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Schiavo per caso - 2a parte: vecchietti maled

26.09.2024 |
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", quando uno dei vecchietti (continuo a chiamarli vecchietti, ma da vicino hanno ognuno una sua fisionomia, si vede che alcuni sono abbastanza arzilli)..."
Non abbronzati: cotti, cotti dal sole mentre giocano a carte, chiacchierano, discutono o semplicemente stanno lì, di fianco alla fontana del parco. Sandali, un paio di calzoncini un po sformati e a volte una maglietta che non sa neppure più lei di che colore era, più spesso a torso nudo, passano così le calde estati della periferia milanese, ultimamente roventi, cercando al parco un po' di fresco e la loro compagnia. Donne non se ne vedono, magari sono a casa, felici che i mariti vadano a brontolare da qualche altra parte, o semplicemente non ci sono.Li vedo tutte le volte che prendo la bicicletta per farmi un giro, abitando non lontano dal parco è una tappa praticamente obbligata per andare verso la città a svolgere qualche commissione. Ah la mia bici, il piacere che mi dà anche solo il gesto di pedalare, di sentire la velocità, le gambe, ormai allenatissime, che si muovono agili...
Finché un giorno, proprio di fianco alla fontana dei vecchietti, crac: un rumore strano di ferraglia, che non avevo mai sentito, ma che non promette nulla di buono. I pedali girano a vuoto, freno di colpo e scendo: la catena si è spezzata, e uno dei due monconi infilandosi tra i raggi ha fatto quel terribile rumore. Per fortuna la ruota non ha patito problemi, ma per la catena come faccio? Non ho mai imparato a ripararla, anche se nello zaino ho l'attrezzo.
I vecchietti, felici che qualche evento sia venuto a spezzare la monotonia della tarda mattinata, si fanno intorno:
"Mario, tu che di queste cose te ne intendi, vieni un po' a vedere, magari riusciamo a dare una mano..." Ed ecco Mario che si avvicina, sulla settantina ben portata, torso nudo, non molto differente dagli altri, ma due mani squadrate, che si vede hanno lavorato parecchio.
"Eh, qui ci vorrebbe lo smagliacatena, in dieci minuti si rimette in sesto, non è che puoi fare tanta strada, giusto per arrivare dal meccanico a cambiare la catena".
"Ce l'ho", rispondo, è che non ho mai imparato ad usarlo"... Lo recupero tra gli attrezzi nello zainetto e glielo porgo.
"Ok, fa vedere... Sì, è un attimo, giriamo la bici e te la sistemo. Ah, questi giovani...".
In pochi minuti, mentre gli altri vecchietti guardano, Mario toglie la maglia rotta, collega i due monconi e verifica che il tutto sia a posto. Nel frattempo ho telefonato per rinviare il mio impegno.
"Ecco fatto".
"Non so come ringraziarla"...
"Ma niente, a me fa piacere muovere un po' le mani, più che altro, visto che siamo qui, perché non ti siedi un po' con noi e ci racconti un po' di te?"
Gli altri vecchietti annuiscono soddisfatti, e ci mettiamo intorno al bordo della fontana. Cosa gli racconto? Quelle quattro cose di tutti i giorni, il lavoro ecc., quando uno dei vecchietti (continuo a chiamarli vecchietti, ma da vicino hanno ognuno una sua fisionomia, si vede che alcuni sono abbastanza arzilli) dice:
"Senti, ma togliti la maglietta, mi fai venire caldo solo a vederti".
Non faccio in tempo a girarmi verso la voce che ha detto così, che Mario aggiunge:
"Hmmm, secondo me non vuole farci vedere le sue ciuccine"...
Avvampo.
"Mario, sei sempre il solito, non vedi che è diventata tutta rossa?" dice un'altra voce, e arrossisco ancora di più...
Tutti ridono e non so cosa fare. Alla fine mi tolgo la maglietta, e colgo i loro sguardi interessati. Mario mi mette una mano sulla gamba e dice:
"Non ti preoccupare, siamo fatti così, un po' burloni per passare il tempo... Siccome sono un po' il capo del gruppo, è compito mio spiegarti alcune cose, però non qui davanti a tutti, vieni con me".
E si dirige verso il boschetto a una ventina di metri dalla fontana. Lo seguo.
Giunti in un posto un po' appartato, mi dice: "Quando sei arrossita per la battuta sulle ciuccine abbiamo capito tutti che sei una troietta, siamo vecchi, ma non rimbambiti, e ne abbiamo viste tante... Noi non ti obblighiamo a niente, ma se vuoi puoi tornare qui quando vuoi, ci divertiremo un po'."
E così facendo mi sfiora i capezzoli con le sue manone, facendomi sfuggire un gemito.
"Ah, vedi che non scappi? Ok, tutto chiaro, d'ora in poi sarai Michelle, vieni che ti presento agli altri".
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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