Prime Esperienze
IL POMPINO
di cpliberty72
18.11.2016 |
2.154 |
5
"Avevo il cazzo in mano e mi gustavo una lenta ma piacevole sega, quando d’improvviso sento la voce di mia madre che mi chiamava “dimmi cosa vuoi mamma”..."
Era l’estate che da poco aveva preceduto gli esami di 3à media,ero un adolescente come tanti con la smania del mio motorino e la voglia di spaccare il mondo.
Però poi come sempre però ci si cala nella dura realtà quotidiana,niente miscela nel motorino,niente mare e a casetta.
Era una giornata caldissima di quelle che ti levano la voglia di tutto,annoiato sul divano di sala a guardare video music, decido di alzare un po' la tapparella con la vana speranza che potesse entrare qualche refolo d’aria anche calda ma comunque di aria.
Mi alzo svogliatamente e mi accingo a compiere questa vitale operazione, quando sto per tornarmene sul divano scorgo la sagoma della mamma di I. una mia compagna di scuola che abitava a fianco a me.
La signora si aggirava sul terrazzo di casa indossando un kimono bianco di seta,visto che non c’era di meglio da fare decisi di star un poò li alla finestra ad osservare magari avrei visto I. e ci avrei scambiato due parole era bruttina la ragazza ma in tempo di crisi….
Invece no,la signora B. continuava ad entrare ed uscire dal terrazzo per svolgere le sue mansioni e di tanto in tanto cercavo di sbirciare attraverso la sua vestina,giusto magari per cercare l’ispirazione per farmi una sega ed ammazzare un po' il tempo.
Evidentemente la smania di sporgermi fece si che la signora scorgesse la mia presenza alla finestra e con fare molto intrigante inizio a dar da bere alle piante.
Si chinava e allargava leggermente le gambe,mi stavo eccitando anche perché per come la conoscevo io l’avevo sempre vista come una grandissima rompicoglioni,adesso di colpo mi faceva diventare il cazzo duro.
Sono sempre stato attratto più dalle donne che dalle ragazzine e quello che stava accadendo mi piaceva.
Il suo muoversi così malizioso aveva fatto aprire leggermente il kimono ed in alcuni momenti scorgevo anche una piccola visione di una parte del seno.
Avevo il cazzo in mano e mi gustavo una lenta ma piacevole sega,quando d’improvviso sento la voce di mia madre che mi chiamava “dimmi cosa vuoi mamma” risposta “niente volevo sapere cosa stai facendo”,ecco adesso niente proprio “guardo la tele...”.
L’idillio si era rotto l’urlo di mia madre aveva fatto si che la signora rientrasse ed io...scappai in bagno a finire il mio lavoretto perché ogni lavoro va portato al termine,con quell’immagini in mente venni in copiosa sborrata.
Il giorno seguente le feci la posta tutto il pomeriggio ma ahimè niente da fare.
Stetti di guardia per alcuni giorni ma purtroppo non la vidi più in quelle vesti ormai pensavo che quello fosse stato un episodio a se.
La settimana seguente una mattina ero solo in casa i miei erano andati al mare e con il caldo mi alzai dal letto sudato e decisi di far colazione,mentre stavo mangiando la briosches un rumore
desta la mia attenzione,mi affaccio alla finestra del salotto,era lei con il suo kimono bianco,che apriva le ante del balcone,mi nascosi per vedere cosa succedesse e spiavo quella donna che ormai turbava i miei pensieri
Stava spazzando il balcone e ogni tanto alzava lo sguardo per scorgere se fossi lì.
Decisi di far capolino e far sentire la mia presenza e come d’incanto lo show ripartì le sue movenze si fecero più lente e sinuose ogni movimento era studiato per farmi impazzire avevo capito il gioco le piaceva e non solo a lei.
Si chinò per sistemare un vaso di fiori ed aprì spudoratamente le gambe,la visione mi provocò un erezione potente la vista della sua fichetta celata da mutandine di pizzo nero mi aveva stordito non capivo più niente,mi guardava facendo finta di non vedermi.
Avevo deciso di farle capire che mi stavo facendo una sega con smorfie del viso e movimenti eloquenti del braccio e del collo la guardavo fissa e scorsi un movimento del viso che mi fece espolodere in un orgasmo,si morse un labbro come per farmi capire che anche lei stava godendo.
La immaginavo bagnata nelle sue mutandine di pizzo,avevo il cazzo sporco di sperma ma ancora duro continuai a guardare quel film che mi eccitava all’ennesima potenza e proseguii a masturbarmi
ma di li a poco la signora decise che era finito si alzo e rientrò in casa.Anch’io smisi di smanettarmi e corsi a pulire il pavimento.
Ormai me la sognavo anche di notte mi facevo delle seghe multiple,cioè più di una consecutivamete con l’immagini di quella mattinata.
Era diventata quasi un ossessione affacciarmi alla finestra de salotto,ma ogni volta la mia delusione era sempre più grande.
Un pomeriggio di quella torrida estate mentre ero li in casa a girottolare sentii la voce della signora che imprecava perchè non ce la faceva a spostare dei grossi vasi in giardino.
Mi affacciai alla finestra sperando di poter assistere a qualche ottima visione quando sentii “invece di star lì a guardare potresti scendere e darmi una mano che non ce la faccio” e poi “gioventù bruciata”
Corsi in camera indossai un paio di pantalocini da calcio e scesi le scale anzi volavo.
Arrivato in giardino dalla mia parte mi affacciai alla rete confinate dicendo “B. hai bisogno eccomi..”
e lei “se non avessi avuto non ti avrei chiamato,cosa fai salti la rete oti devo aprire da fuori?”
Non aveva ancora finito di parlare che avevo già saltato la rete,”pronti cosa devo fare “aiutami facciamo rotolare questi vasi fino in capanna.
Era caldo ed effettivamente erano pesanti a pezzi e bocconi cercavo di farli rotolare senza romperli,quando si accorse che ero in difficoltà,mi disse -lascia fare,sarà meglio che chiami R.
lui è un uomo.
Mi sentii piccolo ed inutile,R. Era un nostro vicino e poi dei vasi a me fregava il giusto era quella frase “LUI E’ UN UOMO” che mi aveva umiliato, perchè ero un ragazzino ma avevo già un bel cazzo grosso ed abbastanza ungo tanto che le ragazzine a volte si trovavano in difficoltà.
Ripresi quel grosso vaso con forza ed ostinazione e ricominciai a farlo girare fù lì che la signora nel tentativo di aiutarmi si avvicinò,lo stretto contatto il suo profumo mi fece avere un erezione che non si poteva non notare,il mio gomito a contatto con il suo seno fece il resto.
Portammo il vso nella baracca in fondo al giardino li rifiatati e riprendendo la postura normale si notò la mia potente eccitazione.
La vide il momento fu d’imbarazzo poi come se tutto fosse normale mi chiese di montare sulla scala per prendere delle funi legate ad una trave,in un attimo mi trovai con la mia erezione in bella mostra a pochi centimetri dal suo viso,in quanto lei si era posizionata in modo da reggere la scala.
Sentivo il suo fiato sulle cosce ero in trace presi le corde e nello scendere dalla scala mi strofinaicon il mio attrezzo contro il suo seno ero inesperto ma ci pensò lei.
Appena sceso ridendo mi disse- perchè ti sei messo una bottiglia nei pantalocini,forse per sembrare più grande??- ed io
-bottiglia cosa stai dicendo??
-non mi diarai che quella è roba tua dai…-
-eccome -risposi io
-non ci credo nemmeno se lo vedo-
era il momento ora o mai più
-eccolo- sfoderai il mio cazzo in tutto il suo splendore,rimase a ipnotizzata,si avvicinò tese una mano ed iniziò a sfiorarlo,toccarlo feci una smorfia e si accorse che stavo per venire dette due colpi e voilà una sborrata che gli macchiò persino il vestito,si inginocchiò con fare sapiente se lo mise in bocca iniziando un favoloso pompino,il primo vero della mia giovane vita.
Lo succhiava,poi lo leccava,si alzo mi prese una mano se la portò sulle mutandine non avevo mai sentito una fica così bagnata sempre con la mia mano guidata da lei iniziò un ditalino che in poco tempo le provocò un orgasmo,era tutto nuovo per me ma magnifico.
Si inginocchio di nuovo finendo il pompino che aveva iniziato,mi faceva impazzire quando sentiva che stavo per venire rallentava per poi continuare le sue labbra avvolgevano il mio pene in maniera delicata fino a che stavo venendo di nuovo.
Si staccò e diressse lo sperma per terra,mi guardava mentre eiaculavo con soddifazione.
Mi passò un fazzoletto per pulirmi, si alzo e mi disse vai che si fa tardi.
Di lì a poche settimane mi chiamo I. dicendomi che si sarebbero trasferiti.
Non rividi mai più B.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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