lesbo
Nella baita.
di Easytolove
31.10.2021 |
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"Confessa di essere una grande cuoca, dirige da molti anni il più famoso e importante ristorante di Berlino..."
Il meteo prevede grosse nevicate, ci diamo appuntamento con Greta in un parcheggio multipiano,lungo l’autostrada.
Lei ha un grosso fuoristrada di quelli americani, con delle ruote enormi, la neve non sarà un problema.
Ci inoltriamo in mezzo alle montagne, si iniziano a vedere i primi campi innevati, poi su lungo la statale, i cumuli ammucchiati a lato della strada, dagli spazzaneve.
Arriviamo al paesino, la baita che abbiamo affittato per questi quattro giorni è in cima ad una stradina, un pochino fuori dal centro abitato.
Siamo a due passi dagli impianti di risalita, loro due hanno portato l’attrezzatura, io non so sciare, ma ho prenotato un intero pomeriggio di massaggi e saune nella spa di un piccolo centro termale, proprio nella piazzetta principale.
Una signora vestita con il costume tirolese, ci accoglie sorridente e gentile, tre amiche che vengono in vacanza per sciare, lascerà la baita in buone mani.
Ci sono tre camere da letto, una padronale, c’è un grosso letto a baldacchino con un camino già acceso.
Sarà la stanza dove sicuramente dormiremo.
Ci sparpagliamo e esploriamo, abbiamo già deciso che la cucina resterà immacolata.
Mi metto una bella tuta di spesso pile, e il piumino, ai piedi due doposci, loro compaiono tutte bardate, con gli scarponi ai piedi, hanno già programmato un lungo giro utilizzando svariati impianti di risalita tutti collegati.
Ci diamo appuntamento per la sera, andrò a prenotare un tavolo in una delle due trattorie tipiche del paese, sceglierò quella che mi ispirerà più fiducia.
La spa è piccola, ma molto lussuosa, ci sono solo io e una coppia di tedeschi, un po’ anziani, ma molto tonici, si vede che sono due persone curate, ancora atletiche e in forma.
Ho indossato un accappatoio che alla reception mi hanno fornito, decido per un bagno termale, una sauna e per finire un bel massaggio ayurvedico.
Mi tolgo l’accappatoio e resto nuda, i due coniugi tedeschi lo sono anche loro, lei è ancora davvero attraente, ogni tanto lo sguardo mi cade tra le sue parti che dovrebbero restare nascoste, forse se ne accorge e mi guarda con un sorrisetto malizioso.
Resto per qualche minuto seduta nel vascone a godermi il getto d’acqua che mi massaggia la schiena.
Le sedute in palestra mi hanno ulteriormente tonificato i muscoli, ora mi sono comparsi due bei bicipiti, le spalle sono tornite, i glutei sodi, due file di addominali, ancora appena accennati, ma già visibili, e poi a forza di fare pettorali i seni si sono rassodati e alzati, sembrano quasi meno voluminosi, hanno cambiato forma.
Noto che la signora tedesca ogni tanto mi dardeggia con lo sguardo, forse non si attendeva di vedere una donna con un fisico del genere, con i capelli a spazzola, devo sembrare inequivocabilmente ormai una lesbica spudorata.
Vado nella sauna, sono pronta per sudare.
Ci resto una decina di minuti, poi inizia a prendermi l’affanno, esco e mi faccio una doccia gelata, è appena fuori dall’entrata. L’acqua mi raffredda i bollori, i capezzoli diventano due piccoli noccioli duri, la vagina si stringe e si chiude come un riccio, resto cosparsa da una spesse pelle d’oca.
La mia spasimante teutonica è rimasta sola, il marito si è eclissato.
Mi rimetto l’accappatoio e vado in una piccola zona relax, c’è una musica soffusa, profumo di spezie orientali, mi corico su di un morbido lettino. Un inserviente mi viene a domandare se gradisco una tisana, poi mi rassicura, che quando mi sarei sentita pronta, di avvertirla che avrebbe approntato la saletta per il massaggio.
Arriva anche la signora e si mette in un lettino di fronte al mio, resta con l’accappatoio legato in vita, piega le gambe e ogni tanto le apre per mettere in mostra la patata, è proprio una vecchia spudorata.
Decido di stare al gioco e mi metto nella sua stessa posizione, ogni tanto apro le cosce, faccio delle piccole flessioni, vedo che mi sbircia con insistenza, mi lancia qualche occhiata allusiva.
Quando forse inizia a farsi qualche illusione, mi alzo e mi reco nella zona dei massaggi, lasciandola alle sue voglie mal celate .
Prima di uscire mi faccio una lunga doccia, per lavare via l’abbondante olio che la massaggiatrice mi ha spalmato. Mi resta un leggero aroma speziato sulla pelle, stasera quelle due le farò impazzire.
Esco dalla spa che è quasi buio, sono rilassata come non mai, mi incammino verso casa, ci vuole solo qualche minuto.
Quando entro le due sciatrici sono già tornate, stanno facendo la doccia, ognuna in uno dei due bagni.
Vado nella mia camera, e cerco dal borsone la biancheria da porcella, quella più sexy che avevo.
Mi rimiro allo specchio, perizoma e reggiseno trasparenti, autoreggenti ricamate, vestito nero e attillato, che con il mio fisico scolpito, fanno uno strano contrasto, decido che mi farò qualche tatuaggio, per rendere questo look ancora più trasgressivo.
Mi accomodo sul piccolo divano del salottino, e attendo l’arrivo delle mie amanti, con una sono praticamente fidanzata, con l’altra ci incontriamo di nascosto, loro due sono vecchie amiche, anche oggi potrebbero aver combinato qualunque cosa, medito sulla situazione in cui mi sono infilata.
La trattoria è una baita tutta di legno, stracolma di avventori e rumorosa.
Alcune cameriere nel loro classico costume tirolese, vagano tra i tavoli, trasportando enormi boccali di birra ricolmi di candida schiuma, e vassoi con dentro scodelle di canederli, e piatti in cui troneggiano stinchi e crauti fumanti.
Ci hanno spiegato che le serate sono a tema e questa il menù prevede queste due portate.
Siamo il trio più bizzarro in assoluto, Margie vestita come un biker texano, Greta che sembra una di quelle signore allegre, con la minigonna inguinale di pelle e gli stivaloni sopra al ginocchio, io che senza piumino, una specie di skin heads vestito da donna.
Il cibo è davvero spettacolare, la birra scorre come fosse acqua minerale.
Ridiamo e scherziamo, parte qualche battuta allusiva, poi Margie diventa seria, e ci fissa entrambe con quel suo sguardo profondo e che non ammette repliche.
“Lo so che voi due scopate di nascosto, me ne sono accorta, è inutile che proviate a negare.”
“In ogni caso la gelosia non fa parte del mio patrimonio genetico, anzi, posso confessarvi che mi fa un immenso piacere, in ogni caso è una cosa che resterà in famiglia, perché di me non vi potrete liberare”
Greta sorride, io per qualche strano pudore e vergogna che incontrollati saltano sempre fuori arrossisco e farfuglio qualche scusa, “è successo, non abbiamo saputo resistere, ti chiedo perdono…..”
Scoppia in una grossa risata.
“conoscendovi me lo sono immaginato, siete due sentimentali, che vi sareste innamorate era scontato”
“vivetevi pure la vostra storia, però sappiate che nel letto in mezzo a voi io ci sarò sempre!!”
E tirandoci a turno vicino, ci stampa due baci in bocca, con la lingua che ci fruga.
Restiamo per un pochino silenziose, poi mi dà un calcio da sotto al tavolo.
“C’è una tipa un po’ vecchiotta che sta sulla tua destra, forse non l’hai notata, ma da quando siamo arrivate non fa che divorarti con lo sguardo”
“Mi giro e la vedo, è la tedesca della spa con il marito”.
Rido, “oggi era al centro termale con il marito, mi ha fatto vedere per mezz’ora la patata, sarebbe bastato un cenno e me la scopavo nella sauna finlandese”.
Anche Greta si gira per osservarla, iniziano a prendermi in giro.
Margie sogghigna, “è un pochino anziana ma non è male, e poi se l’hai vista nuda lo potresti confermare”
“in effetti” , dico, “per l’età che deve avere è messa molto bene, e poi mi sa che deve avere una bella voglia repressa da sfogare”
Come niente fosse Margie si alza, e si avvicina al loro tavolo, si presenta, Greta mi dice,”le sta parlando in tedesco” e dopo qualche convenevole la signora si alza, lascia il marito, e si viene ad accodare , in una sedia che era rimasta vuota.
“La signora si chiama Ingrid, è venuta per continuare la serata con noi, tanto il marito è stanco e se ne andrà a dormire”.
“Con un italiano molto stentato si rivolge a me, “ lei è la signora che oggi ho incontrato nella spa, vero”?
“Si sono io, ma diamoci pure del tu, perché mi sa tanto che diventeremo amiche.”
Le due ridacchiano, e Greta traduce, accorgendosi che forse lei non ha ben capito.
Inizio a osservarla da vicino, e devo dire che è parecchio attraente, ha quelle poche rughe al punto giusto, il corpo affusolato, il taglio dei vestiti sartoriale, emana un odore speziato.
Iniziano a parlare in tedesco, un idioma che mi è molto ostico, vedo che fanno battute, ogni tanto si lasciano andare ad una risata.
Da quel che posso capire, le hanno messo in chiaro che siamo tre lesbicacce, e che io sono quella che nel pomeriggio l’ha sgamata.
Resto silenziosa ad osservarle, e ogni tanto me la rido, hanno ordinato un altro giro di boccaloni di birra, li offre la signora.
L’atmosfera prende la piega del rilassamento dei costumi, dopo un altro giro di birre, devo andare in bagno, Greta mi segue, iniziamo ad essere un pochino malferme sulle gambe.
Lei finisce prima, e poi mi attende nell’antibagno, appena esco mi salta addosso, sento la sua lingua inzuppata di birra che mi fruga, mi farfuglia qualcosa nell’orecchio,
“quando torniamo al tavolo non ti sedere, prendiamo i piumini e torniamo a casa, Margie si vuol scopare la tedesca, io ho troppa voglia di infilarmi con te dentro al tuo lettone”.
Usciamo e ci accorgiamo che è iniziata una grossa nevicata, quella che era nelle previsioni.
La neve ha già ricoperto la strada, presto sarà impraticabile, saltelliamo tirandoci delle palle che compattiamo con le mani senza guanti, ridiamo, e poi di corsa entriamo nel tepore della nostra baita.
La signora, molto gentile, deve essere passata quando eravamo a cena, e ha acceso tutti e due i camini.
Ci riscaldiamo per qualche minuto di fronte al fuoco, buttiamo alla rinfusa sette o otto pezzi legno, quando il calore diventa sostenuto, mentre ci baciamo lì davanti, ci togliamo i vestiti,e ci infiliamo sotto al morbido piumone.
Ci coccoliamo per un poco, tra baci e palpatine, le mangio le tette, ci procuriamo un mezzo orgasmino con le dita, abbiamo tutta la notte, sappiamo di non avere fretta.
Improvvisamente mi stringe forte, e mi soffia in un orecchio,
“Margie mi ha detto di quel giocattolo che ti porti sempre dietro, voglio che mi scopi come farebbe un uomo”
Quando mi risveglio una luce bassa attraversa la piccola finestra della stanza, il camino si è spento, sento il respiro di Greta sul collo, abbiamo dormito ingrovigliate, sento il caldo della sua patata che mi preme sul sedere. Lentamente sguscio fuori dal piumone, nel camino c’è ancora una spessa brace, metto sugli alari qualche bel pezzo di legno, la grossa cesta è ancora mezza piena.
Osservo dal vetro della finestra, sta ancora nevicando, ha ricoperto tutto, il grosso fuoristrada è sepolto fino ai finestrini.
Mi ributto sotto al piumone, oggi resteremo tutto il giorno a letto, Greta si è girata sulla schiena, come un gatto scivolo sotto, e mi dirigo verso la sua patata. Inizio a leccarla, forse faceva solo finta di dormire, mi afferra la nuca con le mani, apre le cosce e mi dice,
“questo è il buongiorno che vorrei sempre sentire”!!
Ricominciamo con la stessa lena, della sera prima.
Senza mangiare e senza bere, ben presto le forze ci vengono a mancare, e ci riaddormentiamo abbracciate, tette contro tette, passere appiccicate alle cosce, nasi e bocche che si soffiano contro, i suoi capelli biondi sparpagliati sul cuscino.
Mi risveglio che è di nuovo buio.
Improvvisamente mi torna in mente Margie, stranamente ancora non l’abbiamo vista.
Sgaiattolo in punta di piedi, questa volta il camino è definitivamente morto, per fortuna si è acceso il riscaldamento automatico, un soffio di aria calda fuoriesce da delle bocchette nelle pareti.
Senza far rumore vado nella stanza dove dorme, la porta è socchiusa e sbircio dentro.
E’ a letto con la signora tedesca, vedo spuntare fuori dal piumone la chioma bionda, Margie è sepolta sotto , dai movimenti e dai sospiri le sta leccando la patata, torno di corsa nella nostra stanza, Greta si è svegliata.
Le dico, “di là c’è Margie che si sta impegnando in una leccata, facciamoci una doccia, e poi ci rivestiamo”.
“usciamo se ce la faremo, perché sta continuando a nevicare, mi sa che il fuoristrada è completamente sepolto dalla neve”.
Continua a nevicare tutto il pomeriggio, ormai pensare di poter fare qualunque cosa è improponibile.
La proprietaria della baita ci chiama, per fortuna i cellulari ancora funzionano.
Ci dice che il marito più tardi verrà con il gatto delle nevi, è tutto bloccato,
“avvisate casa e dove lavorate, perché prevedono che continuerà a nevicare almeno per altre 24 ore, resterete qui bloccate per almeno altri tre o quattro giorni”
Vuole sapere cosa ci serve, un po’ di provviste se andiamo nella dispensa le troveremo, chiediamo solo del pane fresco, quello che ci può portare.
Arriva con un enorme cesto, pane, crauti in scatola già pronti, e alcune confezioni di wurstel, salcicce fresche, e dello speck affumicato.
Anche Margie e Ingrid riemergono dalle loro evoluzioni,lei chiama il marito, bloccato nella stanza dell’alberghetto dove soggiornano, è sopra alla locanda, di certo non morirà di fame.
Ci osserva divertita, è finita in un convegno di lesbiche, ormai ha compreso che io e Greta siamo una coppia fissa, probabilmente Margie le ha raccontato come stanno le cose, casomai mal che vada, potrebbe finire in un raduno a quattro dentro il grande lettone a baldacchino.
Confessa di essere una grande cuoca, dirige da molti anni il più famoso e importante ristorante di Berlino.
“fatemi vedere nella dispensa cosa abbiamo, che con queste cose che ci hanno portato vi cucinerò la migliore delle cene che abbiate mai mangiato”.
Il fuoco nel camino è enorme, io e Margie lo abbiamo alimentato con la legna che siamo andate a recuperare in una legnaia sotto al portico dietro alla baita, la neve ormai è talmente alta da chiudere quasi del tutto l’uscita verso l’esterno.
Greta e Ingrid si sono eclissate in cucina, Margie mi prende in giro, “vai a vedere che con la fame arretrata che si ritrova, quella te la scopa mentre preparano le salcicce”.
E scoppia in una risata.
La cena è superlativa, cucinata da quella che davvero è una grande cuoca.
Nella dispensa abbiamo trovato alcune bottiglie di vini del Reno, e del Muller Thurgau fatto in casa, ha l’etichetta scritta a mano con il pennarello.
Continuiamo ad alimentare il fuoco, fino a quando appare un barilotto pieno di grappa, messa ad invecchiare.
Ingrid lo ha scovato in un anfratto della cucina, lo spesso ed enorme tappeto di lana che troneggia nel soggiorno viene spostato davanti al camino, ci corichiamo tutte e quattro, spilliamo la grappa dal barilotto, Margie e Ingrid iniziano a pomiciare, la stessa cosa facciamo io e Greta, lentamente i vestiti volano via, restiamo tutte e quattro nude, un groviglio di corpi prende forma, un dolcissimo e arroventato baccanale, fatto di soli corpi femminili, travasi di saliva e di umori, orgasmi mal celati e urlati, fiche divorate e seni morsicati, fino a quando Margie come un prestigiatore fa apparire due giocattoli norvegesi, che io e lei indossiamo, e trasformiamo il baccanale, in un orgia selvaggia e distruttiva.
Le due tedesche hanno lasciato i mariti.
Greta si è trasferita a casa mia, ormai viviamo come moglie e marito.
Margie è andata a vivere in Germania, in una casa che Ingrid possiede nelle alpi Bavaresi.
Una volta al mese quando gli impegni di lavoro ce lo consentono, ci ritroviamo nella baita nel sud Tirolo, per la nostra nottata sul tappeto di lana, di fronte al camino acceso.
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