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Gay & Bisex

True stories 4 - la prima penetrazione (da attivo)


di bisexfotografo
03.12.2020    |    527    |    2 9.8
"Scopami amore!” Questa frase mi fece impazzire..."
Avendo visto il mio viso beato e felice, Lorenzo rimase affascinato da come e quanto intensamente avevo goduto da quel rapporto e mi disse che anche lui avrebbe voluto provare ad essere penetrato anche se aveva ancora qualche remora per la paura di sentire dolore.

Ancora frastornato per l’intenso orgasmo che avevo appena provato lo abbracciai e ci stendemmo sotto le lenzuola. Con la mano iniziai a carezzargli il petto ancora intriso dei nostri liquidi seminali. Lui girandosi verso di me mi baciò sulle labbra che profumavano ancora dell’afrodisiaco gusto dello sperma che poco prima avevo assaporato dal cazzo di Lorenzo.

Ci stringemmo in un abbraccio fortissimo mentre le nostre lingue si intrecciavano in una rovente battaglia di sensazioni estreme e indescrivibili che di li a poco ci provocarono due intense erezioni.

La mia voglia di cazzo prese il sopravvento e con la lingua scesi lungo il suo petto fino a giungere al pube dove iniziai a strusciare il viso sul cazzo di Lorenzo che usavo come fosse un pennello. Di tanto in tanto gli baciavo il glande e ne leccavo il presperma che, copioso, già veniva fuori dall’apertura alla quale mi attaccavo voglioso di berne a litri.

Lorenzo era rosso in viso e con la schiena aveva assunto una posizione arcuata per favorirmi la penetrazione del suo membro in bocca. Così facendo mi aveva anche messo in condizione di penetrarlo con un dito mentre gli succhiavo il cazzo e le palle.

Inumidii il mio medio con saliva e presperma e lo penetrai prima molto lentamente e poi, una volta che fui dentro con tutto il dito, inizia a pomparlo come se lo stessi penetrando con il cazzo. La sua reazione fu di estasi e per meglio favorirmi si girò a pancia in giù arcuando la schiena e mettendo in bella mostra il suo giovane, muscoloso, sedere.

Per me fu il chiaro segno che Lorenzo era pronto per andare oltre. Raccolsi altra saliva dalla mia bocca e lubrificai per bene anche l’anulare e mentre lo facevo gli leccavo la rosellina che appariva già dischiusa verso le vie del piacere.

Lentamente, con le due dita ben lubrificate, scesi dentro quel fiorellino inviolato e mentre lo penetravo gli facevo colare saliva per lubrificarlo al meglio. In breve gli fui dentro con entrambe le dita e potevo vedere molto bene la sua dilatazione. Mi fermai dentro e attesi che i suoi sfinteri si adattassero alla nuova condizione.
Con l’altra mano lo carezzavo lungo la schiena e quando fui consapevole che era venuto il momento scivolai col mio corpo sopra il suo finché il mio cazzo non fu all’altezza del suo ano, oramai desideroso di ricevermi dentro.

Presi a pomparlo con le dita dentro finchè lui, al massimo dell’eccitazione, ansimando mi supplicò di scoparlo.
“Lo voglio, voglio il tuo cazzo dentro. Scopami amore!”

Questa frase mi fece impazzire.
“Gioia mia, certo che ti scopo. Vedrai quanto è bello sentirmi dentro il mio cazzo e sentirmi sborrare dentro di te.”

Gli allargai le gambe e, sempre lasciandolo disteso, gli presi i fianchi con entrambe le mani sollevandolo così da fargli assumere una posizione quasi a pecorina con le natiche ben allargate. Puntai il suo fiorellino e lo penetrai molto, molto, lentamente.

Lorenzo si irrigidì un po' per il fastidio che il cazzo gli provocò quando forzai gli orifizi così mi fermai. Sembrò un tempo infinito e quando si rilassò e mi chiese di aprirlo definitivamente gli affondai dentro fino a sentire il suo culo contro le mie palle.

Rimasi in quella posizione per un po' perché volevo sentire le pareti interne del suo intestino che, contraendosi a ritmi regolari, massaggiavano la mia cappella. Quando fui quasi sul punto di venire iniziai a pompare, sempre molto lentamente, in un movimento di entra ed esci che gli provocò una intensa eiaculazione.

A quel punto Lorenzo mi chiese di riempirlo con la mia crema e aumentando il ritmo gli svuotai dentro le viscere tutto il succo del mio amore per lui.

Rimasi dentro finché il cazzo non tornò a riposo e uscì da solo dal suo culo.

Eravamo felici, stanchi, stravolti, distrutti per l’intensità degli orgasmi vissuti quella sera ma felici.
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