tradimenti
Federica, l'amica di mia moglie (come siamo diventati amanti)
di escobar77
16.04.2020 |
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"Più lei godeva, più io spingevo più anche io godevo..."
Conosco Federica da una decina di anni, in pratica da quando conosco mia moglie Lucy essendo lei una delle sue migliori amiche. Sin da subito tra noi si è instaurato un bel rapporto di amicizia, sincero, allegro, goliardico, rapporto che si è rafforzato nel tempo e che forse, proprio per questo, nonostante la mia indole porcella, non mi sono mai fatto pensieri “strani” su di lei. Federica di certo non è quello che si possa definire una donna bellissima. Aspetto giunonico, 35 anni, capelli castani sulle spalle, una terza molto abbondante di seno, quasi quarta, un culone importante. Diciamo che la sua altezza l’aiuta ad armonizzarla alleggerendo qualche chilo in più. Tutto questo però a lei sembra non importare. Sempre ben curata, il suo look comprende jeans attillatissimi, abiti succinti, scollature generose. Federica è fatta così, esuberante, solare, sempre innamorata ma sfigatella con gli uomini, nelle situazioni sentimentali. Un tipo con la sindrome da principe azzurro, single e con poche esperienze alle spalle.
Federica da circa un anno si è trasferita e abita a Milano per lavoro. Una sera mentre cenavamo con mia moglie e parlavamo del più e del meno, mi disse che si erano sentite per telefono, una classica chiamata tra amiche nella quale si raccontavano le loro cose. Mi disse che ormai Fede si sentiva integrata, che tutto procedeva bene, che il lavoro andava bene ma che nonostante tutto a volte soffriva di solitudine, soffriva la mancanza della vicinanza di qualcuno, di un uomo in particolare con cui poter condividere la quotidianetà.
La cosa non mi stupì. Credo sia fisiologico avere di quei momenti quando sei lontano da casa, dai tuoi amici, a maggior ragione per una ragazza come Federica che non ha mai nascosto la sua voglia di una storia importante, non ha mai celato la voglia di costruirsi una famiglia. Mia moglie Lucy dopo un attimo di silenzio continuo a raccontarmi di quella telefonata, quel piccolo velo di tenerezza, quella protezione nei confronti della sua amica tramutò in un sorriso malizioso e mi raccontò che Fede le aveva confessato che per ovviare a quella solitudine, quasi per gioco, si era inscritta in una nota chat di incontri, che aveva conosciuto uno e che ci aveva scopato la stessa sera. Usò proprio la parola SCOPARE, e stavolta rimasi sorpreso e non poco. Anzi ero proprio Incredulo. Dopo cena seduto sul divano mentre cazzeggiavo col telefono mi ero imbattuto su una foto appena postata da Federica su instagram. Una foto sostanzialmente innocua ma che l'unica cosa che aveva attratto la mia curiosità era quella stretta camicia abbottonata solo dal terzo bottone in giù che metteva in bella mostra il decoltè del suo prosperoso seno. Ripensai alle parole che mi aveva detto mia moglie Lucy qualche attimo prima. L'immagine di Federica che va a letto con uno appena conosciuto mi fece provare una sensazione di eccitazione mista a gelosia, cominciai a vederla in un modo diverso rispetto a prima. Non più come l'amica con cui ridere e scherzare bensì in una veste più porca. L'amica si, ma da scopare. Mentre guardavo quella foto, mentre pensavo a tutto questo quasi d'istinto le mandai un messaggio di buona notte al quale lei rispose dopo pochi secondi.
Al risveglio, la mattina seguente, quella sensazione non era svanita col sonno. Anzi, era ben presente dentro di me. Rimasi in stato di eccitazione praticamente tutto il giorno tanto che la sera al rientro da lavoro mi feci una sontuosa scopata con mia moglie. Era chiaro che in me ormai era scattata, anche se non sapevo da dove iniziare, la voglia di farmi Federica o almeno provarci. Nei giorni che seguirono cominciammo una fitta corrispondenza di messaggi alcuni innocui, altri maliziosi, altri molto audaci. Non era la prima volta che ci scrivevamo con Federica e le battute a doppio senso erano state sempre un nostro modo di scherzare. A cambiare fu la frequenza con cui ci messaggiavamo tanto che lei una volta mi scrisse: con di seguito delle faccine sorridenti. In effetti magari tutti quei messaggi potevano apparire strani ma di certo difficile comprendere le mie reali intenzioni.
Dopo circa due settimane di tutto questo, a lavoro mi comunicarono che dovevo recarmi a Milano per tre giorni per il classico corso di aggiornamento annuale. Mi venne subito l'idea che potevo farmi ospitare da Federica, ne parlai con mia moglie sicuro del fatto che non avrebbe obbiettato. Con qualsiasi altra persona si sarebbe ingelosita e non l'avrebbe consesso ma di Federica si fidava e non poteva minimamente immaginare cosa a me passasse per la testa. Il mio capo, dal suo canto, fu molto felice del fatto che avrebbe risparmiato sull'albergo.
Arrivai a Milano di mattina presto con un carico di aspettative ma anche tanti dubbi. Stavolta non era una di quelle scappatelle che ogni tanto mi concedo, rischiavo di mandare all'aria un amicizia di anni o peggio, se la cosa avrebbe preso una brutta piega di mezzo poteva andarci anche il mio matrimonio. Con questi pensieri andai al corso e volevo solo che le ore successive passassero più velocemente possibile. Quando finì, mi diressi subito a casa di Federica seguendo le indicazioni che mi aveva dato. Mi accolse col suo solito fare molto esuberante, un caloroso abbraccio sincero. Era felice di vedermi come lo ero io. Del resto eravamo due ottimi amici che non si vedevano da tempo. Mi mostrò il suo piccolo appartamento composto da due stanze sostanzialmente. Una fungeva da cucina soggiorno, l'altra era la camera da letto con un piccolo bagno a completare il tutto. Anche lei era rientrata da poco da lavoro, indossava un vestito di lana nero smanicato, molto stretto, che metteva in risalto le sue generose curve. Collo alto e corto poco sopra il ginocchio. Non portava le calze e ai piedi aveva delle pantofole rosa con la faccia da gatto.
- Scusa se mi sono messa comoda...- disse -sono abituata a stare in pigiama a casa e anche se ti conosco da una vita non mi sembrava il caso-
-Figurati...- feci io -questa è casa tua, per me potresti stare anche nuda...anzi...- era una battuta ma in cuor mio dicevo la verità.
Brindammo aprendo una delle due bottiglie di vino che le avevo portato insieme agli immancabili cannoli siciliani di cui lei era matta. Chiacchierammo tanto quella sera, parlando di tutto. Io non perdevo occasione per farle qualche battuta a doppio senso, riempirla di attenzioni. farle qualche complimento. Alludevo alle mie reali intenzioni per cercare di capire le sue senza mai sbottonarmi del tutto. Aiutato dal vino ero sempre più audace. Lei contraccambiava le mie battute come sempre, ma in più di una volta era palesemente in imbarazzo, e questo tra noi non era mai successo. Dopo cena mi feci una doccia e quando uscì dal bagno, con indosso solo un asciugamano legata al fianco me la ritrovai praticamente davanti con in mano un lenzuolo e una coperta.
- se vuoi ti cedo il letto mi sistemo io lì...- disse indicando il divano vicino.
Le sorrisi, le tolsi quello che teneva e lo poggiai su di un cuscino di quel divano. Eravamo a pochissimi centimetri l'uno dall'altra. Mi venne d'istinto con la mano destra farle una carezza sulla sua guancia sinistra. Le spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e provai a baciarla. Subito senti la pressione delle sue mani sul mio petto per spingermi.
-...Cazzo fai?...- disse stupita.
- Quello che avrei dovuto fare da un sacco di tempo...- le risposi in modo calmo mentre la cinturavo in modo da non farla allontanare. Provai a farle capire tutta la voglia, il desiderio
represso che avevo di lei. Le dissi dei veri pensieri che nascondevano i messaggi inviati, della gelosia che mi era presa nel saperla a letto con uno sconosciuto e dell'eccitazione che mi aveva provocato. Provai di nuovo a baciarla e mi rispose con uno schiaffo.
-Smettila, lasciami andare sei il marito della mia migliore amica...CAZZO...- Mi urlò.
Non mi scomposi. L'annusavo, con la mia guancia le accarezzavo la sua, le leccai l'orecchio, le sussurrai che Lei, la sua amica, mia moglie... non c'era e che non sarebbe mai venuta a saperlo, che sarebbe stato il nostro segreto.
Federica provava a divincolarsi dalla mia presa, ma la sua pressione diminuiva sempre più. Fu in quell'isante che mi accorsi che in quella colluttazione l'asciugamano mi era scivolata a terra lasciandomi completamente nudo. Il cazzo in piena erezione. Anche Fede se ne accorse. Rimanemmo un attimo o forse due fermi in totale silenzio. Le labbra si sfiorarono.
L'umidità della saliva , e ci perdemmo in un bacio appassionato. Le lingue s'intrecciavano come in un vortice, appiccicati l'uno all'altra. Le alzai il vestito fino alla vita. Il contatto con la sua pelle mi fece provare un brivido lungo la schiena. Le mie mani non contenevano il suo grande culo. Sembravamo due cani che non mollano l'osso. Sentivo il calore provenire dalle sue mutande in cui era pressato il mio cazzo che sembrava esplodere dall'eccitazione. Mi scostai. Mi chinai in ginocchio mentre le sfilavo gli slip. Mi si palesò davanti gli occhi una leggere peluria della sua fica non del tutto depilata. Le sue maestose grandi labbra. Una leccata a tutta lingua per assaporarne il sapore. Poi le allargai con le dita leggermente. Ero talmente vicino che quai potevo scorgere le viscere. Quel rosa candito, umido, inzuppato di umori. Cominciai a solleticarle il clitoride. Fede ebbe un sussulto, io cominciai ad esplorarla con la lingua. Leccate sempre più profonde, lei con la testa inarcata all'indietro ansimava. Con delicatezza mi appoggiò le sue mani dietro la nuca e fu come un invitò nel continuare la mia pratica. Così mi aggrappai nuovamente al suo culo e pressai faccia, labbra e naso quasi a penetrare la sua vagina con tutto il mio viso. Era bagnata, talmente bagnata che credetti si era fatta addosso. Non m'importava, senti la contrazione dei suoi muscoli, l'odore acre inondò il mio olfatto, avevo il sangue al cervello. Non la stavo semplicemente leccando ma le stavo divorando la fica. I suoi respiri sempre più affannosi ed io sempre più vorace dei suoi colanti umori. Poi mi rialzai , la faccia inzuppata dei suoi liquidi, ci guardammo e senza dire nulla ci dirigemmo nella vicina camera da letto. Le stavo dietro mentre lei si spogliò del tutto. Le guardavo il culo con una mano sul cazzo nel tentativo di rilassarlo. Mi sentivo un animale che puntava la sua preda. Ero ingrifato. Quando tolse il reggiseno e si voltò praticamente mi fiondai sulle sue tettone. Erano meravigliose, due palla di carne con una aureola rosa per ognuno, grande il doppio di una moneta da 2€ ed un capezzolo turgidissimo. Glieli morsi. Poi la spinsi sul letto e mi posizionai di fianco in modo da poter continuare a leccarle le tette e nello stesso tempo avere il contatto della sua vagina nelle mie mani. Cominciai a masturbarla prima con un dito poi due poi di nuovo uno. Alternavo pressioni sempre più forti. Smisi di leccarla per guardarla mentre ansimava e godeva ad occhi chiusi. Le praticavo quel ditalino con foga e dopo un po' senti nuovamente i suoi muscoli irrigidirsi e di conseguenza di gemiti a voce più alta. Una vampata di calore, tolsi le dita e ne segui uno spruzzo copioso. Fede aveva squirtato che sembrava una fontana. Ero estasiato. Mi alzai in piedi e invitai Fede a sedersi nel letto. Il mio cazzo scappellato in massima erezione le puntava il viso. Quel viso sfatto dall'orgasmo col trucco completamente sbavato. Lei capii ciò che volevo. Prese il pene in mano, tirò indietro la pelle fino alle palle provocandomi un pizzico di dolore alleviato subito dall' umidità della sua lingua che cominciò a roteare intorno alla mia cappella, poi si staccava dal mio cazzo pur accompagnando il pompino con una spettacolare leccata. La sensazione era unica. Sapientemente scendeva con la lingua fino alle palle per poi risalire fino alla cappella ed ingoiare interamente il mio cazzo. L' adrenalina mi invadeva il cervello oramai volevo solo possedere Federica che aveva abbandonata ogni riserva ed era ormai una maialona che stava spompinandomi con tanta foia. La interruppi in quel pompino spettacolare che mi stava facendo. Le mie mani andarono dietro la sua nuca e la spinsi a me. Volevo scoparli la bocca e cosi feci pompandola a ritmo sostenuto infilandolo fino alla gola per uscirlo solo quando quasi soffocava. Fede sembrava totalmente in mio volere, non opponeva resistenza anzi, appena riprendeva fiato era nuovamente pronta a riceverlo per intero nuovamente tutto fino in gola. Le piaceva. Io non sarei resistito ancora tanto ma non volevo ancora venire. Volevo scoparla. Volevo essere dentro lei. Così la spinsi sul letto, portai le gambe sulle mie spalle e infilai il mio cazzo senza che esso trovò resistenza. Era bagnata fradicia. La sua figa stretta fu un ulteriore sollievo, un ulteriore motivo di eccitazione. Sentivo i suoi muscoli pelvici mentre la penetravo, prima con calma poi con sempre più ardore. Mi stavo godendo quella scopata. Mi stavo godendo Federica. Lei si contraeva e io spingevo con il respiro sempre più in affanno. In quella stanza risuonava solo lo scricchiolio del letto accompagnato dai nostri mugugni, in nostri respiri, il nostro ansimare. Il rumore della pelle che sbatteva a ritmo dei colpi con cui la penetravo. Sempre più forte, sempre più forte. Stranamente, come mi è capitato poche volte, scopavo senza dire una parola, senza un turbiloquio, senza un “insulto”. E anche Fede emetteva solo grida di piacere senza dire nulla. Pensavo solo a ficcarglielo dentro con più forza possibile spinto dall'istinto animalesco che sentivo dentro. Guidato solo dalla voglia che avevo nel farla godere , che godesse di me. Più lei godeva, più io spingevo più anche io godevo. Poi senti che stavo per venire. Non potevo più resistere. Mi sfilai dalla sua figa ormai diventata un lago, lei si rimise nuovamente seduta sul letto e le spruzzai una copiosa sborrata bianca in viso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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