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Trovami e sarò il tuo premio!


di Ciclistabo
05.06.2024    |    5.083    |    13 9.8
"Nulla di appariscente, voleva far si che la sua cattura fosse il più difficile possibile..."
Il messaggio era ben chiaro. “Cercami e se mi trovi sarò il tuo premio”. Era stata Lisa stessa a suggerirmi la frase da inserire nel nostro last, aveva voglia di passare una giornata diversa, rendere eccitante un sabato qualsiasi, sapere di essere preda in mezzo a tante comune persone nel bel mezzo di un centro commerciale affollato. Indicazioni…nessuna. A rispondere al messaggio naturalmente furono in tanti, disposti a tutto pur di trovarla e averla come premio. Dopo appena poche ore avevamo già la posta intasata, in parecchi si erano bruciati la possibilità di giocare inviando foto non richieste o perché i messaggi erano accompagnati da insulti poco graditi. A questi dovettimo non considerare anche quelli che si proposero con foto viso chiare del proprio volto. È vero che la caccia era misteriosa, che loro non potevano vedere Lisa, ma anche lei voleva non conoscere chi la stesse cercando. Se si fosse trovata davanti casualmente un viso già visto non si sarebbe comportata in modo naturale, l'effetto sorpresa la eccitava. Dopo un venerdì passato davanti lo schermo a fare selezione, in serata comunichiamo direttamente agli interessati chi poteva partecipare. I prescelti furono 5, Lisa voleva fermarsi a 3 ma alla fine riuscii a convincerla.
- “Non è mica detto che ti trovino, in mezzo a tutta la gente che ci sarà, senza nessuna indicazione chiara, senza un segnale. Ti pare facile?”, le dissi.
- “Lo so, lo so. E se mi trovano?”.
- “E se ti trovano…sono cazzi tuoi. Sei tu che hai voluto fare sto gioco, mica te l'ho detto io”.
Sorrise, mi diede un bacio, si vedeva da lontano che non stava nella pelle, l'idea di quel gioco l'aveva presa, chissà quanti pensieri si era fatta. I partecipanti che andavano da un'età di 25 anni, il più giovane a uno di 55, il più grande, ci chiesero le regole del gioco.
“La preda avrà una scritta sul suo corpo, in quale parte è impossibile saperlo così come è impossibile sapere cosa ci sarà scritto. Una volta individuata la preda, il cacciatore dovrà avvicinarsi e comunicare qual è la scritta e dove si trova. Se il cacciatore risponderà correttamente avrà vinto il suo premio che dovrà ritirare immediatamente. Il gioco si svolgerà tra le ore 11 e le ore 16. Sono vietati atti osceni in pubblico, il tutto dovrà essere svolto nel massimo rispetto”.
Nello scegliere i partecipanti ci eravamo basati soprattutto su quello, parlandoci avevamo cercato di selezionare quelli più sani mentalmente, non volevamo di certo squilibrati pronti a tutto pur di fare chissà quale richiesta. E tutti sapevano che Lisa non sarebbe andata a casa di nessuno, che il gioco iniziava e finiva là.
Il sabato mattina Lisa si preparò al grande evento, era eccitatissima e tesa. Il letto pieno di vestiti, tutti messi in fila, non sapeva quale mettere. Sull'intimo pochi dubbi, solo un perizoma nero di pizzo, niente reggiseno, niente autoreggenti che potevano dare nell'occhio. Nulla di appariscente, voleva far si che la sua cattura fosse il più difficile possibile. Aveva optato addirittura per un paio di jeans e maglietta a maniche lunghe, fui io a farle cambiare idea. Alla fine scelse una gonna di jeans, un top sotto la giacchetta a jeans e delle converse. Trucco leggero, capelli raccolti in una coda alta. Nulla di troppo appariscente appunto ma era lo stesso tremendamente sexy. C'era da decidere dove mettere la scritta, la scelta fu di scrivere all'interno della coscia sinistra, parte che era coperta dalla gonna, non di certo un punto facile ma per come era vestita era impossibile non guardarle le gambe.
Arrivammo al centro commerciale, per tutto il viaggio Lisa si era mangiata le unghie nervosamente. Scendemmo ed entrammo. Erano le 11, il centro commerciale era già abbastanza affollato, la prima mezz'ora fu un continuo guardarsi intorno nonostante camminavamo tranquilli senza dare troppo nell'occhio, mano nella mano. Tutti quelli che vedevamo da soli ci sembravano dei potenziali cacciatori, ma tanti di loro nemmeno ci guardavano. A guardarci, o meglio, a guardare Lisa erano perlopiù uomini accompagnati da altre donne, mariti frustati che volevano farsi gli occhi guardando le donne altrui. Decidiamo di prendere un caffè ad uno dei chioschetti presenti, sedendoci in un tavolino esterno, scegliendo un posto centrale sempre per non dare troppo nell'occhio ed apparire il più possibile “normali”. Dopo 10 minuti che ci guardavamo intorno si siede ad un tavolino accanto al nostro un ragazzo. Avrà avuto 30 anni, non appena si siede Lisa impallidisce. Si sente scoperta, è tesa. Probabilmente l'avrà pensato chissà quante volte come sarebbe stato l'approccio e come comportarsi, ma ora che si trovava là era tutto più complicato. Cerco di rassicurarla sottovoce, in fondo non sappiamo se è uno dei 5 potenziali cacciatori. Lui maneggia col telefono, si guarda intorno. Lisa mi fissa, è tesa, si muove continuamente, non riesce a stare ferma, gioca nervosamente con la tazzina del caffè. Si guarda spesso intorno, ormai siamo convinti che è lui, aspettiamo un cenno, una parola ma lui continua a starsene seduto. Lei non lo guarda, io nascosto dai miei occhiali da soli mi guardo intorno e ogni tanto gli do un'occhiata. “Forse avrà capito che siamo noi e sta cercando la scritta?”, mi chiedo. Aspettiamo, passano 5 minuti ma nulla, nel frattempo chiacchiero con Lisa di argomenti poco importanti, solo una scusa in attesa di una sua mossa. Ne passano altri 5, ci rendiamo conto che forse non è come pensiamo e allora decidiamo di alzarci e continuare la nostra passeggiata.
- “Passiamo dai bagni”, mi dice lei.
- “Certo, hai bisogno di rinfrescarti?”, le chiedo stuzzicandola.
- “Scemo. Voglio vedere te nella mia situazione”.
La conosco fin troppo bene, so benissimo che quella attesa le ha provocato tensione ma al tempo stesso eccitazione. “Sarà bagnatissima”, penso. Raggiungiamo il corridoio che porta verso i bagni, la lascio andare, le dico che l'aspetto seduto sul divanetto.
Lisa cammina lungo il corridoio che porta verso i bagni quando ad un tratto una voce maschile alle spalle la coglie di sorpresa.
- “69. Interno coscia sinistra”.
Scoperta. Quando meno se l'aspettava ecco che il tizio si è fatto avanti. Però una cosa non la convinceva, quella voce era troppo adulta per essere quel ragazzo. Solo girandosi infatti scoprì che non si trattava del ragazzo seduto al tavolino. Un uomo brizzolato, sui 50 anni, con una leggera barbetta e un sorriso gentile.
- “Adoro quel numero”, le dice ancora con un tono sereno. “Sarebbe il caso di provarlo”, continuò facendole cenno di seguirla.
L'uomo non aspettò nemmeno la conferma, sapeva di aver trovato la preda e voleva gustarsi il premio. Le camminò davanti, solo quando raggiunge il bagno degli uomini le fece cenno di aspettare. Entrò, Lisa da leale giocatrice quale era, lo aspettò davanti la porta. Pochi secondi e lo vide spuntare di nuovo, le fece un cenno e lei entrò. Si guardò intorno e poi si intrufolò come una ladra nel bagno dei maschi, l'uomo l'aspettava tenendo la porta aperta e lei entrò. Le chiuse la porta alle spalle, fu tutto così veloce, pochi secondi di imbarazzo e se lo ritrovò già abbassato sulle ginocchia con la faccia tra le cosce.
Era passato un quarto d'ora da quando Lisa era andata in bagno, mi chiesi come mai tutto questo tempo, le mandai un messaggio che però non fu letto. Decisi di aspettare qualche minuto prima di avvicinarmi, in quel momento vidi un uomo che uscendo dal corridoio mi fissava, prima di girare l'angolo. Aveva un viso che mi ricordava qualcuno, una persona già vista, cercai di pensare dove l'avevo visto. In quel momento da lontano vidi Lisa avvicinarsi. Mi alzai le andai incontro.
- “Amore, tutto bene?”, le chiesi.
- “Tutto bene? Perché me lo chiedi?”, mi chiese dubbiosa.
- “Come perché. Sono passati 20 minuti da quando sei entrata”.
- “Sicuro che non c'entri nulla tu?”, mi domandò ancora.
- “Ma che vuoi dire? Non capisco”.
- “Sono stata scoperta. Quel tizio lì sotto con la maglietta rossa”.
Mi girai, l'uomo che poco prima era uscito.
- “Aaah, ora ricordo dove l'ho visto. Stava al bancone che prendeva il caffè girato verso di noi, mentre eravamo seduti che pensavamo al ragazzo”.
- “Ah ecco. Fatto sta che ha visto la scritta”.
- “E ci credo. Non stavi ferma per la tensione, eri un continuo fremito. E che è successo?”.
- “Cos'è successo? Diciamo che mi ha fatto il bidè con la lingua”.
- “Ah ecco. Era quello per il quale eri andata in bagno. Almeno non hai dovuto usare i fazzoletti”.
- “No no, li ho dovuti usare pure”.
- “E perché?”.
- “Perché poi gliel'ho dovuto fare io, e mi ha sborrato in faccia. Piuttosto, ho ancora qualcosa?”.
- “No no. Sei pulita. E tutto questo dove?”.
- “Nel bagno degli uomini. Ma te lo dico già ora. Lì dentro non ci entro più. Ora andiamo a mangiare che ho fame”.
Fa l'offesa e cammina spedita, ma so benissimo che la cosa le è piaciuta molto. Le ricordo che ancora ci sono 4 possibili cacciatori in giro, di stare calma e non farsi scoprire se non vuole tornare lì dentro.

È mezzogiorno passato, il piano superiore dove ci sono tutti i posti per mangiare è già pieno. Scegliamo di prendere qualcosa sedendoci nei tavoli esterni.
- “Ma la scritta ce l'hai ancora?”, le chiedo mentre mordo il mio panino.
- “Si, quella ce l'ho ancora”.
- “Quella ce l'ho ancora…e cos'è che non avresti più, scusa?”, le chiedo sorpreso per la risposta ambigua.
- “Le mutande”, risponde lei tranquillamente mentre mangia una patatina.
- “No, scusa. Non ho capito. Vuoi dire che le hai tolte?”.
- “E si, erano zuppe. Se le è prese quell'uomo”.
La guardo sorpreso, mentre lei tranquilla, come fosse una cosa normale, continua a mangiare le sue patatine con le mani e a guardare alle mie spalle. Mi giro di scatto e vedo un ragazzo, seduto ad un paio di tavoli più in là che guarda in nostra direzione ma che, non appena mi vede, abbassa lo sguardo verso il suo piatto.
- “Che stai escogitando?”, le chiedo.
- “Io? Nulla. È lui che continua a guardarmi le gambe”, risponde maliziosa.
- “E ci credo. Avrà visto che sei senza mutande”.
- “Oh, che dovevo fare? Tenermi quel coso bagnato? E poi me le aveva tolte e buttate a terra, con tutti i germi che ci sono in quei bagni”.
Il discorso non faceva una piega, come darle torto. Il problema che adesso c'era un ragazzo di fronte che si stava facendo chissà quale idea, considerato che lei continuava a mettersi in bocca quelle patatine fritte, leccandosi pure le dita. Il tutto mentre lo guardava.
- “Ti ricordo che il gioco era un altro”.
- “Si si. Lo so. Non ti preoccupare”, risponde sbuffando. “Che ne dici di mettere la scritta altrove invece, il tempo sta per scadere e lì non è facile da trovare”.
- “Tipo dove?”.
- “Magari sopra il seno”.
- “Troppo facile così. Facciamo dietro al collo”.
Accetta e prendendo il pennarello le scrivo qualcosa.
- “Che cosa hai scritto?”.
- “Una parola che oggi ti rappresenta. Troia!”.
Finiamo di mangiare, continuiamo a passeggiare, sono già le 14 passate, manca poco alla fine del gioco. In 3 ore solo uno è riuscito a trovarla, penso agli altri 4 che probabilmente stanno girando ormai rassegnati. Non è mica facile con tutta quella gente, specialmente quel sabato che di gente ce n'è davvero tanta. Nello stesso momento penso però a Lisa, alla sua sfacciataggine a pranzo col tipo di fronte, e forse non solo con lui. Entriamo in un negozio di vestiti, mentre lei guarda io entro sul sito e ne trovo 2 online. Ci sono dei messaggi da parte di tutti e 4, due di loro disperati chiedevano indizi in più, altri due ci hanno mandato a cagare insultandoci. Chiedo ai due se sono ancora in giro e mi rispondono immediatamente di si. Voglio premiare la loro insistenza e così dico di cercare in un negozio di abbigliamento, primo piano. Lisa continua a girare tra i vestiti, io mi guardo intorno. Qualche minuto dopo vedo un tipo che si muove velocemente tra i vestiti guardandosi intorno. È un ragazzo giovane, sarà il 25enne penso. Continua a guardarsi intorno, si avvicina a delle donne, le scruta a debita distanza con discrezione cercando la scritta, arriva vicino a Lisa ma proprio in quel momento lei si gira e senza nemmeno considerarlo viene verso di me.
- “Che te ne pare di questo vestito?”, mi chiede.
- “Bello…provalo”.
Andiamo verso i camerini, mi chiedo se il tipo ha fatto in tempo a trovare la scritta, mi allontano un po' dopo che Lisa si chiude dentro. Si spoglia, indossa il vestito, poi mi chiama da dentro.
- “Che te ne pare?”, chiede appena vede la tenda aprirsi.
- “Molto bello”, risponde una voce che non è la mia.
Lisa alza lo sguardo verso lo specchio di fronte e si ritrova dietro un'altro. Il ragazzo entra e richiude la tenda per bene.
- “Stai benissimo, troia!”.
Scoperta per la seconda volta. A quel punto mi avvicino agli spogliatoi, dietro la tenda non riesco a capire cosa stia succedendo, è chiusa per bene ed è di quelle tende che arriva fino a terra, nemmeno un piccolo spiraglio. All'improvviso però un gemito strozzato, seguito subito dopo da un battere di un corpo sull'altro. Sposto leggermente la tenda, dal riflesso dello specchio vedo il viso di lei e la mano di lui che le tappa la bocca. Gli occhi spalancati segno di un piacere provocato, l'altra mano dell'uomo che stringe il seno nudo di lei mentre il rumore del battere fa intuire cosa stiano facendo. Resto lì a fissarli, incrocio lo sguardo di lei che si accorge di me. Il movimento però diventa più sonoro, vedo qualcuno che si avvicina agli spogliatoi, così con un colpo di tosse li avviso. Smettono, ma non escono. Faccio da palo, in attesa che i camerini tornino ad essere vuoti. Aspetto che escano ma nulla, riapro la tendina e non li vedo. Solo quando abbasso lo sguardo mi accorgo del motivo per il quale non sono ancora usciti. Vedo il ragazzo comodamente seduto sullo sgabello a gambe aperte, con Lisa in mezzo in ginocchio intenta a gustarsi quel bel giovane e duro cazzo. Ci mette 5 minuti per farlo venire, ancora una volta costretta a non lasciare tracce a terra. Un minuto dopo il ragazzo esce dal camerino e va via.
2 su 5 in 3 ore e mezza. Rimane solo un'altra ora e mezza, con 1 possibile cacciatore ancora in giro. Si tratta del più grande dei 5, il 55enne. Lisa vorrebbe chiudere lì il gioco, ha rimediato due pompini e mezza scopata, proprio quella di cui avrebbe più bisogno in quel momento per sfogare la tensione.
- “Per quello ci sono io”, le dico sorridendo.
- “Ah beh, volendo c'è pure il ragazzo che avevo di fronte a pranzo. Sta ancora qui che gira”, risponde per farmi ingelosire.
Giriamo un altro po', manca poco ormai, entriamo dentro al supermercato approfittando per fare un po' di spesa. Tra le corsie ho il tempo di controllare la chat, anche l'ultimo sembra aver abbandonato il gioco, non ha scritto più e non è nemmeno in linea. Smetto di guardare il cellulare e di guardarmi in giro, mi rilasso nella corsia dedicata al bricolage. Dopo un po' vado in cerca di Lisa ma non la trovo, giro più volte per le corsie ma nulla. Provo a chiamarla ma non risponde, solo dopo qualche minuto mi manda un messaggio. “Parcheggio, ultimo piano”.
Lisa era stata scoperta da quell'ultimo uomo che mancava all'appello. Ma prima ancora che si rivelasse l'aveva approcciata in modo gentile durante la spesa. Delle battute, qualche complimento, tanti sorrisi. Non si era resa conto di essere stata scoperta, pensava fosse solo un uomo che ci provava. Tra l'altro gli era sembrato fin troppo distinto per poter essere un potenziale cacciatore.
- “Vado a cercare mio marito”, le disse per congedarsi da quella piacevole compagnia.
- “Non può andare”, rispose lui.
- “Perché?”, chiese a quel punto dubbiosa.
- “Perché tu sei il mio premio e quindi farai quello che ti dirò, Troia!”.
Nel sentire quella frase impallidì. Non se l'aspettava minimamente che quell'uomo era in realtà un partecipante al gioco. Restò in silenzio, l'espressione cambiò totalmente, così come quella dell'uomo che aveva di fronte. La gentilezza diede spazio alla spavalderia. Le sembrò come quando si era ritrovata ad avere a che fare con un dominante, quella volta che volle provare quel tipo di gioco. Anche quell'uomo dimostrò una sicurezza tale dalla quale non si poté tirare indietro. La prese per mano e la portò fuori dal supermercato e mentre si accingevano ad uscire le rivelò tutto.
- “Sei stata brava nel bagno maschile, anche se ti sei lasciata andare a troppi gemiti mentre quell'uomo te la leccava. E nel camerino com'è andata? Ti è piaciuto fare quello che hai fatto sapendo che tuo marito era fuori che ti ascoltava e ti guardava?”.
Lisa ascoltò quelle parole, l'uomo sapeva tutto, l'aveva trovata sin dall'inizio.
- “Perché non ti sei fatto avanti subito allora?”, gli chiese.
- “Perché volevo farti giochicchiare, sapevo che in quei posti non ti avrebbero dato ciò che meriti”.
Lisa seguì l'uomo mentre salivano fino all'ultimo piano dei parcheggi, quello che di solito è meno affollato. Fece in tempo a mandarmi un messaggio con il numero della corsia, prima di entrare nella sua auto, sui sedili posteriori. Una grande macchina, vetri oscurati, tutta la comodità per fare ciò di cui aveva realmente bisogno e che finalmente quell'uomo le stava offrendo. Cavalcò l'uomo sui sedili posteriori, dando sfogo a tutta la tensione accumulata. Venne stavolta prima del suo cacciatore, sfinita e col fiatone per quel movimento liberatorio. Ma l'uomo non si accontentò, la lasciò prendere fiato, prima di farla girare di spalle, puntare il suo cazzo ben teso in quel piccolo buchetto che da lì a poco avrebbe accolto quel duro membro, impalandola totalmente.
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