Lui & Lei
BEATA ABBONDANZA _ Parte 2
di escobar77
30.09.2021 |
398 |
1
"Lei mi aiutava spingendo il suo culo verso me, sempre lentamente..."
Le parole di Rossana mi lasciarono dentro un'eccitazione eccessiva nonostante quel rapporto appena avuto. Rimasi lì a riprendere fiato, il membro che perdeva di consistenza, riacquistavo lucidità come si fa dopo aver preso una bella sbornia. Perchè questo era stato. Una sbornia, una sbornia di sesso, di lussuria se vogliamo. L'averla scoperta così disinibita, così priva di tabù, aveva liberato in me gli istinti repressi, i desideri che tenevo dentro, quelle voglie soltanto immaginate vuoi per educazione o stereotipi imposti dal “ben pensare”. Ma il sesso, il vero sesso, il buon sesso è fantasia e nella piena consapevolezza e nel consenso di chi lo pratica, dovrebbe essere libero da qualsiasi preconcetto.Pensavo a questo mentre la raggiunsi nell'altra stanza. Mi dava le spalle bevendo dell'acqua direttamente dalla bottiglia poggiata sul mobile della cucina. Rossana di certo non era la ragazza più bella con cui ero stato, ma forse proprio il suo non essere una pin up, la sua abbondanza da BBW, unito al suo essere così dannatamente porca rendeva quella situazione quasi perversa. E' il suo “tu puoi farmi di tutto” era un invito che non volevo di certo lasciarmi scappare, anzi, era ciò che più desideravo.
La cinsi da dietro e abbracciandola inevitabilmente le mie mani trovarono quella sua smisurata misura di seno. I capezzoli turgidi. Il pene che affossava nella carne burrosa del suo culone. Cominciai a strofinarlo lungo il solco che separa le chiappe mentre le diedi un morso sulla spalla. Senti il sapore del suo sudore. Rossana girò leggermente la testa, ammiccò e a sua volta si morse le labbra. Poi mi passò la bottiglia e nel prenderla mollai la presa e lei ne approfitto per girarsi. Adesso eravamo faccia a faccia. Le sue enormi mammelle spingevano sul mio petto. Ci baciammo. Le lingue s'intrecciarono nuovamente. La saliva portava con se il sapore del mio sperma che sapientemente aveva leccato e ingoiato poco prima. Sentivo le unghie sulla schiena, il pene pressato sull'inguine veniva sfiorato dalla peluria della sua figa, pulsava, pian piano tornava a crescere.
- Ora ti vanterai con gli altri di me? - disse Rossana tra il serio e il faceto.
- Dovrei farlo? - rimai.
Rossana non rispose. Si limitò ad ammiccare e mordersi nuovamente la parte inferiore delle labbra. Giocava a fare la maliziosa mentre io ero passato a dedicarmi a leccarle le tette a lingua piena, inzuppandole di saliva.
-Comunque io non mi sono mai vantato di nulla... - mormorai.
-Lo so...agisci in silenzio. Come con Cristina e perfino con quella santarellina di Angela.
Mi staccai dalla tette e guardandola sorridendo le domandai:
-e tu come fai a saperlo?-
-Beh, certe cose noi donne le intuiamo e poi...magari ci scappa qualche confidenza..
-Quindi volevi provare perchè eri invidiosa o gelosa?...
La mia voleva essere una battuta. Forse venuta male, forse non venne colta o forse si, rimane il fatto che Rossana diventò seria e volle puntualizzare.
- Ascolta...- disse con tono fermo – io so che con i miei chili di troppo non sono una bella ragazza. Forse sono anche poco femminile ma invidiosa io non lo sono di nessuna.
-Non volevo offenderti era solo una battuta...- le dissi.
-Nessuna offesa volevo solo precisare, lo sai che mi piace essere essere schietta. Anche perchè...
-...cosa?...
-Anche perchè...voi uomini la fate sempre lunga questa storia del fisico perfetto, della donna gnocca e poi...
A quel punto diventai serio anche io.
- lo sai che non mi piace quando si generalizza - le dissi.
E lei continuò:
-Io non sto generalizzando. Io sto parlando con te. E' inutile che fai il finto tonto. Anche a te piace fare la battutine. Ti sembra che non me ne sia accorata? Com'è che mi chiamate?...Beata abbondanza?...
Rimasi in silenzio non ribattevo mentre lei continuava.
-...però non mi pare che ti sei fatto tanti problemi. Guardati...sei qui tra le mie cosce a sbavare sulle mie tette e mi sembra proprio che hai goduto più con una fottuta con me che in tutto il tempo che sei stato con quella stronza della tua ex.
Nella sua schiettezza non potevo darle torto. Per l' ennesima volta in quella giornata mi aveva schiaffato in faccia una verità. Solo che quelle parole, quel tono quasi arrogante, saccente mi procurarono un fastidio, quasi fossero stati uno schiaffo al mio orgoglio mascolino. Così la strinsi dalle chiappe spingendola a me quasi a farle sentire tutta la mia virilità, e fissandola negli occhi con fare deciso dissi:
-E quindi portandomi a letto cosa volevi dimostrare? Quando fossi debole? -
Rossana non si perse d'animo continuo con tono deciso dicendomi:
-Tu non hai capito. Io non devo dimostrare nulla a nessuno. Tu mi sei sempre piaciuto, ma al contrario di te io non ne faccio solo e soltanto una questione di aspetto fisico. Io vivo la mia sessualità come voglio e con chi voglio io
-Perchè io allora?- stringendola ancora di più a me.
-Proprio non ci arrivi...Come hai visto io sono abbastanza spudorata a letto. Divento totalmente devota all'uomo. Al cazzo. Chiamami porca, troia come preferisci. A me piace farlo ed essere così nell'intimità...e se oggi è capitato di aver scopato, se ho scelto di farmi scopare da te e perchè tu sei esattamente come sono io. Lo ti legge negli occhi che sei un porco.
Nessuno mi aveva mai parlato così e soprattutto in questi termini. Il fastidio di prima lasciava il posto ad un'eccitazione sempre più crescente. Essere definito porco in un certo senso mi piaceva, e mi piaceva il fatto che senza tanti giri di parole Rossana mi aveva e mi stava offrendo se stessa senza tante complicazioni. La baciai, poi le sorrisi e dissi:
-va a finire che c'innamoriamo noi dueì...-
Rossana mi strinse il cazzo con la mano e a detti stretti rispose:
-a me basta che mi scopi... - e poi mollando la presa sul mio membro prosegui dicendo:
- ora fammi passare che mi vado a dare una lavata
Mi scostai ma subito dopo l'afferrai io per il polso con decisione dicendole:
-non c'è bisogno...tanto ora ti sporco ancora
-Vedi che ho ragione quando dico che sei un porco...- disse lei prima di di affondare la lingua dentro la mia bocca.
Le diedi uno schiaffo nella natica e ci spostammo di nuovo nell'altra stanza lei davanti io dietro. Ai piedi del letto la spinsi leggermente sulla nuca invitandola a piegarsi. Rossana poggiò le mani sulla sponda. Si chinò divaricando le gambe e le diedi un' altro schiaffo prima d'infilarle le dita nella vagina. Poi mi inginocchiai e cominciai a leccargliela. Un sapore stantio di pipì, sudore, sperma mi pervase. Mi eccitava però. Rossana cominciò nuovamente a bagnarsi e mugolare. Io con foga praticamente me la mangiavo. Volevo possederla con ardore. Volevo essere porco così come lei mi aveva definito. Volevo dominarla, usarla così come avevo capito che piaceva a lei. Mi rialzai e mi sdraiai nel letto, con fare perentorio quasi le ordinai di leccarmi. Senza battere ciglio lei cominciò dai piedi. Prima la pianta, poi le dita. Si soffermò sull'alluce succhiandolo come un neonato fa col ciuccio. Risaliva sulla tibia, poi le gambe, e nel frattempo a gattoni era anche lei salita sul letto. Non era aggraziata. Le tettone in quella posizione penzolavano fino a sfiorare il materasso. Il culo era in aria rivolto verso il balcone che in quel momento mi accorsi spalancato, privo di serranda o tenda che dato il poco spazio tra una casa ed un altra, chiunque affacciato di fronte avrebbe potuto vedere quello che facevamo senza nessun problema. Rossana continuava indisturbata la sua pratica. Giunta all'altezza del pisello accuratamente faceva di tutto per non toccarlo con la lingua. Circoscriveva il bacino ruotandoci attorno. Accortasi che mi ero distratto mi disse:
-tranquillo tanto non c'è nessuno...e poi mi conosco- sorrise
Venne così a mettersi sopra di me e ci siamo fatti un 69. Donandomi la sua figa e le sue chiappe in modo da non pensare al balcone aperto. Prese il cazzo in mano ed iniziò a leccarlo lungo il glande per poi passare all'intera asta, per poi infilarselo in bocca fin quanto poteva iniziando a pompare. Le mani massaggiavano i testicoli, strizzandoli. Ormai aveva del tutto ripreso consistenza. Lo sentivo duro. Se lo mise tra le Tette. E con soddisfazione tra mugoli, leccate e respiri più profondi disse:
-quella stronza della tua ex te lo ha mai fatto questo? E quella santarellina di Angela? Quella a stento fa la missionaria...
Non risposi ero intento a guastarmi quella goduria che Rossana mi stava regalando. Ero intento a gustarmi tutti i sapori grondanti della sua fregna che colava nella mia bocca mentre la leccavo. Mi sentivo esplodere, il cazzo pulsare all'inverosimile e nel frattempo cercavo il più possibile di resistere per non venire. Mi dedicai con cura al buco del suo ano. Le poggiai la punta della lingua per inumidirlo. Leccai il suo sfintere mentre infilai un dito nella sua vagina calda. Sentì Rossana contrarsi un attimo quando le poggiai quello stesso dito inumidito dei suoi stessi umori spostarlo per massaggiarle le pareti dell'ano e poco alla volta farsi strada nel suo pertugio fino a farlo entrare del tutto. Iniziò a godere sempre più di quella presenza nel suo intestino. La lingua saettava nel suo clitoride, il dito andava su e giù sempre più velocemente, partì e raggiunse l'orgasmo. Io fermai il dito dentro il suo culo e raccolsi tutti i suoi umori che erano usciti dalle pareti della figa.
-Godi bene di culo gran troia -
-Devo dire che sei stato bravo – disse con un filo di voce.
Mentre goffamente scivolava verso il mio bacino. Quel cazzo che puntava in alto voleva averlo dentro la sua caverna e così fece. Cominciò a cavalcarmi prima dolcemente poi aumentando sempre più il ritmo. I gridolini lasciarono posto ad urla un po' più forti. Frasi sconnesse, un continuo susseguirsi di “Si...Si”.
Anche io ansimavo. Sentivo l'umidità della sua figa. Il calore dei suoi umori. Tutto il peso di Rossana sul mio corpo. Godevo, sentivo che stavo per venire. Non volevo ma nello stesso tempo la incitavo dandogli della troia, della puttana, a non fermarsi. Lei si chinò ancora di più aggrappandosi alle mie caviglie per darsi forza e con sempre più forza mi scopava. Assatanata. Urlante. In preda agli orgasmi. Io avevo il sangue al cervello, mi sembrava di impazzire di piacere. In quella posizione le chiappe le si erano allargate ancora di più mostrandomi ancora di più il buco del suo enorme culo che ormai era il mio obbiettivo. Sborrai copiosamente dentro di lei accompagnando la venuta con un un urlo quasi animalesco che si accavallava alle sua di urla. Rossana sentendosi inondata del mio fiotto cominciò a rallentare fino a fermarsi del tutto.
-che scopata...- disse con la voce piena di affanno, stanca.
Ma io non avevo nessuna voglia di fermarmi o di rilassarmi. Sentivo il cazzo nonostante tutto ancora in tiro. Ero eccitato forse come mai lo sono stato. La invitai a sdraiarsi a pancia in giù col culo voltato verso me.
-Non vorrai mica mettermelo nel culo...il dito va bene ma il cazzo è troppo grosso – disse sorridendo.
-mi hai detto che posso farti quello che voglio? … quindi stai zitta, rilassati e fatti inculare -
-ma fa male... -
Il tono della sua voce era sempre scherzoso. Io invece ero sempre più arrapato. Sputai nel suo ano e con la mano cominciai a massaggiarlo con accuratezza. Un paio di volte infilai il dito dentro facendola sussultare di piacere. Poi le ho allargato le chiappe appoggiando la cappella al suo sfintere, l’ho fregata un po’, lei cercava di rilassarsi il più possibile. Dopo averla infilata un pochino subito dopo ho desistito. Spinsi diverse volte per poi toglierlo e rientrare sempre ogni volta di più e poi nuovamente tirarlo indietro. Lei mi aiutava spingendo il suo culo verso me, sempre lentamente. Alla fine la mia cappella è entrata tutta ed è rimasta lì nel suo culo ferma e dura.
-Ci siamo.. .- le dissi abbracciandola le stuzzicai i capezzoli.
Intanto non mi ero accorto che con una mano si massaggiava il clitoride. Notai però che le faceva male quella presenza dentro di essa, le portava fastidio ma allo stesso tempo non rinunciava, anzi, voleva il cazzo tutto dentro, voleva essere inculata e me lo disse chiaramente.
-Sfondami...sfondami tutta -
Nel sentire quell'incitamento mi accalorai ancora di più se fosse possibile. Col sangue al cervello non capivo più nulla. Iniziai a muovermi lentamente mentre il suo sfintere si contraeva e dopo i primi movimenti riuscì a penetrarla sempre più in profondità. Il mio bacino sbatteva sulle sue chiappe, il cazzo interamente dentro il suo culo. Le bruciava diceva, ma la sua figa si bagnava sempre di più.
Sfilai fuori e la invitai a mettersi in ginocchio sul letto, vicino la sponda, a 90 gradi, a pecora. Mi ci sono messo dietro con i piedi ben piantati a terra, le allargai le chiappe, appoggiai di nuovo la cappella sul suo sfintere è sono entrato stavolta tutto di colpo. Cominciai ad incularla senza pietà, a ritmi forsennati con quanta forza avevo dentro. Aggrappato ai rotoli dei suoi fianchi mentre la pompavo sentivo Rossana lamentarsi per il bruciore. I gemiti di piacere mescolati al dolore ma lei continuava a gridare sempre di “si”. Adesso la stavo veramente inculando senza pietà mentre lei si torturava il clitoride. Reclinai la testa, chiusi gli occhi, ringhiavo come un animale inferocito esclamando tutto il mio piacere, il mio godimento. La pompavo con tutta la forza che avevo in corpo. Tra le mura di quella stanza rimbombavano le nostre urla che finivano fuori da quel balcone spalancato fino a fuori in cortile in cui si affacciava. Ed io non lo so quanto è durata quella scopata. Avevo perso del tutto ogni cognizione oltre ad ogni remore, mentre Rossana infoiata urlava di dolore e piacere assecondando però quei colpi tremendi che gli assestavo. I coglioni sbattevano nella figa e dopo l'ennesima botta sentì partire un primo getto di sperma caldo che finì la sua corsa nel suo intestino, poi un altro, un altro ancora continuando a sbatterla senza sosta. Solo quando l'ultima goccia del mio seme venne fuori mi calmai, e stanco, ansimante, accalorato mi accasciai sulla sua schiena rimanendogli sempre dentro. Il caos di prima, in quei secondi che susseguirono, lasciò posto soltanto ai nostri respiri affannosi. Sentì all'improvviso un nuovo stimolo come ad eiaculare nuovamente. Spalancai gli occhi, sentivo la vescica pompare e non riuscì a trattenermi. Non era sperma. Praticamente le pisciai dentro il culo. Rossana contrasse lo sfintere quando io dopo essermi svuotato del tutto uscì fuori il mio cazzo dal suo ano. Scoppiamo a ridere. Una risata fragorosa, appagata.
-Ora posso andarmi a lavare dopo che hai fatto i tuoi bisogni? -
disse Rossana, senza attendere la mia risposta, divertita, mentre si alzava per dirigersi in bagno.
Io mi lasciai andare sedendomi ai piedi del letto, sfinito, stanco, grondante di sudore. Voltai la testa verso il balcone aperto e con stupore, vidi affacciato in quello di fronte, un signore sulla cinquantina fumarsi una sigaretta che era giunta quasi alla fine. Era evidente che si era gustato quello spettacolo da una postazione privilegiata. Mi alzai per tirare la tenda come a chiudere il sipario e lui evidentemente divertito mi fece un cenno con la testa. Quando mi girai Rossana era sulla soglia della porta con un asciugamano in mano. Stava per dirmi qualcosa ma appena ci fissammo scoppio a ridere.
Incredulo esclamai:
-Tu lo sapevi...!!!-
Lei non rispose, fece spallucce con quell'aria da finta ingenua, da finta innocente mentre io ancora più incredulo sorridendo le dissi.
- ma quanto cazzo sei TROIA...MIA beata abbondanza -.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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