Prime Esperienze
Il battesimo del mio culo. Storia vera
di Rommat
16.07.2024 |
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"Ogni tanto prendevo in mano tutta la sacca scrotale, resa turgida dall'acqua fredda in cui poco prima era immersa..."
Era il terzo anno di fila che andavo in quel villaggio in Calabria, vicino Capo Vaticano. Andavo per lo più per fare vacanza con mia figlia e mia moglie. Loro restavano 2 mesi ed io andavo e venivo per lavoro. Trascorrevo i weekend e qualche giorno di ferie. Il mare era strepitoso lì. Sabbia bianca, mare profondo e acqua cristallina. C'era lì questo anno anche un signore di Roma, di mezza età, nella mia stessa situazione. Con famiglia e lavoro da svolgere. Per cui lo ritrovavo lì tutti i fine settimana, era il mio vicino di ombrellone. Ci avevo stretto una certa amicizia. Era un tipo socievole e spiritoso, estroverso. Avevo la sensazione di essere a mio agio in sua presenza, cosa non scontata dato il mio carattere piuttosto chiuso. Di solito sono schivo e taciturno con gli estranei, ma con lui ero rilassato, e non mancavano mai argomenti di conversazione. Lui, in particolare, non si risparmiava dal commentare i culi, i bikini, le donne in spiaggia. Sembrava un'ossessione, ma lo faceva sempre in modo spiritoso e originale. Mai volgare. Ma era una fissa. Tutto iniziò quel giorno che le mamme e le figlie andarono in escursione per una gita organizzata dagli animatori. Io rifiutai, dopo una settimana di lavoro preferii restare a rilassarmi in spiaggia. Trovai anche lui che aveva fatto la stessa scelta, mandando moglie e figli da soli in gita. A metà mattinata mi propose un giro in barca. Portava da Roma con sé sul carrello questo piccolo motoscafo che poi spesso usava per fare un bagno al largo in posti isolati ed incontaminati con la famiglia.
Dai! - disse - ti assicuro che ne vale la pena! Conosco angoli spettacolari qui dietro. Ci rilassiamo un'oretta, bagno in aqua che potresti bere, un po' di sole e ci portiamo 2 birrette.
Va bene - risposi pensando di non voler spegnere il suo entusiasmo.
10 minuti e ci trovammo in barca. Era una di quelle barchette con posto guida dietro e prendisole con cuscini per metà barca a prua.
Lui guidò, andando verso posti che ben conosceva. Alla fine arrivò in una baietta dalla bellezza mozzafiato, dove eravamo solo noi. Già in quelle zone di barche ce ne sono davvero poche, ma stavolta era pace assoluta.
Messa l'ancora si iniziò a spogliare, era felice e pieno di entusiasmo.
- Che la festa cominci!! - urlò
Io mi tuffai per primo in quel mare trasparente. Talmente alto e trasparente che faceva venire le vertigini. Poi si tuffò lui, a bomba ovviamente. Riemerse dall'acqua e dopo poco lo sentii urlare - YAHOOOO - a mò di indiano, con un braccio in alto facendo roteare in mano qualcosa di colorato. Quel figlio di buona mamma si era tolto il costume! Ne fece una palla e lo lanciò in barca. - Libertà! - urlò - pisciata in acqua! Rutto libero! - e rideva.
Dopo poco salimmo. Io notai subito quanto fosse ben messo. Un notevole salsicciotto bello doppio e reso tonico dall'acqua fredda. Io subito pensai a quanto piccolo invece la stessa situazione di acqua fredda rendeva il mio, che già partiva da modeste dimensioni. Ma vi giuro che in quelle situazioni scompariva proprio. Lui ovviamente subito mi invitò a liberarmi del mio costume. Provai a rifiutare. Ma dato il personaggio non la si poteva spuntare. Provai l'ultima carta, quella della sincerità.
- Dai mi imbarazzo - Dissi. - Io ho un problema, che da moscio è molto piccolo. Poi in erezione si riprende un po' perché cresce molto. Ma a mare davvero è imbarazzante, sembra quello di un bimbo.
- E dai! - ribatté - siamo adulti, Mica è una gara. È per condividere un momento, non ti guardo proprio.
Batti e ribatti la spuntò lui. Io però mi spogliai di spalle e immediatamente mi stesi a prua, a pancia in giù. Provò a dire qualcosa a riguardo ma lo aggredii dicendo - No basta ti ho accontentato e mo faccio a modo mio! -
- Ok ok non t arrabbià - concluse.
Si sedette a fianco a me. Esitò un pochino. Poi stendendosi disse - ma sai che hai un culetto niente male? Davvero. Te lo posso toccare un attimo?
Io: smettila
Lui: No dico davvero devo vedere una cosa - e terminando la frase già aveva una mano su una chiappa. - cazzo se è morbido - continuò
Io: hai finito?
Lui: ma ti dà fastidio?
Io: dovrebbe dar fastidio soprattutto a te toccare il mio culo.
Lui: non ti preoccupare, ti tengo un po' la mano sopra. Se la devo togliere me lo dici.
E mi racchiuse una chiappa in una mano. Poi l'altra. Ma sinceramente non mi turbava più di tanto. Si può dire che, pregiudizi a parte, era anche piacevole. Io ho sempre amato nel massaggio la parte dei glutei. È una zona, come i piedi, che ho sempre amato farmi toccare.
Ogni tanto si faceva più audace e con le dita percorreva il solco in modo superficiale però. Ma mi donava belle sensazioni. Restammo un po' così, in silenzio, con lui che non si fermava dal palparmi il sedere. Poi mi sentii di rompere quello strano momento e dissi: - ma ti deve piacere proprio mi sembra.
E lui: - guarda, potrei rispondere in tanti modi, si.. no.. forse.. ma la risposta più sincera che ti posso dare è questa.
E all'improvviso staccò la mano dal mio culo, afferrò il mio polso e in un attimo piazzò la mia mano sul suo cazzo in tiro. Sentii un pezzo di granito sotto la mano, che ritirai all'istante come se avessi toccato il fuoco. Lui rise sonoramente.
- No dai aspetta - disse ridendo - dammi qua - e si riprese la mia mano. - Un attimo senti meglio -
Pose di nuovo lentamente la mia mano sul suo cazzo. Era gonfio e durissimo. Mi fece pressione in modo che la mia mano avvolgesse tutta l'asta. Era una mazza calda e dura. La mia mano a stento si chiudeva nel cingerla. Lui lasciò la presa, io no. Disse: - ti rendi conto dell'effetto che mi fa il tuo bel culetto? - continuando a ridacchiare. Io di risposta tolsi la mano.
- No dai tienila un altro po' - protestò.
Io: vuoi che ti faccia una sega? - dissi con aria provocatoria.
Lui: no dai stiamo qui tranquilli a rilassarci un po'. Toccamelo un pochino, fai quello che vuoi. Puoi anche non fare nulla vedi tu. - E così dicendo riprese possesso delle mie chiappette.
Non dissi nulla e portai anche io la mano in posizione, sul suo cazzo.
Seguì il silenzio, un tempo in cui lui si dedicò ad esplorare il mio sedere, ed io ad esplorare ogni centimetro del suo cazzo. Ogni tanto prendevo in mano tutta la sacca scrotale, resa turgida dall'acqua fredda in cui poco prima era immersa. Lui allora gemeva in modo sommesso, ma chiaramente gli piaceva. E cercava di rendermi il favore passando le dita nel mio solco, accarezzando appena il buchetto. Ad un certo punto afferrai e strinsi il suo cazzo nella mia mano, alla base, e senza allentare la presa andai un paio di volte su e giù. Lui emise un sospiro e prontamente mi affondò il pollice fin sopra l'ano, roteando e massaggiandolo. Era divertente, ad ogni mia azione corrispondeva una sua reazione proporzionata. Sembrava di avere un telecomando. Ed era anche eccitante, perché avere quella mano gentile piazzata nel culo mi dava i brividi. La mia mente mi implorava di smettere ma il mio corpo voleva addirittura di più. Quindi osai. Portai la mano alla bocca e facendo finta di grattarmi in viso misi saliva sul pollice. Poi, ripresa posizione sul cazzo feci roteare il pollice bagnato su tutta la cappella. Lui ebbe un sussulto e credo capì, perché in risposta tolse anche lui un attimo la mano e la rimise dopo un po', andando a cercare il buchetto con decisione e piazzandoci un dito che sentii bagnato e che stavolta entrò anche se di qualche millimetro. Io avevo il cuore a mille e mi irrigidii. Pensai "ok basta qui perdiamo il controllo" e stavo per alzarmi, ma lui mi anticipò e disse sollevandosi seduto: No aspe qui devo capire meglio..
Io: cosa devi capire?
Lui: una cosa, devo vedere una cosa. Resta sdraiato e apri un poco la gambe - e mentre lo disse mi prese i piedi in mano e li divaricò un po'. Poi mi allargò le natiche con le mani e disse sorpreso: Noooo... Non è possibile... Lo sapevo. Ma ti depili nel culo?
Io: NOO!!
Lui: ma non c'hai un pelo! Già lo sentivo con la mano. Ma guarda! Sembra il culetto di un ragazzino. Anzi, di una ragazzina. Non hai un pelo e hai il buchetto rosa.
Io: lo so.. lo so.. ho un problema. Ho dei peli pubici, pochi, ma non mi crescono peli sulle palle e nel sedere. Non so che farci mi dispiace.
Lui: ti dispiace?!? E che ci sta da dispiacersi? È bellissimo così? C'è gente che paga fior di quattrini per queste cose e tu sei già così. Mo però mi devi fa fa' na cosa. Non dirmi niente ma non ne posso fare a meno.
Io preoccupato: C.. cosa?
Lui senza risposta e senza ritengo mi allargò con decisione per bene le pacche, scoprendo completamente il buco, e ci si fiondò con la bocca sopra.
Io sgranai gli occhi: ma che fai?? Ma non ti fa schifo??
Lui riemerse per un attimo: No, mi fa impazzire - e si rifiondò con la lingua sull'ano.
Io: Ma.. ma .. è un sedere è sporco.
Lui: ma stiamo ammollo da stamattina, ti assicuro che non possiamo essere più puliti di così. E poi un culetto così puro non l'ho mai visto. Mo stai zitto un minuto.
A faccia in giù, poggiata sul materassino di prua, a gambe larghe, sentii la sua lingua che percorreva tutto il solco, che ruotava intorno all'ano, che spingeva per farne entrare la punta, e sentii tutto bagnato in mezzo alle chiappe. Mi dissi: alzati immediatamente e rimettiti il costume! Ma, invece, allargai le gambe ancora un po'. Ero in estasi. Avrei voluto quella lingua nel culo per ore. Avevo il cazzetto di pietra tra me e il cuscino. Stavo godendo.
A un certo punto si fermò, era tutto rosso ed eccitato. Mi disse: dai non c'è la faccio più. Si stese di nuovo e mi chiese: - Ci vuoi giocare un po' col mio cazzo? Fai quello che ti senti.. mi sta esplodendo.
Io, dapprima deluso perché le attenzioni al mio culetto erano finite, guardai quel maestoso cazzo in tiro. Un po' per riconoscenza e per correttezza, ma anche perché quel trattamento di lingua nel culo mi aveva eccitato molto, dissi: Si, dammelo qua'. Lo presi in mano, restando steso. Lo iniziai a segare dolcemente. Guardando fisso quella mazza dritta nella mia mano stavo valutando se sporgermi fino a leccargli le palle mentre segavo oppure se portarmi direttamente la cappella alla bocca e avvolgerla tra lingua e palato. Ma mentre timidamente avvicinavo il viso a quel maestoso cazzo, lui balzò in piedi strappandomi il cazzo da mano ed esclamando: No! Non si può. Aspetta... Senti io lo voglio, lo voglio troppo. Niente altro va bene ora. Vediamo come si deve fare...
Io: Ma cosa? Ma che dici? Non capisco, vuoi sborrare?
Lui ormai fuori controllo: Il culo. Te lo vorrei sbattere dentro. Voglio chiavare quel bel sederino. Lo voglio farcire della mia sborra. Lo desidero troppo!
Io: no no frena... Aspetta... Forse ti sei fatto una idea sbagliata. - e mi mossi per alzarmi.
Lui mi bloccò le gambe e disse: fermo. Aspetta. Ascolta un attimo. Io credo che tu sia poco consapevole, ma questo bel culetto parla da solo. Già com'è fatto, liscio, morbido, praticamente un culetto di donna montato x sbaglio su un uomo. Io credo che chieda attenzioni. Mentre leccavo quel buchetto ne sentivo gli spasmi. Credo che chieda un bel cazzo, che implori di essere sfondato. Credo che possa trovare una sua realizzazione solo se martellato senza pietà e riempito di sborra. Questo è quello che penso. Però tu non lo sai, lo devi ancora scoprire. Facciamo così, fidati. Io ora ci monto su, gli faccio solo avere un primo contatto col cazzo. Lo poggio tra le natiche, lo accarezzo. Delicatamente. Come piace a te. Alla fine è come una sega spagnola, col tuo culo al posto delle tette. Piacerà anche a te, continuiamo a rilassarci. -
E così si abbassò lentamente su di me, con il suo duro bastone poggiato di lungo sul solco. Lo sentii subito, duro e caldo, premere tra le mie chiappe. Iniziò lentamente un movimento ondulatorio. Su, giù... Su, giù. E mano mano quel bastone voglioso sprofondava di più, incastrandosi in mezzo al mio culetto. Poi si staccò un attimo, il tempo di versarsi sulla mano una dose abbondante di olio solare che aveva con sé. Portò la mano ao buco e massaggiò per bene.
- Non ti preoccupare - disse - è solo per scivolare meglio.
Si riposizionò e ricominciò la pseudo-chiavata. Era bello, meglio delle carezze con la mano. Mi piaceva e involontariamente lo accompagnavo nei movimenti muovendo a ritmo il bacino. Mi sentivo al sicuro, rilassato. Ma contemporaneamente l'immagine che avevo in mente di me steso a pancia in giù e di un toro intento ad ingropparmi mi eccitava da morire e mi teneva il pisello in tiro costantemente. La sua bocca era vicino al mio orecchio e percepivo i suoi gemiti sommessi ed il suo fiato ansimante. Il fatto che stesse provando piacere nel mio culo mi eccitava da morire. Poi si staccò, prese l'olio e allargando le chiappe con la mano ne versò un bel po' direttamente sull'ano. Posò la boccetta, si prese il cazzo in mano e lo puntò sul mio buco voglioso.
- te lo massaggio col cazzo - disse per tranquillizzarmi. E così iniziò a roteare la cappella sull'ano, facendo appena una leggera pressione.
Non capii più nulla, ero rapito. Quando tornò a sfregare superficialmente mi accorsi che restai deluso. Forse aveva ragione, il mio culo mi lanciava segnali. Dissi timidamente: rifallo, spalma un altro po' di olio.
Lo rifece, ripoggiò la cappella per massaggiare. Stavolta mi mossi un po' verso di lui. Si fermò. Capì... Spinse un poco e aspettò. Spinsi di nuovo verso di lui. Si prese il cazzo in mano per avere più rigidità e provò a spingere di più. Era grosso, un mio - hai! - lo fermò. Si piegò verso il mio orecchio, - non voglio farti male - disse - se vuoi mi fermo - ritraendo il cazzo dal culo. Sapeva il fatto suo quel bastardo. - se vuoi smettiamo qui -
Io: no... Vabbè... Mi dispiace... Sei così arrapato... Aspettiamo ancora un po'. Ma fai piano.
Lui: vuoi che provo ad entrare?
Io: eh sì...
Lui: sicuro? Abbiamo fatto tanto per la prima volta. Se vuoi torniamo e mi sego.
Io: no... Dai.. andiamo avanti
Lui: allora spingo? Allora dimmelo che vuoi essere penetrato e ci proviamo
Io, che non ce la facevo più, persi il controllo: Si, scopami!
Lui: ma te lo potrei rompere..
Io: pazienza, rompimi il culo
Lui: te lo potrei sfondare
Io, spazientito: e pazienza, sfondami!
Lui rise, dicendo: ora sì che ci divertiamo. Mi mise un cuscino sotto la pancia, per alzare un po' il bacino. Si mise su, puntò il buco e mi sussurrò: mi devi aiutare, respira profondamente e quando spingo un po' tu rilassi l'ano e spingi leggermente come per andare di corpo. Questo farà allargare un po' il buchetto che è stretto. Un po' alla volta lo facciamo entrare. Un po' dura all'inizio ma quando sarà dentro tutto sarà più facile. E così fu. Doloroso, ma la mia voglia di quel cazzo nel culo mi fece sopportare quei doloretti dovuti ai centimetri che avanzavano dritti dentro di me. Poi disse: ci siamo, senti. Porta la mano qui. Lo feci e sentii le sue palle ed il suo pube attaccati a me. Ebbi una scossa intensa. Misi le mani avanti, la testa schiacciata sul materassino, il culo più alto, allargai ancora un po' le gambe. Ero in assetto dì guerra. Iniziai a spingere un po' verso di lui.
- Tranquillo - disse lui - ci penso io. - ora ti scopo per bene, ti dò una bella razione di cazzo, proverò a soddisfare la zoccola vogliosa che c'è in te. Tu da brava puttanella pensa solo ad aprire il culo al massimo e io te lo fotterò a dovere.
Sapeva benissimo che il linguaggio sconcio mi faceva arrapare. Per rafforzare il tutto mi diede un paio di sonori schiaffi sul culo e cominciò a muoversi. Prima lentamente e poi con ritmo sempre più incalzante si susseguirono gli affondi. Il mio culo prese effettivamente confidenza con quel palo che lo trapanava e lo accettava sempre di più. Ad un certo punto gli affondi terminavano con un "ciack" del suo bacino contro di me. Mi prese una ciocca di capelli in una mano. La tirava ed affondava. Fotteva forte, urlava "ora sì che c'hai il culo sfondato! Ora sei una zoccola rottainculo! Vero?" Io, nel frattempo, ad ogni botta sentivo la faccia affondare nel materassino, ma soprattutto sentivo il mio uccello duro e nudo strofinare con forza contro il cuscino che avevo sotto di me. Mi provocava un piacere allucinante, era come una sega. Rispondevo "si.. ahh"
Lui: si cosa?
Io: sono una zoccola rottainculo
Gli spasmi andavano dal glande alla base del pisello, fino all'ano. Ogni affondo mi faceva urlare di piacere.
Lui: senti come gode questa cagna, è incredibile. Non ho mai visto una puttana più zoccola di te.
Io: oddio ti prego non ti fermare, sto venendo! Chiavami! Sfondamiiii
Non mi trattenni più e urlai letteralmente dal piacere. Affondai la faccia sul materassino per attutire l'urlo e venni copiosamente nel cuscino.
Lui diede altre 2 o 3 botte e si fermò. Estrasse il cazzo dal culo e disse incredulo: ma sei venuta? - ormai si rivolgeva a me solo al femminile. - Sei venuta davvero?
Mi spostai un po' e annuii, scoprendo il cuscino imbrattato del mio seme.
Lui: Oddio non ci posso credere... Sei venuta di culo.. che fossi una vacca desiderosa di cazzo te l'avevo detto più o meno, ma nemmeno io pensavo a questo livello.
Arrossii e mormorai: non mi riuscivo a trattenere più... Ma ora tu... - indicando il possente cazzo ancora bello dritto.
- Aspè aspe - disse lui - Nun te preoccupà mo pensiamo a lui.
Scese un po' dalla scaletta a poppa bagnandosi fino al bacino. Lavò per bene cazzo e palle e risalì, asciugando il tutto subito con una asciugamani.
Venne verso di me, che intanto avevo indossato il costume e mi ero seduto, a cazzo dritto.
- Ti è piaciuto? - chiese.
Feci si con la testa, senza parlare.
- Hai goduto? - continuò. - Sei venuta sbrodolante grazie a questo cazzone che ti martellava il culetto?
Diventai paonazzo in viso, e a sguardo basso annuii.
Mi sollevò il viso dirigendo il mio sguardo a 2 cm da quella poderosa erezione, e disse - non ti devi vergognare. È stato bello per te che hai goduto e per me che mi hai reso uomo e fiero di aver soddisfatto una femmina vogliosa.
Si avvicinò ancora e portò il cazzo a contatto del mio viso
- Ora però devi ricambiare. Devi fare la brava ciucciacazzi e dimostrare quanto sei riconoscente a questo bel cazzone.
Lentamente, guidato dalla sua mano, mi fece scivolare il cazzo su tutta la faccia. Sulla fronte, sugli occhi, sulle guance..
- Ti volevo farcire dal culetto ma mi tocca cambiare buco. Vorrà dire che mi succhierai per bene il cazzo e ingoierai tutta la sborra fino all'ultima goccia. Perché quando saremo di nuovo con le nostre brave mogliettine io dovrò sapere che tu avrai in corpo tutto il mio piacere. È la penitenza per essere venuta troppo presto. Che poi sinceramente credo che per quanto sei una puttanella navigata tutto ciò potrà solo placare la sete di sborra che sicuramente hai.
Arrivò con la cappella sulle labbra e si fermò.
- Dai, apri la boccuccia. Tira fuori la lingua, datti da fare. Se sarai brava nei prossimi giorni ti darò ancora cazzo.
Chiusi gli occhi, aprii la bocca. Feci scivolare quel palo dentro di me.
Mi dedicai con passione.
Avvolsi con le labbra l'asta, e accarezzai il glande con la lingua. Mi preoccupai di non fargli sentire i denti.
Lui mi prese saldamente la testa tra le mani, alzò la testa e cominciò a fottermi per la seconda volta. Ma stavolta si fotteva la bocca. Andò avanti un po', era duro a venire.
Ogni tanto andavo in affanno, lui rallentava un po' e poi riprendeva il ritmo martellante, finché non sentii degli spasmi nella bocca e capii. Dopo altri 2 affondi inarcò la schiena, urlò, mi piantò tutto il cazzo in bocca fino alla trachea e ci versò dentro tutto il suo piacere. Fu tanta, tanta sborra, che ingoiai all'istante. Era un sapore forte, certamente non facile da gestire. Ma buttai giù senza nemmeno togliermi il cazzo da bocca, per renderlo fiero di me. Continuai a leccarlo mentre era dentro. La mia lingua cercava ogni punto in cui poter trovare altro sperma. Lo feci uscire pulito, ma per sicurezza percorsi ancora una volta tutta l'asta con la lingua. Lui mi carezzò il viso, con il cazzo ovviamente. Poi ci ricomponemmo e tornammo al villaggio.
Inutile dire che da quel momento lo soddisfai più e più volte, in tutti i modi. Con la bocca con le mani, ma soprattutto con il culo. Mi prese in tutti i modi. alla missionaria, a pecora. Imparai anche a salirgli su a smorza candela e cavalcare quel palo come una amazzone impazzita, come diceva lui. Una volta, in acqua, poco distanti dalla riva, eravamo poggiati su di un materassino. Sotto l'ombrellone erano le nostre mogli a chiacchierare. Ci guardavano parlare ogni tanto. Non vedevano però che sotto l'acqua coperto dal materassino io lo stavo masturbando con la mano. E non sentivano che lui continuava a chiamarmi "puttanella svuotacazzi". Un'altra volta lui arrivò da Roma imbottito di Cialis. Dovemmo inventarci una battuta di pesca. Stemmo 4 ore al largo in barca e lui mi trombò per 3 volte facendomi anche bere litri di sperma. Al ritorno ci toccò una sosta dal pescivendolo per non tornare a mani vuote.
Ma fu l'unico mio amante. Quando i figli diventarono più grandi ci perdemmo di vista. Ora ho quasi 60 anni ed il mio culo è già in pensione. Ma devo dire meritata pensione, perché anche se in poco tempo ha fatto molti straordinari
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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