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Gay & Bisex

Ricordi adolescenziali (3)


di neriandrea28
03.09.2019    |    18.957    |    16 9.4
"Spinse ed entrò di colpo, Di nuovo una fitta di dolore fortissimo, cercai di liberarmi ma questa volta lui fu pronto a bloccarmi e rimase solidamente..."
Ormai il ghiaccio era rotto.
Ci rivestimmo in silenzio, senza fare commenti su quello che era accaduto e poco dopo Eddie andò via.
La sera a letto ripensai eccitato a quello che era successo, mi masturbai furiosamente e venni in un attimo mentre con la mente mi rivedevo steso sul letto con Eddie sopra di me che mi inculava. Dopo l'orgasmo provai come al solito vergogna per quello che avevo fatto, per come mi ero prestato, senza resistere, al ruolo passivo.
- Non lo farò più - mi ripromisi, ma, come era stato con Sergio, non sarei riuscito a mantenere quella promessa.
Ci vedevamo ogni mattina a scuola e, dopo qualche giorno, Eddie mi propose di andare a casa sua quel pomeriggio per fare i compiti insieme ed io accettai. Non era la prima volta che andavo da lui e sapevo che in genere era solo a casa, perché entrambi i genitori lavoravano fino alla sera. Non sapevo cosa aspettarmi, ma ero abbastanza eccitato all'idea che forse lui avrebbe di nuovo proposto di fare giochini di sesso.
Come d'accordo arrivai da lui verso le quattro. Abitava in un piccolo appartamento all'ultimo piano, costituito da un grande soggiorno, la cucina, il bagno e un'unica stanza da letto dove dormivano i genitori. Un'angolo del soggiorno, con un divano letto, una piccola libreria e un tavolo, costituiva la zona destinata a Eddie.
Appena arrivai ci mettemmo al lavoro di buona lena. Eravamo entrambi fra i primi della classe e abituati a fare coscienziosamente il nostro dovere di studenti, perciò ci concentrammo per un paio d'ore sullo studio. Quando finimmo lui fece un sospiro di sollievo, chiuse i libri e si alzò dalla sedia stiracchiandosi.
- Che facciamo ora? - chiesi guardandolo, senza nessun secondo fine, per la verità.
-Beh, potremmo divertirci un po' – rispose lui con un sorrisetto, strofinandosi allusivamente l'inguine con la mano. Indossava dei pantaloni corti e potevo distinguere chiaramente un rigonfiamento.
Sei sicuro che i tuoi non tornano? - domandai. Ero titubante e imbarazzato, ma nello stesso tempo eccitato.
Stai tranquillo, non tornano prima di due ore. Andiamo in camera da letto, dai, staremo più comodi.
Ci spostammo nella stanza dei suoi dove c'era un grande letto matrimoniale. Eddie cominciò a spogliarsi ed io lo imitai, finché non restammo completamente nudi. Aveva un bel corpo, con pochissimi peli, tranne il folto cespuglio nerissimo che circondava il suo cazzo turgido, già parzialmente eretto. Mi stesi al suo fianco e subito lui mi prese la mano e la spinse verso il suo membro.
Dai prendilo in mano – mi incitò. Ubbidii e lo presi. Era bollente e veramente grosso, cominciai a masturbarlo piano. Lo sentivo indurirsi sempre di più e mi piaceva. Lui allungò la mano, ignorò il mio cazzetto e cominciò invece a carezzarmi le natiche, finché con la punta delle dita arrivo a sfiorarmi il buchino. Quel contatto mi diede un brivido di eccitazione e aumentai il ritmo della masturbazione.
Mmm che voglia – mugolò – dai, mettiti a pancia sotto.
Mi girai e venne su di me, schiacciandomi col suo peso. Sentii la punta del suo cazzo nel solco fra le natiche, poi lui cercò con la mano di guidarlo verso il buco. Quando lo trovò diede una spinta decisa e cercò di entrare. Una fitta di dolore atroce, mi divincolai e il cazzo scivolò fuori.
No, mi fa troppo male – mi lamentai – non si può -
- Aspetta, dai, riproviamo – insistette lui massaggiandosi il cazzo durissimo – voglio venirmene, non posso rimanere così -
Mettici un po' di saliva almeno – proposi.
Perché invece non me lo prendi in bocca tu, così lo bagni per bene? - se ne uscì.
Insomma era scontato ormai che io ero il passivo e dunque dovevo darmi da fare per soddisfarlo. In fondo non mi dispiaceva.
Ma mi fa schifo! – protestai, fingendo di non averlo mai fatto.
Ma no! Giusto due minuti, dai – mi incitò
Mi misi carponi sul letto e avvicinai il viso al suo cazzo, un po' titubante, poi presi coraggio e cautamente lo presi in bocca. Aveva un buon sapore di pulito e un odore di maschio che mi eccitò molto. Era ormai molto grosso, ne tenevo tra le labbra solo un pezzetto, succhiandolo e cospargendolo di saliva,, mentre lui mugolava di piacere.
Basta dai – disse dopo un po' spingendomi via. Capii cosa voleva e mi ristesi a pancia in giù, Eddie mi venne di nuovo sopra e aiutandosi con la mano puntò il cazzo sul mio buco. Spinse ed entrò di colpo,
Di nuovo una fitta di dolore fortissimo, cercai di liberarmi ma questa volta lui fu pronto a bloccarmi e rimase solidamente infisso dentro di me.
Mi fa male – mi lamentai – è troppo grosso, levalo! -
- Aspetta, vedrai che ora passa -
Rimase immobile e in effetti il dolore pian piano si attenuò fino a sparire quasi del tutto. Cominciò a muoversi avanti e indietro, a ogni spinta sentivo il suo cazzo entrare sempre più in fondo. Non sentivo più dolore ma solo un bruciore, un calore che mi pervadeva tutto il basso ventre. Man mano che lui accelerava il ritmo quella sensazione diventava piacevole, sentii il mio cazzetto che si induriva. Mi stava davvero piacendo! Ma non durò molto.
Sto venendo – mormorò ansimando. Diede un ultimo forte colpo e lo sentii pulsare dentro di me mentre schizzava a più riprese il suo sperma nel mio intestino. Si sfilò poco dopo e io rimasi lì, frustrato dalla sensazione di vuoto nel mio di dietro.
Ci rivestimmo senza dire una parola e poco dopo andai via. Appena arrivato a casa mi chiusi in bagno, mi masturbai e venni rapidamente mentre con la mente mi rivedevo steso sul letto con il cazzo di Eddie nel culo.

Così cominciò una routine che andò avanti per diversi anni, fino alla licenza liceale in pratica. Ogni tanto Eddie mi invitava a casa sua a fare i compiti e quasi sempre finivamo il pomeriggio sul letto dei suoi. Il mio ruolo di passivo era assodato: prima lo preparavo con la bocca poi mi stendevo a pancia sotto e lui mi inculava fino a venirsene. Io non arrivavo mai a godere, provavo solo una vaga sensazione di piacere che però non riusciva mai a sfociare in un orgasmo, anche perché la durata del rapporto era piuttosto breve, Eddie non ci metteva molto a venire, come è logico per un adolescente. Perciò dovevo aspettare la sera, a casa, dove mi masturbavo e finalmente godevo anche io. Avrei voluto farlo mentre avevo il suo cazzo nel culo, ma la vergogna me lo impediva, sarebbe equivalso ad ammettere esplicitamente che mi piaceva prenderlo dietro. C'era un velo di ipocrisia nel nostro rapporto: io fingevo di prestarmi a fare il passivo, quasi di malavoglia, solo per compiacenza, lui evidentemente fingeva di crederci, non parlavamo mai in termini espliciti di quanto accadeva fra noi.
Fu solo in un'occasione che l'ipocrisia venne meno. Ero andato a casa sua, come al solito, ma quel giorno, inaspettatamente, la madre del mio compagno non era andata al lavoro. Non c'era niente da fare apparentemente, io mi ero rassegnato all'idea ma Eddie non si diede per vinto. Il piccolo appartamento aveva un grande terrazzo che correva su tutta la facciata del palazzo e, ad una estremità, un muro non molto alto lo separava dal terrazzo condominiale. Dopo aver fatto i compiti uscimmo fuori e ci avvicinammo a quel muro.
- Andiamo di là – mi disse a bassa voce – ci sono le soffitte -
- Ma sei sicuro? - chiesi preoccupato.
- Sì, non temere, è facile. -
In effetti bastava salire sul largo muretto che fungeva da parapetto e, sporgendosi appena, si passava dall'altra parte. Una volta lì entrammo in un vasto locale, completamente vuoto.
- Qui non viene mai nessuno - mi assicurò Eddie. Come al solito portava i pantaloni corti, li tirò giù insieme alle mutande ed esibì il suo cazzo, già semieretto.
- Anche tu, dai - mi incitò mentre si toccava.
Eseguii, un po' timoroso, poi allungai la mano e cominciai a masturbarlo.
- Leccalo un po' - mi disse spingendomi la testa verso il basso.
Mi inginocchiai e lo presi in bocca, come al solito, cercando di bagnarlo il più possibile di saliva. Lo sentii gonfiarsi e indurirsi rapidamente fra le mie labbra e poco dopo Eddie mi fermò.
- Girati - mi ordinò.
Mi misi in posizione, in piedi, col busto leggermente chinato, lui venne dietro di me e aiutandosi con la mano cercò di puntare il cazzo verso il mio buco. Ma quando spinse per entrare il dolore fu insopportabile e mi divincolai.
- Mi fa male - mi lamentai.
- Dai, fammi riprovare - insisté lui.
Non ci fu niente da fare. In quella posizione, forse per la nostra inesperienza, il dolore era troppo forte. Eddie fece vari tentativi, ma ogni volta io sfuggivo, incapace di resistere.
- A te piace farti inculare solo a letto, vero! - esclamò alla fine in tono sarcastico, arrabbiato e frustrato. Con quella frase ogni ipocrisia era caduta.
- Scusami - mormorai contrito.
- E ora che faccio? - si lagnò toccandosi il cazzo gonfio e violaceo.
Mi guardò.
- Dai, fammi un bel pompino almeno! - continuò in tono lamentoso - Devo sborrare! -
- Va bene - acconsentii - Però non venirmi in bocca, capito? -
- Sì, non preoccuparti -
Così mi inginocchiai di nuovo e cominciai il mio primo vero pompino. Leccavo e succhiavo, leccavo e succhiavo, mentre lui mugolava di piacere. Con le mani mi teneva la testa e muoveva il cazzo avanti e indietro nella mia bocca, come se mi stesse scopando. Dopo poco, saltò via e potei vedere gli schizzi di sperma spiaccicarsi sul pavimento.

Come ho già detto i miei incontri con Eddie si ripeterono per alcuni anni, durante i mesi in cui c'era la scuola. Nei mesi estivi, che trascorrevo nella vecchia casa di campagna, continuarono negli anni i giochetti con Sergio (vedi il mio primo racconto).
La situazione era assolutamente analoga, i ruoli erano consolidati: io ero il passivo e lui l'attivo. A volte lo facevamo in casa ma più spesso nel nostro rifugio lungo il fiume, un punto in cui la fitta boscaglia ci proteggeva da possibili sguardi indiscreti. Il mio buchino era abbastanza allenato, il cazzo abbastanza lungo ma sottile di Sergio entrava senza problemi dopo che lo avevo ben bagnato con la bocca, la fare dolorosa iniziale era brevissima, seguita da quella piacevole sensazione che non durava mai abbastanza da portarmi all'orgasmo ma che comunque mi spingeva a desiderare quel tipo di rapporto. Insomma essere inculato mi piaceva!
Ovviamente quello che facevamo doveva essere un segreto, nessuno doveva saperlo, ma poi scoprii che non era così. Vicino a noi abitava un ragazzo poco più grande di noi, un certo Paolo.
Lui e Sergio erano amici e anche io lo conoscevo da sempre, ma non mi era particolarmente simpatico, lo trovavo rozzo e anche un po' stupido, quindi cercavo di evitare la sua compagnia, ma non sempre era possibile, a volte si aggregava a noi, per giocare o per fare giri in bicicletta. A dire il vero ogni tanto avevo colto qualche sua strana allusione, qualche maligna battuta, ma non ci avevo fatto particolarmente caso, fino a un certo giorno.
Ricordo che avevamo sedici anni, cioè facevamo i nostri giochi già da tre anni. Eravamo nel nostro solito posto, un piccolo spiazzo erboso in mezzo a folti cespugli, a pochi metri dal fiume. Avevamo fatto il bagno, ci eravamo asciugati, io ero steso sull'asciugamano, a pancia sotto, Sergio era sopra di me e mi stava inculando da qualche minuto. All'improvviso sentii un fruscio di frasche, alzai gli occhi e vidi, a due passi da noi, Paolo in piedi che ci guardava in silenzio.
Istintivamente cercai di divincolarmi dal peso di Sergio per alzarmi, ma lui mi bloccò con tutto il suo peso.
- Fermo - mugolò - sto sborrando, ahhh - e sentii i suoi schizzi caldi nell'intestino.
Non potei fare altro che aspettare che Sergio si decidesse ad alzarsi sfilandosi dal mio culo. Rimasi steso, rosso di vergogna, per un po' non ebbi il coraggio di alzare gli occhi e rivolgere lo sguardo verso l'intruso. Poi mi decisi e mi accorsi con orrore che questi aveva tirato fuori il suo cazzo dai pantaloni e se lo stava accarezzando. Era più grosso di quello di Sergio, più scuro, da uomo adulto.
- Ti piace, vero? Lo vuoi in culo? - mi chiese in tono insolente cogliendo il mio sguardo, mentre continuava a masturbarsi.
- Sì - mormorai, la voglia di avere quel grosso cazzo dentro di me prevalse sulla vergogna.
- Mettiti a quattro zampe - mi ordinò
Si tolse calzoni e mutande e si piazzò dietro me. Lo sentii entrare dentro, scivolare senza problemi nel buco ancora aperto e viscido dello sperma di Sergio. Cominciò a muoversi con foga, lo estraeva quasi tutto e poi lo spingeva dentro con forza, abbrancandomi ai fianchi. A ogni colpo lo sentivo entrare sempre più dentro e sentivo il mio buco allargarsi sempre di più. Questa volta l'inculata mi stava piacendo davvero, cominciai a percepire uno strano calore a tutto il basso ventre che arrivava fino al mio inguine.
- Che culo che hai! - mormorava Paolo dandomi colpi sempre più energici - E' meglio di una fica -
Le sue parole mi eccitarono ancora di più ebbi, un brivido e all'improvviso mi accorsi che stavo sborrando sull'asciugamano che era sotto di me. Nello stesso momento lui diede un ultima forte spinta.
- Ti sborro in culo! - grugnì e sentii il suo cazzo pulsare dentro di me mentre lanciava i suoi schizzi.
Come sempre mi capitava subito dopo l'orgasmo l'eccitazione si era tramutata in pentimento per quello che era successo. Mi rivestii in silenzio, dopo essermi ripulito il culo con un fazzoletto di carta,
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