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Gay & Bisex

(T) oro nero


di Marmarpe
26.09.2018    |    16.496    |    13 8.1
"Ma mentre ero ancora nudo a terra il Toro nero si alzò dal tronco, tirò fuori il cazzo moscio e mi fece aprire la bocca..."
Lui è sempre li, nel centro Commerciale del quartiere dove vivo. Un uomo sulla quarantina, nero, originario del Congo, non molto alto, robusto quanto basta, capelli rasati e terribilmente sexy. È un addetto alla sicurezza e passa tutte le sue ore di lavoro in giro per il centro e nel parcheggio a controllare che tutto sia ok. Ed è proprio lì, nel parcheggio, che l’ho visto la prima volta, con la sua divisa d’ordinanza che metteva in risalto le sue cosce muscolose e le sue braccia ben tornite. Ma anche quell’accenno di pancetta che lo rendeva ancora più appetibile si miei occhi. La prima volta che l’ho visto ho avuto un’erezione istantanea... l’ho squadrato da capo a piedi e sono rimasto immobile con la bocca aperta... sognavo ad occhi aperti di poter toccare il suo corpo e di farmi possedere da lui. Masticava un chewing-gum e presto avrei scoperto che questa era una sua abitudine. Ma la masticava in un modo terribilmente attraente che metteva in risalto le sue bellissime labbra. I suoi occhi, poi, più penetranti di qualsiasi altro sguardo avessi mai incrociato. Neri come la notte. Da quel giorno cominciai a fantasticare su di lui, è ovvio. E ogni giorno, prima del lavoro, passavo a prendere un caffè in quel centro commerciale, nella speranza di vederlo. E così accadeva quasi tutte le volte che ero lì: facevo un giro e lui c’era quasi sempre. Masticava il suo chewing-gum, chiacchierava con qualcuno e poi proseguiva. Io lo fissavo sempre, nella speranza che lui mi notasse. Un giorno lo incrociai in un punto un po’ più isolato del centro commerciale e così decisi di osare un po’. Lo fissai intensamente negli occhi e vidi che lui ricambiò lo sguardo, così scesi con gli occhi verso il suo pacco, mi leccai delicatamente le labbra e poi tornai a guardarlo negli occhi. Mi stava ancora guardando, quindi si era accorto del mio gesto. Ma proseguì come se niente fosse.
Da quel giorno cominciò tra di noi un gioco di sguardi particolari: io lo fissavo, lui ricambiava lo sguardo ma non succedeva mai nulla. Mi guardava, sì ma non si sbilanciava mai.
L’occasione per andare un po’ oltre si presentò una notte in cui ero reduce da una serata tra amici. Ero abbastanza alticcio e stavo tornando a casa. Passando accanto ad un distributore vidi lui che stava facendo rifornimento al self service... l’alcool Che avevo bevuto amplificò subito la mia eccitazione e deciso di spingermi a fare qualcosa di cui in seguito avrei anche potuto pentirmi... feci inversione e entrai subito nel distributore, scesi per fare benzina e lui era ancora lì. Cominciai a fissarlo mentre facevo rifornimento e anche lui non smetteva di guardarmi. Masticava il suo chewing-gum e mi guardava. Stavo impazzendo dall’excitazione. Salì in macchina ma non mise in moto, continuò a guardarmi mente finivo il rifornimento. Salii in macchina anch’io, non prima di avergli lanciato un’ultima occhiata. Appena ripartii vidi che anche lui aveva messo in moto: mi stava seguendo... forse ce l’avevo fatta. Ero eccitatissimo e cercai di pensare a dove avrei potuto portarlo. Lì vicino c’era una famosa zona di battiate della mia zona. Certo, non era il massimo perché sicuramente ci sarebbero state altre persone, ma al momento mi sembrò la soluzione migliore. E poi erano quasi le 3, difficilmente sarebbe stata molto affollata. In 5 minuti arrivai sul posto con lui che mi seguiva. Parcheggiai e fortunatamente vidi che c’erano solo altre sue macchine oltre alle nostre. Scesi subito dall’auto per addentrarmi nel boschetto che c’è a ridosso del parcheggio. Mentre camminavo mi voltai verso di lui e poi proseguii verso il boschetto. Sentii la sua portiera aprirsi e poi chiudersi in lontananza. Avevo il cuore a mille. Mi fermai nei pressi di uno spiazzo e lo vidi arrivare. La luce della luna penetrava debolmente tra i rami e tra i cespugli. Appena mi vide si fermò. Restammo immobili per qualche minuto. Poi decisi di agire, non potevo lasciarmi sfuggire un’occasione simile. Mi voltai di spalle e mi abbassai pantaloni e mutande, mettendo in mostra il mio culetto liscio, sperando che lui capisse che quello era il mio segnale di via libera. Sentii i suoi passi dietro di me e capii che si stava avvicinando. Dopo pochi secondi sentii il suo respiro sul mio collo e una sua mano che si appoggiava al mio culetto. Le sue dita si fecero strada verso il mio buco e in un colpo solo ne fece entrare due insieme. “Troia!” Mi sussurrò all’orecchio. Io non capii più nulla e inarcai la schiena mettendo il mio culo completamente a sua disposizione. Cominciò a penetrarmi forte con le dita. Ne infilò 4 tutte insieme mentre ansimava forte. Poi si abbassò, sputò sul mio buco e cominciò a leccarlo come fosse una figa. Mi stava facendo godere da matti e avevo una voglia matta di essere scopato da quel toro nero. Sentivo la sua barbetta che solleticava le mie natiche e la sua lingua che cercava di farsi strada dentro di me. Nessuno mi aveva mai leccato il culo in quel modo. Ad un certo punto si alzò e mi fece voltare. Si sfilò la maglietta e la appese ad un ramo. Ammirai per un attimo quello che era stato il mio oggetto del desiderio per mesi: i suoi pettorali ricoperti di corti e ricci peli nero e quella sua pancetta così virile. Mi fiondai con la bocca sui suoi capezzoli, gli leccai le ascelle e lui sembrava gradire perché continuava ad ansimare. Poi però mi appoggiò una mano sulla spalla spingendomi verso il basso per farmi capire che ormai era arrivato il momento di succhiarglielo. Mi misi in ginocchio e lui si apri i pantaloni e lo abbasso fino alle ginocchia. Aveva un paio di slip bianchi sui quali c’era un ampia chiazza bagnata, segno che era già uscito abbondante precum. Cominciai a leccare quella chiazza. Mi aggrappai a quelle natiche così dure e glie lo leccai attraverso gli slip. “Succhiamelo, puttana!” Mi disse lui, facendomi capire che era arrivato il momento di liberare la bestia. Gli abbassai gli slip e mi fermai per un attimo a guardare quel cazzo non lunghissimo ma molto largo. Lui mi afferrò dietro la nuca e mi spinse verso il suo cazzo. Non voleva perdere tempo e allora lo presi subito in bocca. Succhiai come non avevo mai fatto prima: andavo fino in fondo è mi fermavo mentre lui mi scopava la gola, poi risalivo a succhiare la cappella, me la passavo sulle labbra e leccavo tutta l’asta, scendevo a prendere in bocca le palle pelose e poi me lo infilavo di nuovo in bocca per farmi scopare ancora la gola. D’un tratto sentimmo dei passi verso di noi. Lui si voltò ma io non volli staccarmi dal suo cazzo e continuai a pomparglielo, incurante di tutto quello che stava accadendo intorno. Poi aprii gli occhi e vidi che c’erano due uomini a pochi metri da noi che si masturbavano mentre guardavano il nostro spettacolo. A me non importava di quello che accadeva intorno, volevo solo succhiare il mio gelato. Lui però non era del mio stesso avviso. Mi afferrò per un braccio e mi fece alzare. “Facciamo in fretta, sennò questi rompono le palle!”, mi disse e in un attimo mi fece voltare e appoggiare ad un tronco. Mi allargò le natiche, si sputò sulla cappella e la pubtò sul mio buchetto. Lentamente entrò, mi diede un attimo per bigiarmi e poi cominciò ad affondarlo tutto. Quando di entrato completamente cominciai a scoparmi sempre più forte. Mi cinsenil torace con le sue braccia appoggiandosi con suo petto alla mia schiena e mi inculò così, cercando di entrare sempre più in profondità. I due spettatori intanto si erano fatti sempre più vicini e avevano cominciato ad incitare il mio toro nero: “sì, dai, rompigli il culo, sfondalo, dai che poi lo scopiamo anche noi”. Lui sembrava non curarsi di loro e continuava a scoparmi forte, fino a quando gli affondi si fecero ancora più intensi e lui mi sborrò nelle viscere. Fu un orgasmo pazzesco, ruggì come un leone. Rimase dentro di me per qualche minuto mentre cercava di riprendersi dalla sborrata e nel frattempo i due spettatori mi davano della cagna e della troia per essermi fatto sfondare così davanti ai loro occhi. Il mio toro nero uscì dal mio buco e si mise a sedere sul tronco per pulirsi con dei fazzolettini. I due spettatori invece cominciarono a toccarmi e ad avvicinarsi con i loro cazzi. Io cercai di rifiutarli e guardai il mio toro nero sperando che in qualche modo mondigendesse e lo mandasse via. Invece lui stava ridendo della situazione e non fece nulla per allontanarli. Così a turno mi scoparono anche loro mentre lui guardava. Quando ebbero finito andarono via. Io cercai di pulirmi alla meglio. Ma mentre ero ancora nudo a terra il Toro nero si alzò dal tronco, tirò fuori il cazzo moscio e mi fece aprire la bocca. Monposxiò in bocca facendomi bere tutto e andò via, senza degnarmi di una parola.
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