trio
Ricatto cap.3
di spp
10.08.2011 |
59.237 |
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"Dimenticavo: ogni volta che ti rivolgerai a me dovrai essere molto rispettosa e chiamarmi padrone altrimenti sarò costretto a punirti, tutto chiaro?
Ero..."
Appena entrato mi rivolse uno dei suoi sorrisini beffardi: -"sono davvero felice e compiaciuto della scelta, sei bellissima, ancora meglio di quanto avessi immaginato" dicendo questo appoggiò la piccola scatola che sorreggeva e la valigetta ed allungò la sua grossa mano verso mio culetto indugiando in una lunga palpata.
-Bene sono di buon umore ed ho un discreto appetito, che ne dite di metterci a tavola?
così dicendo si recò verso la sala da pranzo
- ma dove sono i vostri simpatici tutto fare?
Visto che Mario si era rinchiuso nel suo mutismo fui io a rispondere; non mi sembrava il caso, visto il mio abbigliamento e quello che immagino accadrà dopo.
-Bene, credo che sia il caso di cominciare a mettere le cose a posto, temo che in questa casa non ci sia mai stata la mano di un vero uomo quindi da oggi ogni idea ti passi per la testa me la comunicherai e vedi di non prendere mai più iniziative senza consultarmi. dimenticavo: ogni volta che ti rivolgerai a me dovrai essere molto rispettosa e chiamarmi padrone altrimenti sarò costretto a punirti, tutto chiaro?
Ero interdetta, ma come si permetteva a trattarmi così, decisi perciò di fargli capire che se pensava di avere a che fare con una delle donne del suo paese sottosviluppato, incapace di reagire, aveva sbagliato di grosso.
- Senti Bedir -accorciai volutamente il suo nome per pormi come suo pari- il fatto che abbia accettato lo sporco ricatto che hai fatto, per il bene di mio marito, non vuol dire che sono disposta ad accettare la tua stupida e falsa superiorità, chiaro? -
mio marito mi guardava e sembrava dicesse: ”ma sei pazza a trattarlo così” forse si preoccupava del fatto che ancora non avesse preso alcun impegno riguardo al contratto.
La sua reazione mi sorprese, sempre con quel sorrisino mi guardava; - sarà ancor più divertente di quel che immaginavo, comunque vedi di non dire stupidaggini. tu questo lo stai facendo per te e non per quel mezzo uomo, vedrai che io tirerò fuori la troia che c’è in te, scommetto che non ti ha mai fatto provare un orgasmo come si deve -.
Io assumendo l’atteggiamento più aggressivo possibile - ah ah sbagli di grosso, mio marito è un grandissimo amatore e mi fa raggiungere vette di piacere eccelso - mentre lo dicevo io stessa sentivo come una nota stonata nella mia voce ma forse era solo una mia impressione.
- Bene, ora andiamo a tavola avremo modo di approfondire dopo queste cose.
Ci accomodammo ed io servii la cena, lui mi guardava con evidente piacere, a dispetto di quel che immaginavo non mi sfiorò neppure con un dito, francamente mi stava confondendo.
A fine cena estrasse dalla valigetta un plico di carte, era il contratto, molto articolato e sebbene non facesse alcun accenno alla vera natura del ricatto che lo sottintendeva, aveva una serie di cautele nel caso io non avessi ottemperato alle sue richieste.
Mi meravigliava solo una cosa, pur rileggendolo più volte per essere certa di non sbagliarmi, era evidente che la sua attenzione e cautela si sviluppava solo per l’arco del primo anno, da una persona accorta come lui non l’avrei mai pensato, quindi dal secondo anno in poi avremmo potuto svincolarci dal suo controllo.
Mario non vedeva l’ora di firmarlo, così non perse tempo. Risolto questo particolare mi aspettavo che lui pretendesse subito la sua prima prestazione sessuale, ancora una volta mi sbagliavo.
Bedirhan volle che ci spostassimo sul divano, fece accomodare mio marito sulla poltrona di fronte, quindi dopo aver estratto dalla valigetta due curiose manette imbottite che mise ai polsi sedendosi mi fece segno di mettermi sulle sue ginocchia; io feci per sedermi ma lui con una forza incredibile mi prese con le sue grosse manone e mi mise prona, viso e mani lungo le sue gambe.
Non capivo cosa volesse quando arrivò la prima sonorissima sculacciata, lanciai un urlò, bruciava da morire, sembrava avesse un badile al posto della mano, non ebbi neppure il tempo di protestare che me ne arrivò un’altra ancora più forte della prima.
Indipendente dalla mia volontà mi ritrovai a piangere come una bambina, guardai mio marito in cerca di aiuto, mi parve di vedere in lui quasi un moto di orgoglio quasi parteggiasse per Bedirhan, capii che non mi sarei dovuta aspettare nulla da quella parte.
-Vedi, quando si vuole fare le indipendenti bisogna avere capacità e forza altrimenti si finisce solo per farsi male, molto meglio ubbidire ed essere accondiscendenti ora ti punirò per la tua sfrontatezza di prima. Questa è la tua prima lezione, ad ogni sberla che riceverai voglio sentirti dire: grazie padrone me la meritavo, se farai come ti ho detto ne riceverai solo 5, se perdi troppo tempo a lamentarti o piangere e non mi fai sentire la frase prima che arrivi l’altro colpo cominceremo daccapo.
Subito dopo arrivò la prima potente sberla sul mio culetto, mi lasciò quasi senza fiato, mi affrettai a dire quello che voleva, non avevo quasi finito di urlarglielo che arrivò la seconda. mamma quanto bruciava mi sembrava di avere il culo in fiamme... persi troppo tempo e non riuscii a dire tutta la frase prima che mi colpisse la terza. Ricominciò daccapo, questa volta mi concentrai e tra le lacrime riuscii ad ogni colpo a dire in fretta - grazie padrone me lo meritavo.
segue
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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