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Un amore mai approfondito


di LensMax
09.10.2020    |    161    |    0 6.0
"Standole così vicino mi rendevo conto sempre di più che non avrei passato la mia vita futura con lei, troppe regole, troppe imposizioni, troppa arroganza e..."
Anno 2013, come ogni fine mese di luglio mi trasferivo a casa di Valentina, ormai questo succedeva da anni.
Vita di convivenza, i suoi genitori andavano in montagna e così si rimaneva a casa a fare la guardia…
Io, lei, sorella e cane, non era male come cosa, a parte le discussioni quotidiane, io che spesso e volentieri difendevo la sorella e portare a spasso il cane per le campagne.
Standole così vicino mi rendevo conto sempre di più che non avrei passato la mia vita futura con lei, troppe regole, troppe imposizioni, troppa arroganza e tante rotture di scatole!
Così per interrompere la solita routine decidemmo di fare una bella cena tra amici, invitare tutti per passare una bella serata.
Sabato Mattina giornata di spesa, si fece il giro di 3 centri commerciali, tra caldo, poca voglia e le solite menate, la percentuale di sfogo saliva sempre di più.
Tornati a casa, non appena la sorella si dedicò al cane portandolo fuori per il classico giretto pomeridiano, non mancò la sveltina al piano di sopra.
Erano circa le 15.00, me ne stavo tranquillo sul divano quando vidi entrare Valentina, le sue parole furono “ho voglia di succhiarti il cazzo” e, ad una frase del genere come dire di no!
Colsi la palla al balzo, seduto sul divano, lei in ginocchio e cominciò la sua pratica, decisamente bella perché nel fare i pompini era davvero brava.
Dopo un bel po’ di succhiate, leccate e quant’altro decisi di alzarmi in piedi, le presi la testa, non volevo venirle in bocca come al solito, ma sapevo che venirle in faccia le dava fastidio, più che altro aveva paura che il mio sperma le finisse tra i capelli, quindi, oltre a riempirle la faccia completamente, di proposito feci andare anche qualche schizzo sui capelli, lo feci apposta!
Si arrabbiò molto, fece una scenata pazzesca, a quel punto decise di farsi la doccia, ma non le diedi il tempo, perché ancora con la faccia piena di sperma la presi, la misi sul bordo del divano piegandola in giù e glielo misi nella figa ormai bagnatissima, andai avanti per circa 10 minuti fino a farla venire, ma non soddisfatto feci lo stesso trattamento a quel bel culone, tirato fuori da davanti e messo dietro senza la minima preoccupazione, le sue parole furono, non venirmi nel culo, e dopo un’inculata di quindi minuti feci esattamente l’opposto, ovviamente se ne accorse, si arrabbiò nuovamente e le risposi: o in faccia o in culo!
Si alzò di scatto e andò a fare la doccia piantando il muso per tutto il resto della giornata!
Arrivò il momento di preparare per la famosa cena, ogni minima cosa che facevo mi veniva rinfacciata, anche solo come mettere una posata sul tavolo, era un continuo, non ce la facevo più, stavo per esplodere…

All’arrivo dei nostri amici, il clima tra me e lei era molto teso, ricordo ancora che ero seduto sul divano con un amico, lei in cucina, le feci una domanda e mi rispose con una rabbia inaudita, in quel momento la mia sopportazione arrivò al limite, le risposi a tono e scoppiò una litigata assurda, inevitabile e soprattutto fu alimentata da tutte le piccole discussioni avvenute nei giorni prima!

Basta, presi la mia roba, mollando li tutti, andai verso l’auto e mi recai a casa, i miei genitori stupiti mi chiesero come mai fossi li, non diedi risposta, ma immaginavano cosa fosse successo.

Erano le 21.00, spensi il cellulare di proposito, avevo un altro numero che utilizzavo per altri scopi, ma questo lo sapevo solo io, così scrissi a Michela.

Un’amica di vacanze estive, che ovviamente da quando ero fidanzato non ci fu più modo di vederla, ma ci sentivamo di nascosto.
Eravamo molto amici, ma soprattutto intimi, anche senza aver fatto mai nulla oltre un bacio, c’era molta intesa.

La sentivo quotidianamente in gran segreto, perché non mi era permesso avere amiche, in fondo era qualcosa di più, era quella persona che per una serie di complicanze, non ci fu mai l’occasione di stare assieme, c’era una forte attrazione e complicità, così anche quella sera cominciammo a massaggiare sull’accaduto, raccontando ogni singolo momento della giornata e cosa ci aveva portato a litigare nuovamente.
Dopo mezz’ora mi chiamò e tra una parola e l’altra mi disse che il suo compagno era in trasferta e che sarebbe rientrato il lunedì seguente, e dopo le sue parole furono, sarebbe bello averti qui ora, risposi che sarebbe piaciuto anche a me…
Poi disse: devo confessarti una cosa, mi preoccupai perché pensavo a qualcosa di brutto, ma alla fine la pugnalata fu comunque forte, mi confessò che tra una settimana si sarebbe sposata!

Ci furono 10 secondi di silenzio totale, mi veniva da piangere… le risposi: mi vuoi li in questo momento? Fu un SI secco! Risposi: sto arrivando!

Erano le 21.40, presi l’auto e dopo un’ora e venti minuti arrivai ad Asti, ai miei genitori dissi che stavo tornando a casa di Valentina, così non c’era nessun problema, io per sicurezza riaccesi il cellulare così potevo gestire la cosa senza che Valentina chiamasse i miei genitori.

Ci demmo appuntamento in Piazza, erano le 23.00, quando la vidi non ci fu molto da dire, ci fu solo un grande abbraccio, quella stretta rimasta a qualche anno prima, lei si mise a piangere, io facevo finta di essere forte.

Ci incamminammo verso Piazza Caro Alberto, in quell’ora intensa di ricordi, la mia testa e pensieri erano verso Michela, ignoravo messaggi e chiamate che arrivavano di continuo, in quel momento non pensavo ad altro che a lei… Finalmente, dopo anni non c’era più un telefono a separarci.

Si fece mezzanotte circa, c’era una leggera arietta, e come in ogni film mi tolsi la giacca per coprirle le spalle, e le sue labbra sussurrarono: ti va se andiamo a casa mia? Ci beviamo qualcosa e più tardi ritorni verso casa…

Andammo a casa sua, decise di aprire una bottiglia di vino che teneva gelosamente per le grandi occasioni, un bicchiere tira l’altro e finì in 10 minuti, in sottofondo c’era “Advertising Space di Robbie Williams”, in quel momento decisi di alzarmi perché la situazione stava prendendo una piega curiosa, si alzò anche lei, prese i bicchieri e li mise sul tavolo, mi abbracciò e mi diede un bacio, rimasi scioccato perché erano circa 13 anni che non baciavo una donna diversa da Valentina, fu bellissimo, indimenticabile, ricordo ancora che mi venne la pelle d’oca, ormai il danno era fatto, così mi lasciai andare sempre di più.
In poco tempo ci ritrovammo entrambi seminudi, ci sdraiammo sul divano e li la cosa degenerò del tutto!

Mi prese per mano, mi fece mettere in piedi e si abbassò mettendosi in ginocchio, mi fece un pompino indimenticabile, non mi fece venire, ma fu l’iniziazione di 2 ore intense.

Lei sapeva delle mie preferenze sessuali, sapeva cosa amavo fare, ma in quel momento non si capiva più nulla, eravamo avvinghiati come due serpenti, così dal divano passammo sul pavimento, per fortuna c’era un tappeto morbido e comodo, ma era del tutto irrilevante visto l’enfasi, si mise sopra di me, ricordo ancora il suo seno perfetto sopra ad un corpicino da favola, non magra, ma con le sue forme giuste nei punti giusti.

Non potevo non ammirare quel seno, non sono mai stato un vergognoso, anzi, tutt’altro, ma in quella occasione non riuscivo a muovermi, un po’ perché era la prima volta che tradivo, un po’ per paura, non lo so, ero bloccato ed impacciato come se fosse la prima volta, e Lei se ne accorse, ma senza farlo notare prese in mano la situazione conducendo il gioco.

Senza pensarci mi prese il cazzo e se lo mise dentro, cominciò a cavalcare con molta dolcezza, più che fare su e giù come una semplice scopata, il tutto era riconducibile a delle carezze, le presi le braccia, la feci abbassare per baciarla, li scattò qualcosa in me, alzai il mio corpo, la presi di peso e mi rivoltai su di lei, cominciai a scoparla come avevo sempre sognato e desiderato, il suo godimento era talmente evidente che ad un certo punto mi chiese di aumentare il ritmo sempre di più, aumentavo e lei si muoveva in sincronia, il tutto si trasformò in un concentrato di dolcezza, foga e trasgressione, ricordo ancora le sue parole, furono: scopami, scopami e fai di me ciò che vuoi, fammi godere come hai sempre desiderato.
Prendeva la pillola, quindi non c’erano problemi, in procinto di venire mi chiese di farlo dentro, voleva sentirmi fino in fondo e così feci, si accorse della mia eiaculazione, fu molto forte e piena di eccitazione.

Furono due ore indimenticabili, ma non finì, decise di farmi un ultimo regalo…

Io avevo sempre ammirato quel suo bel culetto perfetto, non le avevo mai negato la voglia di metterglielo nel culo, era bello e perfetto, ma soprattutto vergine… Sapevo tutto di lei, parlavamo e ci confidavamo molto e spesso, non c’erano segreti, quindi per me sarebbe stato un onore sverginare quell’opera d’arte.

Questa volta ero a condurre il gioco, la feci rilassare, eravamo molto su di giri per via del vino, l’esperienza appena fatta, una serie di cose, ma non ci furono ne rimpianti e ne rimorsi.

La presi per mano, la feci sdraiare e mi misi davanti a lei, avevo il suo bel seno e la sua fighetta completamente depilata in bella vista, le presi le gambe e le appoggiai sulle mie spalle, le strusciavo il mio cazzo tra un buco e l’altro, era piena di umori, ma preferii lubrificare con un pò crema, farle del male era l’ultimo mio pensiero.

Con le dita le solleticavo il clitoride, era eccitatissima, cominciai col metterle un dito nel culo per non farle sentire l’impatto diretto con il mio cazzo, vedevo che alternando davanti e dietro si eccitava sempre di più, e dopo qualche minuto di stimolazione anale le sue labbra pronunciarono “ti prego, mettimelo nel culo, sono pronta”.

Puntai il mio cazzo su quel buchino delicato e perfetto, feci entrare metà punta, vedevo sul suo volto un misto di dolore e godimento, la penetrazione era accompagnata dai suoi movimenti, mi fermai per far abituare la muscolatura, andai avanti piano piano, la cappella era del tutto dentro, pino piano arrivai fino a metà, e con i suoi movimenti faceva il resto, dopo pochi secondi entrò tutto, mi chiese di fermarmi e così feci, mi chiese di baciarla, baciarla rendeva la cosa molto rilassante, così nel mentre cominciai a muovermi facendo avanti e indietro sempre di più, e lei con molto piacere agevolava la cosa.

Non mancavano le sue parole, ripeteva di continuo di scoparla, fino a quando cambiò modi chiedendo palesemente di romperle il culo, non me lo feci dire due volte, partii a raffica, la sollevai di peso, la presi in braccio continuando a scoparle il culo, si muoveva come una forsennata, stavo godendo da matti, ed io assieme a lei, dopo un po’ la misi sul divano e la feci girare, avevo il pieno potere su di lei, la misi a pecora e glielo misi dentro senza fare fatica, fortunatamente aveva una pelle molto elastica.
Andai avanti a scoparle il culo per circa mezz’ora, fino a farmi venire dentro quel bel culetto ormai non più vergine.

Erano circa le 3.30 di notte, ormai le chiamate e messaggi sul mio cellulare erano numerose, ma vista l’ora non potevo rientrare a casa dei miei genitori ne a casa di Valentina, così spiegando al situazione a Michela, mi fece restare li a dormire, anche se quella notte si dormì relativamente poco.

Restammo abbracciati come due innamorati tutta la notte, fu l’esperienza più bella che ebbi e che ancora oggi porto nel mio cuore, rimpiango ancora il fatto di non aver portato avanti quella relazione tanto desiderata, ma fu l’esperienza più bella che mi potesse capitare.

La mattina seguente davanti ad un caffè ci fu un lungo bacio e tante lacrime, le sue parole non furono molte, ma ricordo in particolare quando disse: questo è il più regalo che potessi ricevere da te prima di sposarmi… Grazie, non ti dimenticherò mai.

Oggi nel 2020, le nostre vite hanno preso due strade diverse, io matrimonio con una donna meravigliosa e per il momento niente figli, Lei un bellissimo bambino e purtroppo un divorzio alle spalle.
Chissà se in un’altra vita o in altre circostanze le cose sarebbero andate diversamente, chi lo sa!
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