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Giocando al centro commerciale. Seconda parte.


di Ciclistabo
30.08.2023    |    13.595    |    19 9.3
"Entro in un negozio, resto nascosto dalle cose esposte in vetrina, da un piccolo spiraglio riesco a guardarli..."
Scarpe comprate, adesso ci vorrebbe un bel vestitino. Naturalmente lei non mi dice di no, anzi. Entriamo dentro il negozio di vestiti di una nota marca, giriamo un po' fino a quando non ne vede uno davvero carino, un abito non troppo corto, trasparente in schiena, gonna che arriva sopra il ginocchio, con le scarpe appena comprate è perfetto. Non resta che provarlo, andando verso i camerini passiamo davanti al reparto intimo.
- "Aspetta. Ormai facciamo tutto completo", le dico portandola verso il reparto.
- "Ma no dai, non serve".
- "Che ne pensi di questo", le dico ancora facendole vedere un reggiseno davvero carino.
- "Il reggiseno è bello, ma ne ho tanti a casa", risponde perplessa.
Alla fine mi accontenta e lo prende. Nell'uscire da quel reparto prendo anche un paio di calze, delle autoreggenti che però non gliele faccio notare. Il camerino delle donne è lì vicino, ma non è lì che voglio che provi quei vestiti, così con una scusa la porto verso il reparto maschile, dicendole che avevo visto una cosa per me e volevo un consiglio. Naturalmente arrivati lì le mostro la prima cosa che capita al quale mi risponde che non le piace.
- "Vabbè dai, vatti a provare il vestito. Lì c'è un camerino", le dico indicandole quello più vicino.
- "Ma questi sono quelli maschili. Dobbiamo andare di là", risponde perplessa.
- "Ma che ti frega. C'è la tendina e poi ci sono io fuori che controllo, tranquilla".
Mi guarda, storce il naso, ma poi si convince. Ci sono giusto 4 camerini, 2 per lato, in mezzo il piccolo corridoio. C'è già qualcuno dentro, le tendine sono quelle di stoffa con gli occhielli, quelle che fai fatica a chiudere per bene. E la fatica la fa pure Lisa, ma ci sono io pronto a darle una mano in questo. Entra, io cerco di chiudere per bene la tendina, senza troppa convinzione però. Inizia a spogliarsi, aspetto un po', poi con la scusa di affacciarmi e controllare apro un po' la tendina. Sta tirando via il vestito, è già in perizoma e reggiseno. A quel punto le do le calze.
- "Tieni, ormai che ci sei metti pure queste".
- "Ma sei scemo. E poi non c'è bisogno di provarle queste".
- "E vabbè, hai fatto 30 ormai fai 31. Così vedo tutto completo come stai".
Protesta un po', ma alla fine si decide. Tiro fuori la testa e lascio la tendina un po' aperta. Dalla parte opposta qualcuno sta terminando di vestirsi, in quel momento decido di allontanarmi. A distanza noto un uomo, avrà la nostra età, che esce dal suo camerino e nell'andare via si gira verso quel camerino semichiuso. Lo vedo chi si ferma all'istante, sicuramente non si aspettava di vedere quello spettacolo. Dallo sguardo capisco che vestita Lisa non doveva essere, considerato il tempo trascorso sicuramente l'avrà beccata mentre si sta mettendo il reggiseno o le calze, chissà. Rimane lì fermo come bloccato, si guarda intorno furtivamente, proprio in quell'istante io cambio direzione facendo finta di guardare gli abiti che ho di fronte. Mi viene da sorridere ma cerco di trattenermi, vedere quell'uomo con quell'espressione di stupore è una scena divertente. Fa finta di nulla, ha in mano dei vestiti che aveva appena provato, fa finta di guardarli, di piegarli, ma lo sguardo va a finire sempre là. È il momento di agire, di azionare il giochino e così faccio. Lo premo per un istante, non so cosa sia successo, ma è come se riuscissi a vedere il suo sobbalzo per quella vibrazione improvvisa. Vedo l'uomo sempre fermo, mi chiedo come sia possibile che lei non si sia ancora accorta di quella presenza, della tenda non chiusa bene. Prendo la prima cosa che capita e mi dirigo verso lo spogliatoio, quello di fronte. Nel vedermi avvicinare l'uomo si gira un attimo, facendo finta di guardare le cose che ha in mano, gli passo davanti, prima di entrare nello spogliatoio di fronte a Lisa do un'occhiata dentro. Lei è in piedi, di schiena, con le autoreggenti indossate, in perizoma e mani dietro la schiena pronta a slacciare il reggiseno. La tendina è più aperta del previsto, eppure non ricordavo di averla lasciata così aperta. Entro nello spogliatoio di fronte e lascio anche io la tendina leggermente aperta, attraverso un gioco di specchi riesco a vederla. Lui aspetta che io entri e poi si rimette in posizione. Evidentemente l'unico a voler giocare non sono io, ci ha preso gusto e vuole farmela pagare per quello scherzetto. Non mi resta quindi che continuare a giocare ed azionare ancora il giochino. 10, forse 15 secondi, lo lascio premuto stavolta, la vibrazione è continua. Durante tutto quel tempo la vedo stringere le gambe, mordersi le labbra e tenersi con le mani i seni, coperti dal reggiseno slacciato. Non appena quella tortura è finita ci mette qualche secondo prima di riprendersi. Butta via il reggiseno sulla panca prendendo l'altro. Non si fa problemi a coprirsi, lasciando intravedere quei capezzoli piccoli e appuntiti, tutti da mordere e succhiare. La visione che da è uno spettacolo per gli occhi e non solo. Il mio membro è duro e sveglio sotto i pantaloni, immagino lo sia anche quello dell'uomo lì fuori. Apro leggermente la tenda e infatti lo vedo ancora lì, immobile. Quella che non rimane ferma però è la sua mano, si tocca lì sotto, seppur con discrezione, evidentemente anche il suo non ne vuole sapere di stare calmo.
Lisa ormai consapevole dello spettacolo che sta dando si veste pian piano, non capita tutti i giorni di dare spettacolo in un camerino, quella situazione le sta piacendo e pure tanto. Conoscendola sarà pure eccitata al massimo, se solo l'uomo avesse più coraggio e si avvicinasse, sicuramente ne trarrebbe più vantaggio, anche fisicamente. Ma lo spettacolo non può continuare a lungo, così indossa quel vestito e poi esce per guardarsi meglio allo specchio. È proprio in quell'istante che l'uomo invece di avvicinarsi, decide di andare via. Nel vederlo andare tira un sospiro di sollievo seppur da un lato dispiaciuta. Si guarda nello specchio grande del corridoio, il vestito le calza alla perfezione, si gira e mi guarda dalla tendina leggermente aperta, mi vede in mutande, senza pensarci due volte entra dentro. La forma del mio cazzo duro spicca dai boxer, un istante e si abbassa davanti a me, libera finalmente il mio amichetto e se lo ficca tutto in bocca. Dalla foga che ci mette capisco il suo stato di eccitazione a che livello è, d'altronde come non capirla. La voglia è tanta e la sua lingua è così calda che non ci mette molto a farmi venire, ingoiando fino all'ultima goccia, prima di rialzarsi e tornare nel suo camerino a rivestirsi.

Usciamo da quel negozio con altre buste in mano, le dico di aspettarmi, così da poter andare in macchina e lasciare quelle buste, prima di entrare a fare la spesa. La lascio davanti al chioschetto, nell'attesa mi dice che prenderà un caffè. Passano 5 minuti in tutto, al mio ritorno non la trovo lì in piedi. Mi giro intorno, la trovo seduta ad un tavolino, ma non da sola. Un uomo mi dà le spalle, non riesco a capire chi sia. Giro intorno stando alla larga, così facendo riesco a capire chi è l'uomo, lo stesso che poco prima si è goduto la vista nei camerini. Parlano, ridono, sembra che la compagnia non le dispiaccia. Resto a distanza, cercando di non farmi notare da entrambi. Entro in un negozio, resto nascosto dalle cose esposte in vetrina, da un piccolo spiraglio riesco a guardarli. Si diverte, chissà cosa si diranno, ci penso su, forse non è nemmeno il caso di azionare il giochino, d'altronde se sono seduti insieme e ridono qualche riferimento a ciò che era successo prima l'avranno pure fatto. Ci penso un attimo, poi mi decido, prendo in mano il telecomando, mano sul pulsante e premo ma…non succede nulla. O è stata così brava a camuffare quella vibrazione o la distanza è troppa, eppure non mi sembra così lontana. Esco dal negozio e sempre senza farmi notare mi avvicino, passo velocemente alle loro spalle e mi nascondo dietro un passante e premo ancora, ma anche stavolta nulla, nessun movimento suo, nessun gemito. La cosa non mi quadra, premo ancora, la lucina del telecomando si accende, quindi funziona, possibile si sia scaricato l'aggeggio che lei tiene tra le gambe? Premo altre 3, 4 volte, anche prolungatamente, ma nulla. Qualcosa non va, resto nascosto cercando di tenere sott'occhio quei due che continuano nella loro piacevole chiacchierata. Finiscono di bere i loro caffè, Lisa si gira alle sue spalle come per cercarmi, non mi trova anche perché in quel momento mi nascondo completamente perdendo la visuale. Lascio passare qualche secondo e poi mi riaffaccio, sono in piedi e si stanno spostando. Li seguo da lontano, li vedo entrare dentro al supermercato. Lei prende un carrellino, lui da galantuomo si offre nel portarlo. Girano per gli scaffali, prima di avviarsi verso la zona delle cose da mangiare passano nel reparto libri. Vedo lui prenderne alcuni e parlare con lei, come a suggerirle qualcosa. "Fa l'intellettuale il tipo", però si sa vendere bene visto che lei sembra molto incuriosita, al punto di mettere nel carrello uno di quei libri suggeriti, dopo averne letto la trama. Passeggiano per gli scaffali, uno di fianco all'altro, come due innamorati, seppur spesso lui le dà la precedenza, d'altronde come dargli torto, con quel vestitino che ha addosso è impossibile non ammirare il suo bel culetto e quelle belle gambe. Per tutto il tempo me ne sto a distanza provando più volte ad azionare l'aggeggio, ma nulla, nessun movimento strano in lei. A quel punto capisco che Lisa ha fatto la furbetta, che non si tratta di un non funzionamento, ma che in realtà lei quel coso se l'è proprio tolto e l'avrà messo in borsetta. Devo vendicarmi, devo escogitare qualcosa e passando tra gli scaffali nel reparto dove ci sono i prodotti di igiene prendo un pacco di preservativi e il gel lubrificante, aspetto il momento adatto e passando velocemente li metto dentro il carrellino. Continuano a fare la spesa, in realtà sembra più che stiano passeggiando in centro, continuando a chiacchierare piacevolmente e scherzando, lo si nota dalle loro espressioni, soprattutto lo vedo dal viso di Lisa, quella presenza e quel corteggiamento non le dispiace affatto. Per tutto il tempo non si è mai girata indietro, sapeva benissimo che io ero lì, che la stavo seguendo, ma la cosa sembrava non interessarle affatto, anzi faceva tutto il possibile per far credere all'uomo che ci stava, tutto questo per farmi ingelosire di più. E glielo faceva notare anche con il corpo, nel modo di camminare, sexy e sensuale, con gli sguardi, intensi e compiacenti, nello stargli molto vicina, quasi attaccata. Chissà cosa l'uomo già immaginava, dopo la scena del camerino d'altronde perché non farsi strane idee, probabilmente già immaginava le sue mani su quel corpo, la sua bocca su quei capezzoli, quelle labbra sul suo cazzo.
Finalmente arrivò il momento di recarsi alle casse, soltanto in quell'istante lei si girò, cercandomi. Da lontano vidi la sua espressione, sembrava nervosa, forse si era accorta di aver esagerato e voleva dare fine a quel gioco, sperava in me che la liberassi da quell'uomo. Si girò più volte in tutte le direzioni, nel frattempo l'uomo stava mettendo sul nastro le cose comprate fino a quando non tirò su quelle due cose che di nascosto avevo messo dentro. Sembrò dirgli qualcosa, lei nel vedere quelle cose rimase a bocca aperta. Lui le sorrise, lei arrossì immediatamente, rialzò lo sguardo per cercarmi, stavolta le diedi modo di farmi notare. A distanza le sorrisi, dal movimento delle sue labbra riuscii a capire cosa mi stava dicendo. SEI UN COGLIONE. QUESTA ME LA PAGHI!
Era incazzata con me, per tutto il tempo rimase con lo sguardo basso in attesa che la commessa passasse tutto e le dicesse quanto pagare. Passò la carta, nel frattempo il galantuomo che aveva accanto mise tutto dentro una busta, senza più cercarmi andò via con lui. Nel guardare la scena mi ero dimenticato che dovevo uscire pure io, cercai l'uscita senza acquisti che però era dall'altra parte rispetto a dove mi trovavo. A passo svelto mi recai verso l'uscita e una volta fuori andai subito alla loro ricerca, ma non li trovai. Si erano come volatilizzati, girai più volte guardando dentro i negozi, ma nulla. Entrai nei bagni, non potevo di certo entrare in quello delle donne, provai in quello dei maschi ma non sentii nessun rumore o verso particolare. Mi abbassai pure, per vedere se si vedevano piedi in più, ma nulla. Impossibile che fossero lì. Uscii, provai ad aprire quello riservato ai disabili ma era vuoto. L'unico dubbio che fossero in quello delle donne. Aspettai qualche minuto, dai bagni delle donne uscì una ragazza.
- "Scusa. Per caso hai visto dentro una con un vestito corto blu?", le chiesi.
- "No. Non c'era nessuno dentro, il bagno era vuoto", mi rispose.
La ringraziai, com'era possibile che non fosse nemmeno lì. I parcheggi erano distanti, impossibile che fossero riusciti ad arrivarci in quei 2 minuti che avevo perso dentro al supermercato per uscire. Girai a vuoto, ancora nulla. Se la sua intenzione era quella di farmela pagare stavolta ci era riuscita davvero. Ero nervoso, la gelosia che saliva, sfiduciato giravo a vuoto fin quando non mi si accese una lampadina. Quale posto poteva essere migliore per farmela pagare se non dentro quel camerino? Rientrai nel negozio, quasi mi sembrò di sentire la sua scia, il suo profumo. Presi la prima cosa che trovai e mi spostai verso i camerini. Erano tutti aperti, tranne uno, quel camerino. Dal movimento della tenda poteva sembrare che qualcuno si stesse cambiando, la lunga tenda inoltre non dava nemmeno la possibilità di guardare sotto, se vi fossero 2 o 4 piedi. Non mi restava che spostarla, al costo di farmi beccare. Prima provai ad ascoltare, non si sentiva quel suono ritmico di un corpo che sbatte sull'altro. Il dubbio c'era. Pian piano scostai la tendina lateralmente, intravidi la panca, sopra di essa la busta della spesa ma soprattutto il tubetto di gel lubrificante. Mi spostai per cercare di vedere meglio e proprio in quell'istante sentii un mugolio strozzato e vidi la mano di lui davanti la sua bocca. I suoi occhi spalancati di dolore, come avesse ricevuto un colpo che le aveva fatto male. In realtà l'espressione cambiò subito, non appena si iniziarono a sentire anche delle spinte. Il dolore si era trasformato in piacere, la mano che le strozzava i mugolii e l'altra sul seno nudo. Nella stessa posizione in cui un'ora prima si era trovato l'uomo nel vedere Lisa che si spogliava, in quella stessa posizione di cui io sorridevo nel vedere l'espressione di lui nel guardare quello spettacolo, ora mi ci trovavo io, meno sorridente rispetto a prima, da dove si poteva ammirare ugualmente dello spettacolo che Lisa stava offrendo, stavolta però aiutata da qualcun'altro che dietro di lei le stava facendo sentire tutta la durezza del suo cazzo dentro quel suo meraviglioso culo.
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