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Margot scopre se stessa Cap.I


di Figar0na
08.02.2018    |    16.140    |    3 9.4
"Per cui ci facemmo offrire qualche bicchiere, risparmiando volentieri ma ci presentammo con nomi falsi e sparando tante cazzate che tutti, appena capito..."
Finalmente era tutto pronto, 4 giorni in totale libertà da passare con le mie amiche di sempre, l’occasione era il prossimo matrimonio di Ilenia, e come potevamo farci scappare l’occasione? Appena saputa la notizia Natalya aveva urlato “Siiiiiiiiii! Ci mettiamo subito all’opera per organizzarti l’addio al nubilato del secolo”. Ovviamente poi era finito tutto su di me, le mie ragazze sono euforiche ma quando si tratta di organizzare alla fine tocca sempre a me.
Il programma in realtà non era nulla di eccessivo, prevedeva tre giorni di totale relax in una spa in montagna, e, ma questo le ragazze non lo sapevano uno spogliarellista professionista ed uno spettacolo privato. Ovviamente avremmo alternato giornate in spa a serate fuori tra ragazze.
In auto il clima era già ridereccio, Roberta alla guida continuava a suggerire a Ilenia cosa indossare sotto l’abito da sposa, e fu fermata da urla isteriche e risate alla proposta di indossare uno strap on sotto l’ampia gonna del suo abito, per esordire nella prima notte col neo marito con una bella sorpresa.
Finalmente arrivammo all’hotel e prendemmo possesso della stanza, era enorme ma in fondo contavamo di passarci poco tempo e di folleggiare il resto del tempo. A me toccò il matrimoniale da dividere con Natalya, ma era meglio così Antonietta ha sempre detto di dare i calci nel sonno e nella mia valigia c’erano solo abiti corti e minigonne, non volevo certo lividi sulle mie gambe.
Iniziammo i preparativi per la serata, e immagino che il sorriso che la ragazza alla reception si scambiò con il cliente in attesa, un bel ragazzo rasato, indicasse fosse chiaro che avevamo voglia di divertirci. Io avevo provato a lisciare un po’ la mia chioma castano chiaro, con riflessi biondi ma come al solito mi ero arresa dopo poco, ne era uscito però un effetto mosso non male, indossavo poi una minigonna nera attillata ed una camicetta a bianca a righine azzurre sbottonata il giusto sulla mia terza, il clima era freschetto però quindi d’obbligo le calze.e dato che prima di partire il mio fidanzato si era comportato da cretino, in valigia avevo messo per ripicca solo intimo sexy e autoreggenti. Non che avessi intenzioni maliziose ma sapevo gli avrebbe dato molto fastidio. Niente tacchi alti per quella sera ne avevo un solo paio, per la cena e i locali preferivo i miei stivaloni alti.
Natalya invece con i suoi soliti capelli liscissimi e gli occhi chiari aveva abbinato un vestitino rosso aderente e calze ricamate e stivaletti col tacco. Niente scollatura esagerata per lei, magra e con la sua seconda puntava soprattutto sul fisico elegante e le sue gambe. Antonietta che adorava i toni scuri ed era consapevole di quanto gli occhi dei maschietti cascassero sul suo culetto (anche i miei talvolta, lo ammetto), aveva optato per un pantaloncino nero, calze scure con ricami e stivali appena sopra il ginocchio, anche lei niente tacchi. Sopra una semplice maglietta nera, anche se le ho sempre detto che il suo seno è tutt’altro che insignificante, una seconda bella tonda, ma non si convince, i capelli scuri lisci e gli occhi truccati in modo marcato però erano molto intriganti. Infine Roberta, la più giovane e pazza di noi aveva decisamente esagerato, con un vestitino nero, aderentissimo sul suo seno abbondante e sui fianchi che calamitavano gli sguardi, aveva anche 24 anni ma tra la scollatura sulla schiena e le parti velate, restava davvero poco di celato, avendola vista mentre si preparava sapevo inoltre che indossava delle autoreggenti con la riga dietro ed un perizoma a filo per non lasciare segni sul vestito, le labbra evidenziate di rosso, gli occhi chiari e i capelli scuri la rendevano una vera mangia uomini.
Al ristorante i camerieri facevano a gara per servirci e mangiammo divinamente, le ragazze mi facevano morire dal ridere, e la situazione degenrò a livelli di isteria quando ci spostammo in un bar in centro, dove demmo un bel po’ da lavorare ai nostri fegati. Non mi sfuggivano le occhiate dei ragazzi, la maggior parte delle quali lasciava sottintendere, bevete bevete che appena sbronze vi scopo, ma nonostante l’euforia non eravamo uscite in caccia. Per cui ci facemmo offrire qualche bicchiere, risparmiando volentieri ma ci presentammo con nomi falsi e sparando tante cazzate che tutti, appena capito l’inghippo si allontanavano rabbuiati
Eravamo quindi belle cariche quando decidemmo di andare a ballare in una nota discoteca nelle vicinanze dove ovviamente non avemmo nessun problema ad entrare. Un altro giro di cocktail e poi lanciate in pista a ballare. Passarono appena due minuti e Roberta già ballava avvinghiata ad un fighetto chiaramente paccato di soldi, con il suo modo ai limiti del porno. Noi avevamo anche attirato attenzioni e ci divertivamo a fare le stupide, dando prima occhiate di fuoco per poi ignorare del tutto il tipo di turno o addirittura allontanandolo. Ad un certo punto incrociai lo sguardo di un ragazzo al bancone, i suoi occhi verdi mi ricordarono qualcosa e probabilmente dovetti fissarlo più a lungo perché lo vidi sorridere, con un aria da stronzo. Quegli occhi mi ricordavano qualcosa ma un po’ la mia memoria da pesce rosso, un po’ gli alcolici mi impedivano di focalizzare. Mi resi conto di averlo fissato troppo a lungo e ripresi ad ignorarlo, ma la curiosità mi fece tornare a guardarlo e di nuovo mi feci sorprendere a fissarlo, di nuovo quello sguardo che mi mise in soggezione che mi fece sentire come una bambina sorpresa a fare marachelle, ma in fondo che avevo fatto di male? Perché mi sentivo così in colpa? Quegli occhi mi scavavano dentro e mi lasciavano senza difese. Tornai a concentrarmi sulle mie amiche quando con la coda dell’occhio vidi il ragazzo avvicinarsi e iniziare a ballare guardando nella mia direzione qualche metro più in là. Certo che era sfacciato, lo elessi mia prossima vittima, ballai lentamente passando le mani sulla scollatura della camicetta, aprendola appena….lui guardava e bastò quel gesto per farlo avvicinare, povero pollo….si avvicinava con quello sguardo sicuro di se…era ormai ad un paio di passi e stavo giusto per voltarmi verso le mie amiche lasciandolo di stucco, quando lo vedo superarmi e puntare sulla biondina in tubino nero alle mie spalle. La afferra per la vita e balla con lei, non prima di aver fatto un sorrisino da stronzo nella mia direzione. Che odio…
Decisi di ignorarlo e tornare a concentrarmi sulla serata, altro cocktail e poi un po’ sedute per far riposare i piedi e dire cavolate. Ma tutto quell’Alcool ora reclamava di uscire….dovevo fare pipì quindi mi avviai verso il bagno delle ragazze.
Era appena salito in consolle il tronista di turno quindi il momento era giusto, il bagno era praticamente vuoto, mi liberai e mi stavo giusto controllando il trucco allo specchio quando la porta si aprì e due corpi avvinghiati entrarono dentro. Si trattava proprio del ragazzo della pista e della biondina che non si era evidentemente fatta scrupoli a concedersi. I due si baciavano con passione, lei aveva gli occhi chiusi e si strofinava come una gattina in calore, lui invece li aprì e incrociò i miei, per un secondo parve divertito dal trovarmi lì e di nuovo, odiando me stessa, mi sentii colpevole di qualcosa ed imbarazzata. Per fortuna i due si chiusero in un bagno e inequivocabili rumori di zip indicarono che lei si era messa all’opera, giuro che sarei uscita se quella stronzetta bionda non avesse esclamato”Oh mio dio, che cazzo”… seguito poi da un chiaro rumore di risucchio. Quell’esclamazione mi aveva colpito come un pugno allo stomaco, e mi ritrovai ad entrare nel bagno accanto al loro e chiudermi dentro. Dall’altra parte del muro si sentiva un chiaro rumore di risucchi e leccate e il respiro profondo di lui, alternava un ritmo lento per gustarsi il cazzo ad uno veloce per farlo arrapare, però la biondina se lo voleva proprio gustare. I rumori furono interrotti da un verso più gutturale seguito da alcuni colpi di tosse strozzati, evidentemente glielo aveva ficcato in gola, idea confermata dalla biondina che udii dire “ Così mi strozzi…mi arriva in fondo alla gola” con aria divertita ed un’odiosa erre moscia da vip. Mi domandai se la ragazza esagerasse per compiacere il suo maschio o fosse vero, la curiosità mi mangiava e pensai che in fondo, una rapida occhiata potevo anche darla, se fossi stata discreta. Salendo sulla tazza, riuscii ad affacciarmi appena di là e potei finalmente assistere alla scena, lei seduta sul Water con le gambe oscenamente allargate e un perizoma trasparente in bella mostra, e lui, in piedi di fronte a lei con un cazzo duro di fronte al suo viso. Come lunghezza doveva essere 18 cm, era un più lungo di quello del mio ragazzo che sapevo essere 15, ma soprattutto aveva una circonferenza notevole, come una lattina di red bull. Eppure la biondina non si faceva scrupoli a lavorarlo di bocca, aiutata dalle sue mani che la tenevano saldamente guidandola nel pompino. Seppure la tipa fosse abile con la bocca, il ragazzo voleva evidentemente gustarsi appieno quel giovane corpo, quindi senza delicatezza (che modi pensai) la sollevò e dopo averla chinata poggiò il suo cazzo alla fica di lei, iniziando una penetrazione lentissima sottolineata dai mugolii della biondina. Voleva evidentemente farglielo sentire tutto…beata lei mi trovai a pensare per un secondo, ma poi mi ripresi, pur rendnendomi conto di essere ormai un lago, stavo comportandomi da guardona. Nel muovermi per scendere dovetti attirare l’attenzione di lui che per la terza volta in una serata incrociò il mio sguardo. Stavolta però scappai via tornando dalle mie amiche cercando di scacciare dalla mia mente l’immagine di quel cazzo.
La serata filava liscia, e volse alla conclusione, al momento di andarsene, giusto dopo aver salutato Roberta che andò via col suo fighetto, avemmo una bella sorpresa, la mia auto, forse per il freddo era totalmente morta, senza nessuna intenzione di rimettersi in attività, bella seccatura per una serata in montagna. Mentre cercavamo di dividerci le colpe e incuranti del disastro sparavamo cazzate a raffica nel parcheggio oramai mezzo vuoto, si accostò a noi un auto nera ed enorme, si abbassò il finestrino ed una voce chiese se avessimo bisogno di aiuto. Ora di noi nessuna era in grado di fare rifrnimento da sola, figuriamoci riavviare un auto, per cui chiedemmo al nostro soccoritore se potesse provare a risolvere il problema, e mi sentii sprofondare quando dall’auto scese proprio lui il ragazzo della serata. Avvampai e pregai che nessuna delle mie amiche lo notasse, di certo il sorrisino da stronzo confermò che lui mi avesse riconosciuta. Le altre per fortuna erano troppo alticce per notare alcunchè. Cercai di estraniarmi mentre le mie amiche ridevano e scherzavano e lui rispondeva a tono, con le maniche della camicia arrotolate sui gomiti era a suo agio come prima con quella biondina. Poi sentenziò “Niente da fare, conviene tornare domattina con i cavi, un carro a quest’ora costa un occhio della testa”
“E noi come torniamo? Non voglio dormire sotto i ponti, anche se con quello che guadagna il mio ragazzo forse dovrei iniziare ad abituarmici”
“Nessun problema ragazze, siete anche voi all’hotel Neptune, vero? Io devo giusto tornare lì” Ecco chi era, il ragazzo che avevo intravisto alla reception mentre uscivamo, oddio avrei anche potuto incontrarlo di nuovo nei prossimi giorni.
“Siiii, che culo!” Sbottò Natalya. Eravamo in quattro e le altre furono più svelte di me a lanciarsi sul sedile posteriore, lasciando me accanto al ragazzo.Maledissi la gonna troppo corta che mostrava appena l’inizio delle autoreggenti e nonostante tutti i miei movimenti mi sentivo nuda davanti a lui, che scoprimmo chiamarsi Rocco, e che reggeva alla grande la conversazione con le mie amiche ma non lesinava sguardi golosi alle mie gambe e alla mia scollatura. Che situazione...

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