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Ritrovarsi...Riscoprirsi


di Figar0na
10.01.2019    |    30.594    |    6 9.5
"I due si guardarono allo specchio un po’ scombinati dopo l’amplesso, ma sorrisero complici, e mentre si ricomponevano Rocco disse “CERTO CHE E’STATO UN..."
Rocco era immusonito, guardava fuori dal finestrino e osservava il paesaggio scivolare velocissimo senza lasciargli il tempo di catalizzarsi sui dettagli, non che ne avesse particolarmente voglia, ma di essere trascinato a quella cena di famiglia proprio non aveva voglia. Ma d’altra parte che altro fare la sera di Natale se i tuoi amici vanno a sciare e tu ti sei appena ripreso da infortuni in palestra? Per fortuna che non era un fissato, amava essere in forma e le spalle larghe aiutavano in questo, poi pettorali e addominali erano accennati, niente tartaruga scolpita, amava troppo la vita per non concedersi quei piccoli peccatucci assolutamente vietati a chi ambisce a quelle forme.
Non partecipava più a quegli eventi di famiglia da quando era adolescente, però una parte di lui li rimpiangeva, ricordo di tempi felici della sua infanzia. Tutto sommato gli era sembrata un’alternativa preferibile a restare a casa da solo. Poi alcuni dei suoi zii erano davvero uno spasso, di sicuro ci sarebbe stato vino a fiumi quindi almeno quattro risate se le sarebbe fatte. Era natale e di conseguenza i suoi erano molto eleganti, persino sua madre aveva tirato fuori i tacchi alti, sebbene fosse un pranzo di famiglia tutti ci tenevano ad essere in tiro. Quindi anche Rocco aveva optato per un completo giacca e pantalone scuro a cui aveva abbinato una cravatta glicine, niente di troppo formale insomma.
La villa di Zio Enzo era il ritrovo abituale di questi eventi, e la doppia scalinata esterna all’ingresso con la facciata elegante la facevano sembrare quasi una sala ricevimenti. In realtà sebbene Zio Enzo discendesse da una ricca famiglia proprietaria terriera, lui gestiva due concessionarie auto usate, sul cui kilometraggio Rocco era certo fosse meglio non indagare troppo. Insomma se la passava bene ma era nato con la camicia. Le auto parcheggiate di fronte alla villa poi non erano Lamborghini e Maserati, giusto qualche Suv e berlina ma per il resto normalissime utilitarie dei vari parenti.
Entrarono nelle sale e liberatisi dei cappotti iniziarono a salutare vari zii, cugini, cognati, prozii e affini, ogni tanto la madre di Rocco provava a spiegare al figlio chi fosse quell’attempato signore o quella notevole quarantenne infiorettando il tutto con aneddoti e pettegolezzi, ma dopo il terzo livello di parentela Rocco si perdeva e si limitava ad annuire. Il lato positivo della situazione era che mentre tutti bevevano l’aperitivo nel salone, Rocco potè notare come tutti dalla poco appetibile Zia Marilia fino alla procace cognata del cugino avessero optato per vestitini stretti, tacchi alti e scollature generose.
In quel florilegio di parentele e gossip fu come un’ondata di luce l’ingresso in sala di una ragazza. Indossava un tubino nero, non proprio cortissimo da cui si intravedevano due gambe meritevoli di maggiore esposizione, inguainate in calze nere di buona fattura che terminavano in un paio di scarpe col tacco nere con la suola rossa, nella parte superiore invece il vestito era costretto ad un superlavoro per contenere un decolletè splendido, almeno una terza piena ed orgogliosa. Il viso era sorridente incorniciato da capelli mossi, di un colore nero così intenso da essere luminoso, luchi sotto le spalle, e con una frangetta sulla fronte che evidenziava due occhi chiari come sa esserlo solo il mare in estate e delle labbra morbide e carnose eccitatamente evidenziate da un rossetto intenso e acceso . In quel momento sparirono tutti dalla stanza e Rocco, con fare falsamente disinteressato chiese a sua madre, chi fosse quella ragazza. “Ma come, non ti ricordi? È tua cugina Margot, a mare giocavate sempre era un vero maschiaccio, sempre con le ginocchia sbucciate”
Ma certo Margot era la sua cuginetta, ma si frequentavano da piccoli, quando ancora una femminuccia è solo una noia per un maschietto, ma lei era spassosa, non si staccava mai da lui è vero, lo seguiva persino per vedere le partite con i suoi amici, ma sapeva stargli dietro in bici e adorava giocare a palla. Con l’adolescenza però si erano persi di vista e Rocco non aveva potuto apprezzare lo sbocciare dei suoi seni e delle sue forme, per ritrovarsela ora davanti in tutta la sua sensualità.
Mosso da un desiderio tutt’altro che fraterno si avvicinò a salutarla, e la vide esplodere in un sorriso luminoso quando lo riconobbe, posò la mano sul suo fianco, forse più in basso di quanto pudore pretenda, ma se anche Margot si fosse accorta di nulla non lo diede a vedere. Si scambiarono domande di circostanza, poi suonò l’adunata e tutti si accomodarono alla lunga tavolata. Margot afferrò Rocco per mano e lo trascinò al posto accanto al suo.
Già alla fine degli antipasti Rocco si rese conto divertito di quanto Margot fosse logorroica, si divertiva a volte a contraddirla solo per vederla arrossire ed infuriarsi, anche perché queste distrazioni gli permettevano di tuffare lo sguardo nella sua scollatura o sulle sue cosce accavallate che le calze rendevano ancora più attraenti facendo impazzire Rocco dalla curiosità di sapere che altro indossasse. La cena andava piacevolmente avanti con un sacco di vino che scorreva tra gli invitati, dando il via alle tremende barzellette di Zio Mario, alle risposte sempre cattive del cugino Paolo e tutti erano allegri ed anche parecchio alticci, dall’altra parte del tavolo più spostata sulla sinistra la cognata o la cugina di terzo grado di qualcuno parlava con la sua vicina e il suo seno probabilmente rifatto era praticamente in mostra per la posizione di Rocco, che la guardava imbambolato, finchè la tipa non se ne accorse e ricambiò con un sorrisino. L’idillio fù rotto da Margot che tirò un forte pizzico sulla coscia di Rocco, parecchio doloroso visto lo scatto di Rocco. Un po’ pentita la cuginetta, dopo una forte risata cristallina, iniziò a massaggiare la coscia di Rocco dicendo tra le risate
“POVERO PICCINO, TANTA BUA, TANTA BUA”.
Di solito Rocco avrebbe trovato il modo di ribattere in qualche modo, ma la mano della cuginetta si muoveva sulla coscia palpando e strofinando in un massaggio circolare risalendo pericolosamente verso l’alto e scivolando a sorpresa piuttosto all’interno, se poi si aggiunge che con le sue labbra si avvicinavano pericolosamente all’orecchio e al collo del malcapitato cuginetto, allora si capirà quanto la situazione si facesse durissima per Rocco, la cui erezione era oramai più che evidente nei pantaloni di tessuto morbido.
La protuberanza sull’inguine era in bella mostra tanto che anche Margot ci fece cadere l’occhio sopra e sbarrò gli occhi…..poi la sua espressione cambiò, si addolcì e sussurrò con un sorrisino infame, quasi sfiorando l’orecchio del cugino con le sue labbra voluttuose “NON IMMAGGINAVO TI FACESSE COSI’ PIACERE RIVEDERCI”.
La risposta spiazzò Rocco e mentre tutti si alzavano per gli amari ne approfittò per recarsi in bagno, aveva decisamente bisogno di una rinfrescata quindi cercando di dissimulare l’ingombrante erezione camminando un po’ curvo salì al piano superiore e si chiuse nel bel bagno patronale. Con una certa difficoltà di fronte al water tirò fuori il suo cazzo e spinse la punta verso il basso nonostante svettasse orgogliosamente verso l’alto. Le immagini e le sensazioni appena vissute gli scorrevano davanti agli occhi e la sua mano che prima reggeva quel pezzo di carne durissima con le dita ora lo stringeva nel pugno e senza quasi rendersene conto iniziò a massaggiarlo, mentre gli occhi si socchiudevano, immaginando la cugina in pose poco caste…sempre più svestita.
Prima di giungere all’orgasmo Rocco si riprese, e si rese conto di essere chiuso in bagno a masturbarsi per la cuginetta, si sentì un po’ ridicolo e con qualche sforzo rimise il suo arnese a posto, nonostante fosse tutt’altro che a riposo ed uscì dal bagno. Tornato al piano di sotto scoprì che oramai gli ospiti si erano alzati e sparpagliati per il salone, e lui ne approfittò per uscire sul balcone in cerca di aria fresca e per schiarirsi le idee, si sentiva un po’ confuso, quasi sporco nel desiderare carnalmente la sua cugina, ma quelle forme, quel modo di fare, anche il viso da brava ragazza che invece cela un animo da zoccoletta, si, ok, questa era solo un’intuizione, suffragata dalle sue provocazioni della sera ma poteva anche solo essere confidenza e sfottò legati alla parentela. Insomma il contrasto tra il senso di depravazione e l’eccitazione lo lasciava spaesato.
Perso tra questi pensieri fu un colpo al cuore sentirsi abbracciare alla schiena da qualcuno che poi posò la testa sulle spalle, si trattava ovviamente di Margot, che con i tacchi poteva quasi raggiungere la sua altezza e sibilargli all’orecchio
“CERCAVI DI SCAPPARMI?”.
Come se non bastassero i suoi seni gonfi posati sulle spalle, la cuginetta lo cinse in vita con il braccio stringendolo a se, lasciando poi la sua mano poco sopra la vita di Rocco. Il ragazzo, decise di testare la sua intuizione e pose la mano destra su quelle di Margot, mentre la sinistra si spostava dietro ad arpionarla quasi scivolando sulla schiena della cugina…iniziando una lenta carezza
“AVEVO BISOGNO DI RINFRESCARMI, ERO BOLLENTE”
“CUGINETTO, HAI PAURA DEL FUOCO?”
“NESSUNA PAURA, EPPOI CERTE VOLTE DOLORE E PIACERE SI CONFONDONO”
Rocco non si limitò alle parole con la mano iniziò a salire e scendere sulla schiena, giungendo molto in basso, quasi all’altezza di quel culo paradisiaco, e il suo pisello ebbe un sussulto accorgendosi di qualche punto del tessuto più gonfio, come il segno di un intimo, si trattava di striscette sottili e sul fianco avrebbe pure scommesso di intuire del pizzo…. La cuginetta era decisamente piena di sorprese, e il fatto che i capezzoli ormai turgidi puntassero sulla schiena del cugino lasciava intendere che l’intuizione di Rocco fosse decisamente azzeccata. A questo punto valeva la pena alzare la posta, e la mano del ragazzo percorse i fianchi della cugina spostandosi lentamente tra i due corpi, Rocco sentì il respiro della ragazza mozzarsi, sorpresa, mentre le dita erano già sulla sua vita dirette verso il centro del suo piacere. Margot sussurrò un “MA…” mentre la pelle diveniva d’oca, le sua mani erano bloccate da quella del cugino e sebbene potesse idealmente spostarsi indietro qualcosa glielo impediva, anche se sentiva quanto tutto fosse inopportuno. Proprio quando il medio di Rocco sfiorò il bordo superiore del suo perizoma, la ragazza si divincolò e si allontanò sorridendo.
La vide sculettare dirigendosi all’interno della stanza, la vide voltarsi con lo sguardo basso, come a cercare il coraggio, poi sollevare la testa e sorridere nella sua direzione mentre il primo piede si posava sul gradino e saliva per le scale. La caccia era iniziata, sebbene in quella strana danza di corteggiamento i ruoli di cacciatore e preda si capovolgevano di continuo.
Anche Rocco si avviò su per le scale e si godette ogni istante in cui i fianchi della cuginetta scattanti e sodi, una gioia per chi li palpasse, si muovevano sotto il tubino stretto disegnando un otto rovesciato da perdere la testa.
Lei camminava piano girando appena la testa per assicurarsi che il cugino la seguisse, e Rocco ne era certo per godersi la sua eccitazione, finchè voltato l’angolo del corridoio Rocco la vide poggiare la mano su una maniglia ed entrare nella stanza degli ospiti. La porta rimase aperto come un invito…..



Rocco entrò nella stanza avvolta nella penombra salvo le luci che provenivano dall’esterno e vide l’immagine della cuginetta, stesa sul letto, i piedi sollevati in una posa vezzosa e le lunghe cosce voluttuose restavano maliziosamente scoperte più del decoroso a causa della posizione, puntata sui gomiti e con la mano a sorreggerle il viso, aspettava il cuginetto con un sorriso e lo accolse dicendo:
“TI RICORDI? QUANDO GIOCAVAMO A NASCONDINO CI NASCONDEVAMO SEMPRE QUI, IO TI CHIEDEVO SEMPRE DI METTERCI SOTTO IL LETTO, TU SCEGLIEVI INVECE L’ARMADIO, HAI CAMBIATO GUSTI ORA O SCEGLI SEMPRE L’ARMADIO?”
Rocco chiuse la porta dietro di se, e si sedette sul bordo del letto, la punta delle sue dita si posarono sul tacco esagerato delle scarpe di Margot, lo sfiorarono e quasi strinsero con due dita percorrendone i bordi lisci in su e in giù, tanto che la cugina pensò “STA MASTURBANDO LE MIE SCARPE” e per qualche assurdo motivo la cosa le diede un brivido che giunse fino al basso ventre.
“CERTE SCELTE SONO TALMENTE FACILI…”
rispose Rocco, la cui mano percorreva ora il polpaccio di Margot apprezzando la qualità delle calze e scivolando ben presto sulle cosce, morbide, calde, così tornite da perderci ore a toccarle. Lo sguardo obliquo di Margot, sotto la frangetta scura non perdeva un solo istante e le sue spalle si mossero languidamente, come una gatta durante le fusa. Ora la mano del cuginetto era troppo in alto per essere confusa con una semplice coccola tra cugini, soprattutto quando raggiunse il bordo del vestitino e senza alcun pudore o rispetto si infilò sotto. Margot richiuse le gambe e provò a risalire un po’ sul letto come a sottrarsi a quella carezza che tanto la sconvolgeva, ma l’altra mano di Rocco le afferrò la nuca e strinse i capelli come una redine, il gesto non fu violento o doloroso, ma talmente deciso e sicuro che Margot si ritrovò a sospirare rumorosamente e si perse in balia di quella morsa, mentre l’altra mano aveva ormai raggiunto ciò che era celato a tutti gli altri.
Rocco era fuori di se, proprio quando la punta delle dita aveva sentito la balza delle autoreggenti la cugina aveva provato a sottrarsi, e questo lui non poteva accettarlo, non in quel momento, per questo l’aveva bloccata e ora la sua mano si gustava quel disegno elaborato e la pelle morbida e bollente nuda sopra le calze. Con il dorso della mano sentiva quasi il calore e l’umidità proveniente dalla fica vogliosa della cugina. La vide con gli occhi appena chiusi mordersi le labbra, lo sguardo rivolto altrove come se quell’atto così intimo e così inopportuno, per quanto eccitantissimo non la riguardasse.
Margot era combattuta tra quella pulsione di chiudere le gambe e il desiderio di godere che le gonfiava la fica e le faceva bagnare il perizoma, “DIO CHE VERGOGNA, SENTIRA’ CHE SONO UN LAGO TRA LE COSCE” pensò. Poi accadde, la mano di rocco si posò sul suo perizoma mentre il cugino si allungava su di lui, le labbra alla base del collo e la sua erezione che spingeva sulla coscia. Dura e sfacciata. Ora sentiva il respiro del cugino accarezzarle la pelle. Quando poi il dito spinse sull’apertura della fica spingendo appena il tessuto dentro la sua voglia lei cedette e mugolò un Aaaah a metà tra la sorpresa e la goduria. Rocco capì che era sua.
La cuginetta era ebbra di voglia, scavalcò il cugino e si pose sopra di lui cavalcandolo, con questo gesto il vestito risalì notevolmente mostrando che le autoreggenti erano sostenute da un vezzoso reggicalze e che quel culo scultoreo che aveva attirato sguardi tutta la sera era sottolineato ed evidenziato da un perizoma nero e rosso, molto natalizio. Lo sguardo di Rocco con quel sorriso da stronzo spinse Margot a spiegare
“A VOLTE MI PIACE ESSERE SEXY ANCHE SE NON LO SA NESSUNO, MI ECCITA AVERE QUESTO SEGRETO SOLO MIO, STARE TRA GENTE IGNARA MENTRE SOTTO INDOSSO LINGERIE”
Rocco non rispose, mentre la mano sinistra si godeva la pelle liscia e calda del culo, le infilò una mano dietro la nuca la tirò a se, e mentre la ragazza si strofinava involontariamente ma con decisione sul suo cazzo la baciò. Fu un bacio lungo, intenso pieno di lingua e di saliva, poi Margot si staccò e in un barlume di lucidità cui nemmeno lei credeva disse
“SIAMO CUGINI ,CHE CAZZO STIAMO FACENDO?”
“TU STAI PER FARTI IL MIO” rispose di rimando Rocco che si abbassò la cerniera e stava per tirar fuori la sua voglia dura, ma la cugina lo fermò, sorrise e si abbassò col viso sulla sua erezione. Il cazzo che Margot si trovò di fronte era decisamente diverso da quelli cui era abituata, li superava in lunghezza e circonferenza, vero, ma soprattutto era così gonfio e violaceo che trasmetteva un’idea di forza e voglia da darle i brividi. Lo strinse tra le mani e si gustò la durezza con qualche su e giù, tirando la pelle tutta indietro scoprendo la cappella enorme e risalendo, giocando col pollice sulla punta come fosse un joystick. Rapita, persa, eccitata. Poi lo baciò, un bacio a stampo come quelli leciti tra cugini, ma lei lo stava dando sulla mazza del giovane che sorrise e poi rimase senza fiato quando Margot inziò la sua danza, lunghe leccate dalle palle ben depilate fino alla punta, profonde discese fino alla gola, roteazioni di lingua sulla cappella e risucchi da tirar via l’anima. Voleva dimostrare di essere una grandiosa succhiacazzi…e ci stava decisamente riuscendo.
Rocco la girò in un bollente 69 e ricambiò il favore senza spogliarla, anzi alternava attenzioni maniacali a quella fica liscia a piccoli baci e morsetti al culo, sul perizoma o sulle balze delle calze per poi ricominciare a leccare, ad abbeverarsi a quella fonte di piacere e desiderio. Il risultato doveva essere eccellente visto che Margot ora aveva poggiato la faccia sul suo inguine e impegnata a godere non riusciva più a sfoderare la sua arte, limitandosi a segare quel pezzo di carne bollente.
Dal piano di sotto giunse una risata fragorosa che fece ricordare ai due consanguinei la situazione in cui si trovavano e che il tempo era tiranno, tra poco qualcuno poteva salire o magari venire a cercarli, ma nessuno dei due aveva intenzione di smettere, non così. Rocco, quasi incazzato dal pensiero di non poter proseguire tutta la notte si sollevò, col cazzo umido e svettante dalla cerniera aperta, si liberò dalla giacca e arrotolandosi le maniche della camicia in un gesto rapido e deciso ma allo stesso tempo preciso prese Margo per mano e la fece alzare, solo per portarla vicino alla cassettiera su cui era presente uno specchio grandissimo.
La mise a pecora su quel mobile e si prese un momento per creare un’istantanea, quella troietta della cugina era offerta a lui, le lunghe cosce slanciate dai tacchi e impreziosite dalle calze, i maliziosi gancetti del reggicalze, il perizoma oramai da strizzare spostato a esibire una fica favolosa, come una albicocca matura, col canale pulsante e aperto dalla voglia, il culo da infarto, ma anche i capelli un po’ scompigliati, il desiderio che le affanna il respiro e la rende languida e calda. Quel poco che rimaneva di razionale in Rocco sparì, non solo non era più suo cugino, ma non era neanche più un primo incontro tra amanti, caratterizzato da esitazioni e pudori. Rocco la arpionò per i fianchi e scivolò dentro di lei senza fatica, tutto, fino alle palle, in un solo movimento, mozzando il fiato alla cugina che si abbandonò sul mobile. Rocco le afferrò la chioma e la costrinse a guardarsi nello specchio mentre usciva completamente solo per riaffondare nelle sue carni. Quale deliziosa tortura per la fichetta di Margot.
Margot si era arresa sentiva i succhi colarle sulle cosce, era ancora incredula, non solo suo cugino la stava scopando ma lo faceva senza alcun pudore. Ora un altro affondo, e poi ancora, finchè il ritmo si fece martellante, il sangue le pulsava le tempie e le gonfiava la fica privandola di ogni lucidità, sentiva l’orgasmo arrivare ad ogni colpo, ed ora erano davvero tanti, pensò
“UNA BELLA RESISTENZA IL CUGINETTO”. Su quell’ultima parola Margot venne, sulla consapevolezza di quanto fosse sconveniente il suo comportamento, quello che aveva appena fatto, godette, mentre la fica le veniva allargata da un giovane che lei stessa aveva irretito e di cui aveva gustato il cazzo, provò un orgasmo che quasi la fece cadere, se non ci fosse stato il cugino a mantenerla.
Non serviva essere degli sciupafemmine per capire che Margot era venuta, ed anche Rocco non voleva prolungare oltre quel piacevole supplizio. Per quanto l’avrebbe scopata tutta la notte non poteva perdere altro tempo, mentre la cugina veniva aveva continuato a scoparla, poi aveva rallentato per farle godere appieno l’orgasmo, ma ora abbassò lo sguardo, vide il suomembro puntare quel culo, quel perizoma, il reggicalze, riaffondò dentro di lei e riprese a sbatterla come un forsennato, voleva godere, voleva riempirla, voleva sborrarla. Il ritmo martellante ripreso all’improvviso fece riprendere Margot che si ritrovò di nuovo ad un passo dal piacere, e accolse con soddisfazione e un pizzico di vanità la durezza del membro di Rocco, chiaramente prossimo ad esplodere. Lo sentì sbattere dentro di lei, poi fermarsi in profondità con le palle a stretto contatto della sua fichetta, e mentre il cugino le mordeva una spalla mormorando “GOOODOO” spruzzarle dentro una serie di schizzi densi e bollenti di sborra.
I due si guardarono allo specchio un po’ scombinati dopo l’amplesso, ma sorrisero complici, e mentre si ricomponevano Rocco disse
“CERTO CHE E’STATO UN PIACERE VERO RITROVARSI”
E Margot gli rispose
“VERO, E PENSA CHE TRA MENO DI UNA SETTIMANA E’ CAPODANNO”
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