tradimenti
Sosta in albergo

17.04.2025 |
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"Lo vedemmo andare via mentre noi ci accomodammo, seppur eravamo stati seduti per tanto tempo, quel divanetto era proprio comodo..."
- “Amore non ce la faccio più, ho bisogno di fermarmi”, dissi a Lisa.Eravamo in viaggio in macchina dalla mattina alle 4, partiti presto sperando di fare una partenza intelligente per le ferie natalizie, invece erano già le 18 e ancora eravamo nel bel mezzo della Calabria. Saremmo già dovuti essere vicino casa in Sicilia, ma tra incidenti e rallentamenti, eravamo in ritardo sulla tabella di marcia di ben 5 ore. Lisa naturalmente fu d'accordo, così imboccammo la prima uscita autostradale e ci fermammo al primo benzinaio.
- “Porto i bimbi in bagno, tu intanto cerca un posto dove dormire”, mi disse Lisa.
- “Si tranquilla. Ci penso io”.
Quando tornarono dissi che ne avevo trovato uno lì vicino e che avevano una stanza disponibile. Salimmo in auto e raggiungemmo l'albergo. Era una piccola struttura, ad un paio di chilometri dal paese più vicino. Scendemmo ed entrammo, ad accoglierci un uomo sui 50, brizzolato.
- “Benvenuti”, disse il tipo con un sorriso molto amichevole. “Immagino siete quelli che avete chiamato poco fa”.
- “Si”, risposi.
- “Prego, seguitemi”.
Il tipo ci fece strada portandoci in una stanza dell'albergo dove c'erano dei divanetti e qualche tavolino, una TV con dei giochi per bambini in un angolo e un biliardino di calcio balilla.
- “Sedetevi pure, sarete stanchi. Vi porto qualcosa da bere”, continuò l'uomo.
Lo vedemmo andare via mentre noi ci accomodammo, seppur eravamo stati seduti per tanto tempo, quel divanetto era proprio comodo. Io sprofondai sul divano, i bimbi non persero occasione per buttarsi sui giochi, mentre Lisa rimase in piedi guardandosi in giro, era stata seduta fin troppo tempo per sedersi nuovamente. Dopo qualche istante l'uomo tornò.
- “Eccomi”, disse rientrando sorridente nella saletta. “Ho rubato due stuzzichini dalla cucina e qualcosa da bere. Dopo un lungo viaggio penso proprio che ci vuole”, disse sempre col suo fare gentile e sorridente.
Accettammo volentieri quel meraviglioso trattamento, durante il quale l'uomo si presentò, Mauro il suo nome, ci descrisse a grandi linee la struttura e ci parlò del piccolo paese. Si dimostrò molto simpatico, facendo continuamente battutine che però non erano affatto fastidiose. Ci presentò anche la moglie che era uscita apposta dalla cucina per farci visita col grembiule ancora addosso. Maria il suo nome, la cuoca dell'albergo, una bella donna vicina ai 50, non molto alta ma con un fisico con le giuste curve, una di quelle donne che se incontri per strada ti giri a guardare e poi sotto al grembiule indossava una canotta che metteva ben in mostra i seni prosperosi. Stare a parlare con loro era molto piacevole, ma avevamo bisogno di darci una rinfrescata e così finalmente Mauro ci accompagnò nella nostra stanza, una bella stanza all'ultimo piano, spaziosa e ben pulita. Nel bagno c'era una vasca, una piccola Jacuzzi che quando Lisa la vide rimase a bocca aperta. Inutile dire che dopo nemmeno 10 minuti era già lì a mollo, pronta a rilassarsi, dentro la quale ci rimase per più di mezz'ora.
- “Hai intenzione di uscire da quella vasca o pensi di rimanerci fino a domani mattina?”, le chiesi entrando in bagno.
- “In effetti dovrei uscire. A meno che…”, rispose tirando fuori una gamba per provocarmi.
- “Ci sono i bambini di là”, le risposi avvicinandomi.
- “Eh lo so, lo so”, disse mezza dispiaciuta.
Mi avvicinai sedendomi sul bordo, era così sexy che se fossimo stati soli mi ci sarei tuffato subito lì dentro e l'avrei scopata come si deve, nonostante la stanchezza del viaggio. Infilai lo stesso una mano dentro l'acqua e le accarezzai i seni schiumosi.
- “Non sono grandi come quelli di Maria”, disse stuzzicandomi.
- “Che c'entra Maria”, le risposi stranito.
- “Dai, non mi dire che non le hai guardato le bocce. Erano enormi”.
- “Vabbè, impossibile non guardare. Poi è venuta fuori con quel grembiule tutta scollata”.
- “Ti ho visto, tranquillo. Avevi lo sguardo fisso là”.
- “Ma non è vero dai”.
- “Vabbè ma non ti sto accusando. E poi non eri l'unico che guardava”.
- “Cioè?”.
- “Che pure Mauro non smetteva di guardarmi”.
- “Ah si?”.
- “Se, buonanotte. Tu dormi, non ti accorgi di nulla. Vabbè che eri distratto da Maria”.
- “E vabbè, ma non posso dargli torto in fondo. Anch'io starei ore a guardarti”, le dissi scendendo la mano fino ad arrivare tra le sue cosce. “Non penso gli capiti tutti i giorni di trovarsi una bella quarantenne, con due occhi da cerbiatto e un culo da favola”, continuai stuzzicandola lì sotto con le dita.
Lisa assecondò il mio tocco muovendo il bacino sotto l'acqua, chiuse gli occhi mentre la penetravo con le dita, si mordeva le labbra per non lasciarsi scappare qualche gemito rumoroso e si accarezzò i seni mentre continuavo a penetrarla. Il desiderio era troppo, era eccitatissima, se solo avesse potuto mi avrebbe spogliato e mi sarebbe salita sopra, impalandosi sul mio cazzo che nel frattempo si era indurito e ben visibile dal pantalone. Il movimento era sempre più veloce e lei si agitava fin troppo lì sotto l'acqua che quasi stava per esplodere, dovemmo però interrompere bruscamente quando entrò in bagno nostro figlio perché doveva fare pipì. Ci fermammo in tempo, lei riprese fiato, io dovetti aspettare qualche secondo prima di alzarmi, la mia eccitazione era troppo visibile dal pantalone.
Alle 20:30 scendemmo giù in sala per cenare, docciati e più freschi di qualche ora prima. Lisa si cambiò indossando dei leggins che mettevano ancora più in risalto il bel culetto tondo che aveva. Quando fummo giù trovammo Mauro che stava per uscire dalla sala del ristorante, vedendoci ci aspettò, ci salutò rallegrandosi e ci invitò al tavolo. In effetti, vedendo meglio la scena notai lo sguardo di Mauro basso sul culo di mia moglie mentre ci accompagnava al tavolo e lei le camminava davanti. Fu molto gentile e premuroso nei nostri confronti, ci fece assaggiare le specialità della casa e ci fece sorseggiare l'ottimo vino che produceva. Passammo un'ottima cena, verso la fine ci raggiunse pure Maria al tavolo, ormai che aveva finito di cucinare per tutti. Approfittando che i bimbi erano andati a giocare nella stanza accanto, si accomodarono al nostro tavolo e scambiammo due chiacchiere. Erano due tipi molto affiatati, lo si notava dalle battute che si rivolgevano a vicenda, si capiva che erano ancora molto innamorati. Fummo costretti a interrompere quella piacevole conoscenza quando arrivarono al tavolo i bimbi, stanchi e assonnati e allora salimmo in camera per andare a dormire. Si erano già fatte le 23 in effetti.
Salimmo su preparandoci per la notte.
- “Simpatici quei due, vero?”, chiesi a Lisa.
- “Si, molto. Sono una bella coppia”.
- “Già. Molto interessanti”.
- “Che vuoi dire?”, mi chiese curiosa.
- “Niente. Nel senso che sarebbe stato bello continuare a parlarci, ma sono distrutto”.
In effetti il lungo viaggio e lo svegliarsi la mattina presto mi aveva messo KO, così come i bambini che subito si addormentarono, non prima di aver bevuto tutta l'acqua che avevamo a disposizione in camera. Mi misi a letto anche io, non feci in tempo ad aspettare Lisa che uscisse dal bagno che subito mi addormentai.
- “Amore. Ma abbiamo finito tutta l'acqua?”, chiese svegliandomi di colpo.
- “Mi sa di sì, l'hanno bevuta tutta”, risposi addormentato.
- “Ma ho sete. Non c'è né nemmeno un goccio?”.
- “Vai giù a prenderla”, le dissi prima di riaddormentarmi immediatamente.
In effetti non sappiamo se era stata la cena che era un po' troppo saporita, o quel vino un po' troppo secco, ma quando tornammo in camera ci scolammo immediatamente le due bottigliette che c'erano nel frigo della camera. Il pensiero di andare giù non le andava a genio, Lisa provò a mettersi a letto ma tanta era la sete che alla fine si convinse, visto che io dormivo beatamente, russando di già. Così si rivestì velocemente, indossando i leggins e un maglione, senza nemmeno mettere il reggiseno. Uscì dalla camera e andò giù. Passò dalla reception che era naturalmente chiusa, passò dalla saletta ma non c'era nessuno, così come anche la sala del ristorante era ormai vuota. Desolata stava per tornare su quando vide uno spiraglio di luce uscire dalla cucina, si avvicinò, c'era un silenzio insolito. Solo quando si trovò vicino alla porta sentì qualcosa, ma non era il classico rumore delle pentole o piatti che vengono lavati, era un suolo inusuale, come un miagolio. Si accostò senza sporgersi e capì che quel miagolio in realtà era un gemito. Si bloccò, stava per girarsi e andare via, ma la curiosità era tanta e allora dallo spiraglio della porta chiusa a metà, cercò di vedere cosa stava succedendo dentro, facendo attenzione a non farsi scoprire. Vide Maria, seduta sul bancone, a gambe divaricate, la canotta abbassata sulla vita, i seni nudi che lei stessa si accarezzava mentre qualcuno se ne stava abbassato col viso tra le sue cosce. Anche la gonna infatti era alzata sulla vita, cercò di capire chi fosse l'uomo che la stava facendo godere con la sua bocca, seppur intuiva chi fosse e da come lei godeva, quell'uomo evidentemente sapeva usare bene la sua lingua. La scena era ben visibile, aveva ormai capito cosa stava succedendo lì dentro, poteva benissimo girarsi e andare via, ma restò lì ferma ad ammirare quello spettacolo come ipnotizzata, forse per colpa di quel godimento interrotto del pomeriggio che le aveva lasciato dentro più voglia del previsto, al punto di mordersi le labbra nel guardare quella scena e accarezzarsi lei stessa con una mano partendo dalla coscia e andando più su. Incantata ormai davanti a quella scena, sobbalzò tutto ad un tratto quando si sentì toccare da qualcuno. Si girò immediatamente e la persona che vide la lasciò ancora più sorpresa. Era Mauro.
- “Sshh”, sussurrò lui, “non vorrai mica disturbarli”, continuò facendo uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi che più volte durante la cena le aveva rivolto.
Lisa rimase impietrita, confusa. Piuttosto che andare via, l'unica cosa a cui pensava era chi diavolo fosse quell'uomo impegnato con sua moglie, visto che lui era lì. Alla domanda rispose subito Mauro, come se le leggesse nel pensiero.
- “Ti starai chiedendo chi c'è lì dentro, tra le gambe di mia moglie, se io sono qua, giusto?”, le chiese sorridendo.
Lisa annuì con la testa.
- “Guarda, ora lo vedrai”.
Lisa si fece girare come fosse una bambola dalle mani di quell'uomo, guardò dallo spiraglio della porta e dopo qualche istante scoprì di chi si trattava, visto che l'uomo che dava piacere a Maria si era appena alzato.
- “È il nostro lavapiatti, Joseph. Un bravo ragazzo che abbiamo preso sotto il nostro tetto, per dare una mano a Maria in cucina”, sussurrò Mauro all'orecchio di Lisa standosene dietro di lei.
“Beh, mi sa che non le dà solo una mano”, pensò Lisa che continuava a vedere la scena come fosse un film, peccato che a dividerla dal set c'era solo una porta socchiusa e un uomo che la teneva salda per i fianchi e le sussurrava cose all'orecchio. Non era di certo in una situazione normale, ma allo stesso tempo non riusciva, o non voleva, svincolarsi da quella situazione in cui si trovava e andare via.
Nel frattempo il ragazzo di colore si stava facendo sbottonare i pantaloni da Maria che si era abbassata sulle ginocchia per restituire il favore evidentemente. Quando gli abbassò anche le mutande, capì il perché Maria si era affezionata a quel ragazzo. Un membro di una certa consistenza, non ne aveva mai visti del genere ma soprattutto non ne aveva mai visti di quel colore, almeno così da vicino. Sapevo bene che una delle fantasie erotiche di Lisa era quella di avere a che fare con un uomo di colore, me ne parlava abbastanza ultimamente anche perché la assecondavo con filmati erotici del genere o facendole sempre battutine in tal senso quando ne vedevamo qualcuno in giro che si faceva notare per bellezza e presenza fisica, ma lei seppur la cosa la incuriosiva sempre di più, cercava sempre di tagliare il discorso dicendo che tanto non lo avrebbe mai fatto e che lo diceva solo per farmi ingelosire. Vederne uno così vicino, seppur non impegnato con lei, le provocava un certo interesse, poi Mauro ci stava mettendo pure del suo, visto che ne aveva approfittato per farle sentire il calore del suo corpo addosso, ma soprattutto qualcos'altro sul sedere. E siccome Lisa non faceva nulla per allontanarlo, lui rincarò la dose iniziando a muovere le sue mani sul suo corpo, entrando da sotto il maglioncino che aveva addosso e andando a palpare quei seni nudi. Se c'era una cosa che faceva impazzire Lisa era quella di essere presa da dietro, toccata e baciata sul collo, cosa che Mauro stava facendo benissimo, proprio come e dove piaceva a lei. Sembrava conoscerla, in quel modo stava perdendo tutti i suoi freni inibitori, sapeva a cosa stava andando incontro e perciò era quello il momento di svincolarsi e tornare su, prima che sarebbe stato troppo tardi. Già, lo sapeva, ma se la sua mente diceva questo, il suo corpo diceva altro e decise di dar retta a quest'ultimo, lasciandosi fare da quell'uomo che in fondo si stava comportando molto bene. E così, mentre lì dentro c'era la bella mogliettina che succhiava e favoriva il cazzo del bel ragazzo di colore con le sue enormi tette, là fuori c'era il marito che si vendicava con una bella quarantenne, con una mano sul seno e l'altra che nel frattempo si era intrufolata sotto i leggins alla ricerca della sua intimità che fremeva di essere toccata, solleticata, penetrata.
Lisa si lasciò andare a qualche gemito di troppo, chiuse gli occhi tirando su la testa per godere anche della bocca di lui che le mordeva il collo, in tutto questo non si accorse che la porta nel frattempo si era aperta del tutto e Maria ed il bel ragazzone erano lì davanti a lei. Fu proprio Maria a prenderle la mano e invitarla dentro la cucina, soltanto in quel momento la porta si chiuse del tutto. Ora c'erano solo loro 4, nessun'altro poteva spiare quella scena, era una questione solo tra loro 4. Maria, da padrona di casa, portò la mano di Lisa sul cazzo del bel ragazzone, un desiderio che si avverava, era così strano ma in fondo era pur sempre un membro come tanti, seppur di colore e dimensione diversa. E così, mentre lei teneva in mano quel membro, Mauro le tirò su il maglione, lasciandola nuda nella parte superiore. A quel punto il ragazzo con un salto salì sopra al bancone, sedendosi a gambe aperte, offendo quel membro duro e sporgente alla vista delle due donne. Ancora una volta fu Maria ad aiutare Lisa, avvicinandole il viso a quel membro a cui lei si dedicò, leccandolo e prendendolo in bocca. Mentre Lisa e Maria si alternavano a succhiare quel bel cazzo, Mauro abbassò i leggins e le mutandine di Lisa, infilandosi con la testa tra le sue cosce. Lisa si sentì morire in quell'istante, mai avrebbe pensato di trovarsi in quella situazione, con la lingua di Mauro che si faceva sentire per bene e quel cazzone nella sua bocca, aiutata tra l'altro da un'altra donna che la incitava e le accarezzava i seni. La situazione ormai era quella, Lisa si trovava al centro delle attenzioni da parte di tutti, seppur il ragazzo sembrava più obbedire a quello che Maria le diceva di fare, piuttosto che prendere l'iniziativa. E in quella posizione, Mauro non potette che approfittare di quel meraviglioso culetto che tanto aveva adocchiato da quando era arrivata, leccandole il buchetto. Lisa lo lasciò fare, sentire la sua lingua nell'ano era piacevole, ma quando l'uomo provò ad inserire un dito si ribellò, spostandolo con una mano. Mauro a malincuore dovette lasciar perdere ma non si scoraggiò da quel rifiuto anzi…prese un preservativo che aveva in tasca e le fu subito dentro, iniziando a scoparla per bene. In cucina il suono del corpo di Mauro che sbatteva sulle chiappe di Lisa rimbombava, così come il volume dei suoi gemiti, anche se Maria soffocava quel suono facendole riempire la bocca dal cazzone nero. Era lei a spingerle la testa fino in fondo, ma era fin troppo lungo per riuscire a prenderlo tutto, seppur già se lo sentiva in gola. Il cazzo di Mauro si muoveva dentro la sua figa con un ritmo sempre maggiore, il godimento spezzato del pomeriggio era tornato con gli interessi, al punto che ci volle poco per raggiungere un meraviglioso orgasmo. Le gambe le tremavano, non si reggeva in piedi, l'esplosione era stata più intensa del solito e le aveva tolto quelle poche forze che le erano rimaste. Si lasciò cadere a terra, appoggiandosi con la schiena sul bancone, Mauro le diede il tempo di riprendersi, buttandosi sulla figa della moglie che nel frattempo aveva preso il posto di Lisa sul cazzone del suo aiutante. Dal basso, mentre riprendeva fiato e forze, vide Maria a 90, così come lo era stata lei prima, godere dei colpi del marito che di certo non si risparmiava quanto a intensità e durezza, sentiva i suoi gemiti strozzati dal cazzo che teneva in bocca e quei seni grossi sbattere all'impazzata. Allungò una mano, gliene prese uno e lo strinse, era proprio enorme, le venne in mente quando ai tempi dell'Università, dopo un’ubriacata in discoteca, si ritrovò a fare l'amore con la sua compagna di stanza, in quello che fu il suo primo e vero rapporto Lesbo. Dal seno Lisa abbassò la mano alla figa di Maria che nel frattempo veniva scopata da Mauro e si mise a giocare col clitoride, per darle ancora più piacere di quanto ne stava ricevendo. Maria la guardò, le mise una mano dietro la nuca e le avvicinò la testa proprio a quel punto, era chiaro cosa volesse e Lisa decise di accontentarla. Le stava sotto, con la lingua cercò quel clitoride, trovandosi a pochi centimetri dal cazzo di Mauro che intanto la penetrava. Ci giocò, per quanto ci riuscisse, non era di certo in una posizione comodissima, ma sentendo Maria ansimare di più evidentemente stava riuscendo in quello che era il suo compito. Non aveva però fatto i conti con Mauro, che approfittando di quella bocca lì sotto, decise di alternare i colpi alla moglie con infilare il suo cazzo dentro la bocca di Lisa, che non si aspettava di quella mossa e se lo trovò dentro. Lo fece per due, tre volte, poi venne…dentro la bocca di lei.
Il tutto si interruppe in quel momento, sembrava che quella interminabile scena di quel film porno fosse finalmente finita, con Mauro che si era staccato dalle due donne, Maria che si era rialzata, il ragazzo di colore ancora seduto sul bancone e Lisa, a terra, presa alla sprovvista da quella venuta. Tutti soddisfatti, o quasi. C'era solo un problema ancora da risolvere, ed era un problema grosso, o meglio dire…lungo. E chi, se non Lisa era la prescelta per risolvere quel problema. Ancora una volta, da ottima regista, ci aveva pensato Maria a dirigere la scena, con una battuta diretta rivolta a lei.
- “Non vorrai mica lasciarlo così!”, le disse. “Non ti capita mica tutti i giorni di avere un bel cazzo del genere a portata di…bocca”.
E lei, che ormai non ci stava capendo nulla ed era nell'eccitazione massima, non si tirò per nulla indietro. Tanto lo succhiò e lo masturbò, che alla fine dovette bere anche quella venuta.
La porta si aprì, per un attimo mi svegliai e vidi Lisa rientrare e mettersi a letto.
- “Dove sei stata?”, chiesi assonnato.
- “A bere”, rispose lei.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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