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Il sapore del seme - il battesimo


di Ermesincuriosito
05.10.2021    |    22.480    |    18 9.8
"Con le dita raccolsi infine il seme che era colato sull'asta e con la bocchia succhia quello arrivato sui testicoli, aggiungendo il tutto al brodo che avevo..."
Ho sempre amato il corpo femminile, la sua bellezza, la sua sinuosità, la sua eleganza. E col tempo ho sviluppato una vera e propria adorazione verso il gentil sesso, adorazione che man mano, nei meandri della mia mente, è diventata via via sempre più perversa. Dare piacere ad una bella donna è per me il piacere stesso, e questo piacere diventa più intenso ed eccitante se nell'atto il mio orgoglio viene calpestato.
Credo che la mia mente, aiutata da qualche video trans in cui mi sono imbattuto durante le mie serate solitarie, abbia fatto il naturale salto evolutivo decidendo che, se il piacere estremo è uguale a sottomissione e umiliazione nel far godere una donna, l'apice di questo perverso amore non può che essere raggiunto inginocchiandomi davanti ad una bellissima donna con un altrettanto bellissimo uccello, ed il suo caldo e candido nettare non è altro che la prova tangibile dell'aver raggiunto l'obbiettivo finale: averle dato piacere.
Fu così che i video di uomini che davano piacere con le loro bocche a bellissime transessuali divennero tra i miei preferiti, regalandomi orgasmi incredibili.
Fu così che la voglia di sapere cosa di prova ad avere dentro di me, nella mia bocca, un bel cazzo in erezione, e soprattutto la maliziosa curiosità di conoscere il sapore del seme, si fecero sempre più forti e pressanti.
Dopo diverso tempo passato a fantasticare su queste situazioni, esasperato dal perverso desiderio di provare sulla mia persona questo "piacere ultimo" e venir ricompensato con il caldo e cremoso orgasmo, decisi di chiamare una escort.
Trovai così l'annuncio di questa, almeno in foto, bellissima transessuale, Giulia Arancia. L'annuncio catturò la mia attenzione non solo per la sua bellezza ma soprattutto per.la sua disponibilità ad accogliere chi, come me, fosse alle prime esperienze. Mi feci coraggio e chiamai. Le raccontai la mia fantasia e prenotai per il giorno dopo, un sabato mattina.
Raggiunsi il suo appartamento con il cuore che batteva all'impazzata, e più volte sono stato sul punto di tornare indietro, ma riuscì non a fatica a suonare il campanello. Giulia mi accolse nel suo appartamento in tenuta casalinga, pantaloncino e canotta, con un dolcissimo sorriso e dei modi così gentili che mi rassicurarono parecchio.
Era una bella ragazza sulla trentina, brasiliana, alta più di me e un corpo molto sinuoso. Le foto dell'annuncio erano reali forse solo il viso, visto dal vivo, era leggermente più androgino che in foto.
Mi fece accomodare sul suo letto e si stese accanto a me. Parlammo del più e del meno e mi chiese di raccontarle cosa mi avesse portato a decidere di sperimentare questa nuova cosa e volle che le descrivessi tutte le fantasie e perversioni che avrei voluto realizzare.
"Ti capisco bene" disse accarezzandomi il viso dopo averle raccontato tutto il divenire delle mie fantasie "so bene cosa vuol dire quando ti prende quella voglia di cazzo" disse ridendo e mi diede un dolce bacio a stampo sulle labbra. "Voglio che per te questa sia una giornata importante e non voglio metterti fretta, anzi guarda" disse mentre spegneva il cellulare davanti ai miei occhi. "Non voglio che nessuno ci disturbi. Rilassati e mettiti comodo, quei pantaloni non sembrano comodissimi" mi invitò a spogliarmi. Così su sua richiesta, sempre un po' imbarazzato, rimasi nudo e tornai a stendermi accanto a lei che nel frattempo si era liberata del top.
Mentre ci scambiavamo un bacio, inarcando la schiena in un movimento, per me, molto sensuale, si liberò in una volta sola di pantaloncino e perizoma, facendo sobbalzare il suo pesante uccello. "So che sei venuto per lui più che per me - disse sorridendo - non voglio metterti fretta, quando vuoi lui e lì che ti aspetta" mentre mi diceva questo scivolò con i glutei verso il bordo del letto con le sue bellissime gambe che ora toccavano terra, in una posizione che mi dava piena libertà di movimenti, con le gambe allargate come a voler accogliermi. E così mi inginocchiai davanti a colei che sarebbe stata la mia Dea
Mi ritrovai finalmente, dopo anni di fantasticherie, in ginocchio davanti a un cazzo tra le gambe di una bellissima donna.
Tanto lei era femminile e sinuosa, tanto il suo membro era il suo esatto opposto: massiccio, scuro, la lunga asta decorata da un dedalo di vene in rilievo, era maschile all'inverosimile, gridava potenza ad alta voce. Sebbene a riposo la sua lunghezza era notevole, e mentre giaceva svogliatamente appoggiato sui testicoli, la sua larga cappella rosa faceva prepotentemente capolino dalla pella che non riusciva quasi più a contenerla. Ero incantato da quella visione, quasi in trance. Mi era bastato guardarlo un secondo, ancora moscio e flaccido ma già così possente, per sentirmi conquistato.
Giulia mi riportò alla realtà chiedendomi "Ti piace quello che vedi?"
"È bellissimo.." le risposi mentre rientrai in me.
"Avevo paura fosse troppo...grosso per una prima volta...sono contenta ti piaccia..".
La sua incredibile dolcezza faceva a pugni con la virilità del suo bellissimo cazzo. Presi dolcemente in mano la sua asta flaccida, poggiandola semplicemente sul palmo della mano senza cingerla, sollevai il palmo verso il mio viso e bagnandomi prima le labbra con la lingua diedi un bacio a stampo sul glande.
"Vorrebbe tanto ricambiare il tuo bacio" disse ridacchiando Giulia, e aggiustandosi con il bacino si fece leggermente più vicina a me "per oggi è tutto per te".
Non so se per il movimento in avanti, o per il suo iniziare a prendere lentamente consistenza, il glande iniziò a fuoriuscire, troppo grosso per essere trattenuto.
Posai il suo uccello sul mio viso, alla destra del naso, morbido e caldo copriva quasi interamente il mio volto.
Mi sentivo incredibilmente impotente sotto quella massa carnosa di virilità, ma allo stesso tempo mi sentivo dominato ma protetto
"È così..grosso..enorme..mi sovrasta completamente.." le dissi ancora inebetito.
Alzandosi sui gomiti, con il suo membro ancora sul mio viso, Giulia mi guardò dritto nell'unico occhio non coperto dal suo pene e accarezzandomi una guancia disse "Prendilo in bocca e sentilo crescere dentro di te, sentilo diventare duro e gonfio nella tua bocca. Lo vuoi dentro, vero?" Non feci in tempo a rispondere, qualunque cosa avrei risposto, che Giulia prese con due dita l'asta sollevandola, per poi lasciarla cadere sul mio viso in un tonfo sordo, uno schiaffo che mi permise di sperimentare quanto fosse massiccio il suo membro. "Mi sto eccitando..non resterò moscia a lungo. Dai.." mi incitò ad accoglierlo finalmente nella mia bocca
Mentre tornò a stendersi sul letto, io eseguì il suo suggerimento, e, sempre inginocchiato tra le sue gambe, aprì la bocca ed ingoiai il glande liberandolo finalmente dal prepuzio.
Cercai di prenderne in bocca quanto più possibile, ma la mia inesperienza non mi permetteva molto. Tolsi la cappella dalla bocca, guardandola con occhi vogliosi, lucida davanti alla mia bocca. La mia lingua non perse tempo ed iniziò a vorticare sul glande, leccando prima il frenulo, poi l'orifizio, per poi tornare a ingoiarlo, rimettendolo nella mia bocca, dentro di me.
Ripetei la danza di lingua mentre inconsapevolmente iniziai a mugolare in preda alla smania per il suo uccello.
Richiamai quanta più saliva possibile e, attento a non stringere con i denti, cominciai a succhiare la cappella mentre la mano destra iniziava a masturbarle l'asta incitato dai suoi incoraggiamenti, dai suoi "sei bravo.." dai suoi "continua così" e dai suoi gemiti.
Da flaccido e molle, il suo cazzo iniziò a prendere consistenza, la cappella gonfiarsi sulla mia lingua, l'asta si irrigidiva e allungava nella mia mano, le vene si gonfiavano forti e nodose sotto i miei polpastrelli. Sentire il suo membro ingrossarsi nella mia bocca mi riempí il cuore di gioia, una gioia perversa che mi aumentava la voglia facendomi sentire completo e soddisfatto...Posseduto. Ma ovviamente non mi bastava volevo farla esplodere di piacere. Ero arrivato lì assetato e avrei soddisfatto la mia sete, sete di sborra.
Sentendola ormai in piena erezione, mi staccai con la bocca e mi presi qualche secondo per ammirare il suo duro uccello, frutto del mio primo vergine pompino. Era lungo, e venoso, con il glande più largo dell'asta.
"Sembra un fungo" le dissi maliziosamente "È bellissimo, posso solo immaginare quanto ti senta orgogliosa del tuo...cazzo. Mi piace troppo..lo adoro..me ne sono innamorato" dissi senza freni mentre lei sorrideva compiaciuta.
Continuai nel mio operato, aggiungendo sempre più movimenti al mio lavoro di bocca e mano. Volevo mostrarle quanto adorassi il suo cazzo. "È enorme.." le dicevo "È stupendo.." mentre continuavo il mio lavoro di bocca. "Usami.." la incitavo "Scopami la bocca.." la pregavo.
Volevo di più, volevo sentirmi più porco, volevo riconoscesse la mia bravura e dedizione, in un certo senso volevo sentirmi ancora più pieno di lei...Mi facevo sempre più spregiudicato nell'uso della lingua: staccandomi dal glande, presi a leccare tutta la sua asta, dalla base al frenulo e viceversa, su e giù, giù e su, seguendo i solchi delle sue vene. Dolcemente le baciavo e leccavo i testicoli mentre la mano continuava a segarla. Avidamente leccavo il glande che subito rinfilavo in bocca succhiandolo come un forsennato.
"Fammi alzare" mi disse mentre si alzava "vieni" aggiunse incitandomi ad alzarmi e baciarla. Ma invece di un bacio, mi prese la bocca con una mano facendo colare dentro la sua saliva "Sei stata brava, davvero brava" disse cambiando stranamente il genere con cui si riferiva a me, quasi a voler sottolineare la sua superiorità mascolina. Non mi diede particolarmente fastidio, forse addirittura un po'mi eccitó il sentirmi umiliato in quel modo. Vedendo il mio sguardo comunque un po' perplesso aggiunse "voglio che la tua prima volta sia completa, proprio come mi hai raccontato tu, e può essere completa solo se ti cali nei panni di una donna". "Torna giù e continua a succhiare. Fallo come una donna..anzi..come la mia troia". E mentre soggiogato dalle sue parole tornai ad inginocchiarmi davanti al suo bastone di carne, aggiunse "Brava troia".
Alle sue parole, ingoiai nuovamente il suo cazzo, questa volta però con una consapevolezza diversa: sarei stato io la puttana.
Adesso era lei, che con la mano sulla mia testa, ne guidava i movimenti ed il ritmo. Mi diceva cosa fare, dove leccare, come succhiare.
"Apri la bocca" mi disse sputando su di me, sul mio viso e sul suo arnese. "Continua a succhiare" disse mentre con un dito raccoglieva la saliva dal mio occhio destro riportandola alla mia bocca, che la accolse ubbidiente.
"Ciuccia ciuccia" mi invitava mentre spingeva di bacino contro le mie labbra. Poi usciva dalla bocca e, afferrato l'uccello con una mano, lo usava come un bastone con cui schiaffeggiarmi, mentre la mia bocca ormai succube cercava di riprenderlo dentro di sé, seguendo il suo ondeggiare.
Qualche rapido schiaffo sulle mie labbra dato con il suo uccello e poi una nuova spinta per entrare nel caldo della bocca.
"Stenditi qui" mi disse per poi sedersi cavalcioni sul mio torace e poggiando sbattendo di tanto in tanto il suo fiero arnese sul mio viso. "Dimmi lo vuoi ancora? - indicando il suo cazzo - ti piace eh, troia?" mi disse mentre ondeggiando con il bacino spingeva su e giù il cazzo contro le mie labbra.
Succhiando e leccando l'asta risposi "è bello, è forte, voglio farti godere, è così duro, grosso.."
"Ti senti posseduta, vero?" Aggiunse lei.
"Si.. è così virile..."
"Vuoi farlo godere vero, vuoi bere da lui?"
"Sii..voglio la tua sborra, voglio sentirmi sottomesso a lui.."
"Sottomessa" interruppe lei.
Setti al suo gioco: "sì voglio essere la sua schiava del piacere, essere sottomessa a lui".
"Brava" mi sorrise.
Si alzò andando al bordo del letto, in piedi vicina al mio viso. Mi fece girare, e pancia in giù continuai a succhiarla in attesa del culmine..anche se non era la posizione che mi sarei aspettato.
Dopo poco si staccò dalla mia bocca e si stese su di me.
"Oggi è stato così eccitante - mi sussurrava all'orecchio - sei davvero brava."
Il suo leccarmi l'orecchio, il suo sussurrarmi, mi stavano facendo impazzire. Era entrata nella mia testa, e in quel momento per me c'era solo lei..e il suo cazzo.
"Ma se vuoi la sborra, devi fare di più". E scivolando giù mi allargò i glutei per poi prima leccare e poi sputare sull'ano.
Rabbrividì. Capì subito dove volesse arrivare, ma non era minimamente nei miei pensieri perdere la verginità anale. La cosa mi diede molto fastidio, soprattutto l'essere leccato sull'ano, zona totalmente inesplorata. Avere il mio ano così per la prima nudo, bagnato, ed esposto, mi faceva sentire vulnerabile, una sensazione spiacevole. E ancor più spiacevole era la sensazione di freddo che avvertivo dopo essere stato leccato.
Il mio no fu categorico.
Lei tornò a stendersi su di me, sul mio ano bagnato e infreddolito sussurrandomi all'orecchio. "Credevo volessi essere sua..."
La sensazione di freddo passò di colpo, qualcosa di caldo mi riscaldava. Ritornando a sdraiarsi su di me, il suo cazzo era andato ad insinuarsi, ancora duro, caldo e pulsante tra le mie natiche con la cappella appoggiata sul mio buchetto inumidito, di fatto riscaldandolo. La posizione non era spiacevole, l'importante era fissare un limite invalicabile, il mio sfintere.
"No mi dispiace - dissi mentre la sua lingua solleticava il mio orecchio - non è un qualcosa che voglio o.."
"Senti quanto è eccitato, quanto è duro" - mi interruppe lei - "cos'è che ti è piaciuto di più mentre mi spompinavi?".
"Hai un bellissimo cazzo, è innegabile. Un asta carnosa, lunga e spessa. In erezione, le vene che si gonfiano la rendono molto maschile e possente. Segarla, sentire tutta quella carne pulsare nella mia mano mi ha fatto sentire..sottomessa - continuai il gioco di ruolo che Giulia aveva imposto - ma la cosa più bella è la tua cappella, così grande, gonfia, svetta orgogliosa, vedendola ho capito che volevo essere la sua troia..".
Giulia completamente stesa su di me mi faceva in un qualche modo sentire al sicuro, protetto. L'abbraccio che mi dava con tutto il suo corpo era come per dire che apprezzava il mio lavoro. E la sensazione del suo cazzo eretto che leggermente premeva contro il mio buchetto era comunque piacevole, calda..E con un pò di malizia, iniziai a provare piacere da quella sensazione: in fondo dimostrava solo quanto mi desiderasse...
"Bevi" mi bloccò lei, e avvicinandosi al mi viso, fece colare copiosamente la sua saliva nella mia bocca. "Immagina sia la mia sborra che ti riempie".
Questa immagine mi fece eccitare tantissimo, e con gli occhi chiusi, facevo rotare con la lingua la sua saliva nella mia bocca, assaporandola tutta.
"Sborrami in bocca" la pregai..ma lei me lo negò "Non sei abbastanza troia". E col bacino spinse leggermente un po'in avanti, aumentando la pressione del glande sul mio sfintere.
"Dimmi cosa provi adesso, sii sincera, troia"
"Sento che premi su di me"
"Ti desidera..lo senti quanto gonfio?"
"Si.. sento la tua cappella dura che vuole entrare.."
" È grosso per te, perché sei stata brava.."
"È anche caldo..mi riscalda"
"È una sensazione spiacevole?"
"No....ma ho paur.."
"Ti piace?" mi interruppe subito "Ti piace sentirlo così?"
"Si..ma.." balbettai incerto
"Hai detto che saresti stata la sua troia. spingi un pò" mi interruppe di nuovo "Dagli un bacio col tuo culetto".
Mi sembrò, stupidamente, una cosa dolce, e quasi senza pensarci, alzai leggermente il bacino, aumentando la pressione sullo sfintere, ma tornando giù dopo poco.
"Un altro" mi disse lei dolcemente. E così eseguì.
"Apri le chiappe con le mani" mi incitò mentre salivo verso di lei. Ubbidì di nuovo.
"Fermo così" assecondai anche questo comando rimanendo con il buco vergognosamente esposto e vulnerabile.
Si alzò e con la cappella strofinò 2-3 volte l'ano per poi tornare a spingere piano come prima, riempendomi di calore.
Poi, sputato nuovamente sul mio culo, si alzò. Il suo cazzo mi lasciò nuovamente nudo..mi sentí abbandonato e freddo..
Intinse il mignolo nella vasellina e ne infilo lentamente la punta nell'ano mentre con la lingua mi riempiva la bocca impedendomi di protestare.
Fu spiacevole, non doloroso, ma solo spiacevole. Mi sentivo violato.
Ritornò davanti a me e mi infilò nuovamente in bocca il suo bastone ancora duro.
"Vuoi la sborra troia?"
"Vuoi bere la sborra, troia?" Ripeté mentre con la sua asta iniziava a schiaffeggiarmi le guance, nonostante i miei umilianti tentativi di riprendere in bocca il suo cazzo.
"Siiii la voglio, dammela tutta" dissi cercando di sembrare quanto più troia possibile, convinto che di lì a breve avrei ricevuto il mio caldo premio.
"Infilalo" mi intimò lei dandomi un preservativo, ed io ubbidì.
"Lecca le palle". E così feci.
"Di che sei una troia". Ripetei.
"Gridalo mentre lecchi le palle"
"Sono una troia!" Gridai mente leccavo le palle ed il suo cazzo svettava da sopra il mio naso "sono la troia del tuo cazzo!" Ripetei.
Ritornò su di me con la sua mano destra che mi stringeva il collo, e la sua bocca che sputava sul lato destro del mio viso schiacciato al materasso.
"Sei la mia troia, devi farmi godere - mi gridava - dí che vuoi farmi godere!"
"Si voglio farti godere!" Dissi mentre spalmava vasellina sul mio vergine buchetto.
"Di che lo vuoi!" mentre col glande tornava a riscaldarmi tra le natiche.
Esitai.
Un sonoro schiaffo raggiunse la mia guancia, stordendomi e perdendo la ormai poca volontà rimasta.
"Di che lo vuoi" ripeteva mentre spingeva più forte sul mio ano
"Di che vuoi il cazzo o non lo avrai mai più" disse togliendo il cazzo da sopra il mio ano. E di nuovo il freddo mi colpì.
"No - urlai mentre alzando il bacino cercavo di ristabilire un contatto - lo voglio, voglio che sborri". Iniziò a massaggiarmi nuovamente l'ano con le dita, con movimenti circolari.
"Hai bisogno del mio cazzo, dillo!"
"Siii lo voglio, ti prego..ho sete di te". Riposizionò la cappella sul mio ano.
"Se vuoi bere devi darmi il tuo culetto da troia" mi disse avvicinandosi al mio orecchio e spingendo di più verso l'ano. Un nuovo fiotto di saliva raggiunse il mio viso. Il sapore della sua saliva, la sensazione del suo grosso e bellissimo cazzo che spingeva desideroso di me, il viso impasticciato dalla sua saliva quasi fosse un bukkake, tutte queste sensazioni mi stavano inebriando ed eccitando.
"Dillo! Che sei troia. Dí che vuoi darmi il culo". Nel mentre prese le mie mani e le portò sui miei glutei, voleva chiaramente che le allargassi per esporre l'ano e così feci.
"Me lo devi chiedere tu di scoparti il culo"
"Uhmmmm" un mugolio mi uscì mentre Giulia schiaffeggiava il mio buchetto con la cappella, con la complicità delle mie mani che si erano ormai ribellate contro di me.
Provai a dire no, ma non riuscì.
"Ti vuole, vuole il tuo culo, dillo: inculami" incalzava Giulia che intanto continuava a spingere.
"Spingi verso il mio cazzo".Ordinò al mio bacino che la assecondò, svincolato dalla mia volta
Un nuovo sputo raggiunse la mia bocca..
"Dillo che lo vuoi, dillo che t'inculo". crollai
"Scopami,.scopami..voglio vederti.sborrare...inculami.." dicevo mentre continuavo a spingere verso Giulia "..basta basta, inculami, inculami" Sembravo una cagna in calore mentre pregavo una sconosciuta a violarmi il culo.
La presa sul collo si fece più forte, con la mano sinistra impugnò la dura asta e spinse..una spinta constante,.per vincere il contrasto del mio sfintere.
"Ahhh" Mi uscì un gemito mentre Giulia spingeva
Il dolore aumentava, così come la pressione della sua cappella..il calore, sempre più intenso, divenne bruciore.
Addentai il lenzuolo.
Le lacrime si mescolavano alla sua saliva.
Il bruciore divenne un fuoco.
E per un attimo mi mancó il respiro.
Con un grugnito mascolino Giulia mi aveva rotto il culo.
Iniziò a fare lentamente avanti e indietro, faceva male..
"Fa male..ti prego.."
Ma lei mi ignorò. "È entrato..il cazzo che ti piace è dentro di te, e ti sta scopando - mi disse - pensaci...eri un uomo e adesso sei una troia.."
"Un cazzo grosso e duro è dentro di te e tra poco ne assaggerai il latte" continuava facendomi eccitare sempre di più con i suoi insulti.
Afferrato per le spalle, Giulia riuscì a far entrare totalmente in me il suo duro bastone.
Ero completamente posseduto.
Spingeva sempre più Giulia, facendomi andare avanti e indietro.
Nonostante il forte dolore, il mio cazzo era totalmente in tiro e più Giulia spingeva, più sfrega sul materasso aumentando il piacere.
Il mio digrignare i denti per il dolore era alternato da gemiti.
Ero al limite. Si fermò
"Scopati da sola" mi disse con perverso piacere Giulia.
Ero al culmine, volevo sborrare. E facendo forza sulle braccia iniziai a muovere il bacino, facendomi masturbare dal materasso.
"Guarda che cagna, ti stai scopando il culo da solo" ghignava Giulia.
"Ti piace in culo vero?"
Non capivo nulla, dissi un "Si" come lo avrebbe detto una qualunque puttana, senza crederci molto. volevo solo sborrare.
"Sborra allora. Sborra!"
Ed in un gemito di dolore e piacere, sborrai sul materasso. Un orgasmo che mi diede i brividi, facendomi quasi perdere i sensi. Saranno stati gli insulti che mi diceva, il continuo sfregare del mio pene sul materasso al ritmo del bacino di Giulia, o la consapevolezza di aver totalmente annullato me stesso per il piacere di quel grosso e bellissimo cazzo, ma venni come non mai.
Ma tanto velocemente ed intensamente ero venuto, altrettanto velocemente tornai finalmente lucido, rendendomi conto di tutto.
Il dolore continuava, l'eccitazione che mi aveva permesso di godere era svanita, lasciando il posto alla vergogna e al disgusto. Volevo tutto finisse in quel momento.
"Basta ti prego.." piansi
"Ti è piaciuto vero? Ti sei bagnata come una vera troietta, ora tocca a me" sentenziò lei.
Mi scopó ancora per un po' nonostante le chiedessi di venire in modo da smettere il prima possibile.
"Pensa al mio cazzo, descrivilo, cosa ti piace di lui"
"Basta ti prego, mi fai male,.voglio andare". Ma.di tutta risposta aumentò il ritmo, facendomi più male
"Descrivi il mio cazzo" ripeté
"È lungo, e spesso.. è duro" provai a ripetere, mentre riportavo alla mente gli eccitanti momenti ormai degenerati"
"Ti piace la mia cappella vero?"
"Si.." risposi richiamando alla memoria l'immagine del suo bellissimo fungo.
"Dimmi perché.." disse
"Perché... è grossa, larga, potente.."
"Vuoi bere dalla mia cappella vero?"
Sebbene l'eccitazione stesse lentamente tornando, ero ancora parecchio scosso dagli ultimi avvenimenti..non risposi subito..
Inaspettatamente sfilò il cazzo e lo liberò dal preservativo. Sedette a bordo del letto, con le gambe larghe e l'uccello, più duro che mai, che si ergeva. "Vieni qui, puoi succhiarlo". Sputò sulla sua mano e lubrificò il glande con la sua saliva. Afferrando l'asta con la destra, tirò su la pelle coprendo appena il glande col prepuzio per poi scoprirlo nuovamente. "Fammi sborrare, vieni" mi chiamò dolcemente..
Non riuscì a resistere a quella vista: il cazzo dritto e duro, lucido per la sua saliva ed il glande pulsante, era una visione magnetica ormai per me.
Sottomesso mi inginocchiai tra le sue game e lo ripresi in mano. Iniziai una lenta sega, e totalmente sottomesso ingoiai nuovamente il glande. E averlo fatto in piena consapevolezza, con la testa priva dai fumi dell'eccitazione, mi rese definitivamente la sua troia.
Succhiavo il glande con foga, una mano masturbava l'asta, l'altra accarezzava i testicoli e perineo..il mio compito era farla godere.
Non staccai la bocca dal glande, non volevo perdere nessuna goccia del suo seme.
Ma lei mi stacco e mi intimo di stare giù mentre si alzava davanti a me.
"Apri la bocca" mi disse mentre si segava.
"Apri che ti sborro, ti faccio il battesimo del cazzo" mi disse prima di emettere un animalesco grugnito.
La mano di Giulia che mi teneva salda la testa, mi guidò sulla sua cappella che abbracciai con le labbra.
La sensazione più bella fu quella di sentire il glande pulsare sulla mia lingua che lo accarezzava vorticosamente per poi esplodere in un caldo e viscoso getto carico di seme che mi colpì il palato, provocando un piccolo conato. Cercai di resistere il più possibile, ma la sborra era così copiosa che inevitabilmente buona parte colò dal lato della bocca, giù lungo l'asta fino alle sue palle. Mi scansai un attimo per riprendere fiato, e in quel momento il secondo fiotto mi colpì vigoroso l'occhio e la fronte. In preda al panico ingoiai quanto rimasto in bocca e mi ributtai sul glande per non perderne altra, proprio mentre il terzo getto di sborra arrivava violento colpendo il naso e le labbra, seguito dal quarto che dal palato colava dolce sulla lingua.
Conservai il seme in bocca mentre succhiavo la cappella affogata nella sua stessa sborra, quasi a volerla spremere.
Con la bocca piena come quella di una bimba golosa davanti una tazza di cioccolata calda, mentre Giulia sfilava il cazzo, potei finalmente assaporare il frutto del mio essere troia. Era inaspettatamente dolciastro, acre ma dolciastro. Sapeva..di arancia..Mi mandò in estasi. Mi aspettavo qualcosa di amaro, spiacevole, invece era l
Intanto con la cappella Giulia raccoglieva la sborra che mi aveva colpito il viso, spingendola sulla bocca, che la accolse avidamente. Con le dita raccolsi infine il seme che era colato sull'asta e con la bocchia succhia quello arrivato sui testicoli, aggiungendo il tutto al brodo che avevo in bocca. Caldo, dolce, acre, perverso. Questo il sapore del seme. Sapore di uomo, di possessione e di perversione
Mi adagiai sulle ginocchia, appoggiai il suo bastone che iniziava ad afflosciarsi sul mio viso, in segno di sottomissione. Aprì la bocca per mostrarle l'enorme quantità di sborra raccolta, e davanti ai suoi occhi compiaciuti mi dissetai come farebbe una donna. Raccolsi con le dita tutta la sborra rimasta sul mio viso e ingoiai di nuovo. Infine pulì con la lingua il suo addome e la sua asta godendo delle ultime gocce di sperma.
Mentre succhiai un'ultima volta il grosso glande, Giulia la cui sborra sapeva di Arancia mi disse "Sei stata davvero brava".

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