nella stessa scuola solo 1 anno indietro..."
Ciao a tutti, visto che in questo periodo al nostro sito arrivano pochi racconti ho pensato di scriverne un altro io anche questo come gli altri è del tutto reale tranne che per i nomi.

Simona e Salvatore sono 2 gemelli che vivono insieme ai genitori nell’appartamento accanto a quello dei miei genitori dove io vivevo, nel centro di Palermo. all’epoca dei fatti frequentavo l’ultimo anno di liceo e anche loro andavano nella stessa scuola solo 1 anno indietro. li conoscevo da sempre, ma non avevo mai fatto “cattivi” pensieri su di loro.
Non potevano essere piu’ diversi; infatti lei bionda circa 1,60m 60kg un seno molto vistoso e un bel culetto; lui 1,80m 70k gracilino quasi senza barba e senza peli, insomma efebico.
I genitori, Lui in tipo totalmente anonimo Lei una bellissima femmina sulla quale avevo fantasticato parecchie volte, erano entrambi originari della provincia di Messina e si recavano nella loro cittadina di origine tutti i mesi a trovare i genitori di entrambi che vivevano lì e lì viveva anche il ragazzo di Simona che avevo conosciuto e giudicato immediatamente stronzo.
Un lunedì pomeriggio suonarono alla porta, andai ad aprire e mi ritrovai davanti Simona che si infilò senza nemmeno chiedere; era visibilmente arrabbiata e alla mia richiesta di spiegazioni mi disse che lo stronzo di sicuro la tradiva e che lei voleva ricambiargli le corna. si tolse la maglietta e i pantaloni rimanendo in slip e reggiseno. la cosa non mi lasciò indifferente anzi il mio cazzo divenne subito come il marmo, ma non volevo problemi e cercai di farle cambiare idea e lei mi disse “o tu o un altro, ma preferirei fossi tu”; a questo punto non mi sarei tirato indietro mi avvicinai l’abbracciai e la baciai in bocca, rispose immediatamente al bacio con una lingua calda e vellutata, allungò la mano e inizio a carezzarmi il cazzo da sopra la patta. le tolsi il reggiseno e iniziai a succhiare i capezzoli, erano grossi, con l’aureola piccola, duri e saporiti, questo la fece partire subito tanto che mi tolse pantaloni e slip e iniziò a segarmi lentamente scappellandolo completamente; nel mentre io avevi infilato la mano nelle mutande, aveva la fighetta allagata di umori e il mio dito entrò immediatamente. iniziai a masturbarla lentamente ma fino in fondo e raddoppiai le dita dentro la figa, cosa che gradì molto. ormai ero partito; la buttai sul divano e iniziai a lapparle la figa fradicia di umori, era zucchero filato. la stavo chiavando con la lingua e lei godeva come una matta e veniva di continuo, quando iniziai a succhiare il clitoride guaiva come una cagna in calore mi prese la testa fra le mani e la alzò dalla sua bella fighetta e con voce roca mi chiese di scoparla selvaggiamente; in effetti lo avevo già deciso, ma il fatto che lo avesse chiesto lei mi poneva in vantaggio per la richiesta che volevo fare. scivolai in mezzo alle sue cosce puntai la cappella la spinsi dentro e appena entrata infilai il resto del cazzo con un solo colpo, tecnica che mi piaceva e che oggi so che paga molto, infatti venne di nuovo.
Mi muovevo lentamente anche perché volevo durare il più possibile, cosa che non era affatto facile visto quanto ero eccitato; infatti dopo poco sentivo crescere l’orgasmo diedi ancora qualche colpo mi tirai fuori giusto in tempo per inondarle la pancia di sborra cosa che la fece venire di nuovo. Il fatto di avere sborrato di certo non mi aveva appagato; mentre la scopavo pensavo a come potermi fare il suo bel culetto, questo pensiero non mi aveva lasciato un attimo ma il mio essere bsx veniva fuori sempre e anche in quella occasione ero fortemente attratto dal culetto. disteso accanto a lei l’abbracciai e feci scivolare la mano nel solco andandomi a fermare nella rosetta dell’ano, iniziai a carezzarla arrivando fino alla figa per intingere il dito e forzare l’entrata che volevo. Appena tentai di mettere il dito dentro lei prima si bloccò per poi rilassarsi, il mio medio entro tutto dentro abbastanza facilmente mi diede un bacio sulle labbra e mi disse,” prendilo se lo vuoi, ma fai piano sono vergine da lì”. Un invito così non si poteva rifiutare, mi alzai andai in bagno a cercare vasellina o qualcosa di simile, l’unica cosa che trovai in casa era la nivea, andava bene pure quella, avevo troppa voglia. Tornai, la feci mettere a pecorina e iniziai a leccarla lentamente per farla rilassare ed aprire, cosa che avvenne praticamente subito infilai la lingua dentro la feci roteare aveva delle forti contrazioni stava godendo di nuovo. Anche questa volta volevo fosse lei a chiedermelo e così fu dopo pochi minuti mi disse “mi stai facendo morire mettilo dentro non posso più aspettare”. intinsi il dito nella crema e lo misi dentro, accompagnato subito dopo da un secondo dito; li ruotavo per dilatarla e le godeva da matti per quello che le stavo facendo. Quando ritenni che fosse pronta misi un bel po’ di crema sulla cappella la appoggiai all’ingresso del suo ano e spinsi lentamente ma senza soste fino a che la cappella non fu tutta dentro, pensavo di vedere delle smorfie di dolore sul suo viso invece era godimento puro, continuai a penetrarla fino a che le mie palle non giunsero a contatto con lei e visto che la sua espressione non era cambiata, iniziai a scoparla prima lentamente e poi sempre con più foga fino a quando non svuotai tutto il contenuto delle mie palle dentro di lei. Non volevo toglierlo, tanto ci stava bene ma uscì e lei abbracciandomi e sbaciucchiandomi mi disse che l’avrei potuto inculare tutte le volte che ne avevo voglia da quanto le era piaciuto e con semplicità mi chiese se per caso non avrei gradito un bel pompino.
Rifiutai promettendole di farle assaggiare il mio uccello quanto prima, mi alzai e mi andai a sciacquare lei mi seguì fece un bel lavaggio e si rivestì. Sulla porta mi abbraccio di nuovo e mi sussurrò “lo sai che salvatore è innamorato di te?” si girò ed andò a casa sua; rimasi di sasso, rientrai in casa mi sedetti alla scrivania nella mia stanza e iniziai a pensarci su.

CONTINUA.
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