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In campagna.. 10. Confessioni


di Membro VIP di Annunci69.it Calaf
18.08.2016    |    6.611    |    0 9.0
"Era ovvio che aspettava solo che io………..."

Durante la notte si sveglia accorgendosi nel torpore di essere sola a letto. Si riaddormenta girandosi di lato senza pensare.
Si sveglia ancora al rumore lieve della porta. Apre gli occhi e vede Marisa che entra e subito è completamente desta vedendola nuda.

- Dove sei stata? Al bagno? –

- Sì……. Anche ihihihihih –

- Che significa? –

- Ci sono riuscita. Ihihihihihih –

Il risolino di Marisa irrita Silvia che si alza a sedere.
- Non parlare per enigmi, riuscita in cosa? –

- Te l’avevo detto che mi bastavano cinque minuti ihihihihih……….. no, non incazzarti dai, ti spiego –

Marisa vede l’espressione truce dell’amica e si affretta a chetarla. Sale sul letto, si stende e comincia il suo racconto.

- Dopo che ti sei addormentata io sono rimasta sveglia, non mi veniva sonno, e poi quelli dopo un po’ hanno ricominciato e così….. l’ho rifatto dai. Però non mi bastava, mi sentivo tutta un bollore, ti giuro che sono stata tentata di entrare e tuffarmi in mezzo, non so cosa mi abbia trattenuta dai.
Alla fine hanno goduto nuovamente e io mi sono messa a ascoltare. Dai, prima o poi lui doveva andare in bagno. Ho aperto la porta, un piccolo spiraglio appena sufficiente. Dai, ho aspettato e è passata lei. Ora posso confermarti con certezza che è Maria ihihihihihih. Ho aspettato ancora e lei è rientrata in camera. Dai, quando è passato lui ho aspettato un minuto e gli sono andata dietro.
Per fortuna non aveva chiuso la porta. Ho aspettato che finisse di pisciare e poi, quando s’è messo sul lavandino a lavarsi, gli sono andata dietro e gli ho detto: “Serve una mano?” Dai, dovevi vedere il salto che ha fatto nel sentirmi ihihihihih. Non gli ho dato tempo di pensare, gli sono andata vicino e gliel’ho preso in mano. “Ti aiuto io dai” gli ho detto e già con la mano andavo su e giù sul suo cazzo reso scivoloso dal sapone. Ha tentato di farmi scostare ma mi è bastato stringere un po’ più forte per fargli capire.
Che cazzo, ce l’ha veramente grosso dai, e lo sentivo crescere ancora nella mia mano. Mmmmhhhhh, ho pensato di farlo venire così, dai, per vedere come godeva, poi ho lasciato perdere, dai, rischiavo di non averne per me. Gliel’ho fatto venire duro duro prima di sciacquarglielo e lui niente, non si muoveva, fermo come una statua anche se respirava in fretta.
Mi parlava, mi diceva di smettere, che non dovevo e cazzate del genere, e intanto lo sentivo vibrare nella mia mano. Che porco, dai. Ancora gocciolante d’acqua l’ho fatto voltare e mi sono inginocchiata. Ce l’avevo lì davanti ai miei occhi, duro come il ferro, grosso come il mio polso. Dai, come facevo a fermarmi? Ho cominciato a leccarlo sulla punta, poi tutto intorno, facendogli sentire solo la lingua per tutta l’asta, fino alle palle. Quel maiale restava fermo e aveva smesso di parlarmi. L’ho guardato e mi fissava con la bocca aperta. Era ovvio che aspettava solo che io……….. mhhhhhhhh, me lo sono messo in bocca dai, e l’ho succhiato forte sulla punta sentendolo guaire come un cagnolino. Poi mi ci sono messa d’impegno, come so fare bene dai, e lui ha continuato a gemere. Finalmente ce l’avevo dai, e ho rischiato di rovinare tutto perché avevo iniziato a carezzarmi, mi piaceva troppo dai, lo sentivo forte e duro nella mia bocca e la mia micina ha reclamato attenzioni. A momenti non mi accorgo, solo quando lui ha cominciato a spingere col ventre, a scoparmi la bocca dai, mi sono resa conto che stava per venire e mi sono bloccata subito.
C’è rimasto male ihihihihihih, dovevi vederlo dai, quando mi sono rialzata ho creduto che mi sarebbe saltato addosso tanta era la voglia che aveva negli occhi. Però s’è calmato subito quando mi sono appoggiata al lavabo sporgendo il culetto e ho girato la testa per guardalo invitante. Dai, mi ha afferrata per i fianchi e l’ho sentito subito all’ingresso della micina. Mmmmhhhhhh come lo sentivo. E quando è entrato mi è sembrato mi togliesse il respiro e poi……..…… mmmmhhhhhh a ripensarci mi viene ancora voglia…… Mi ha scopata come un matto per alcuni minuti. Dai, mi ha fatto venire almeno due volte prima di godere lui e quando mi sono sentita invadere dal suo seme caldo sono venuta ancora una volta. Tuo zio è proprio uno stallone dai, per fortuna che non s’è fatto prete ihihihihihih . –

Silvia ascolta Marisa attentamente, e duplici sono le sensazioni che prova. Da una parte pensa a quando c’era lei al posto dell’amica, a provare le stesse emozioni, dall’altra sente una punta di gelosia farsi viva. Persa nei suoi pensieri non si oppone quando Marisa le prende la mano e se la porta al ventre:

- Quando mi sono lavata mi sono accorta di quanto mi aveva aperta. Senti? Sono ancora un po’ dilatata –

Come se osservasse una scena che non la riguarda Silvia vede se stessa con due dita dentro la micina di Marisa: è veramente larga, più di quanto l’aveva sentita di sfuggita poche ore prima. Senza pensarci contrae le dita stimolando punti sensibili all’interno della vagina, le muove avanti e indietro.
Marisa voleva solo stuzzicare l’amica, sorpresa si sente penetrare da lei e sensazioni piacevoli le si diffondono nel ventre.

- Mmmmmmhhhhhh, Silvia, sei sicura di non voler provare? Mi piace tanto come mi stai facendo mmmmhhhhhh –

Alle parole dell’amica Silvia ritrae di scatto la mano come da un ferro rovente. La poca luce della luna non riesce a illuminare il suo viso diventato porpora, ma lei si sente avvampare di vergogna.

- No…. Scusa…… io non pensavo……. Non volevo ………. –

La confusione è evidente nella ragazza e Marisa avverte l’impulso di alleviarne la tensione. La tira a se facendola stendere sul fianco sinistro, di fronte a lei che è sul destro. Sa che potrebbe osare, che forse Silvia si lascerebbe andare, ma non è questo quello che vuole.

- Silvia dai…. Stavo scherzando dai. ……………Non preoccuparti, è che io sono un po’ strana, mi piace scherzare su tutto. Se tu non vuoi non faremo nulla. Silvia, ti conosco da poco ma già ti voglio bene, non farei nulla che potesse dispiacerti, sicuramente non costringerti, dai. –

La ragazza si sente tranquillizzata dal tono amichevole dell’amica, si rannicchia tra le sue braccia, le fronti appoggiate l’una all’altra.

- Dai, fatti abbracciare, solo perché ti voglio bene, perché sei mia amica, nient’altro. Dormiamo che manca poco all’alba. –
Il canto del gallo le sveglia di soprassalto, ancora abbracciate, ancora nella stessa posizione.

- Buongiorno –

Le dice Marisa stampandole un bacio in fronte prima di alzarsi e cercare i vestiti.
Durante la colazione Silvia è ancora frastornata. Troppe emozioni tutte insieme, troppe sorprese, troppi pensieri che si accavallano nella sua testolina. Si accorge di star fissando Emilio e questi intuisce che lei sa ciò che è accaduto la notte precedente.
Marisa è vulcanica, ha una battuta per tutti, la sua risata squillante riempie la casa. Ribatte tranquillamente a Alfredo che con voce in cui si intuisce un pizzico di stizza chiede come abbiano passato la notte le ragazze “tra di loro”:

- Benissimo, ce la siamo leccata per ore. E tu? Come sta la tua mano? –

Il gelo scende improvviso nella stanza perché Marisa non lo sa, ma Maria, Mario, Pia, Silvia e Emilio sì, e tutti e cinque temono che Alfredo parli troppo rivelando degli incontri con la madre di Silvia.
Alfredo inizialmente si infuria, non gli piace essere preso per i fondelli, però arriva a capire che se l’è cercata e si adegua, in fondo non è un imbecille, rispondendo con un’altra battuta:

- Mi stanno venendo i calli, magari puoi aiutarmi tu? –

- Vedremo dai, se farai il buono ti darò ………. una consulenza –

Scoppiando a ridere Marisa scioglie la tensione. Alfredo ride con lei, di gusto, gli piace quella ragazza, e poi lo sguardo di Marisa pare promettere qualcosa. Gli altri ridono lieti del rasserenarsi degli animi.
Dopo non c’è tempo per altre chiacchiere, bisogna lavorare e stanno già arrivando gli altri braccianti.

L’allegria di Marisa dopo poco, lavorando ancora in coppia, scioglie Silvia che si abbandona alle chiacchiere futili dell’altra per le successive tre ore, fino alla pausa di metà mattina. Sedute all’ombra, sudate, mangiucchiano qualcosa conversando.

- Sei stata brava a rispondere a Alfredo in quel modo –

- Ihihihihih, lo conosco da tanto, so come prenderlo……….. E non intendo in quel senso porcellina ihihihihihih. No dai, qui ci conosciamo tutti o quasi, Alfredo non è male, anzi è un bel ragazzo, però non mi è mai piaciuto come si comporta, come “l’uomo che non deve chiedere mai”, così l’ho mandato in bianco un paio di volte che ci ha provato con me. Dai, crede che le donne stiano aspettando solo lui, ci ha provato anche con te? Sicuro che sì dai, prova con tutte…….. ehy, perché quella faccia? Dai, non dirmi che ti piace. –

Silvia ha cambiato espressione sentendo descrivere Alfredo, si pente di avergli ceduto visto che pare un farfallone, e Marisa ha colto subito il cambiamento. Silvia non vorrebbe essere un libro aperto, semplicemente non riesce a controllarsi, a avere la “faccia da poker”.
Prima che Marisa intuisca altro si decide a parlarle apertamente, a confidarsi con lei. Sente di potersi fidare, le parole della sera prima, quel “ti voglio bene” che lei le ha detto, la spingono a aprirsi.

Così le parla di Fausto, dei problemi che ha con lui, delle telefonate che ha ricevuto da lui incazzato per la sua assenza, della sua gelosia, delle insinuazioni esplicite riguardo Alfredo e Mario. Gli parla anche di Alfredo, di quella sera, anche di Mario, omettendo il ruolo di Pia e facendo credere che con i due ragazzi siano stati momenti diversi.
Marisa ascolta attenta, senza interrompere, un po’ stupita dall’amica che considerava in fondo un po’ imbranata con l’altro sesso, al contrario di lei che ha sempre controllato le situazioni. Sapere che ha scopato con Alfredo, e anche con Mario, il fratello minore che un po’ piace anche a lei, la incuriosisce.

- E’ tutto, non lo so cosa mi succede qui, prima non avrei nemmeno pensato di masturbarmi insieme a un’amica come abbiamo fatto l’altra sera, eppure è successo. –

- Dai, non è che eri normale prima e anormale adesso, casomai il contrario ihihihihih. Dai bimba, hai incontrato due bei ragazzi che ti piacevano e ci sei stata. Se il tuo ragazzo fosse stato diverso nemmeno li avresti guardati. Aggiungici che in città hai un mare di impegni mentre qui hai solo lavoro e sesso….. e poi hai conosciuto un’amica porcella che ti ha traviato ihihihihihihih…… Farò di te una grande scopatrice ihihihihih. No dai, sto scherzando. Non è che voglio farti diventare una che va con tutti, nemmeno io lo sono, solo che non mi faccio problemi: se uno mi piace ci provo…… e di solito ci riesco ihihihih. Però quando sono innamorata, e è capitato dai, non mi accorgo nemmeno dell’esistenza degli altri ragazzi. Ora sono libera e quindi mi sono scopata tuo zio ihihihihih….. chissà che non mi scopi anche Mario. Quel ragazzo mi piace dai, è più giovane di me e pare così timido, solo che è impossibile trovarlo da solo, quasi sempre col fratello. Dimmi: scopa bene? –

Silvia è presa dalla solarità di Marisa e descrive nei particolari il suo incontro con Mario, sempre omettendo la presenza di Pia e Alfredo.
Non si sente turbata dall’essere così esplicita come mai le è capitato, è come se parlasse a sé stessa. Non fa i conti con Marisa che invece vede l’occasione per agganciare Mario. Il racconto di Silvia l’ha incuriosita, ingolosita. Le suggerisce di andare in paese con lui quella sera trovando un modo di staccarlo dal fratello. Silvia sorride con aria furbetta stupendo Marisa. Sa bene come fare, ha solo bisogno dell’aiuto di……….. Pia.
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