trans
Il sapore del seme: venerazione
di Ermesincuriosito
05.01.2022 |
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"Non posso che fare quello che dice, o potrebbe farmi male..."
Venerdì. Finisce la settimana. Finisce anche il mese.
E per varie vicissitudini finisce anche la mia carriera nell'azienda per cui, ormai posso dirlo, lavoravo.
Ho bisogno di bere e di sfogarmi. Chiamo Mirko, il mio migliore amico, ci diamo appuntamento al solito bar.
Arrivo presto, mi porto avanti con un tequila sunrise. Seduto al tavolino fantastico sulle vite dei avventori.
Mi colpisce una ragazza a pochi metri da me, corpo slanciato, quasi gracilino, capelli neri un po' mossi. Mi è di spalle non riesco a guardarla bene in viso, ma di contro il leggins di simil-pelle mette in risalto il suo tonico lato B.
Purtroppo si gira, e finisce l'incanto. Sul viso, di un ovale un po' troppo allungato, risaltano le labbra sottili che a stento coprono una dentatura sporgente, quasi equina. Nel complesso, i tratti decisamente poco femminili tradiscono senza ombra di dubbio il suo essere trans o trav. A riprova della deduzione, i suoi attillati leggins fasciano mettendo fin troppo in risalto i suoi attributi maschili.
Non solo è brutta ma è decisamente il genere non adatto a me.
Deve avermi divertito l'agrodolce di quella figura, un corpo gracilino quasi femminile contrapposto alla grossezza di quegli attributi maschili, o forse mi aveva infastidito il fatto che fossero così poco celati dal proprietario che anzi sembrava quasi ostentarli, che mi soffermai lì un secondo di troppo, tanto da dare l'impressione di esserne incuriosito. Sono lento a distogliere gli occhi, e per un breve istante gli sguardi, il mio abbastanza imbarazzato, si incrociano. La ragazza mi sorride e mi si avvicina. Nel frattempo, sfiga vuole che Mirko ha avuto un brutto contrattempo in famiglia, e mi ha dato buca.
"Ciao, posso?" Mi approccia la ragazza in questione. La voce è leggermente bassa, ma tutto sommato piacevole, molto probabilmente è una transgender
Sono un po' imbarazzato, rispondo con un ciao senza interesse, e lei si accomoda.
"Cosa bevi?" Prova ad attaccare bottone
Rispondo per educazione ma mi guardo intorno, cercando di farle capire gentilmente che sono poco interessato.
"Giulia, piacere" e attacca a parlare del più e del meno.
Oggi sono in una giornata no, e l'ultima cosa di cui ho bisogno è una che attacchi a parlare di serate e aperitivi.
Seccato, e già nervoso per come la mia vita stesse andando di merda in quel momento, scusandomi le dico che non sono interessato.
Mi accarezza sull'avambraccio "Magari c'è altro che puoi interessarti di me?" Insinua ridacchiando.
Mi innervosisce solo di più
"Guarda scusami, ci deve essere un malinteso.." la serata è iniziata peggio di quel che sperassi, meglio andare a casa.
"Ho visto come lo guardavi.." continua lei accarezzandomi il viso.
Esplodo.
Non sono così ma troppa pressione, troppa merda in quelle ultime settimane. Perdo il controllo
Con uno schiaffo le allontano la mano. "Senti non sono un finocchio, ok? Ti è chiaro?" Le vomito addosso il mio rancore.
Bevo alla goccia il mio drink e mi alzo. La lascio così.
Vado al bagno.
Devo rinfrescarmi, mi sciacquo il viso
Torno in me..i sensi di colpa mi attanagliano non ho mai risposto male a nessuno..non ero in me..
Mi vergogno. Parecchio.
Torno è ancora al tavolo, nera in viso.
Mortificato le chiedo scusa. Spiego in due parole la giornata particolare che avevo passato.
"Ciò non toglie che i miei modi sono stati davvero scortesi, ma quello non sono io" continuai a scusarmi "permettimi di offrirti un drink, ti prego".
Riluttante accetta.
Mi sento ancora una merda, non so che dire..
Intanto ordiniamo e ovviamente pago.
Dopo 5 minuti di convenevoli si alza.
"Scusa, mi son dimenticata di chiedergli lo spritz col campari, mi piace così". E va al bancone. La vedo parlare e armeggiare con il barman, non me ne curò.. purtroppo avrei dovuto farlo...
Dopo 5minuti torna al tavolo con i nostri cocktail.
Beviamo, proviamo ad instaurare una conversazione.
Inizio a sentirmi accaldato, i battiti accelerati. avrà esagerato con la tequila il barman.
Sento la testa che iniziare a girare, come se avessi scolato una bottiglia di tequila.
Mi scuso e torno al bagno.
Mi sciacquo ma inizio a sentirmi peggio.
Torno al tavolo per congedarmi.
"Mamma mia, sei rossissimo in viso" mi fa subito lei.
"Non mi sento un granché bene" arranco io "scusami di nuovo ma vado a chiamare un taxi" ed esco barcollando dal locale.
Mi sento prendere sotto un braccio, è Giulia. "Caspita ma quanti ne hai bevuti, non ti reggi in piedi". Mi sento ancora più uno schifo. Lei è pure molto gentile con me, non lo merito.
"Vieni con me, il mio appartamento è proprio qui"
La testa gira, non capisco molto, ma la seguo. Intanto me lo sento di marmo nei pantaloni, e non ne capisco proprio il motivo.
Mi fa accomodare sul divano e mi porge un bicchiere d'acqua fresca.
Mi aiuta gentilmente a sbottonare la camicia.
"Slacciamo la cintura" continua gentilmente "così stai più comodo".
Il malessere inizia lentamente a passare, rimangono i battiti accelerati e il cazzo di marmo.
"Forse è lui il problema" mi sussurra sensualmente Giulia nell'orecchio mentre inizia ad accarezzarmi tra le gambe.
"No Giulia" provo a dire "ti ho già spiegato che non sono interessato a queste cose".
Non si ferma e lo libera dalle mutande, iniziando una lenta sega.
"A lui sembra piacere.." sogghigna divertita nelle mie orecchie.
Non so cosa avessi, ma lo avevo di marmo, volevo solo "liberarmi" e godere.
I miei no erano poco convinti, e infatti Giulia continuava.
Inizio a perdere i freni. Giulia si ferma e attacca con la sua bocca.
Mi manda su di giri. Non riesco più a pensare al fatto che sia brutta, che sia una trans, insomma a tutta quella situazione. Sono sul punto di lasciarmi andare e godere.
Sul più bello si ferma. Lasciandomi quasi al culmine.
"Se vuoi che continuo, voglio che fai lo stesso con me.." sussurra suadente nel mio orecchio.
Questo mi fa innervosire. Mi sento preso in giro.
Mi alzo per andarmene via
"Ma vaff.." provo ad accennare quando sento la sua mano che con molta forza mi prende dal collo e mi butta a terra.
Nonostante l'alcool ho la prontezza di buttare le mani avanti e non farmi male al viso.
Sono così, gattoni a terra, lo sguardo sul pavimento, percepisco un'ombra su di me.
Ho davanti a me i piedi di Giulia, che è in piedi davanti a me.
Vedo i suoi leggins e le sue mutandine scivolare ai suoi piedi.
Alzo lo sguardo per avere conferma.
"Ma che caz.." la parola mi si strozza in gola. Non riesco più a dire nulla. Ciò che avevo davanti agli occhi mi paralizzó.
Era mostruoso.
Davanti a me si ergeva un bastone di carne totalmente in tiro. Non ne avevo mai visti di così grossi in nessun porno online. Ho visto attrici dimenarsi su vari piselli. Lunghi, grossi, venosi, con la cappella a punta o a fungo. Ma così mai. Tante volte se sono lunghi non sono particolarmente grossi. Se hanno un bel diametro, magari perdono in lunghezza.
Questo no, non aveva punti deboli. Era animalesco, equino. Non solo era lungo, ma il suo diametro era incredibile, sembrava un avambraccio. La cappella era incredibile, quasi impossibile per il glande trattenerla, era ancora più grossa dell'enorme asta da cui spuntava. Anche le vene che correvano per tutta l'asta erano fuori dal comune: grosse, in rilievo, rendevano quell'arenese ancora più nodoso e maschile di quanto già non fosse, conferendoli ulteriormente un alone di....potenza...animalesca potenza.
Ero atterrito sia dalla brusca forza con cui mi aveva atterrato che dal pensiero di quello che volesse farmi.
"Ho letto uno psicologo americano sostenere che nessuno, nemmeno l'etero più convinto, può resistere alla vista di un cazzo, se questo è incredibilmente grosso e potente, ed il mio lo è" Ruppe il ghiaccio Giulia ridacchiando.
"Diceva che in questi casi prevale un istinto atavico, quello di sottomettersi al più forte, al più potente. una paura ancestrale che porta ad assecondare il più forte. E questo nella sfera sessuale si trasforma nell'istinto di provocare il piacere di questo cazzo perfetto, come lo chiama lui. Farlo godere. Tu che ne pensi?" Mi domanda divertita.
Non riesco a parlare. Sono come paralizzato.
"Io..non.. - balbetto - non mi interessa". Vorrei alzarmi ma sono come pietrificato.
Giulia si sfila le scarpe col tacco. È a piedi nudi ora e come risultato il suo cazzone si avvicina sempre di più al mio viso.
"Toccalo no? Dimmi che ne pensi? Lo psicologo diceva che è una cosa normalissima, che non c'è da aver paura" incalza lei.
"A me...non piace.." provo a dire.
"Ma cosa??" Incalza lei "non devi mica fare niente, devi prenderlo con la mano un minuto, mica diventi gay in un minuto"
Non so che dire..sono spaesato, vorrei solo andarmene.
"Dai allora? Sono curiosa" rincara la dose con tono palesemente scocciato avanzando verso il mio viso.
Messo così alle corde lo afferro con la mano destra, quanto meno per allontanarlo dalla mia faccia.
È mastodontico. Enorme da togliere il fiato.
"Ahh ci voleva tanto? Ti senti diverso ora?" Scoppia in una risata volgare.
"...no" riesco solo a dire.
"Dai dimmi, come lo senti?"
"Allora, ti sei ammutolito" incalza dopo qualche minuto accompagnando il gesto con un forte schiaffo sul mio viso.
Mi fa male, ho paura, non posso che stare al gioco.
"È... È duro...grosso" dico tremante.
Intanto il piede di Giulia inizia a stuzzicare il mio di cazzo, ancora duro come il marmo, senza motivo. Ho come il dubbio che Giulia abbia messo qualcosa nel mio drink, qualcosa tipo Viagra o che so io.
"..." Ho tanta voglia di venire, duro come ce l'ho, ed il piede di Giulia mi da piacere, facendomi perdere sempre più i freni inibitori. Chiudo gli occhi.
"Cos'altro?" Mi incalza.
".. potente.." non so come mi è uscita questa parola, forse sentivo quelle parole dello psicologo riecheggiarmi in testa. Senza rendermene conto, seguendo il ritmo delle carezze fatte col suo piede, il bacino ondeggiava lentamente, un po' avanti, un po' indietro. Sotto la presa salda della mia mano sulla sua asta, sentivo la sua carne dura come la pietra scorrere sotto la pelle, fornendomi un mix di sensazioni stranissime e contraddittorie.
Inebetito dalla situazione, avevo ormai paura a togliere la mano dalla sua asta, temendo in un'altra violenta reazione. Non mi accorsi che intanto la mia mano aveva iniziato ad assecondare quei movimenti in un movimento che si tradusse in una lenta sega che copriva e scopriva lentamente la sua cappella gonfia.
Il piede si ferma, negandomi di nuovo il piacere. Mi accorgo della mia mano e do la colpa a quell'istinto primordiale ipotizzato dallo psicologo.
"No, così mi fai male" mi interrompe brusca Giulia con un altro schiaffo.
"Metti un po' di saliva sulla punta" e così dicendo fa un altro passo verso di me, quasi come se volessi entrarmi in bocca.
Io indietreggiò, ma c'è il divano alle mie spalle che mi blocca la ritirata.
"Devi solo far colare un po' di saliva, quante storie inutili che fai" mi contesta fermandosi ad un centimetro dalla mia bocca.
Di nuovo alle strette, obbedisco. Non posso fare altro.
Porto le labbra vicino al glande, mi sollevò leggermente per ritrovarmi leggermente sopra al suo fallo in erezione. Timidamente lascio colare un po' di saliva sul glande, sfiorandolo con le labbra.
"Muovi un po' la mano, così si lubrifica bene" mi guida Giulia in questa azione.
Ubbidisco di nuovo. Con la mano vado su e giù distribuendo la saliva tra l'enorme glande ed il prepuzio.
"Allora che ne pensi? Aveva ragione il professore? Hai voglia di dargli piacere, eh?" Mi chiede spavalda Giulia riprendendo ad accarezzarmi con i piedi
"No...io...non mi piace" provo a dire atterrito da una sua reazione.
"Guarda il cazzo" mi intima Giulia.
I miei occhi cadono istintivamente sul quell'enorme glande, che con la sua fessura sembra un occhio, un grande occhio che ricambia il mio sguardo.
"Come fai a dire di no? Non sei curioso? Curioso di vedere quanto sborra un uccello del genere? Di vedere se sei in grado di dargli piacere? Credi di riuscirci?" Mi domanda confondendomi.
Mi accarezza il viso, divenendo d'un tratto dolce "Guarda che è tutto normalissimo eh? Non c'è nulla di male. Ti piacerà.." prova a convincermi.
Le sue carezza intermittenti col piede mi fanno impazzire, non portandomi mai all'orgasmo, mentre avere quel enorme fallo in mano inizia a destabilizzarmi.
In quel momento di una cosa credevo di essere sicuro: fare sborrare il cazzo di un altro non era minimamente nei miei gusti, ma avevo troppa paura ad andarmene.
"Non esiste solo il piacere dell'orgasmo, sai? Tu conosci solo il banale piacere dell'eiaculazione, scopi, sborri, e finisce lì. Ma nel sesso c'è molto di più" Inizia così Giulia ad entrarmi in testa.
"Ci sono altri tipi di piaceri, più forti, più devastanti. Il piacere nel dare il piacere. Il piacere nel sottomettersi al piacere del partner, sottomettersi totalmente a chi hai di fronte, il piacere anche dal dolore che ne viene." Continua Giulia.
"Tu non hai idea di quanto piacere puoi provare con lui, Claudio. Di tutto il piacere che ti può dare.." aggiunge con voce sensuale mente aumenta.la velocità delle sue carezze col piede.
"In che senso..." Chiedo io più confuso che incredulo.
"Il sesso con le donne è banale, e rimani sempre col dubbio. Non sai mai se sei stato all'altezza, se non fingono. Il cazzo non mente, Claudio, se sei stato bravo, lo vedrai, senza dubbio alcuno."
"Cosa intendi..?" Chiedo sebbene credo di conoscere già la risposta.
"La sborra Claudio. È la prova che sei stato bravo, che sei degno di quella ricompensa. È la tua ricompensa.."
"Ri..compensa?" Balbetto io.
"È buonissima! Dovresti provare il suo caldo sapore"
"Buonissima..?" Domando sempre più perso.
"Sai quanti mi desiderano, mi cercano per arrivare a provare questo piacere? Sai quanti devo rifiutare ogni giorno? Non è per tutti. Ma voglio che tu provi queste sensazioni così.. così potenti" mi lusinga Giulia.
"Pensi di essere in grado di dargli piacere?" Mi chiede Giulia indicando il suo maestoso cazzo.
"Io...io..non so...non mi interessa.... - rispondo balbettando - e poi io..non l'ho mai fatto..non credo di..".
Afferrando il suo bastone in mano lo solleva per poi abbassarlo violentemente sul mio viso, colpendomi con forza.
Sono più stupito che spaventato, stupido dalla potenza di quel cazzo. Mi aveva fatto male, ma non riuscivo a capacitarmi di quanto fosse..potente.
"Prendilo in mano e non smettere di segarmi" interrompe i miei pensieri Giulia.
"Pensa a lui come alla cosa che desideri di più, pensa a lui come se fosse il padrone del tuo piacere..il tuo padrone. Se vuoi godere tu, devi prima fare godere lui." Dicendo così interrompe la sua sega con il piede lasciandomi di nuovo in preda alla voglia di godere.
"Claudio la mano - mi invita Giulia - muovi di più la mano. Poi passiamo alla bocca".
"La bocca" penso tra me e me rabbrividendo, ma ormai sono quasi rapito da tutto quel discorso sul piacere e la sottomissione, e ubbidiente afferro il suo uccello nella mia mano e inizio a muoverla su e giù su quell'asta marmorea.
Sento la sua carne nodosa scorrere sotto la mia mano. Le vene gonfie pulsare cinte dalle mie dita. Pensare che il suo godimento, il godimento di quell'uccello così grosso possa dipendere da me mi carica in un qualche modo.
Qualcosa stava cambiando nella mia testa.
"Bagnalo un po'.." mi chiede languida Giulia.
Ne raccolgo un po' in bocca, questa volta poso le labbra direttamente sul glande. È davvero grossissimo..
Lascio colare la saliva che con la mia sega lubrifica la cappella.
"Anche sull'asta.. - mi chiede. - Vedi come è lungo, solo sulla cappella non basta.."
Mi sposto con le ginocchia leggermente in avanti, raccolgo un po' di saliva, pronto a farla colare anche sulla pelle, ma Giulia mi blocca e mi toglie la mano dal suo cazzo
"No, leccala, è meglio- mi guida - tranquillo, va tutto bene..." Prova a rassicurarmi.
Con la mano bloccata e la sua enorme asta davanti al mio viso, ubbidisco nuovamente alla sua richiesta, e lentamente lecco la sua pelle venosa.
Sotto la mia lingua scorrono le sue vene, che sento pulsare di voglia.
Lecco prima orizzontalmente lungo la lunghezza, poi Giulia, ruotando il bacino, posiziona il suo eretto cazzo davanti al mio viso, poggiando sul mio naso.
"Anche sotto.." mi chiede languida.
Sono sovrastato dal suo grossissimo fallo, che mi ricopre totalmente il viso e inizia a far sprofondare il mio inconscio verso la sottomissione.
Inizio, sempre più confuso, a leccare anche sotto l'asta, mentre Giulia mi parlava.
"Dare piacere a un cazzo così grosso è normale, Claudio. Non è bellissimo? Credo ti stia iniziando a piacere, vero?" La domanda di Giulia mi spiazza..non so che rispondere. Mi blocco.
"Venerare qualcosa di così potente è l'unica scelta logica, Claudio. Tu lo stai capendo. Lecca l'asta, Claudio. Sottomettiti al mio cazzo" Mi ordina Giulia.
Come in trance, eseguo la richiesta, e riprendo a leccare da sotto la sua asta.
"Rispondimi, Claudio: il mio uccello, ti piace?" Mi chiede diretta Giulia.
Mi paralizzo di nuovo.
Lei prende di nuovo il sopravvento, solleva il cazzo sfilandolo dalla mia mano e con un movimento dall'alto verso il basso lo fa schiantare sul mio volto in un tonfo.
Sento tutta la pesantezza del suo cazzo di cavallo sul mio viso, fa quasi paura.
Capisco cosa vuol dire "sottomettersi". Sono sopraffatto dalla sua potenza e virilità, non ci sono vie d'uscita.
Si allontana leggermente da me, il suo palo di carne non mi copre più il viso, adesso è davanti ai miei occhi, nel pieno della sua magnificenza. Ed io non riesco a distogliere lo sguardo da quella magnifica verga.
"Sei sottomesso al mio cazzo, Claudio?"
"..."
"..si.." ammetto umilmente, quasi spaventato.
Giulia sorride, riporta la mia mano sulla sua asta, incitandomi a continuare la masturbazione.
"Fammi godere Claudio" mi incoraggia.
Con più tenacia e foga, sego il suo bastone. Mi convinco che lo faccio per fare finire il prima possibile quell'incubo.
Sento un sussulto, forse sta per godere. Sono quasi curioso di guardarlo esplodere. Ma è un falso allarme. Mi sento un po' deluso.
Ritorno in me.
Non mi capacito di come mi sia potuto entusiasmare all'idea che il suo cazzo stesse per eiaculare, dopo tutta violenza subita tra l'altro.
Ma non faccio in tempo a focalizzarmi su questi pensieri che uno schiaffo di Giulia mi fa trasalire.
"Guardalo, non distogliere lo sguardo!" Mi sgrida.
Sento la guancia pulsare tale la forza del suo schiaffo. Mi spaventa non poco.
Non posso che fare quello che dice, o potrebbe farmi male..
E di nuovo i miei occhi tornano sul suo arnese ed i miei pensieri sono rapiti da quell'enorme bastone, così potente e mascolino.
"Di bocca adesso - mi distare Giulia - devi succhiarlo, Claudio."
Quella parola mi risuona in testa
Succhiare. Succhiare. Succhiare.
I miei pensieri non riescono a comporsi.
Giulia intanto, come sempre, prende il sopravvento.
La sua mano sulla mia nuca.
Si posiziona frontale al mio viso, alla mia bocca.
Senza aspettare il mio assenso, fa un passo avanti.
La grossa cappella rosea spinge contro le mie labbra, che per la prima volta hanno un contatto con un attributo maschile, con un uomo.
"Succhialo, leccalo, bacialo. Sottomettiti al piacere del cazzo" incita Giulia.
Sono paralizzato di nuovo, vorrei ribellarmi, ma non riesco. Le labbra chiuse, lei si infastidisce.
Mi schiaffeggia con quell'enorme proboscide.
La guardo impaurito, le sorride divertita, mettendo in mostra la dentatura sporgente simile ad un cavallo.
Abbasso lo sguardo sul cazzo, la sua vista è più piacevole di quella del suo viso.
"Sottomettiti al cazzo, Claudio!" Il suo urlo mi fa tremare.
Cedo.
Apro la bocca.
Giulia spinge. È enorme, non entra.
Sulla nuca entrambe le sue mani, che con forza mi tengono fermo. Il bacino spinge verso di me.
"È troppo grosso?- chiede Giulia - apri di più la bocca. Veneralo" mi ordina.
Ormai spaventato e stanco, crollo davanti alle sue parole, mi lascio andare alla sottomissione.
La mia mano, ancora salda sull'asta, la tira indietro, scappellando completamente il suo uccello davanti i miei occhi.
Apro quanto più possibile la bocca, ma dentro non entra che una piccola porzione della punta. La bacio ugualmente.
È calda. È dura. È gonfia.
La lingua esplora curiosa la cappella, ricoprendola di saliva.
Giulia si ritrae leggermente ridandomi respiro, con una mano mi solleva il viso e mi sputa nella bocca.
Istintivamente mi ritraggo e sputo, schifato. Un suo ennesimo schiaffo mi riporta all'ordine "Non sputare!" Mi urla.
Sputa adesso sulla sua cappella, ricoprendola con la sua schiumosa saliva.
"Succhia ora" mi intima.
Sempre più spaventato e sottomesso, apro di nuovo la bocca, e provo ad assecondare i suoi ordini.
Sento la calda e viscosa saliva bagnarmi le labbra e spalmarsi sul glande, mentre non a fatica inghiottisco la sua cappella nella sua interezza.
"Continua a segarmi" incita Giulia.
La sua pelle urta contro le mie labbra al ritmo della mia mano, mentre la cappella e appoggiata sulla mia lingua nella mia bocca.
"Dai! Usa la lingua!" Esige la mia aguzzina.
Sottomesso, inizio a solleticarle il glande mentre continuavo il mio primo, forzato, pompino.
Ad occhi chiusi succhiavo la cappella e segavo con la mano destra una trans. Aperti gli occhi avevo davanti a me il suo addome, piatto, tonico, con due grosse vene ai lati che disegnavano una V verso linguine.
Vedevo gli avambracci che saldi mantenevano salda la mia testa. Tesi, muscolosi, anche loro coperti da bene in rilievo.
Non c'era un granché di femminile in quella figura, anzi pressoché nulla.
Eppure prendere in bocca quel cazzo, lì in quel momento, non era la cosa più terribile che potevo immaginare..
Mi stacco con la bocca per riprendere fiato, mi trovo ad ammirare quel grosso uccello, lucido della mia saliva..non potevo non ammettere quanto fosse bello..in quel contesto di poca femminilità, l'eccessiva potenza di quel cazzo lo rendeva bello.
Senza nessun intervento da parte di Giulia, lo ripresi in bocca, continuando a dargli piacere oralmente. Come se non volessi staccarmi da quel magnifico cazzone.
Lentamente stava iniziando a piacermi.
Ad un certo punto Giulia si stacca da me, e nuda si va a sedere sul divano.
Rimango colpito dal contrasto tra il suo corpo così magro e gracile e la grandezza e potenza del suo cazzo.
Inaspettatamente, senza più quell'enorme bastone tra le mani e nella mia bocca, mi sento perso, nudo.
"Vieni" mi chiama Giulia allargando le gambe "mettiti qui".
Gattono ubbidiente tra le sue gambe.
Il suo cazzo svettava verso il cielo sempre durissimo.
"Venera il mio cazzo" mi dice pacatamente Giulia.
Mi tornano alla mente i vari video su cui mi sono più volte segato in passato, video in cui minute pornostar appena ventenni, si mettevano in ginocchio tra le gambe dello stallone di turno per spompinare il suo uccello.
Quel pensiero mi eccitò..e per un attimo mi eccitò anche pensare di essere io quella volta la ragazzina ubbidiente e servizievole.
Mi sedetti sulle ginocchia davanti a quell'obelisco di carne, e lo afferrai con la destra..il contatto con quel cazzo duro, mi fece sentire rassicurato. Senza pensarci diedi un bacio appassionato sulla punta del glande, come una donna che bacia il suo uomo rientrato vittorioso dalla guerra.
È davvero grosso pensai compiaciuto. Mi sentí quasi fortunato ad averlo per me.
Feci colare un po' di saliva che con la mano spalmai lungo l'asta, mentre accoglievo nuovamente in bocca la cappella.
Avevo perso quella lotta, credo ormai persa in partenza. Ero totalmente sottomesso, sottomesso al suo piacere.
In testa mi si scolpì un nuovo pensiero "devo farlo godere".
Provo maldestramente a seguire con la bocca i movimenti della mano, cercando di procurargli piacere con un pompino poco esperto.
Cerco di ingoiarne quanta più carne possibile, ma finisco per strozzarmi dopo pochi centimetri di asta, tutto per il suo piacere.
Mi stacco e lecco giù lungo l'asta mentre la mano continua la sega.
Arrivo giù, le lecco anche l'enorme sacca dei testicoli.
"Brava la mia troietta" sogghigna Giulia..io inizio a sentirmi gratificato.
Torno sull'asta, risalendo verso la punta. Lecco ovunque, sotto il frenulo, davanti il solco dell'uretra, lo scalino che il glande fa con l'asta. Bacio la cappella, bacio l'asta, lasciando rivoli di saliva ovunque.
"È enorme..! è enorme!" Ripeto ad alta voce in delirio.
Faccio come vedevo fare alle pornostar nei video..me lo appoggio sul viso, stupendomi nuovamente della sua lunghezza, lo riprendo in bocca provando a spompinarlo alla meglio.
La mano aumenta il ritmo, e così la mia bocca e la lingua.
Giulia inizia ad assecondare con il bacino il mio pompino, mentre mi infila la mano tra i capelli afferrandomi la testa.
Mi sfila il cazzo di bocca e lo usa per schiaffeggiarmi il viso, mentre io provo a leccarlo e riprenderlo in bocca. Mentre con la sinistra le massaggio i testicoli che iniziano a tendersi.
Io sono posseduto, non mi trattengo, "Quanto è grosso, quanto è bello" esclamò mentre bacio la cappella, mentre lecco l'asta, mentre succhio le palle.
Giulia si piega in avanti sputandomi in bocca per poi prendermi a schiaffi la lingua con la sua asta.
Questa volta non sputo ma assecondo.
Mi infila il cazzo in bocca e con la mano forte sulla mia testa, mi usa per il suo pompino.
Mi fa male, spinge troppo, ma provo a resistere.
Afferrò di nuovo il cazzo con la mano e riprendo la sega.
"Ah sì così, così! Cazzo!" Esclama Giulia ormai vicina al climax. Toglie le sue mani da me ed io mi stacco con la bocca per riprendere fiato.
"Ahhhh" sento gemere Giulia.
Lo spettacolo che si presentò ai miei occhi di magnifico.
L'esile corpo di Giulia si contraeva sul divano, mentre le sue forti mani si aggrappavano al tessuto.
L'asta perfettamente verticale, spuntava fiera di oltre 15cm dalla mia mano che la segava.
La pelle mossa dalla mia mano abbassandosi, lascia il rosso glande completamente scoperto, largo e pulsante.
L'asta pulsa nella mia mano, il suo addome si contrae. Sento il sibilo della sborra che esce violenta.
Giulia esplode tra le mie mani in una eruzione infinita di candida sborra che ricade copiosa sulla sua pancia e sul divano, sporcandoli di perversione.
Sono in estasi.
Giulia muove spasmodicamente il bacino, la mia mano prova a seguirla per continuare la parte liberatoria della sega.
Il cazzo si muove seguendo gli spasmi di Giulia e i movimenti della mia mano. Si inclina in avanti, punta verso me.
La mia mano continua la sega, gli occhi incollati sul glande, sento crescere dentro di me la voglia..
Mi chino verso la cappella, che nel frattempo sputa sul mio volto il suo caldo brodo che mi inonda e mi acceca. Mi sembra di essere la vittima di un bukkake.
La mia bocca su avventa sulla capocchia in eruzione.
Il mio primo contatto col seme maschile.
Acre, caldo, viscoso, un lieve retrogusto dolciastro lo rende leggermente meno spiacevole.
Ma la sensazione del volto ricoperto di sborra, contribuisce alla sensazione di sottomissione e mi permette di accogliere nella mia bocca la sua sbroda senza rimettere.
Riprendo il mio lento pompino con la cappella fissa in bocca mentre Giulia svuotava i suoi testicoli dentro di me.
Due getti consecutivi e potenti mi colpirono il palato.
Preso alla sprovvista non potei che allentare la presa delle labbra e riversare sull'asta quel fiume di sperma. Sentì il rivolo caldo e appiccicoso raggiungere la mia mano, che prese a spalmarlo su tutta l'asta.
Altri due copiosi getti mi riempirono la bocca..
Deglutì.
Bevvi il suo seme e me ne dissetai.
Sempre più lentamente la mia mano andava su e giù sulla sua asta. Sempre più dolcemente la mia bocca succhiava gli ultimi goccioloni di sborra dalla sua verga.
Diventava leggermente più molle nella mia mano, il suo cazzo, ma non perdeva prestanza.
Quando mi staccai con la bocca, poi nuovamente ammirare la sua maestosità, era davvero bello.
Giulia non aveva detto più una parola, non aveva guidato nessun mio movimento. Avevo fatto tutto io, istintivamente..mi ero sottomesso volontariamente alla grandiosità del suo cazzo, e ne avevo ricevuto il ricco premio.
"Puoi pulirmi l'asta adesso" mi disse Giulia sorridendo.
Col viso ancora impiastricciato della sua sborra, mi chinai su di lei usando l lingua per raccogliere la sborra che mi era colata dalla bocca.
Giulia fece poi appoggiare con la testa sulla sua coscia, e impugnato il suo cazzo in semi-erezione, me lo posò sul volto incrostato di sperma.
Nonostante avesse appena eiaculato, era sorprendentemente pesante e massivo.
"Ora sei sua" mi disse dolcemente Giulia.
Annuì semplicemente, stordito da tutto quello che mi era accaduto negli ultimi 30minuti.
"È stato bello vedermi godere?" Mi chiese.
"Si" ammisi, abbandonato tre.sue gambe, con il pesante uccello che mi sovrastava il viso.
"Cos'è lui per te?" Mi chiese Giulia mentre con l'asta mi accarezzava la guancia.
Ricordando le sue parole risposi "il mio padrone.."
"Vuole godere di nuovo.." quasi sussurra Giulia, mentre sento che la sua mano inizia a masturbare il suo cazzo.
Inizia ad indurirsi sul mio volto.
Sentirlo di nuovo duro mi manda in estasi.
Torno in ginocchio tra le sue gambe e inizio una nuova venerazione di quello cazzo equino.
Lecco l'asta fino al glande che prendo in bocca..cresce e si gonfia sotto il mio succhiare.
Mi ferma.
"No, adesso vuole il tuo culo" dice tranquilla Giulia.
Rabbrividisco.
Sono immobile. Ancora la cappella in bocca.
"Vuole scoparti il culetto, che ne dici?" Incalza Giulia serafica.
"..."
Mi stacco dal glande..lo bacio un'ultima volta
"...ubbidisco".
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