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Gay & Bisex

Quella volta che mio cugino mi fece il culo - 2 parte


di Rommat
12.03.2023    |    12.698    |    8 9.5
"Si dedicò per tutto il tempo al mio ano, con pazienza e passione..."
La mattina seguente mi svegliai presto. Mi alzai e fugii via. Volevo evitare il confronto con mio cugino M. Il pensiero di essermi fatto fare il culo in quel modo mi imbarazzava tremendamente. Il fatto poi di essere venuto mentre mi stantuffava, di aver goduto grazie al suo cazzo che mi trapanava, mi terrorizzava! Quando avrei trovato il coraggio di guardarlo di nuovo negli occhi? Per fortuna i miei genitori furono di aiuto. Mi vennero a prendere per la settimana di vacanza che ogni estate trascorrevamo insieme in Sardegna. I giorni passarono e al ritorno mi lasciarono ancora dalla nonna. Tentai di convincerli a portarmi in città con loro ma non ci fu nulla da fare. Condussi una vita riservata che per 2 o 3 giorni mi permise di evitare confronti con mio cugino. Ma la cosa non poteva durare molto. Infatti una mattina ero al lido, a parlare con amici in cerchio seduti sulle sedie del bar, quando apparve lui, il mio cuginetto. Con un sorriso salutò tutti e si unì a noi. Ogni volta che guardavo verso di lui incrociavo il suo sguardo. Mi fissava, con un sorrisetto malizioso stampato sul viso. Ad un certo punto si avvicinò a me, mi mise una mano sulla spalla e mi disse: - vado a prendere una cosa al bar, vuoi qualcosa? -
No - dissi - assaggio da te semmai.. -
Andò e tornò dopo un po', almeno 5 minuti, e passando mi lasciò il bicchierino in mano. Uno di quei bicchieri di carta, con il tappo col beccuccio, stile Starbucks.
- Cos'è? - chiesi. - Una sorpresa - rispose.
Avvicinai il bicchiere, non arrivava nulla alla bocca ma pesava un po' quindi sapevo che non era vuoto. Allora succhiai dal beccuccio. E arrivò, tutto insieme in bocca. Tiepido, cremoso, con sapore inconfondibile. Avevo la bocca piena della sua sborra. Un attimo infinito, in cui capii che quel tempo l'aveva impiegato per masturbarsi nel bagno, sborrare nel bicchiere per darlo a bere a me. Un attimo in cui sembrava che tutti mi guardassero, aspettando un commento, incuriositi dalla "sorpresa". Ingoiai in un colpo, cercando di essere il più possibile indifferente. Lui mi guardava soddisfatto. Cos'era? Chiese una ragazza incuriosita. - crema!... di caffè - rispose lui. - buona vero? - disse poi rivolto a me. - Si - risposi in modo gelido. Ero infuriato e abbattuto allo stesso tempo. Ero lì, con la bocca impiastricciata e con quel sapore persistente dolciastro ma anche amarognolo, dominato ancora una volta, e impotente. Non sapevo come reagire e non volevo dare a vedere niente. Alla prima occasione mi alzai e me ne andai. Presi un materassino e andai a largo, fino alla boa che delimita le acque sicure. Mi ci aggrappai e restai li. Dopo un po' mi raggiunse lui. Ridendo.
- Ahahhahah ti è piaciuto il caffettino? Ti assicuro che era fresco fresco, appena fatto! -
- Ma che cazzo sei un bastardo! - risposi incazzato
- E dai ti sei davvero arrabbiato? - chiese
- Quel bicchiere era pieno di sperma! Come dovrei stare? Felice? Mi hai appena sborrato in bocca! E davanti a tutti! Non ho potuto nemmeno sputare! -
- vabbè ma era una cosa scherzosa dai! Mica t ho fatto male! Se fa pé ride! Siamo tra noi. Poi ultimamente sei schivo, non ti capisco. Mi volevo riavvicinare e stemperare un po' - mi disse.
- ma mi puoi offrire un gelato, proporre una nuotata, una pizza... Come ti viene in mente una cosa del genere? -
- Vabbè l'ultima volta c'era stata una certa intimità... - ammiccò
Lo fucilai con gli occhi.
- Aoh non pensavo te ncazzassi tanto, scusa - disse lui.
- Allora - cercai di spiegare - tu l'ultima volta mi hai inculato. Io ti ho offerto il mio aiuto per superare quella situazione che sai, e tu me lo hai messo nel culo, fottendomi come una puttana fino a godere e riempirmi di crema pure lì. Come dovrei stare! -
Lui - si ma se non ricordo male t é piaciuto pure a te. Sei venuto come un ragazzino godendo e urlando nel cuscino mentre il sottoscritto te pompava dietro! O no? -
- Si ma io non sono gay!! - urlai
- è chi ha detto che lo sei? Nemmeno io lo sono. - rispose
- Si ma io sono quello col culo rotto no tu! Io ho bevuto sborra! Tu sei stato solo attivo. -
Poi grida di amici che ci stavano raggiungendo. - guerra sui materassini 2 contro 2? -
- No senti stai dicendo stronzate - disse lui. - Stasera dopo usciti ci fermiamo un attimo e chiariamo tutto. Io credo di sapere bene come stanno le cose. Però non devi frignare e me devi sta a sentì - Concluse
La sera passò come solito tra amici. Io ero stranamente di buon umore. Forse già aver esternato mi aveva fatto bene. Tornando a casa mi chiese di dormire nella depandance tanto non c'era nessuno, per parlare tranquillamente.
Accettai.
Entrammo. Dopo un poco di imbarazzo, lui prese una bottiglia di prosecco, la aprì e versò 2 bicchieri. Bevemmo, poi lui ruppe il silenzio. - volemo scopà? -
Io - coosaaa? -
- Sto arrapato, te voi fa inchiappettà? -
- Ma sei scemo allora?!? Vabbuo me ne vado - dissi
Mi fermò - Ecco, appunto, te sto a dì che se fossi gay me salteresti addosso. Invece non ti va e non ti piace. Ma c'è una cosa che ho letto e già ti ho detto l'altra volta. Gli uomini hanno una zona sensibilissima lì dietro. Soprattutto se sono in tiro le stimolazioni all ano portano sensazioni paradisiache. E molti uomini, veri uomini, le usano. Si fanno penetrare dalla propria donna, con le dita, con un vibratore che ne so... Magari chi è più avanti anche dal miglior amico.. Che ne sai. -
- Quindi io sarei avanti - dico con sarcasmo.
- Dico che tu te sei arrapato pè qualcosa, e hai iniziato a provare piacere. Tutto qui. Se te pijo er cazzo in mano e te smanetto, te non provi piacere? E non vorresti smettere di provarlo. È umano. Aspe mo te faccio vede. Dimme quarcosa che te piace da matti. Che te lo fa diventà de marmo -
- Eh... Perché - chiesi
- aho che palle è dai dici! -
- Ma.. Non so.. Tette, fica.. Piedi anche. - risposi
- Ah già vero me l'avevi detto una volta. Lasciamo stare tette e fica che non ne abbiamo ora. I piedi se non mi sbaglio ti piace leccarli ma anche farteli leccare. -
- beh.. Si.. Ma dove vuoi arrivare? -
- Senti dammi 5 minuti. Mi devi lasciare fare - disse in tono perentorio e seccato.
- mettiti qua - mi prese x le mani e mi portò vicino al tavolo. Mi fece sedere sul bordo. Mi spinse lentamente giù con la schiena. Mi sfilò una scarpa, poi il calzino. Portò il mio piede verso la sua faccia.
- Ammazza c hai i piedi profumati - commentò
- S.. Si, ho da poco fatto la doccia - biascicai stupito e rapito.
Lo portò alla bocca e lo baciò. Al centro della pianta, poi nella parte sotto le dita, poi le dita, poi il tallone, poi cacciò fuori la lingua e percorse lentamente dal tallone alla punta.
Se c'era una cosa che davvero mi faceva arrapare a bestia era quella. Vedere qualcuno che si prendesse cura dei miei piedi. E forse lo sapeva. Forse glielo avevo confessato. Continuò insinuando la lingua tra le dita. Io al tempo ero un adolescente, avevo dei piedini belli, perfetti (ci tenevo) e profumati davvero. Vedere il suo bel faccino attaccato al mio piede, vedere la sua lingua tra le dita.. A momenti mi si fermava il cuore. Poggiò una mano tra le mie gambe. Rise. - ce l'hai di granito - disse. Afferrò il pantaloncino di tuta che avevo, insieme ai boxer, e lì tirò giù. Cercai di trattenerlo..
- che fai? - dissi con voce debole.
-5 minuti - disse lui.. Si mise 3 dita del mio piedino in bocca, succhiò. Ero in trance. La sua mano intanto iniziò ad accarezzare il buchetto.. Sfiorando prima.. Poi succhiò le sue dita e le riportò lì.. Accarezzava.. Massaggiava.. Entrava appena.. Tutto delicatamente.
Fece quindi scivolare via i suoi pantaloncini. Da quella posizione non vedevo ma capivo.
- no.. Di nuovo.. No.. - dicevo in modo molto poco convincente.. Muovendo il culo contro la sua mano.
- Allora non hai capito - mentre con una mano allargavo una chiappa per far entrare un po' di dito in più.
Lui colse il segnale, si sputò sulla mano, che portò sulla cappella roteando e insalivandola per bene, e appoggiò il suo cazzo giusto lì dove la mia stessa mano faceva spazio. Sul mio buchetto voglioso.
- Vedi? - disse, spingendo un po' di cazzo dentro. - Avevo ragione. Tu poco fa non mi avresti permesso tutto questo. Sono sicuro, nemmeno a pagamento per nessuna cifra. Ti credo, perché non sei omosessuale. Ma ora? - continuando ad uscire e rientrare, sempre un pochino più in profondità, con affondi lenti ma decisi. - Ora? Vuoi che smetto? Dillo e smetto e ce ne andiamo a dormire - sussurrava mentre mi fotteva per la seconda volta. Io non rispondevo. Non avevo il coraggio di dire "no continua a scoparmi" . Ma il mio corpo mi impediva di dire basta. Anzi al contrario assecondava i suoi colpi, andando incontro a quel cazzo che martellava per farlo entrare ancora di più - È bello no? - mi diceva sospirando. - A me piace, godo. Amo questo tuo culetto avvolgente e accogliente. E sinceramente credo che a lui un po' piaccia essere chiavato da me. Forse a te no ma a lui non gli fa schifo il mio cazzo. Sembra chieda di essere sfondato, sbattuto come si deve! - E di botto mi spinse tutto il cazzo nel culo, con un fragoroso "ciack" di bacino contro chiappe.
Io soffocai un urlo, ero confuso.. Gli avrei piantato i piedi in petto e con forza lo avrei scalciato via da me e dal mio orgoglio di uomo. Ma in realtà gli poggiavo delicatamente i piedi sul petto, accarezzando maliziosamente torace e collo. E urlavo nella mia testa SIII SCOPAMI, FOTTIMI COME UNA ZOCCOLA, ROMPIMELO QUESTO CULO, SPACCAMI IN DUE. E ansimavo voglioso. Lui affondò il cazzo su per il culo e si fermò. - shhhh - disse. - chi c'è? - chiese in tono impaurito.
"Clack" . Rumore. Panico.
Lui si ritrasse all'istante e io balzai seduto. E la porta di aprì. Suo padre. Lui era figlio di seconde nozze. Ave a 16 anni circa e un padre di 65. Ci beccò. Coi cazzi di fuori, dritti. Ma eravamo riusciti a staccarci.
- Ma che state a fà le zozzerie? - chiese
- no zio... (anche se quasi non mi era parente, se non alla lontana) - biascicai
- ci stavamo facendo una sega - disse prontamente mio cugino, che analizzò subito la situazione e se ne uscì con la cosa meno pesante. - ma che ci fai qui?!
- Eh.. Ho finito prima e sono rientrato. Ah una sega... - disse lo zio - non sapevo figlio mio che avessi la mano come il culo! E anche la faccia come il culo pè dire ste fregnacce! Vi ho visto dal buco della serratura prima di aprire. Ti ho visto ingropparti il cuginetto! Che un altro poco ululava con quer cazzo piantato dentro al culo! -
- Ma no papà aspetta, ti posso spiegare.. - disse preoccupato.
- ma che ci sta da spiegare? - se non ti crocco di mazzate è solo perché non eri te a cosce aperte con un cazzo piantato in culo! - disse lo zio, un uomo anzieno, bigotto e all'antica.
- no no stammi a sentire. È successo che x un problema che non ti sto a dire, per aiutarmi Lui si è reso disponibile. Prima mi ha segato e poi generosamente mi ha dato il culo. Ma xche io avevo un problema e dovevo sborrare x calmarmi. Non voleva ma ho insistito e poi è andato in crisi perché in quella occasione ha goduto. È venuto mentre lo inculavo e ha messo in crisi la sua identità. Quindi stavamo qui a cercare di capire -
Lo zio rifletteva - Mhhhh.. Ok. Quindi lui da buon amico ti ha prestato il culo. Tu infoiato a bestia glielo hai scopato a dovere. Lui chiavato nel culo se ne è venuto come una verginella in calore. E mo, tanto pè capì meglio, gliè rompi il culetto x la seconda volta -
- Zio dai... - dissi
- Allora, io x dovere dovrei parlare con tuo padre - asserì
- NOOO - urlai quasi. - Non c'è bisogno, non capiterà sicuro più! -
- È allora me devi fa capì pure a me bene come stanno le cose - disse.
- Si, qualunque cosa... Cioè? - chiesi.
- Cioè, continuiamo la festa e vediamo come va a finì - disse lui, mettendosi avanti a me, ancora seduto sul tavolo. Aprì la cerniera e liberò il suo arnese. Lo guardai subito. Grosso, liscio, dritto e già duro. Mi sorprese vedere che nonostante L'età dell'uomo, il suo cazzo fosse così bello. Sembrava quello del figlio, ma un po' più grande. Mai avrei detto che avesse tanti anni. Ero sorpreso dal fatto che fosse l'unica parte del suo corpo senza rughe e pelle moscia. Lo guardavo inebetito. Lui prese le mie mani e le portò attorno al membro. - ti piace? - chiese, senza ricevere risposta. Faceva pressione sulle mie mani ferme attorno al suo cazzo, E muoveva il bacino su e giù, su e giù. Sentivo quel pezzo di carne caldo e duro scorrere nelle mie mani, sentivo lo scalino della cappella. Lentamente tolse le sue mani, e le mie restarono avvinghiate a quel bastone, stringendo forte. Contrastavo il suo movimento andando anche io su e giù. Lo stavo segando, con gli occhi incollati a quel potente cazzo.
- Stenditi dai... - mi dice dolcemente. - Tu vai da lì - ordina al figlio indicando l'altro lato del tavolo. Tutti obbediscono in silenzio.
Prende le mie caviglie e se le mette sulle spalle, scrutando e sfiorando il mio buchetto - dove eravamo rimasti... - Si sputa in una mano e mi porta la saliva nel culo.. massaggiando.
- Aspetta! Se non è eccitato non gli piace. Leccagli un piede. - suggerisce il figlio.
- Sentite un po' pischelli, mo si fa a modo mio. Stiamo qua x capire? E mo vi spiego io! Mettigli il cazzo in faccia -
-Coosa? - protesto io, mentre mio cugino lo guarda con aria incerta.
-Spalmagli cazzo e palle in faccia! Fai come se stessi lavando un piatto sporco. Fagli sentire l'odore del cazzo a sta puttanella - Subito mi arrivò l'asta di Max su naso e bocca, mentre le sue palle si schiantarono sugli occhi. E lui con la mano sopra me lo premeva in faccia stofinandolo su tutto il viso. Quelle parole forti dello zio e l'odore del cazzo mi colpirono. Involontariamente aprii la bocca e cacciai la lingua. Mi sembrò spontaneo e naturale. Lui subito approfittò e mi ci mise la cappella su, poi si spostò di lato alla mia testa e fece scivolare l'asta sulla bocca semiaperta e sulla lingua, dalla cappella alle palle. Poi dalle palle alla cappella. Avanti e indietro, schiacciava il cazzo con la mano e si segava sulla mia bocca. Mi eccitai molto, il mio cazzo si indurì.
- Guarda qua - disse lo zio. - Mo hai capito quanto nun je piace er cannolo? Mo mentre io gli faccio il culetto nuovo nuovo, voglio che ti scopi come si deve quella bella boccuccia. Forse se gli diamo una bella razione di cazzi e lo riempiamo di sborra da tutti i buchi si sazia na volta pè tutte -
- Ma zio... - dissi sommesso - cosa stai dicendo... -
Lui continuò - forza dai figliolo, sincronizzati. Spingo io, poi spingi te. Alternati, capito? Je sfonnamo bocca e culo, je facciamo fa na scorpacciata de cazzo -
Non potevo credere a quelle parole oscene che sentivo, di fronte a me come se non fossi lì. E non mi spiegavo cosa mi tratteneva lì su quel tavolo. O forse si, erano quei brividi che mi la situazione mi provocava. Quella situazione di sottomissione che mi stava facendo esplodere il cazzo tra le gambe.
Mio cugino, agli ordini del padre, posò la cappella sulle mie labbra, ancora chiuse. La strusciava, roteava, mi massaggiava la bocca con la punta del suo cazzo, aspettandone pazientemente l'apertura. Aprii dapprima solo le labbra, sentendola quindi sui denti e sulle gengive. Era morbida, inaspettatamente con un buon odore. Poi dischiusi leggermente per far uscire la lingua e sentirne meglio il sapore. Lui colse l'attimo e forzò un poco, facendola scivolare per intero dentro di me. Feci un verso di disappunto, ma contemporaneamente l avvolsi tra le labbra percorrendo ogni sua parte con la lingua. La tenne un po' così, ferma. Godendosi la mia lingua vogliosa che non smetteva di roteare. Era la prima volta che prendevo un cazzo in bocca, e non avrei mai pensato fosse così buono..
- Hai la bocca un po' secca cuginè - osservò. Effettivamente l'emozione mi fermò leggermente la salivazione.
- Lubrifica! - rispose prontamente il padre.
- che gli devo mettere l'olio in bocca? - chiese stupito.
- ma no! - esclamò.
Poi si sporse in avanti, spinse il figlio indietro liberando il cazzo dalla mia bocca,
Fece pressione sul mio mento x farmi aprire meglio la bocca e... ciaf! Ci sputò dentro!
-vai, anche tu! - lo incitò.
Immediatamente il figlio lo imitò, ciaf! Ma mi prese in pieno l'occhio.
- È dai M! - protestai.
- scusa, ho sbagliato. disse dispiaciuto - poi raccolse tutta la saliva possibile, si avvicinò a 5 cm dal mio viso, aprì meglio la mia bocca e ci sputò dentro una bella quantità di saliva.
- E che cacchio! Basta - dissi seccato. Ma non finii la frase che lui infoiato mi puntò di nuovo la cappella in bocca. Deglutii quello sputo senza troppi complimenti, e stavolta aprii la bocca completamente. Lui iniziò un timido movimento di bacino, quasi per tastare il terreno. Io stringevo le labbra intorno all'asta, facendo aderire la lingua ma non i denti. Ero così assorto a gustarmi quel giovane e saporito cazzone, che dimenticai il tipo che mi lavorava il culetto dall'altra parte. Si dedicò per tutto il tempo al mio ano, con pazienza e passione. Lavorò di olio e dita, massaggiando, allargando, preparandolo ad accogliere la sua mazza vogliosa. Tanto mi ricordai di lui quando sentii una fitta tra le chiappe. Il suo cazzo aveva bussato alla porta e la cappella l'aveva sfondata.
- Mmmhhghh - urlai soffocato. Per reazione avvinghiai il sedere del cugino con entrambe le mani e tirai forte, piantandomi tutto il cazzo duro in gola, facendo sbattere le palle sugli occhi. Ebbi un forte colpo di tosse, quasi un conato. Lui estrasse il cazzo e disse: - Aho calma, così te strozzi -
- Ancora non hai capito quanto è affamata di cazzo sta puttanella ingorda? Che fosse zoccola l'avevo capito, ma non pensavo di avere una nipotina rottinculo navigata. C'ha il culo aspiracazzi! Io ce l'ho bello grosso ma me l'ha risucchiato come una aspirapolvere. -
Nascosi il viso tra le gambe di M per la vergogna, e approfittai per leccare quelle morbide palle spingendomi fino al buco del culo, che penetrai a fondo con la lingua, libero ormai dai freni inibitori.
- Ahhh siiii - gemeva lui, - bellissimo - menandosi l'uccello con la mano. Subito gliela bloccai, come per dire "fermo, ci penso io", glielo presi in mano e lo riinfilai prontamente nella mia bocca affamata. Con una seconda potente spinta, lo zio fu completamente dentro, fino allo scroto. I miei piedi nelle sue mani e le sue braccia distese mi tenevano oscenamente aperto, infilzato da entrambi i lati come uno spiedo. I loro movimenti mi facevano oscillare sul tavolo. Scricchiolii e gemiti facevano da colonna sonora. Poi lo zio mi accostò le caviglie in una presa della mano, avanti a se. Portò le mie gambe unite e tese su un lato. Il mio culo si chiuse e sentivo molto di più il suo cazzo martellante. Ero girato su un fianco ora. Il cugino si spostò su un lato, mettendosi di fronte al mio viso. Iniziò un vero assalto. Lo zio urlava e chiavava il mio povero culo come un ossesso, schiantandosi rumorosamente sulle chiappe ogni volta più forte. Un martello pneumatico. Il cuginetto lo seguiva come un bravo allievo. Schiacciava la mia testa sul tavolo con una mano, tenendola ben ferma e si scopava la mia bocca, ancora vergine fino a poco fa, senza alcun ritegno. Io assecondavo al meglio, cercando di cogliere il ritmo per respirare. Venni scopato a lungo come una puttana navigata. Mi sembrarono attimi interminabili, ma poi lo zio abilmente mi riportò sulla schiena, divaricò le mie gambe, affondò cazzo e palle fino in fondo e mi scaricò un fiume di sborra nella pancia urlando "prendi troiaaaaa". Fu come una scintilla. Sentire quel liquido caldo scorrere nella pancia, pensare di essere stato farcito di crema, sborrato nel culo, mi fece esplodere a mia volta. Spruzzi potenti mi inondarono pancia e torace. Un paio di schizzi raggiunsero il mio volto, fino agli occhi. Penso di non aver mai sborrato tanto in vita mia. Per finire, il cuginetto mi prese 2 ciocche di capelli nelle mani, tirò la testa sul suo cazzo fino quasi a strapparmeli e mi ficco quel bel cazzo fino alle tonsille. Solo a quel punto lascio andare la sua razione di sborra che mi inondò bocca e gola. Il mio istinto mi obbligò ad ingoiare x non affogare. Mandai giù in un sorso una enorme quantità, poi presi il resto. Era la seconda volta che ingoiavo il suo sperma, ma stavolta lo sapevo e ne apprezzavo il sapore. Quando tirò fuori il cazzo, una goccia mi colò sul naso. Allora lo ripresi tra le labbra e leccai via tutto il resto, lasciandolo ben pulito.
Ma la cosa più assurda è che, dopo tutto questo, non era ancora finita la festa per me. Quel porco dello zio, con ancora il cazzo piantato nel culo, chiese al figlio di passargli il tappo dello spumante che avevamo aperto prima. Quel tipo in sughero, che una volta stappato non si rimette più perché ha la base più larga. Lo bagnò nell'olio, ed appena estratto il suo cazzo lo piazzò al suo posto, sigillandomi l'ano.
- Deve tenerlo tutta la notte - disse rivolgendosi al figlio, - Deve assorbire tutta la sborra che gli ho sparato nel culo. Con quella che gli hai fatto beve tu po' esse che va in overdose e se leva er vizio -
Poi mi prese per mano e mi portò nel bagno, avanti allo specchio.
- Guardati un po'.. Hai sperma ovunque, in faccia, addosso, nel culo. Per non parlare di quello che hai ingoiato.. Hai più sborra che sangue... Mettiti nella doccia che ti ripuliamo un poco. -
Entrai sul piatto doccia.
- mettiti giù - ordinò
Mi abbassa sulle ginocchia. M prese il manicotto della doccia.
Lui lo bloccò. - Metti giù che fai? Alla nostra puttanella piace solo quello che esce dal cazzo. -
E ancora nudo, si prese il cazzo in mano e iniziò a pisciarmi addosso, sulla pancia e sul torace fino al collo. Facendo attenzione di rimuovere tutto quel liquido biancastro appiccicato a me. Diede una eloquente gomitata al figlio. Lui esitava.. Bastò un mio sguardo arrendevole di assenso per sbloccare all'istante la sua violenta pisciata dritta in faccia. Girai la faccia contrariato, - Ma che cazzo in faccia no! - protestai inutilmente, ottenendo solo una parte di piscio anche in bocca.
- Scusa ma ti sei sborrato in faccia - precisò lui. E continuò, avvicinandosi a un palmo da me per essere più preciso, ma di conseguenza mi inondò tutta la faccia e persino i capelli con un violento e lungo getto di gialla pisciata.
Alla fine uscirono, lasciandomi lì, pieno di sborra all'interno e di piscio all'esterno. Aprii la doccia e mi lavai.
Quella notte restai lì. Tutto era surreale. Ero steso sul letto, svuotato, esausto. Ero stato usato per soddisfare il piacere furioso di 2 maschi. Avevano violato la mia bocca ed il mio culo, usandoli ed abusandoli fino allo stremo e mi avevano riempito con il loro carico di sborra. Al momento razionalmente sentivo una repulsione per l'uomo in generale, ma durante l'accaduto sapevo bene che avevo goduto, che avevo desiderato le attenzioni che quei potenti cazzi mi avevano rivolto. Ero così, sul letto. perplesso, in preda ai pensieri, quando mi sentii accarezzare capelli e viso. Era M, che steso all'altro capo del letto mi aveva allungato i piedi in faccia.
- Li vuoi un po' i miei piedini in faccia? Ti piacciono? Te li regalo, puoi farne ciò che vuoi. Puoi baciarli e leccarli.
- Sono belli... Davvero. Ma non sono in vena. -
- È dai Non fare così cuginetto, ci siamo sfogati tutti e abbiamo goduto tutti no? Ora non ha senso deprimersi. -
- Si... Ma... Da stamattina ho bevuto una tazza di sborra, mi sono fatto inculare da te, poi subito dopo il mio culo è stato sfondato da quel pezzo di cazzone che c'ha tuo padre. Per non farmi mancare niente tu ti sei allegramente chiavato la mia faccia. Ho preso sputi, sperma e piscio. E ho ancora adesso la sborra dentro al culo. Forse sto diventando gay.. - dissi in tono piagnucoloso..
- Aho ma dai! Semmai bisessuale, te piace sempre la fregna no? Seppure fosse, che c'è di male? Anzi diciamo la verità, se così fosse puoi beccare dai maschi e dalle femmine, c'hai il doppio delle chances - rise.
- Ma poi c hai davvero ancora quel tappo? Ma non stare a sentire a quello scemo di mio padre! Vieni qua che te lo tolgo -
Mi trascinò avanti a lui, di spalle e mi abbassò il pigiama.
Mi portò una mano tra le sue gambe. Ce l'aveva già duro. Disse - Senti io non posso vedere sto culetto tuo che mi sale il sangue in testa! - mi allargò leggermente una natica per far uscire quel tappo.
- Aspetta! - lo fermai - che poi cola tutto e sporchiamo le lenzuola. Se passa tua mamma domattina che figura di merda. Tuo padre mi ha scaricato un fiume dentro -
- Mmhhh... Ok, allora facciamo così. Ho un'idea -
Sfilò quel tappo, e prontamente lo sostituì, infilando al volo la sua calda cappella. Ebbi un sussulto. Lui si fermò.
- Tranquillo nun te scopo, ti voglio fa sta tranquillo. Ma dormiamo così, abbracciati. ti tappo io -
E mi addormentai così, su un lato. Con il suo braccio che affettuosamente mi abbracciava, e con il suo cazzo dritto piantato nel culo.


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