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Il giovane cuckold (II)


di neriandrea28
09.06.2021    |    21.011    |    2 9.7
"«La nostra storia è diversa, sono stato io a volere che Sandra mi tradisse..."
CAPITOLO 7

Il sabato successivo, mentre stavamo cenando, Marino ci annunciò che a momenti sarebbero arrivati due amici suoi.
«Vedrete, sono simpatici, ragazzi semplici, non sono degli intellettuali, ma in compenso sono degli stalloni, bravi a scopare e anche a inculare» concluse strizzandomi l'occhio.
Rita accolse con entusiasmo la notizia - le brillavano gli occhi a quella prospettiva - io ne fui molto meno felice, non mi piaceva l'idea, ma ero rassegnato.
Dopo una mezz'ora i due arrivarono. Definirli semplici era un eufemismo, erano due coatti, sui trent'anni, sicuramente provenienti da qualche borgata. Uno, si chiamava Pino, alto e secco, dall'aria arrogante, l'altro, Francesco, scuro di carnagione, più tarchiato, muscoloso, capelli rasati a zero, le braccia tatuate, lo sguardo cattivo.
Marino li accolse con grandi abbracci poi ci presentò.
«Lei è Rita, una mia cara amica» disse indicando la mia ragazza «una gran porcellina» concluse ridacchiando.
I due le strinsero la mano dopo averla squadrata con occhio lascivo. Del resto non poteva essere altrimenti, indossava una minigonna inguinale, maglietta aderente e sandali con tacchi alti.
«Lui è Luca, il fidanzato...» continuò Marino.
«Il cornutello» lo interruppe Pino sghignazzando. Poi mi fissò con aria strafottente «Complimenti, la tua fidanzata è proprio una gran fica!»
Ci sedemmo nell'angolo salotto e Marino servì a tutti qualcosa da bere.
«Tu sei anche frocio, vero?» mi chiese Francesco, che era seduto vicino a me, come se niente fosse, mentre il suo amico parlava con Rita e Marino.
«Veramente no…» cercai di ribattere, arrossendo.
«Ma dai, si vede subito, quelli come te li riconosco lontano un chilometro. Ragazzetti che fingono di essere etero ma appena vedono un grosso cazzo si inginocchiano e cominciano a succhiare! Sai quante volte mi è capitato!»
Mentre lo diceva si palpeggiava l'inguine in modo volgare.
«Poi mi piace sentirli starnazzare quando gli infilo in culo il mio cazzone» continuò «E se non vogliono li convinco a suon di ceffoni!»
«Io…» cominciai, preoccupato.
«Stai tranquillo non ho niente contro i froci,» mi interruppe in tono rassicurante «mi piace incularli anche se preferisco la fica. Però, quando ho bisogno di soldi, metto un annuncio e trovo subito quelli che pagano per farselo mettere» mi guardò strizzando l'occhio «non aver paura a te t'inculo gratis, visto che mi fai scopare la tua ragazza!»
«Andiamo di là, gente!» richiamò tutti Marino alzandosi.
Rita si avviò subito, seguita dai due coatti e da Marino, io per ultimo, molto preoccupato. Quei due mi facevano paura.
La mia ragazza si spogliò in un lampo e si stese al centro del letto in posa provocante. Pino e Francesco la rimirarono poi si affrettarono ad imitarla e presto furono nudi anche loro. Più lentamente mi spogliai anche io e mi sedetti da un lato, mentre Marino rimase vestito.
Pino fu il più lesto. Si inginocchiò sul letto, vicino al viso di Rita. Le prese la testa e se la tirò verso l'inguine.
«Avanti, puttana, comincia a succhiarmi il cazzo!» le ordinò in tono duro. Aveva un corpo ossuto, pallido, quasi glabro, e un cazzo lungo e sottile. Rita non se lo fece dire due volte, aprì la bocca e cominciò a succhiare.
Intanto anche Francesco era salito sul letto. Era scuro e peloso, piuttosto ben dotato, con due grosse palle scure. Allargò a forza le gambe di Rita, si inginocchiò fra le sue cosce e cominciò a titillarle la fica. Poi le infilò due dita dentro e cominciò a muoverle avanti e indietro, sempre più veloce. Lei reagì mugolando di piacere, con la bocca piena del cazzo di Pino, che si stava sempre più ingrossando. Francesco continuò a scoparla con le dita, a velocità vertiginosa, finché lei, si liberò la bocca.
«Basta» implorò «mi stai facendo venire così!»
«No» ruggì Francesco «devi venire col mio cazzo! Voltati»
Afferrò Rita per la vita, la costrinse a mettersi carponi, poi si inginocchiò fra le sue cosce e la penetrò d'un colpo facendola gemere. Cominciò a fotterla, mentre Pino, di nuovo installato nella bocca di lei, la scopava lì. Ero affascinato da quello spettacolo: Rita presa in mezzo a due cazzi che entravano e uscivano da fica e bocca quasi in sincronismo, mentre lei, a quattro zampe, guaiva come una cagna. Cominciai a toccarmi il cazzo, ormai durissimo, tanto mi ero eccitato. Pino se ne accorse e sghignazzò.
«It tuo fidanzato si sta arrapando» annunciò rivolto a Rita «gli piace proprio guardarti mentre sei piena dei nostri cazzi!»
«Sì, lo so» rispose ansimando lei, dopo essersi per un attimo liberata la bocca «è un vero cornuto, un frocetto!» Poi si girò verso di me e mi sorrise dolcissima «Ti piace tanto, vero amore mio?»
«Sì, amore» sussurrai, continuando a toccarmi.
«Sto per venire, amore.....sìììì....vengo....ahhh» il suo orgasmo esplose improvviso, squassandola.
«Allora vengo anche io!» ruggì Francesco, dando un'ultima forte spinta e sborrando dentro la fica, accasciandosi poi su di lei che era crollata stesa.
Rita non ebbe il tempo di riprendere fiato. Non appena Francesco si fu scansato Pino la costrinse a rimettersi carponi.
«Devi far sborrare anche me, troia!» proclamò infilandole il cazzo in fica e cominciando a muoversi freneticamente avanti e indietro. Continuò per vari minuti, tenendo stretta per la vita Rita, dandole fortissimi colpi che la facevano sobbalzare. Sebbene fosse appena venuta, lei non rimase insensibile, e riprese a mugolare di piacere.
«Ti piace il mio cazzo, vero? Dimmelo!»
«Sììì, mi piace» sospirò lei.
«Ora te lo infilo nel culo, allora! Voglio sborrare lì!» gridò Pino, rosso di eccitazione.
In un attimo si sfilò dalla fica, lo puntò sul buchino, spinse. Era intriso degli umori di Rita e dello sperma di Francesco, quel cazzo lungo ma sottile scivolò dentro senza problemi, fino in fondo.
«Ahh» gridò lei, ma non era dolore, bensì piacere.
Ma durò poco, Pino eiaculò nel culo di Rita dopo qualche attimo, con un lungo grugnito e lei sospirò accasciandosi sul letto, affiancata dai due maschi, esausti anche loro.
«Avanti, pisellino, vieni a ripulire» mi incitò Marino, che intanto si era spogliato e steso anche lui.
«Si, frocio, vieni a leccare la tua ragazza e poi le nostre nerchie!» fece eco Pino, sghignazzando.
Montai sul letto e cominciai a leccare dolcemente il buchino arrossato di Rita, da cui fuorusciva un rivoletto di sperma. Poi lei si girò, mi offrì la fica ed io leccai anche quella, completamente fradicia.
«Grazie amore» sussurrò, carezzandomi la testa.
E infine leccai accuratamente i due cazzi che avevano scopato la mia ragazza.
«Bravo frocio, si vede proprio che ti piace il cazzo!» mi ringraziò Francesco andando a sedersi sul divano. Non risposi, mi alzai anche io e mi sedetti vicino a lui.
Marino, che ancora non aveva fatto nulla, si massaggiava il cazzo in piena erezione.
«Potremmo fare una bella doppia» disse, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
«Sì, sì, io ci sto!» esclamò entusiasta Pino.
«Cos'è la doppia?» chiese Rita perplessa risvegliandosi dal suo torpore.
«Ora vedrai, ti faremo godere alla grande» gli rispose Marino «vieni su di me e impalati sul mio cazzo»
La mia ragazza ubbidì, con mossa elegante si inginocchiò a cavallo del suo amante e si fece scivolare in fica il suo grosso cazzo. Lui la strinse a sé facendola chinare in avanti e in quel modo il suo culetto si rese facilmente accessibile.
Ma il cazzo di Pino era tutt'altro che pronto.
«Torna qui, frocetto» disse facendomi un cenno «vieni a prepararmi per la monta.»
Mi inginocchiai vicino a lui e cominciai a darmi da fare con la lingua e con le labbra. Dovetti lavorare a lungo ma alla fine il suo cazzo era di nuovo durissimo e gonfio.
«Ora basta!» mi spinse via in malo modo e si alzò. Si accosciò in precario equilibrio dietro a Rita, puntò il suo cazzo contro lo sfintere anale di lei e spinse.
«Ah!» lanciò un urlo di vero dolore lei «Mi fa male, è troppo grosso!»
Evidentemente l'ingombro simultaneo dei due grossi cazzi era troppo per il corpicino della mia ragazza. Mi preoccupai, temetti che si facesse veramente male.
Ma Pino, incurante dei lamenti, continuò a stare solidamente piantato in lei, senza muoversi. Finalmente lei si calmò e lui cominciò a muoversi lentamente avanti e indietro, mentre Marino si limitava a stare piantato nella fica.
Lei cominciò a gemere piano e capii che cominciava a godere. Mi stavo eccitando in modo indescrivibile, vedere la mia ragazza penetrata contemporaneamente da due cazzi mi provocò una immediata erezione. Mugolava, sballottata dai colpi che il cazzo di Pino le sferrava dietro e da quelli in fica del cazzo di Marino.
«Ti piace, puttana, vero?» ruggì Pino.
«Sììì, è bellissimo, mmm» mugolò lei.
«Guarda come la facciamo godere, cornuto!» continuò lui voltandosi verso di me.
Non mi importava più che mi umiliassero, era troppo bello guardare quello spettacolo!
Anche Francesco guardava, stravaccato sul divano a cosce larghe si carezzava il cazzo, bello grosso anche da moscio. Mi strattonò.
«Avanti, mettiti giù e comincia a succhiare!» mi ordinò.
Mi inginocchiai tra le sue grandi cosce pelose e accostai il viso al suo inguine. Cominciai a leccare e succhiare, sentii che il cazzo si gonfiava rapidamente tra le mie labbra. Mi prese la testa e cominciò a muoverla avanti e indietro, scopandomi la bocca, mentre il suo arnese diventava sempre più grosso e duro.
«Ora ti rompo il culo, frocetto!» annunciò spingendomi via e alzandosi.
Io rimasi in ginocchio, ero terrorizzato all'idea.
«No, per piacere…» piagnucolai.
«Alzati, se non vuoi che ti piglio a ceffoni!» mi intimò minaccioso, afferrandomi per un orecchio.
Dovetti ubbidire. Mi fece stendere a pancia sotto sul grande letto, a fianco ai tre che stavano scopando, i quali si erano immobilizzati e guardavano la scena. Si mise a cavalcioni su di me.
«Avanti, allargati le chiappe con le mani!» disse.
Sputò due o tre volte e sentii la sua saliva colare nel solco. Poi si stese su di me schiacciandomi col suo peso. Sentivo il suo cazzo durissimo su una delle natiche, poi lui si posizionò meglio e, aiutandosi con la mano, individuò il buco. Spinse con forza.
Sentii un dolore pazzesco, una fitta che mi penetrò nel cervello. Cercai inutilmente di divincolarmi con tutte le mie forze, ma senza successo, ero completamente immobilizzato.
«Ahh, mi fa troppo male, lasciami ti prego» implorai, con le lacrime agli occhi.
«Sentite come starnazza» sghignazzò in risposta, continuando implacabilmente a spingere il suo cazzo dentro di me.
«Ti prego…» implorai ancora.
«Stai fermo, frocetto, ormai ce l'hai tutto dentro! Ecco!» ruggì lui con un'ultima spinta, dandomi uno schiaffo su una guancia.
Rimase immobile per un po', poi si ritrasse leggermente. La fitta di dolore si era attenuata ma sentivo il buco che mi bruciava terribilmente. Lui spinse nuovamente e il suo cazzo rientrò del tutto.
Cercai di rilassarmi e mi abbandonai mentre lui cominciava a muoversi avanti e indietro con sempre maggior velocità. Lo tirava fuori quasi del tutto, poi lo rinfilava con forza fino in fondo, schiacciandomi contro il letto.
Intanto Pino aveva ripreso a muoversi nel culo di Rita, che ricominciò a mugolare di piacere. Mi girai per guardarla, aveva il viso stravolto dal piacere. Si girò verso di me.
«Anche tu ora ce l'hai nel culo, amore» ansimò «mi eccita tanto vederti così. È uno sballo!»
Per me era meno piacevole ma ora il dolore era passato, solo un bruciore e un senso di fastidio per quel palo duro che si muoveva dentro di me. Poi all'improvviso, sentii come se avessi perso il controllo del mio organismo e, con un brivido di piacere, sborrai.
Non ci volle molto perché anche gli altri arrivassero all'orgasmo.
«Ahhh...sto venendo....sto venendo....ahhhh» urlò presa da un tremito incontrollabile.
Pino e Marino l'abbrancarono in simultanea e sborrarono anche loro con un ultimo forte colpo.
Sentìì Francesco ruggire, diede un'ultima spinta e il suo cazzo cominciò a pulsare dentro di me, capii che mi stava riempiendo il culo con la sua sborra.

CAPITOLO 8


Da tempo Rita si era fissata con l'idea di andare in un privé e alla fine mi obbligò a portarcela.
Perciò quel sabato sera, anziché andare da Marino, ci dirigemmo con la macchina verso la periferia nord di Roma, imboccammo la Cassia e dopo un complicato percorso su stradine accidentate arrivammo finalmente a destinazione. In origine doveva essere una grande villa di campagna, un edificio a un piano circondato da un giardino, il tutto racchiuso da un muro alto un paio di metri.
Superato il cancello d'ingresso ci trovammo in un vialetto con a destra un piccolo porticato, sotto al quale erano sedute alcune signore piuttosto attempate: una di queste si alzò e ci venne incontro.
Era grassa, indossava una specie di lungo chemisier, zoccoli con tacco altissimo, pesantemente truccata. Ci guardò.
«Cosa cercate?» chiese con aria perplessa.
«Vorremmo entrare» risposi, ero stupito dalla strana accoglienza.
Ci squadrò da capo a piedi.
«Siete sicuri di non aver sbagliato? Questa non è una discoteca, è un club privato.»
«Certo, lo sappiamo benissimo» replicai seccato.
Cambiò atteggiamento e ci sorrise.
«Allora va bene, scusatemi. Il fatto è che siete davvero giovani, qui non capitano mai persone della vostra età. Ma siete benvenuti!»
Compilammo le tessere dopo aver mostrato i documenti, pagammo, e finalmente fummo ammessi.
«Seguitemi, cari» disse la grassona avviandosi lungo il vialetto «vi mostrerò il club.»
«L'hai riconosciuta?» mi sussurrò all'orecchio Rita, eccitata, mentre camminavamo.
«No, chi è?»
«Da giovane era una famosa pornostar!» rispose lei, dicendomi un nome a me sconosciuto.
Intanto eravamo arrivati alla fine del vialetto e ci trovammo davanti ad una vasta piscina, circondata da una striscia di prato alberato. Qua e là c'erano tavolini, sedie, lettini per prendere il sole e, in un angolo, un piccolo spogliatoio con delle cabine e una baracca che fungeva da bar. Non c'era molta gente, solo una coppia di mezza età, seduta a un tavolo e un gruppo di tre uomini ad un altro.
«Di pomeriggio qui è molto piacevole» ci informò la ex pornostar «si fa il bagno, si prende il sole, e ci si rilassa dopo qualche incontro focoso» concluse strizzandoci l'occhio.
Al di là della piscina c'era la villa, in cui entrammo attraverso una porta finestra. Ci trovammo in un corridoio, che aveva un percorso a ferro di cavallo, con aperture su entrambi i lati.
«Venite» ci invitò la nostra guida facendoci entrare in una porta sulla destra. Era una grande sala semi circolare, avvolta nella penombra, l'unica illuminazione erano alcune lampada a luce blu.
Al centro un immenso letto rotondo, cosparso di cuscini, lungo la parete erano disseminati divanetti e piccoli tavolini.
«Qui ci si può scatenare, per chi ama farlo in pubblico» ci spiegò la donna con aria maliziosa. Ci indicò uno dei tavolinetti «Lì trovate fazzolettini, preservativi, lubrificanti, tutto quello che serve insomma.»
«Non c'è nessuno» mormorò Rita con aria delusa guardandosi intorno
«Qui la gente arriva tardi» la rassicurò la nostra guida «fra un'oretta vedrai una situazione ben diversa!»
Tornammo nel corridoio.
«A sinistra ci sono alcune stanze, per chi ama la tranquillità. Se volete stare soli, o con un'altra coppia, potete mettervi lì. Se chiudete la porta nessuno vi disturberà, se la lasciate aperta significa che gradite avere compagnia» continuò a spiegarci la donna.
Intanto eravamo quasi arrivati alla fine del corridoio, che riportava in giardino attraverso un'altra porta-finestra.
«L'ultima stanza qui a sinistra è speciale, è per chi ama il sadomaso. Date un'occhiata.»
Ci affacciammo. Oltre a un letto matrimoniale c'era un cavalletto, simile a quelli usati per esercizi ginnici, una gogna montata su un piedistallo di legno, catene che pendevano dal soffitto, sgabelli di varia altezza. Su una parete era fissata una spalliera svedese.
«Interessante» commentò Rita.
«Più tardi sicuramente avrete occasione di assistere a qualche spettacolino qui. Abbiamo vari clienti che amano questo genere.»
Tornammo in giardino.
«Ora vi lascio liberi, sedetevi e bevete qualcosa, le bevande sono gratis» concluse la donna «io torno all'ingresso.»
Seguimmo il suo consiglio e ci installammo in giardino. Chiesi al barista due cocktail, li portai al tavolo e cominciammo a sorseggiarli guardandoci intorno.
«Che te ne sembra?» mi chiese Rita.
«Un posto carino» ammisi «bisogna vedere se poi succede davvero qualcosa.»
«Sono sicura di sì, ho letto su internet che qui ci si diverte molto» rispose lei.
Intanto i tre uomini seduti poco lontano fissavano con insolenza la mia ragazza. Non c'era da meravigliarsi, lei era vestita in modo molto provocante, tacchi alti e una gonna lunga con uno spacco vertiginoso, seduta con le gambe accavallate metteva in mostra la coscia fino alle mutandine.
Intanto l'altra coppia presente si era alzata e si stava dirigendo lentamente verso l'ingresso della villa. Lei era una bella donna, bionda, aveva anche lei una gonna lunga, una attillata camicetta bianca e tacchi vertiginosi. Lui un vestito blu di lino. Scomparvero nella porta finestra e vidi, pochi istanti dopo, i tre uomini alzarsi e avviarsi per la stessa strada.
«Credo che succederà qualcosa» mi sussurrò Rita dopo qualche minuto «andiamo a vedere.»
Aveva ragione. Quando entrammo nella grande stanza in penombra vedemmo la donna sul letto, si era tolta la gonna rimanendo con la solo camicetta. A quattro zampe era china sull'inguine di un uomo, seduto vicino a lei sul bordo del letto, e chiaramente gli stava facendo un pompino. Altri due uomini, in piedi dietro di lei, le stavano carezzando il culo.
Il suo accompagnatore invece era seduto su uno dei divanetti e si limitava a guardare.
«Accidenti, che bello!» mi sussurrò Rita «Voglio vedere!»
Ci sedemmo su un divanetto anche noi e cercammo di seguire quello che succedeva. Ormai i nostri occhi si erano abituati all'oscurità e potevamo cogliere i particolari. Lei era senza mutandine e uno dei due uomini dietro di lei aveva la mano infilata fra le sue cosce e la muoveva come se la stesse masturbando, infatti lei gemeva piano, con la bocca piena del cazzo dell'uomo seduto. Il terzo si limitò per un po' a carezzarla sul sedere, poi si staccò e si diresse verso uno dei tavolini. Potei vederlo più da vicino e vidi che aveva il cazzo duro, fuori dai pantaloni. Prese un preservativo, lo indossò, poi tornò verso il letto e ci salì sopra, inginocchiandosi. L'altro si scansò, lui si accostò alla donna e la penetrò da dietro, senza dire una parola.
«Se la sta scopando!» Mi sussurrò Rita, eccitata. Indubbiamente la scena era notevole.
Cominciò un lento movimento di va e vieni mentre lei continuava a spompinare l'uomo seduto e il terzo rimase a guardare.
Intanto erano entrati altri due uomini che si fermarono per assistere allo spettacolo. Ma ogni tanto gettavano l'occhio verso di noi, o meglio verso Rita.
«Cavolo, mi sto arrapando, voglio divertirmi anche io!» esclamò lei dopo un po'. Si alzò, si slacciò la gonna, si sfilò le mutandine e si diresse ancheggiando verso il grande letto, dove si stese a pancia sotto, mettendo in bella mostra il suo splendido didietro. Non ci volle molto perché il suo corpo fosse sommerso dalle mani dei due nuovi venuti che cominciarono a esplorarla ovunque e poco dopo anche lei aveva un cazzo in bocca e un altro in fica.
Intanto l'uomo che la bionda stava spompinando si alzò e si allontanò, pensai che fosse venuto in bocca alla donna, e fu subito sostituito dall'ultimo del terzetto. Ora c'era completa simmetria, quattro uomini e due donne, due cazzi nelle fiche, due nelle bocche.
«Sei anche tu un cuck?» era l'uomo col vestito di lino, il compagno della bionda, non mi ero accorto che si era venuto a sedere vicino a me.
«Cosa?» non capivo cosa volesse dire.
«Scusami» rispose lui sorridendo «un cuck, o cuckold, è un uomo a cui piace guardare mentre la sua donna si fa fottere da altri maschi.»
«Ah, non lo sapevo. Beh…sì» risposi un po' imbarazzato.
«Allora siamo uguali, piacere di conoscerti, mi chiamo Valerio. Lei» indicò la bionda «è Sandra, mia moglie.»
«Io mi chiamo Luca e lei è Rita, la mia fidanzata» risposi educatamente.
«Siete molto giovani, vedo.»
«Eh, sì» non sapevo che rispondere a quella ovvia constatazione.
Restammo in silenzio a guardare le nostre due donne che si facevano fottere da quattro sconosciuti, come aveva detto lui, e indubbiamente era uno spettacolo piuttosto eccitante. Almeno per me, che ero nuovo a certe situazioni, il mio vicino sembrava meno preso. A un certo punto mi batté una mano sulla spalla.
«Andiamo fuori a bere qualcosa, dai» mi disse.
«Ma…» esitai «non vorrei lasciare Rita da sola…»
«Non preoccuparti, si vede che è una ragazza che sa badare a se stessa, poi sta con Sandra, stai tranquillo.»
Mi parve brutto rifiutare e uscimmo, andando a sederci fuori. Vidi che ormai erano arrivate diverse altre coppie e un buon numero di uomini. Il mio nuovo amico andò al bar, prese due cocktail e li portò al tavolo.
«È la prima volta che venite qui?» mi chiese.
«Sì. E voi?»
«No, siamo degli habitués ormai, veniamo spesso, un paio di volte al mese. Conosciamo quasi tutti qui, sono sempre le stesse facce. Per dire, hai visto quei quattro che stanno dentro con le nostre ragazze? Li incontriamo sempre.»
«Davvero?»
«Sì, sì. Sono persone a posto. E poi» aggiunse strizzandomi l'occhio «tutti ottimi stalloni. Le soddisferanno alla grande!»
Arrossii a quella frase, ma nello stesso tempo mi fece eccitare, immaginavo Rita che stava godendo sotto i colpi di due grossi cazzi.
«Posso chiederti come avete cominciato?» mi domandò dopo qualche istante di silenzio
Non risposi subito.
«Scusa» si affrettò a dire «forse sono stato indiscreto.»
«Perché no?» pensai. Confidarmi con qualcuno poteva essere una buona idea e lui poteva essere la persona giusta.
«No» risposi «mi fa piacere parlarne.»
Così gli raccontai di Marino e del menage che si era instaurato fra noi. Omisi però di dire che ero stato costretto a prendere in bocca il suo cazzo e quello dei suoi amici e che ero stato anche inculato, di questo mi vergognavo troppo.
«Quindi tu questa cosa l'hai subita» concluse «ma ora ti comincia a piacere.»
«Sì» ammisi «mi eccita vedere Rita mentre sta con altri uomini.»
«E ti piace subire umiliazioni da lei?»
«Sì, anche. È strano, vero?»
«Non è strano, mio caro, non devi angosciarti per questo, è molto comune. A molti uomini provoca piacere l'essere umiliati dalla propria donna.»
«Anche per te è così?» ero curioso.
«Infatti, anche per me è così.»
«Voi come avete cominciato?» chiesi.
«La nostra storia è diversa, sono stato io a volere che Sandra mi tradisse. Sai, sono un vecchio pervertito» concluse ridacchiando.
«Davvero?» ero stupito.
«Proprio così, ora ti racconto» fece una pausa per bere un sorso del suo cocktail.
«Ci siamo conosciuti una ventina di anni fa» cominciò «Sandra all'epoca era davvero una gran fica, e pure io modestamente ero un bell'uomo, ci innamorammo e ci sposammo. Lei era una ragazza molto seria, morigerata, pudica, arrivata vergine al matrimonio. Il sesso tra noi era soddisfacente, ma piuttosto convenzionale, insomma senza grandi fantasie. Per esempio, mi ci volle molta fatica per convincerla a prenderlo in bocca, e non ha mai voluto che io le venissi fra le labbra. In compenso le piaceva essere leccata e con la bocca le procuravo orgasmi molto intensi, meglio che scopandola. Dopo qualche anno cominciai ad avere fantasie perverse, la immaginavo con altri uomini, maschioni che la scopavano, la inculavano, le sborravano in bocca. Capisci?»
«Sì, certo.»
«Mi eccitavo da morire con queste visioni nella mente, quando la scopavo mi provocavano orgasmi formidabili. Finché decisi che dovevo assolutamente trasformare quelle fantasie in realtà. Perciò, con molta cautela cominciai a parlargliene. All'inizio ne fu inorridita, reagì malissimo, ma io insistetti e a poco a poco il suo atteggiamento cambiò, divenne possibilista. La convinsi a provare, incontrando un'altra coppia.»
«Perché una coppia?» chiesi.
«Era un modo per farla sentire più a suo agio, andare a letto con un altro uomo sapendo che io nel frattempo andavo con un'altra donna le sembrava non fosse un vero tradimento. Insomma, decidemmo questo e cominciammo la ricerca. Finalmente dopo qualche settimana trovammo i candidati ideali, due con circa la nostra età, persone ammodo, e fisicamente gradevoli. Parlammo varie volte al telefono e finalmente, una sera, ci invitarono a casa loro. Ma ti sto annoiando?» mi chiese.
«No, è interessante, continua» lo rassicurai e, in effetti, ero molto curioso.
«Bene. Quei due ci piacquero a prima vista, due persone simpatiche, spigliate, non erano novizi come noi, quindi presero in mano la situazione. Dopo cena, seduti sul divano, lei si sedette vicino a me e poco dopo cominciò a baciarmi. Ricambiai, era una bella donna e con la coda dell'occhio vidi che lui faceva altrettanto con Sandra. Poi lui si alzò, prese per mano mia moglie e scomparve insieme a lei. Stavo per alzarmi anche io ma la moglie mi trattenne. - Vanno in camera da letto, noi restiamo qui - disse. Scopammo sul divano ma io feci una meschina figura. Ero talmente eccitato pensando a Sandra che stava scopando con quell'altro che venni subito.»
«Peccato» commentai.
«Eh sì. Per fortuna lei la prese bene, perciò ci mettemmo a parlare. Era una molto intelligente e mi aveva inquadrato - A te non interessano le altre donne - disse - ti piace invece che tua moglie vada con altri uomini. Quindi non dovete cercare coppie - e ovviamente aveva perfettamente ragione.»
«E tua moglie?» chiesi.
«Riapparve dopo un'ora buona. Era scarmigliata, rossa in viso, ma le brillavano gli occhi, capii che si era veramente divertita. Salutammo i nostri ospiti e corremmo a casa. Ci infilammo a letto e mi feci raccontare tutto per filo e per segno.»
«Dimmi» lo incalzai affascinato da quel racconto.
«Mi raccontò che quell'uomo era stato dolce ma molto deciso. L'aveva scopata due volte, a lungo, facendole vedere il paradiso, Sandra usò proprio queste parole, mi raccontò che aveva un cazzo molto grosso, duro come il marmo, che fra una scopata e l'altra lo aveva preso anche in bocca, con grande piacere. Mi eccitai sentendo le sue parole, lei se ne accorse, e cominciò a masturbarmi facendomi venire mentre continuava il racconto.»
«Mi è successo lo stesso con Rita» confessai.
«Eh, immagino. Insomma da quel giorno tutte le sue inibizioni scomparvero e le cose cambiarono, lei mi fece un discorso molto deciso. - Ho scoperto finalmente quanto si gode ad essere scopata da un vero uomo - disse - perciò lo farò molto spesso e tu guarderai, visto che ti piace tanto - Cominciammo a frequentare i privé, era il modo più semplice di incontrare uomini che la scopassero, senza complicazioni e senza rischi. Io guardo e poi, la sera a letto, godo mentre lei mi racconta.»
«Non la scopi più?»
«Quasi mai. Dice che il mio cazzo è troppo piccolo, non la soddisfa più. Sai, le piace umiliarmi, quando mi fa i suoi resoconti, insiste su questo punto, sulla mia scarsa virilità e, ti confesso, queste umiliazioni rafforzano il mio piacere.»
«Siamo simili» confessai tristemente «ho lo stesso problema, sono poco dotato anche io.»
«Eh, lo avevo intuito, amico mio.»
«Che brutta situazione!» commentai avvilito.
«Ma no, Luca, non avvilirti, in fondo abbiamo quello che ci piace. Guardati intorno, vedi quante coppie ci sono? Bene, nella stragrande maggioranza dei casi i mariti portano qui le mogli perché si eccitano a guardare mentre vengono scopate da altri uomini. Fingono che non sia così, fingono di venire qui per scoparsi altre donne ma in realtà quello che a loro piace davvero è offrire le loro donne ad altri. Fingono con le loro mogli e spesso fingono con se stessi, non hanno il coraggio di guardare in faccia la verità.»
«Dici?» ero dubbioso.
«È così, te lo assicuro, ormai sono un esperto. Noi siamo dei pervertiti, ma viviamo il rapporto con le nostre donne senza finzioni, perciò goditi la tua perversione!»
Le sue parole mi fecero bene, mi fecero capire molte cose su me stesso e sul mio rapporto con Rita.
Proprio in quel momento le nostre due donne arrivarono al nostro tavolo, avevano l'aria soddisfatta.
«Che combinate?» chiese in tono allegro Sandra.
«Abbiamo fatto amicizia» le rispose il marito «Luca è molto simpatico.»
«Anche noi abbiamo fatto amicizia, vero Rita?» replicò lei guardando la mia ragazza, che annuì.
«Vi siete divertite?» chiese Valerio.
«Sì, ce la siamo spassata alla grande» gli rispose la moglie ridacchiando, poi si girò verso di me «La tua fidanzata è una vera troietta, sai?»
«E tu molto più di me!» intervenne ridendo Rita.
Valerio andò al bar e prese dei cocktail per loro, che cominciarono a bere avidamente.
«Grazie, stavo morendo di sete!» disse Rita.
«Non ti è bastata tutta la sborra che hai bevuto prima?» la punzecchiò Sandra.
Le due scoppiarono a ridere, erano davvero su di giri!
«Cosa volete fare ora?» chiese Valerio
«Io avrei un'idea» gli rispose Sandra, che si accostò a Rita e cominciò a parlarle nell'orecchio.
Vidi la mia ragazza spalancare gli occhi, mentre ascoltava, poi annuì.
«Che bello, sì, facciamolo!» esclamò.
«Allora andiamo, voi seguiteci» concluse l'altra alzandosi.
Le due si incamminarono verso la villa e noi maschi le seguimmo ubbidienti.
Entrammo nel corridoio e poi in una delle stanze a sinistra. Sandra accese la luce e chiuse la porta a chiave. Era un ambiente abbastanza piccolo, con le pareti beige, quasi tutto occupato da un grande letto, rivestito da una sovra coperta nera.
«Bene, ora voi due spogliatevi, vi vogliamo vedere nudi!» disse Sandra, con il viso serio e un tono duro.
Rimasi sbalordito, non me l'aspettavo, esitai.
«Avanti, spogliati!» mi ordinò seccamente lei.
Ubbidii e vidi che Valerio faceva altrettanto. Posammo i nostri vestiti su due sedie e restammo nudi, in piedi davanti alle due donne, anche loro in piedi, completamente vestite, che ci guardavano con aria seria. Era una strana situazione, mi sentivo a disagio sotto i loro sguardi. Mi sentivo come un animale esposto al mercato.
Sandra si avvicinò e si piazzò davanti a me, fissandomi negli occhi. Poi con la mano cominciò a palpeggiare i miei genitali.
«Uhm» disse in tono sprezzante rivolto a Rita «avevi ragione, ha davvero un cazzetto insignificante. Sembra addirittura più piccolo di quello di mio marito. Tu che ne pensi?»
La mia ragazza si avvicinò a Valerio e prese in mano il suo cazzo.
«Mah, non saprei dire chi ce l'ha più piccolo» disse scuotendo la testa «certo sono due cazzetti inutili.»
Si stavano divertendo a umiliarci, cominciai a provare un sottile piacere ad essere lì. Immaginai che per Valerio fosse lo stesso.
Sandra stava continuando a manipolare il mio cazzo, che inevitabilmente cominciò a gonfiarsi e indurirsi.
«Si sta arrapando il tuo fidanzato» commentò lei. Cominciò a masturbarmi lentamente mentre i suoi occhi erano inchiodati sui miei, mi stava piacendo. Poi all'improvviso smise, mi afferrò le palle e strinse forte. Cacciai un urlo.
«Poverino» rise lei «ti ho fatto tanto male? Ora ti passa, tesoro.»
Le sue mani si spostarono sul mio petto, carezzandolo lievemente. Il dolore alle palle era passato sostituito dal piacere di quella carezza. Ma durò poco, mi afferrò i capezzoli e strinse con forza.
«Ahh…» gemetti, era un dolore insopportabile.
«Mmm» mugolò soddisfatta continuando a stringere «mi piace da morire sentire questi lamenti, mi arrapano. Sono un po' sadica, vero Valerio, amore mio?»
«Sì» confermò lui impassibile
«Sai» continuò Sandra rivolgendosi a Rita «certe volte, quando mi viene voglia, mi diverto a frustarlo sul culo e glielo faccio diventare rosso come un peperone. Mi eccito talmente tanto che quasi me ne vengo.»
«Bello!» commentò eccitata Rita.
«Sì, dovresti provare anche tu» rispose Sandra, poi proseguì rivolgendosi a noi «Ora basta parlare, inginocchiatevi!»
Ubbidimmo e ci mettemmo in ginocchio, e le due donne si misero a poca distanza davanti a noi, Sandra davanti a me, Rita davanti a Valerio.
Si tolsero le gonne e le buttarono da un lato, erano entrambe senza mutandine.
«Vi piacciono le nostre fiche, vero?» disse Sandra.
Quella che avevo davanti agli occhi era molto diversa da quella di Rita. Era completamente depilata, le grandi labbra molto pronunciate e sporgenti, una visione molto eccitante.
«Sì» rispondemmo quasi all'unisono.
«Certo! Ma voi non potete scopare queste fiche meravigliose con i vostri cazzetti minuscoli, non sareste in grado di farci godere, sei d'accordo Rita?» continuò Sandra in tono ironico.
«Senz'altro» convenne sprezzante la mia ragazza con la faccia seria «non sentiremmo nulla. Per le nostre fiche ci vogliono dei cazzi veri, grossi e duri, non la robaccia che offrono questi due.»
Era un gioco perfido, quelle due si stavano divertendo un mondo a umiliarci, ma a me stava piacendo sempre di più.
«L'unica cosa che loro possono fare è leccarci» continuò scuotendo la testa Sandra «almeno con la lingua possono farci godere.»
«Eh sì, in mancanza di meglio facciamocela leccare» convenne Rita «Luca è un bravo leccafica, se vuoi possiamo scambiarceli.»
«Sì, sì, mi piace l'idea di provare una lingua nuova» aderì entusiasta l'altra «vedrai che anche Valerio non è male.»
Si stesero di traverso sul grande letto, una accanto all'altra, con il bacino sul bordo e le gambe aperte. Noi due ci inginocchiammo per terra e cominciammo a svolgere il nostro compito!
Cominciai con Sandra come facevo con Rita. Lunghe leccate lungo i bordi della fessura, poi presi in bocca le grandi labbra, succhiandole, infine cominciai a intrufolarmi con la lingua nel profondo della fica. La sentii gemere di piacere.
«Mmm, avevi ragione, è un bravo leccafica» disse rivolto alla mia ragazza «ha una linguetta calda e morbida, molto meglio di quella di Valerio, che è un po' rasposa.»
«Sì, hai ragione, raspa un po'» rispose quella «comunque è bravo anche lui, poverino! Si dà da fare bene.»
«Senti» continuò Sandra «quante volte sei venuta, prima, in sala?»
«Mmm, lasciami pensare. Sì, sono venuta tre volte. La prima quando il tizio che stavo spompinando mi ha sborrato in bocca. Poi sono venuta di nuovo mentre l'altro continuava a scoparmi. La terza volta mentre quello che è arrivato dopo mi stava inculando.»
«Te lo ha messo nel culo? Non me n'ero accorta, pensavo fosse entrato in fica anche lui!»
«No no» replicò in tono soddisfatto Rita «me lo ha messo direttamente nel culo e ce l'aveva pure bello grosso! Poi è uscito, si è sfilato il preservativo e mi ha sborrato in bocca pure lui! Una vera goduria:»
Sentire quei discorsi uscire dalla bocca di Rita mi stava arrapando da morire. Cominciai a toccarmi il cazzo, ormai eretto e continuai a leccare sempre più furiosamente. Vidi che anche Valerio si stava toccando.
«Mmm» mugolò Sandra in risposta, poi si rivolse di nuovo a Rita «Insomma hai preso tre cazzi e hai avuto tre orgasmi, mi sembra giusto. Io sono venuta due volte sole, ma ora sto per venire di nuovo…mmm…il tuo Luca mi sta facendo impazzire…»
Cominciò a sussultare, si girò verso Rita, le loro bocche si accostarono e cominciarono a baciarsi voluttuosamente, una scena terribilmente eccitante. Gemettero sempre più forte, Sandra irrigidì le cosce stringendole attorno alla mia testa, poi urlò e venne. Vidi anche il corpo di Rita sussultare e capii che stava venendo anche lei.
Le due esalarono un grande sospiro di soddisfazione, noi maschi rimanemmo in ginocchio, contemplando le fiche che avevamo fatto godere.
«Ti è piaciuto essere baciata da me?» chiese in tono dolce Sandra.
«Mmm, tantissimo» rispose Rita «è la prima volta che bacio una donna, è stato bellissimo. Sono venuta istantaneamente.»
«Allora, benvenuta tra noi bisex» continuò Sandra sorridendo. Poi cambiò espressione, fece la faccia dura e si sollevò fissando noi due maschi.
«Bravi leccafiche!» ci complimentò in tono duro «Restate in ginocchio e masturbatevi, vogliamo vedere i vostri cazzetti che schizzano la vostra inutile sborra!»
Anche Rita si mise seduta e noi cominciammo a masturbarci, sotto lo sguardo sprezzante delle nostre donne. La posizione era scomoda, le ginocchia mi dolevano, ma non ci misi molto a venirmene, schizzando sul pavimento, seguito a ruota da Valerio.
«Sai» disse Sandra, sempre rivolgendosi a Rita «glielo faccio fare spesso, quando voglio umiliarlo. E poi gli faccio ripulire il pavimento con la lingua» concluse con un ghigno sadico.
Capii che era davvero perfida, ma in fondo a Valerio piaceva, a quanto ormai avevo capito.
Ci rivestimmo tutti, era arrivata l'ora di andarsene. Al momento dei saluti Sandra mi abbracciò
«Sei davvero un ragazzo carino, mi hai fatto divertire» disse.
Poi si rivolse a Rita e abbracciò anche lei.
«Dobbiamo assolutamente rivederci, è stato bello stare con voi.»
«Ci ritroviamo qui?» propose la mia ragazza.
«No, ho un'idea migliore. Venite una sera da noi, durante la prossima settimana, faremo qualcosa di diverso, ma ci divertiremo molto, te l'assicuro» concluse in tono malizioso.
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