Gay & Bisex
Storia di un ragazzo. Cap. 5 - Il week end
di Marmarpe
25.01.2016 |
5.071 |
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"Lui amava Roma, il suo profumo, i suoi colori, la sua atmosfera sapevano farlo sentire in pace con se stesso e con il mondo e questo gli bastava..."
Marco si trascinò in bagno, frastornato dai suoi soliti 1000 pensieri, entrò in doccia e rimase sotto l'acqua bollente per parecchio tempo, cercando di schiarirsi le idee. La lontananza da Fabrizio, come al solito era una specie di supplizio e Marco si era convinto che quello era il prezzo da pagare per essersi innamorato di un uomo sposato. Uscì dalla doccia, si asciugò e si vestì in fretta. Dall'armadio prese il trolley e cominciò ad infilarci un po' di vestiti a caso. Aveva deciso di partire lo stesso. Con o senza Fabrizio, il mattino seguente lui sarebbe andato a Roma. Finì di preparare tutto l'occorrente e si buttò sul letto, fino a quando il sonno lo prese completamente.Driiiiiiiin driiiiiiiin driiiiiin. La sveglia suonò alle 8:00 in punto e Marco, a fatica, si alzò dal letto. Guardò fuori dalla finestra e vide un cielo azzurro e terso che lo mise subito di buonumore. "Ho scelto proprio una bel fine settimana da passare a Roma", pensò. Preparò la moka, la sistemò sul fornello ed aspettò con ansia il momento in cui il primo sorso di caffè lo avrebbe restituito alla nuova giornata. Sapeva già che le probabilità che Fabrizio lo chiamasse e partisse davvero con lui erano quasi nulle, quindi non se la prese più di tanto. Aveva deciso di affrontare la cosa con filosofia e, soprattutto, aveva deciso che quel week end avrebbe dovuto iniziare da subito col piede giusto. Quindi niente malinconie, niente sensi di colpa, nessuna paranoia. Il rumore della moka lo riportò presto alla realtà, spense il fornello e versò il caffè in una tazzina. Uscì in balcone e cominciò a sorseggiare quel liquido nero e bollente. E si convinse sempre di più che nulla avrebbe potuto scalfire quel momento di serenità che si stava accingendo a trascorrere. Adesso era pronto davvero, doveva solo caricare il trolley in macchina e partire, nulla di più. Mentre controllava che tutte le finestre fossero chiuse, sentì il campanello suonare. "Chi è?" Chiese al citofono. "Fabrizio", sentì dall'altra parte. Era sicuro che fosse venuto a dirgli che non sarebbe partito con lui. Era certo che avrebbe dovuto sentire tutta una serie di giustificazioni e la cosa lo irritò non poco. Non aveva voglia di sentire niente, voleva solo partire e concedersi un po' di tempo per sé. Aprì comunque la porta e aspettò che Fabrizio salisse. In un attimo se lo trovò sulla porta. Pantaloncini corti, maglietta scollata che lasciava intravedere quei peli ricci e neri del petto che tanto lo eccitavano e che metteva in risalto la sua pancetta soda. Ma di tutto quello che vide, la cosa che sbalordì maggiormente Marco fu il borsone che Fabrizio teneva in mano:"Allora, sei pronto a partire?" Gli chiese. Marco non sapeva cosa rispondere perché mai si sarebbe aspettato che Fabrizio potesse davvero partire con lui. "Dai, sbrigati, andiamo con la mia macchina che è più comoda", continuò Fabrizio senza nemmeno aspettare una risposta di Marco. E nonostante tutto, Marco non poté che essere felice di quella sorpresa inaspettata. Scesero insieme, caricarono le valigie sull'auto e partirono ridendo e scherzando come due vecchi amici. "Ho prenotato un hotel carino zona EUR, ho fatto bene?" Chiese subito Fabrizio. Marco, che conosceva Roma Come Le sue tasche rispose che un posto valeva l'altro, per lui non era un problema:" Tanto conosco meglio Roma dell'Abruzzo, non ho problemi a muovermi e ad andare dove voglio", Disse Marco. "Ah, benissimo. Io di Roma non conosco nulla. Mi farai da Cicerone, allora!". Ribatté Fabrizio. Il viaggio non fu molto lungo ma Fabrizio, mentre guidava, non perdeva occasione per avvicinarsi a Marco e baciarlo. E Marco non resisteva alla tentazione di appoggiargli una mano sul pacco, cosa che faceva andare fuori di testa Fabrizio. Giunti nei pressi di un autogrill, Fabrizio si fermò. "Mi ci voleva proprio un bel caffè, pensò Marco". Appena entrati si diressero entrambi verso i bagni. Marco entrò in un bagno e Fabrizio fece per entrare in quello accanto. Ma, appena Marco fu dentro, prima che riuscisse a chiudere la porta, Fabrizio si infilò dietro di lui e chiuse la porta alle sue spalle. Marco non fece in tempo a realizzare e in un attimo si trovò Fabrizio addosso che cercava di baciarlo. "Fabri, qualcuno potrebbe sentirci" cercò di dire a bassa voce. "Non ci sentirà nessuno, stai tranquillo". Fabrizio non finì nemmeno di pronunciare queste parole che girò in un attimo Marco verso il muro. Lo fece piegare leggermente in avanti e gli abbassò i pantaloni e gli slip. Poi si mise in ginocchio e affondò la sua lingua nel culetto morbido dell'amante. Gli leccò e gli succhiò il buchetto per diversi minuti, fino a quando Marco, al l'apice del piacere, riversò tutta la sua sborra sul pavimento. Fabrizio si tirò su, tirò fuori il cazzo e impalò Marco in un attimo. Diede una decina di colpi molto forti, tanto che Marco a stento trattenne le urla, e sborrò nel suo culo un fiume di liquido bianco. Marco si girò e vide la maglietta di Fabrizio fradicia di sudore le la sua faccia in estasi. "Sei pazzo", seppe soltanto dirgli. "Sono pazzo del tuo buchetto", gli rispose Fabrizio. Si ricomposero, uscirono uno alla volta dal bagno, per non destare sospetti e si rimisero in viaggio.
Dopo circa un'ora, arrivarono all'hotel che Fabrizio aveva prenotato, si sistemarono, fecero una doccia ed uscirono subito per godersi quello splendido sabato romano di fine estate. "Allora, sei pronto a farmi da Cicerone?" Chiese subito Fabrizio mettendo un braccio attorno al collo di Marco. "Voglio vedere tutti i monumenti più importanti perché non ho mai avuto occasione di vederli!". Marco all'inizio non fu entusiasta della cosa, soprattutto perché quei posti linaveva visti mille volte. Lui amava Roma, il suo profumo, i suoi colori, la sua atmosfera sapevano farlo sentire in pace con se stesso e con il mondo e questo gli bastava. Non aveva bisogno di ammirare i suoi monumenti o i suoi posti più turistici. Gli bastava stare lì. Però stavolta avrebbe dovuto farlo per Fabrizio e quindi, sorridendo, gli rispose:" Certo che sono pronto!". Passarono tutta la giornata in centro, pranzarono in un ristorantino grazioso dietro al Pantheon e poi ancora in giro. Al tramonto Marco porto Fabrizio al Pincio e rimasero lì fino a quando fece buio, parlando delle loro vite, delle loro insoddisfazioni ma anche e soprattutto di quanto fosse stata bella quella giornata. Rientrarono in albergo che erano già le nove passate e quindi decisero di fermarsi subito al ristorante per una cenetta veloce e verso le dieci salirono in camera. Una volta dentro Fabrizio prese Marco tra le sue braccia e lo strinse forte:"Grazie di tutto, gli disse". Si buttarono sul letto e non smisero un attimo di baciarsi e coccolarsi. Poi Fabrizio si fece serio e disse:" Adesso però ho un altro favore da chiederti". Marco si Mise a sedere, lo guardò e gli chiese:"Cosa c'è? Dimmi tutto!". "Ho voglia di scoparti. Ma ho voglia di farlo mentre qualcuno ci guarda". Marco all'inizio restò un po' sorpreso ma poi si lasciò prendere dal l'eccitazione che quella proposta gli aveva procurato e rispose subito:" Conosco un posto che fa proprio al caso nostro!". Fabrizio sfoderò un sorriso degno di quello di un bambino che entra per la prima volta in un negozio di giocattoli e si alzò subito dal letto. "Andiamoci subito!" Disse. In un attimo furono fuori dal l'hotel. Si misero in macchina e Marco gli indicò la strada. Arrivarono ad un locale nel quartiere Tuscolano, parcheggiarono ed entrarono. Cominciarono a bere qualche drink mentre si guardavano intorno ed entrambi furono subito piuttosto alticci. Fabrizio si alzò, prese la mano di Marco e lo portò in bagno. Lì cominciò a baciarlo, poi lo guardò negli occhi e gli disse:" Siamo qui perché voglio soddisfare una mia fantasia. Voglio che ci guardino mentre ti scopo ma non voglio che nessuno ti tocchi. Ho già visto qualcuno che ti fissava e voglio avvisarti che qui dentro tu sei solo mio". Marco sorrise, abbassò lo sguardo e disse solo "Ok". Tornarono all'interno del locale e Marco notò subito un ragazzo sulla trentina che lo fissava. Abbastanza muscoloso, non depilato e molto maschile. Gli risultò difficile distogliere lo sguardo ma poi pensò alle parole di Fabrizio e lo fece. Fabrizio non perdeva nemmeno un attimo per baciarlo, quasi volesse far capire a tutti che Marco era di sua proprietà. Poi però disse a Marco che sarebbe andato un attimo in bagno e il ragazzo sulla trentina osservò la scena da lontano.!appena Fabrizio si allontanò, si avvicinò all'orecchio di Marco e gli disse:" seguimi in dark, prima che torni il tuo ragazzo". E sparì dietro la tenda della dark. Marco tentennò un attimo ma alla fine cedette, attirato soprattutto dall'odore di maschio che quel ragazzo emanava. Entrò in dark e trovò subito lui ad attenderlo. Cominciarono a baciarsi, Marco gli slacciò i pantaloni e gli tirò fuori un cazzo di tutto rispetto. Si mise in ginocchio e cominciò a spompinarlo velocemente. Il ragazzo lo fece alzare, lo fece mettere a novanta, infilò un preservativo e lo penetrò. Dapprima lentamente, poi con sempre maggior foga, fino a quando non sborrò. Marco si rialzò e si rivestì. Poi gli venne un'idea. Si avvicinò al ragazzo e gli disse:" Ti va di guardarmi mentre LUI mi scopa?". Al ragazzo non parve vero, sperando in cuor suo di poter partecipare. Disse subito di sì e i due uscirono insieme dalla dark. Appena in tempo perché Fabrizio era già tornato dal bagno e si stava guardando intorno per vedere dove fosse Marco. Marco aprì un camerino e fece segno a Fabrizio di entrare. Entrarono e furono subito seguiti dal ragazzo sulla trentina. Fabrizio capì subito, in un attimo si spogliò e Marco fece lo stesso. Marco si inginocchiò e gli prese subito il cazzo in bocca. Lo succhiava lentamente, poi più veloce, lo tirava fuori, leccava l'asta e poi giocava con le palle tornando in fine a succhiarlo. Alzò gli occhi e vide Fabrizio e l'altro ragazzo che si guardavano fissi negli occhi. "Sì, dai, così, scopagli la bocca" diceva il ragazzo. E quelle parole eccitavano Fabrizio oltre ogni limite. Il ragazzo mise una mano sul culo di Marco ma prontamente Fabrizio glie la scostò. Fabrizio afferrò Marco per un braccio e lo fece sdraiare sul lettino. Gli sollevò le gambe e se le portò sulle spalle. Lo penetrò come al solito, con forza, urlando come un animale. Il ragazzo sulla trentina non resisteva più, non riusciva a stare fermo e così si inginocchiò e cominciò a leccare il cazzo di Fabrizio che entrava e usciva dal culo di Marco. Fabrizio all'inizio non ne fu contento ma alla fina lo lasciò fare e, continuando a acopare il culo di Marco, gli sborrò in culo. Il ragazzo aspettò che Fabrizio estraesse il suo cazzo ormai barzotto, glie lo ripulì e poi cominciò a leccare il culo di Marco che era completamente aperto e lasciava fuoriuscire la sborra di cui prima Fabrizio lo aveva farcito. Fabrizio si riprese subito dal l'orgasmo e chiese a Marco di inginocchiarsi ai suoi piedi. Marco aveva già capito le sue intenzioni, così si inginocchiò ed aprì la bocca. Fabrizio cominciò a pisciare nella bocca di Marco che però non mandò giù tutto. Ne trattenne una parte e lanciò subito un'occhiata al ragazzo sulla trentina. Questo si avvicinò subito a Marco e cominciò a baciarlo, assaporando così la pipì di Fabrizio che Marco aveva trattenuto nella sua bocca. Si ricomposero in fretta e si salutarono. Era già molto tardi e Marco e Fabrizio uscirono dal locale in silenzio. Una volta in macchina, Fabrizio cominciò a ridere di gusto:"Però, che serata!. Anche Marco sorrise. Fino a quando Fabrizio prese il cellulare che aveva lasciato in macchina, lo accese, e lesse la scritta: "Francesca (16 chiamate perse)". "Cazzo!" Esclamò Fabrizio. Compose subito il suo numero, anche se erano quasi le 3 del mattino e Francesca rispose. Marco nel silenzio dell'auto poté sentire tutto:" Dove cazzo sei stato, ho chiamato Alfio e mi ha detto che non avevi nessun appuntamento di lavoro! Voglio sapere dove e con chi cazzo sei stato! Chi è questa puttana, Fabri. Chi è, devi dirmelo, bastardo!". Fabrizio guardò Marco con aria colpevole, cercando di trovare la forza per rispondere...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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