Gay & Bisex
Storia di un ragazzo. Cap. 10 - Due anni dopo
di Marmarpe
09.02.2016 |
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""Ciao, ma che ci fai qui? Non eri a Milano?" Disse Marco balbettando..."
Erano passati 2 anni dagli ultimi fatti. Due anni esatti da quando, mosso da un incontrollato desiderio di vendetta, Marco aveva fatto sì che Federico, il suo ormai ex amico, fosse sverginato da suo padre Fabrizio, il grande amore di Marco. Eh sì, Fabrizio era diventato per Marco la persona con la quale avrebbe voluto passare ogni istante della sua giornata. La persona a lui più Cara. Quella per cui aveva anche rinunciato all'amore di Andrea. La sua persona speciale. Erano passati due anni, eppure ancora adesso Marco si interrogava sul perché. Perché si era innamorato proprio di Fabrizio? Un uomo molto di quasi 20 anni più grande di lui. Un uomo a tratti rude, poco incline alle carezze o alle dimostrazioni di affetto. Un uomo che sicuramente non era bellissimo, robusto, con la pancetta. Un uomo sposato con figli. Questo interrogativo lo aveva tormentato dalla prima volta che aveva fatto sesso con Fabrizio, quando, sorprendentemente, si era reso conto di non poter più fare a meno di lui. Ma non aveva mai saputo trovare una risposta. Aveva pensato che potesse essere attratto dal modo in cui lo scopava. Oppure dal fatto che Fabrizio fosse completato diverso dai ragazzi con cui aveva scopato fino a quel momento. Ma poi si convinceva che non potevano essere solo quelli i motivi. Quello che provava per Fabrizio era il risultato di una serie infinita di elementi: l'odore della sua pelle, il suono della sua voce, il modo in cui sapeva farlo suo, i suoi occhi dolci e allo stesso tempo decisi, la stretta rassicurante dei suoi abbracci, le sue folli perversioni, la sensazione del suo corpo sopra di lui, il sapore della sua saliva. E poi c'era quella chimica che ogni scattava ogni volta che lo aveva davanti e che gli impediva di stargli lontano. E in quei due anni Marco aveva provato più volte a stargli lontano. Ma il risultato era stato sempre lo stesso: Fabrizio tornava da lui e lui si abbandonava tra le sue braccia, concedendosi completamente a lui, senza remore e senza riserve. Riusciva sempre a perdonargli tutto: i lunghi periodi in cui spariva e non si faceva sentire, la sua gelosia che impediva a Marco di frequentare qualsiasi altro ragazzo, l'averlo costretto e relegato al ruolo del suo amante esclusivo, il suo tenere il piede in due scarpe, non avendo mai avuto nessuna intenzione di lasciare la sua famiglia, le sue perversioni più strane che spesso aveva dovuto subire senza battere ciglio. Eh sì, le perversioni di Fabrizio. Ogni volta se ne usciva con una nuova e Marco non riusciva a non accontentarlo, anche per il semplice fatto di farlo felice. Tantissime volte aveva fatto assistere il suo amico Alfio alle loro scopate, senza che lui partecipasse attivamente. Voleva solo che lo guardasse mentre scopava Marco. Altre volte aveva voluto possederlo nei posti più strani: nel bagno di un bar, in un ascensore, nel retro del suo furgone, sulla spiaggia di notte, nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale, sul terrazzo di casa sua in pieno giorno. A Marco spesso tutto questo era sembrato pesante, eccessivo e non sempre era stato contento di farlo. Ma poi Fabrizio gli sorrideva e a lui sembrava tutto bellissimo. Sembrava che il mondo si fermasse per un attimo, racchiuso tutto all'interno del sorriso di Fabrizio, per poi uscirne fuori con una potenza devastante, dalla quale Marco non riusciva a non essere travolto. E così il suo rapporto con Fabrizio era durato, tra alti e bassi, fino a quel momento. Di Federico, invece, sapeva solo quelle poche cose che Fabrizio gli aveva raccontato. Poche notizie, frammentarie. Perché Fabrizio non amava molto parlare di suo figlio. D'altronde loro non avevano mai avuto un bel rapporto. Forse perché Fabrizio non era stato un buon padre o forse perché Federico ne aveva combinate così tante, che alla fine Fabrizio non era stato più disposto a concedergli un'altra possibilità. Comunque, da quella sera non si erano più parlati e Federico non aveva messo più piede nella provincia abruzzese. Si era trasferito a Torino dove, grazie ad un suo vecchio amico, aveva trovato dapprima dei lavoretti saltuari e poi una certa stabilità che gli aveva permesso di sistemarsi e di sposarsi con una ragazza piemontese. Era la metà di aprile e la vita di Marco scorreva con la solita routine. Al mattino fu svegliato dalla solita suoneria del suo cellulare. "Devo decidermi a cambiarla sta suoneria, è insopportabile!", pensò. In un attimo fece mente locale e si ricordò di aver lasciato il cellulare sul tavolo della cucina, la sera prima. Si alzò dal letto e restò un attimo a guardare Fabrizio che dormiva nudo e beato nel suo letto. Scosse la testa e tornò alla realtà, corse in cucina e rispose al telefono. "Ciao Marco, sono Alfio, Fabrizio è con te? Francesca, la moglie dì Fabrizio è venuta a cercarlo qui da me. Non è rientrato a casa ieri sera e non l'ha avvisata. Era molto preoccupata. E anche sospettosa perche ha il cellulare spento.", disse Alfio tutto d'un fiato. "Sì, è qui, gli dico subito di chiamarla", rispose Marco preoccupato. Marco posò il telefono e sentì lo scroscio dell'acqua provenire dal lavandino del bagno. Aprì la porta e vide Fabrizio che si lavava, era ancora completamente nudo. Entrò e lo abbracciò da dietro, appoggiando la guancia alla sua schiena. "Fabri, tua moglie è andata a cercarti da Alfio. Perché non l'hai avvisata che non saresti tornato a casa?". "Cazzo, me ne sono proprio scordato. Vabbè, dai, tra un po' la raggiungo e invento una scusa al volo", rispose subito Fabrizio. "Non lo so Fabri, sono preoccupato. Secondo me è ancora convinta che tu ti veda con qualcuno e se si mette ad indagare potrebbe scoprire tutto", disse ancora Marco, tradendo la sua crescente preoccupazione. Ma Fabrizio si girò e lo strinse forte. Cercò la sua bocca e si fece strada con la lingua. Lo baciò e gli disse:" Non scoprirà un bel niente, stai tranquillo". Non finisce nemmeno di pronunciarsi quelle parole che aveva già afferrato Marco per le gambe e lo aveva buttato sul letto. Gli salì sopra portando il suo cazzo fino alla bocca del ragazzo e cominciò a scopargliela.Il sapore del cazzo di Fabrizio fece dimenticare a Marco qualsiasi cosa e si abbandonò completamente a lui. Fabrizio tirò fuori il cazzo dalla bocca di Marco, gli sollevò le gambe e si tuffò con la bocca tra le sue natiche, facendo urlare Marco dal piacere. Poi si sdraiò su di lui e lo penetrò. Lo scopò per un quarto d'ora filato, fino a quando lo riempì con la sua calda crema. "Ok, corro da Francesca e mi invento una cazzata. Ci vediamo!" Disse Fabrizio, mentre Marco giaceva ancora sul letto. Fabrizio si rivestì ed andò via. Marco lo seguì con lo sguardo . Uno sguardo pieno di preoccupazione. Non riusciva a capire come Fabrizio potesse essere così tranquillo. Marco fece una doccia ed andò al lavoro. La giornata passò abbastanza tranquilla, anche se in più occasioni ripensò alle parole di Alfio. Tornando a casa in macchina, Marco si accorse che la spia della riserva era a accesa e decise di fermarsi a fare benzina. Sì fermo al solito distributore e, quasi automaticamente, aprì il finestrino e disse:"Il pieno, grazie". Ma una voce lo fece immediatamente sobbalzare: "Ehi, potresti almeno salutare!". Le parole furono seguite da una breve risata. Quella voce e quella risata Marco le conosceva bene. Si voltò subito verso il ragazzo e vide Andrea. Gli sembrò ancora più bello dell'ultima volta che si erano visti. E poi i suoi occhi, quegli occhi che avrebbero fatto impazzire chiunque. "Ciao, ma che ci fai qui? Non eri a Milano?" Disse Marco balbettando. "Sono tornato una settimana fa. Ma se vuoi ti racconto tutto sarà sera, ti offro una birra!". Marco tentennò una decina di secondi. Sapeva che difficilmente avrebbe resistito ad Andrea e che così avrebbe fatto un torto a Fabrizio, ma alla fine accettò. Tornò a casa aspettando con ansia l'ora dell'appuntamento con Andrea. Si diede più volte dello stupido, perché sembrava un ragazzino alla prima cotta e alla fine arrivarono le 22. Scese sotto casa è aspetto che Andrea passasse a prenderlo. Andrea fu però preceduto dall'auto di Fabrizio che parcheggiò e scese subito, avvicinandosi a Marco. "Francesca è convinta che io abbia un'altra donna. Ha minacciato di cacciarmi di casa" disse subito a Marco. Marco cercò di raccogliere tutti i pensieri, guardò Fabrizio e gli disse:"Fabri, forse è arrivato davvero il momento o di mettere la parola fine a tutto questo. Tu non vuoi mandare a puttane la tua famiglia e per evitare che questo accada devi essere un marito fedele. Non possiamo andare avanti così". Mentre diceva queste parole, Marco cominciò a piangere e Fabrizio rimase impietrito. Non si aspettava che Marco volesse davvero porre fine al loro rapporto. Ci fu un attimo di silenzio, interrotto dall'arrivo dell'auto di Andrea, che si fermò proprio vicino a Marco. Fabrizio guardò il ragazzo dentro alla macchina e chiese a Marco:"E questo chi è?". "Un amico, esco con lui a bere una birra", rispose prontamente Marco. Fabrizio lo afferrò e lo tirò in disparte:"Io ho messo a rischio il mio matrimonio e la mia famiglia per te e tu ti fai sfondare il culo dal primo stallone che ti capita? Sei proprio una puttana!", gli disse con disprezzo. Marco rimase paralizzato, mentre Fabrizio non si decideva ad allentare la stretta sul suo braccio. Andrea vide la scena e si precipitò giù dall'auto:"Ehi ma che cazzo fai, lascialo, non vedi che gli stai facendo male?" Urlò contro Fabrizio. "Non ti intromettere, ragazzino! Questa puttana sa perché la sto trattando così!". Marco si liberò con un colpo solo dalla stretta di Fabrizio, lo fissò negli occhi e gli disse:"Questa puttana da adesso tu non la vedi più, fosse l'ultima cosa che faccio nella mia vita!". Aprì la portiera dell'auto di Andrea e salì. Andrea fece lo stesso e partirono sotto lo sguardo ammutolito di Fabrizio. Arrivarono al pub senza dire una parola. Ma poi al tavolo Andrea prese il coraggio a due mani e chiese:"Ma chi era quello?". "È il padre di Federico" rispose Marco con gli occhi bassi. Andrea rimase un attimo a pensare e poi continuò:"Ah, ho capito! Ha scoperto che tu e Federico siete andati a letto insie..." ma Marco lo interruppe e non lo fece finire: "No, no, no... Sei fuori strada. Federico non c'entra nulla!" è abbassò lo sguardo fissando il bicchiere. Andrea percepì il disagio di Marco e cambiò subito discorso:" Vabbè, dai, ti racconto perché sono tornato in Abruzzo, ti va?" Marco lo guardò e pensò a quanto Andrea fosse gentile e a quanto fosse bello trovarsi lì con lui in quel momento."Certo che mi va!", rispose. E Andrea raccontò in breve la sua esperienza milanese:" Ho lavorato per due anni nell'ufficio acquisti di una grande azienda. Ma poi il contratto è scaduto e mi hanno rispedito qui. Per fortuna il mio ex datore di lavoro mi ha ripreso subito a lavorare alla pompa di benzina. Ma adesso dimmi un po' di te, cosa hai fatto in questi 2 anni, sei ancora innamorato di quella persona di cui mi avevi parlato?". Marco guardò le labbra di Andrea che si muovevano mentre parlava, fissò i suoi occhi e pensò che avrebbe voluto perdersi lì dentro, in quell'esatto istante. E seppe dire soltanto poche parole: Quello che ho fatto in questi 2 anni? Beh, ho fatto un grande errore. Ho inseguito la persona sbagliata." Andrea gli sorrise:" Beh, per tutta la vita inseguiamo le persone sbagliate, l'importante è capirlo". "Ma tu come fai ad essere così..." "Così come?" Lo interruppe Andrea sorridendo. "Così perfetto!", conclude Marco. Andrea rise di gusto e bevve tutta d'un fiato la birra che gli era rimasta nel bicchiere. "Andiamo a casa mia. Ho voglia di te!" Disse poi a Marco. "Non sai quanta voglia abbia io di te!". Si alzarono e si avviarono verso casa di Andrea, ridendo come due vecchi amici. Ma quando varcarono la soglia della porta, i sorrisi e il divertimento lasciarono il posto alla passione. Quella passione che era rimasta sopita in quei due anni. Cominciarono a baciarsi e la lingua di Andrea sembrava volesse fondersi con quella di Marco. Marco la succhiò a lungo, quasi come se volesse sentirne tutto il sapore. Quel bacio sembrò non finire più. In lui era racchiusa tutta l'essenza del loro rapporto, tutta l'attrazione che li aveva legati fin dal primo istante. Poi Andrea chiese a Marco di inginocchiarsi e Marco lo fece. In un attimo Andrea sbottonò i pantaloni, si abbassò gli slip e liberò il cazzo. Quel cazzo perfetto che Marco non aveva mai saputo dimenticare. Baciò la cappella. La baciò a lungo, quasi in adorazione. Poi prese a baciare tutta l'asta, fino aì soffici peli del pube. Diede qualche leccati a alle palle e poi le prese in bocca. Prima una alla volta e poi tutt'e e due insieme. Andrea stava mugolando dal piacere e Marco lo fissò negli occhi, prima di far sprofondare il suo cazzo nella sua bocca. Se lo ficcò fino in gola, fino ad arrivare ad annusare i peli pubici. Poi cominciò un pompino lento, per gustarsi al meglio quella mazza così dura e così perfetta. Aumentò man mano il ritmo della pompa, fino a succhiare in maniera forsennata. Andrea urlava dal piacere, gli posò una mano sulla testa e cominciò a dettare il ritmo di quel pompino fantastico. Gli scopò la bocca fino a non poterne più. Fino a quando chiese a Marco di alzarsi. Si spogliarono completamente e Marco restò per un attimo ad ammirare il corpo di Andrea: i suoi pettorali, i suoi bicipiti, le sue gambe, i suoi peli... Era tutto perfetto. Poi si concentrò sul suo odore. Emanava un profumo che lo faceva andare fuori di testa. Il suo deodorante si mischiava al l'odore del sudore derivante dalla sua eccitazione. Ed era un mix fatale, che avrebbe fatto eccitare chiunque. Si abbracciarono e ripresero a baciarsi, godendo del contatto dei loro corpi. Andrea fece girare Marco e lo appoggiò sul letto: gli allargò le natiche e succhiò il suo buchetto. Marco era al l'apice del piacere è si contorceva, spingendo il suo buchetto verso la bocca di Andrea che nel frattempo aveva iniziato ad infilarci anche le dita. Poi Andrea fece sdraiare Marco sul letto, a pancia in giù, e si sdraiò su di lui, portandosi con la bocca vicino all'orecchio di Marco:"Voglio entrarti dentro", gli sussurrò. Marco si girò verso di lui, lo baciò e gli disse malizioso:" Trova l'entrata ed entra, non devi chiedermi il permesso!". Quelle parole eccitarono ancora di più Andrea Che cominciò ad allargare con le sue gambe le gambe di Marco, puntando il suo cazzo contro il buchetto. Con un colpo deciso entroterra dentro di lui e restò fermo a godersi dil momento. Poi iniziò a muoversi. Tirò il cazzo fuori un paio di volte per poi affondarlo nuovamente dentro il culo di Marco. Lo scopò in questa posizione per almeno venti minuti e Marco pensò più volte a quello che si era perso in questi due anni. Poi Andrea uscì, si sdraiò a pancia in sù e chiese a Marco di impalarsi su di lui. Marco si portò sopra ad Andrea, e si sedette sul suo cazzo, facendolo scivolare dentro fino alle palle. Cominciò a cavalcare quel magnifico cazzo godendo di ogni suo singolo attrito con la sua carne. Poi si avvicinò alla bocca di Andrea e prese a leccargli le labbra, gli succhiò la lingua e Andrea rispose con un bacio pieno di passione e di voglia, cominciando a muovere il bacino per scoparlo sempre più forte. Continuarono a scopare in tante altre posizioni, fino a quando Andrea tirò fuori il cazzo dal culo di Marco e glie lo piantò di nuovo in gola, scaricando tutta la sua sborra. Marco la assaporò tutta, goccia dopo goccia, fino ad ingoiarla. Ma Andrea non era ancora soddisfatto. "Devo svuotarmi di tutta quella birra che ho bevuto", disse. Marco gli sorrise e Andrea lo accompagnò in bagno, lo fece inginocchiare nella doccia, gli rimise in bocca il cazzo ormai barzotto e gli pisciò in gola. Marco bevve tutto, fissando Andrea negli occhi ed esplose in una abbondante sborrata. Fecero la doccia insieme continuando a baciarsi e poi si sdraiarono esausti sul letto e si abbracciarono. Marco accarezzò i capelli di Andrea, lo baciò e gli sussurrò: "Cosa mi sono perso in questi 2 anni!".
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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