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Storia di un ragazzo. Cap. 9 - Andrea, la vendetta e l'epilogo


di Marmarpe
29.01.2016    |    3.823    |    1 9.2
""Dimmi un po', chi è stato il più bravo dei 3?" Disse ancora..."
Marco adesso era sempre più convinto, voleva portare a termine la sua vendetta. In questo modo avrebbe potuto farla pagare sia a Fabrizio che a Federico. Quando pensava a Fabrizio, un po' se ne dispiaceva, perché a lui aveva tenuto davvero. Tra le sue braccia si era sentito protetto e desiderato, forse per la prima volta nella sua vita. Con Federico invece era incazzato sul serio. Si era mostrato per quello che non era. Si era finto amico per poi rivelare la sua vera natura da bastardo. Adesso però era arrivato il momento di mettere fine a tutto quello che padre e figlio gli avevano fatto passare. Sapeva che così avrebbe perso per sempre anche Fabrizio, ma non gli importò. Il desiderio di vendicarsi era diventato più grande anche dei sentimenti che aveva provato per Fabrizio. Il primo passo da compiere era quello di fingersi ancora amico di Federico, di far finta che non fosse successo nulla quella sera a casa sua. E così, due giorni dopo, lo chiamò. "Pronto, Marco, che combini? Non dirmi che hai chiamato per insultarmi e che sei ancora incazzato per l'altra sera!" Disse subito Federico. "Ma va, tranquillo, in fondo mi è piaciuto. È stata davvero una serata piacevole. In realtà ti ho chiamato per chiederti se ti va di uscire a bere una birra". Federico sembrò accettare di buon grado e, un'ora dopo, erano seduti al tavolino di un pub con 2 pinte di birra davanti a loro. "Allora, hai visto che bella seratina che ti ho organizzato ", esordì Federico. "Hai proprio ragione, una bellissima esperienza. Sei stato proprio bravo", gli rispose Marco. " Beh, permettimi di dirti che anche tu sei stato bravo, una vera troietta. Professionale fino alla fine", continuò ridendo Federico. "Dimmi un po', chi è stato il più bravo dei 3?" Disse ancora. "Non so risponderti, ognuno aveva delle caratteristica che mi eccitavano" ribatté Marco. Federico lo guardò con aria curiosa. "Che c'è" chiese Marco "hai altre domande da farmi". Federico sorrise e disse:" beh, in realtà sì. Sono rimasto affascinato dal modo in cui l'altra sera lo prendevi in culo e in bocca. Non riesco a capire quali sensazioni si riescano a provare". Marco cercò di stuzzicarlo un po' per vedere la sua reazione. "Mah, sai, è difficile spiegare certe cose. Dovresti provare. Solo allora potresti capire cosa si prova. Ma non credo tu ne sia capace", disse Marco ridendo. Federico, con la sua solita aria da spavaldo gli rispose:" Guarda che io nella vita ho provato tutto. Non ho paura di niente, mica come te che devi farti sempre pregare. Di sicuro non avrei problemi a provare anche sta cosa". Marco sentì di essere sulla strada giusta e continuò:" Ma figurati, non saresti mai capace!". Federico cambiò espressione "È una sfida?", disse. Marco lo fissò dritto negli occhi e rispose:" No, non lo è, perché tanto so già che non lo faresti mai" e rise ancora di gusto, facendo innervosire ancora di più Federico che gli afferrò un polso, si avvicinò con il viso al suo viso e gli disse:" Cosa credi, di esserne capace solo tu? Organizza una cosa a 3 e vedrai che, dopo averti scopato, mi faccio anche scopare!". "Ok, allora ti dico che, secondo me, il tipo dell'altra volta parteciperebbe volentieri se glie lo chiedessi " disse Marco cogliendo la palla al balzo. "D'accordo, ci sto. Dimmi solo quando!" Rispose Federico. Si salutarono restando d'accordo per due sere dopo, a casa sua. Marcò rientro a casa pensando a quanto fosse stato fortunato. Non avrebbe mai creduto che convincere Federico sarebbe stato così semplice. Era stato un vero e proprio colpo di fortuna. Uscì in balcone per fumare una sigaretta e l'occhio gli cadde sul solito bar sotto casa sua. Vide Fabrizio seduto ad un tavolo che beveva tutto solo. È così colse subito l'occasione per avvisarlo dell'incontro che aveva organizzato. Prese il cellulare e lo chiamò. "Fabri, sali un attimo da me, devo dirti una cosa.". Fabrizio arrivò dopo pochi minuti. Come al solito barcollava, segno evidente che anche quella sera aveva aveva alzato parecchio il gomito. Si buttò subito su Marco e cominciò a toccarlo dappertutto. Marco sentì il suo cazzo già duro premere sulla sua coscia. Aveva voglia di essere liberato. "Fabri, dai, ho detto che volevo parlarti", non iniziare a fare il maiale!" Disse a Fabrizio. Ma Fabrizio aveva già cominciato ad ansimare e si era portato dietro di lui, strusciando il suo cazzo sul culo di Marco, simulando una scopata, anche se erano ancora vestiti. "Oh, sì, parleremo dopo. Adesso prenditi un po' cura di me." Gli rispose Fabrizio. In un attimo si sbottonò i pantaloni e abbassò in un colpo solo i jeans e i boxer di Marco, puntando dritto al suo buchetto. Fece avanzare Marco fino al tavolo e lo fece piegare. Gli allargò le natiche e lo inculò con un colpo secco. Restò fermo in quella posizione per un po'. "Voglio godermi un po' il calore del tuo culo", disse. Ma poi cominciò a muoversi avanti e indietro in maniera forsennata, urlando ad ogni colpo. Marco pensò ancora che, se solo Fabrizio lo avesse voluto, avrebbe passato anche tutta la vita con lui. Ma cercò di cacciare via subito questo pensiero dalla sua testa. Fabrizio uscire dal culo di Marco, lo fece girare e lo prese in braccio tenendolo per le cosce. Lo appoggiò al muro e lo scopò ancora a lungo, fino a quando, esausto, gli sborrò nell'intestino. Andarono insieme sotto la doccia e continuarono a baciarsi a lungo. "Ok", disse Marco ad un certo punto, "adesso devo parlarti. Ti ricordi di quel ragazzo con cui l'abbiamo fatto l'altra sera? Beh, vorrebbe farlo di nuovo con me e te. Però stavolta vuole che tu scopi anche lui". Fabrizio sorrise sornione e compiaciuto e rispose:"E allora organizza subito, no? Vi scopo entrambi!". Marco lo guardò e si raccomandò:" Sì, però lui è vergine!" "Wow, un bel culetto vergine, ancora meglio!" Lo interruppe subito Fabrizio. "Allora l'appuntamento è per domenica sera. Lo faremo ancora una volta a luci spente e senza parlare. Lui vuole che sia così!". Fabrizio accettò la cosa, sì rivestì ed andò via. Marco inviò subito un sms a Federico:" LUI ha accettato la proposta. Confermiamo per domenica sera o te la stai facendo sotto ed hai già cambiato idea?". Dopo pochi secondi arrivò subito la risposta di Federico:" Evidentemente non mi conosci bene. Io non ho paura di niente e di nessuno. Domenica sera ci sarò.". Marco andò a letto soddisfatto e si addormentò. Il mattino seguente Marco fu svegliato dal campanello di casa sua. Aprì gli occhi, buttò un occhio alla sveglia e vide che erano già le undici. "Ma chi è che rompe stamattina. Anche quando non lavoro e ho la possibilità di dormire devono rompermi i coglioni!", pensò. Si alzò dal letto parecchio incazzato ed andò ad aprire. "Ciao" disse la persona al di là della porta. Marco sgranò gli occhi e riconobbe Andrea, il ragazzo che lavorava alla pompa di benzina e che aveva partecipato al giochetto organizzato da Federico qualche sera prima. "Ciao", rispose. "Scusami se sono venuto a disturbarti fino a casa, ma non avevo il tuo numero e non sapevo come contattarti", continuò Andrea. "Tranquillo, non c'è problema, accomodati" Andrea entrò e Marco lo fece sedere. Gli offrì da bere e poi gli chiese:"Allora, dimmi tutto!". "Beh, in realtà sono venuto a scusarmi per l'altra sera. Sono stato uno stronzo. È che quando Federico mi ha proposto la cosa ho tentennato a lungo. Ma poi non volevo perdere l'occasione di fare sesso con te e quindi ho accettato. Ma ho sbagliato." Disse Andrea. Marco guardò bene Andrea è pensò a quanto fosse bello. Fissò i suoi occhi marroni. Di un marrone intenso. Poi sospirò e gli rispose:" Ma no, dai, tranquillo. In fondo ti sei stato il più carino e il meno duro l'altra sera". Andrea si imbarazzò, si portò una mano sulla testa e disse:"Ma ti ho pure pisciato dentro!". Marco lo vide arrossire e gli sorrise. "Ti dico la verità, farlo con te mi è piaciuto. Sul serio. Non sentirti in colpa". "Oddio, grazie, mi sento sollevato, temevo che non volessi più parlarmi né vedermi". "Non ho mai pensato di non volerti più vedere" rispose Marco. "Ok, allora adesso devi darmi la possibilità di riacquistare qualche punto ai tuoi occhi: stasera vieni a cena con me? Offro io!" Disse ancora Andrea. "Non ce ne sarebbe bisogno, perché ti ho già detto che non ce l'ho con te. Però accetto volentieri perché mi va di cenare con te", gli disse marco sorridendo. Si diedero appuntamento per quella sera e alle nove e mezza erano già seduti insieme al tavolo di un ristorante del centro. Lo aveva scelto Andrea e Marco pensò che la scelta fosse proprio azzeccata: luci soffuse, musica in sottofondo e poi lui, Andrea: indossava una camicia bianca ed un paio di jeans, aveva i capelli un po' scompigliati e la barbetta incolta e, soprattutto, aveva gli occhi più belli che Marco avesse mai ammirato. Mangiarono e fecero una passeggiata sul lungomare, parlando per tutta la sera. Si raccontarono le loro vite e a Marco sembrò di conoscere Andrea da sempre. Restarono seduti a lungo su una panchina, fino a quando Andraa si avvicinò all'orecchio di Marco e gli sussurrò: "dormi da me stanotte, ti prego". Marco lo guardò e gli disse di sì, subito. Tra loro c'era una tale attrazione che a stento riuscirono a trattenersi. Se fosse dipeso da loro, lo avrebbero fatto anche lì, in mezzo alla strada. Arrivarono a casa di Andrea e cominciarono a baciarsi già dentro all'ascensore, mentre con le mani esploravano i loro corpi. Marco si abbassò, gli slacciò la cintura, sbottonò i pantaloni e ingoiò il cazzo di Andrea. Una volta entrati in casa, fecero l'amore. E lo fecero per tutta la notte. Il Mattino seguente Marco aprì gli occhi e pensò subito all'appuntamento con Fabrizio e Federico. Passò tutta la giornata con Andrea e verso le 19 decise di tornare a casa. "Aspetta, disse Andrea " devo dirti una cosa". "Vai, ti ascolto!", rispose Marco. "In questi giorni io ti ho pensato di continuo. Non so cosa ho fatto di così buono nella mia vita per avere avuto una possibilità con te. Ma sono triste, Marco. Sono triste perché vorrei continuare a conoscerti e invece tra 2 giorni devo partire. Vado a Milano. Ho trovato lavoro lì e cambio vita.". Marco abbassò gli occhi e, cercando di non tradire nessuna emozione, rispose:" Beh, buon per te, dai. È una buona opportunità.". Si salutarono così è Marco pensò che Andrea era un ragazzo perfetto e che il destino ancora una volta gli stava negando la possibile di essere sereno.
Marco tornò a casa, adesso doveva concentrarsi sulla sua vendetta, doveva spazzare via la tristezza e i pensieri negativi. Alle 21 suonò il campanello. Era Fabrizio, l'appuntamento con Federico era alle 21:30. "Andiamo in camera, cominciamo noi intanto", disse Marco. Entrarono in camera e si buttarono sul letto cominciando a baciarsi. Si liberarono dei vestiti e Marco glie lo prese in bocca. Glie lo succhiò a lungo, spingendolo fino in gola. Gli leccò le palle e poi tutt'a l'asta, soffermandosi sul frenulo e poi sulla cappella che era già inumididita. Glie la succhiò e poi si ficcò di nuovo il cazzo in bocca, scendendo poi ancora a leccare le palle. Poi si spinse più giù, scese a leccargli le cosce pelose e gli chiese di sollevarle. Gli allargò le natiche e affondò la bocca nel suo culo. Glie lo leccò vorace, assaporando tutto il gusto di quell'uomo che lo aveva fatto impazzire per tanto tempo. Fabrizio non resisteva più. Con un balzo si alzò e si portò alle spalle di Marco, lo buttò sul letto e gli salì sopra. Si fece strada tra le sue natiche e lo impalò forte, come piaceva a lui. Proprio in quel momento, però, suonò il campanello. Marco sì alzò ed andò ad aprire. Spense la luce e chiuse la porta della camera. Fece accomodare Federico e insieme entrarono in camera, richiudendo la porta alle loro spalle. Federico si spogliò subito e si avvicinò a Fabrizio. I due cominciarono a limonare duro, mentre Marco succhiava i loro cazzi cercando di portarlo al massimo dell'eccitazione. Federico si portò alle sue spalle e inculò Marco con un colpo solo e cominciò a scoparlo. Marco intanto continuava a succhiare il cazzo di Fabrizio. Andarono avanti così per un bel po', fino a quando Fabrizio non rivendicò il suo diritto sul culo di Marco. Fece scostare Federico e lo sostituì. Federico sì trovò improvvisamente spiazzato e allora Fabrizio gli mise una mano sulla testa e lo fece abbassare. Federico capì e cominciò a leccargli il culo. Le urla di Fabrizio cominciavano ad essere talmente forti che Marco pensò che stesse per sborrare da un momento all'altro. Ma non fu così. Fabrizio uscì dal culo di Marco, afferrò Federico per un braccio e lo fece sdraiare sul letto. Gli sollevò le gambe e appoggiò la cappella sul suo buchetto. Marco bolle gustarsi la scena da vicino e così si posizionò vicino a Faederico e gli prese in bocca il cazzo. Fabrizio cominciò a spingere e sembrava che non riuscisse ad entrare, tanto era stretto il buchetto di Federico. Poi perone diede un colpo più deciso ed entrò. Le carni di Federico si richiusero attorno all'asta di suo padre. Fabrizio cominciò a muoversi, cacciando e inserendo di nuovo il cazzo nel culo di Federico. Scoparono per un'ora di fila, in tutte le posizioni, fino a quando Fabrizio non gli sborrò nel culo. Marco si fiondò subito sul culo di Federico e vi affondò la bocca, cercando si succhiare tutto lo sperma che Fabrizio vi aveva depositato. Fabrizio invece, porse il cazzo a Federico, costringendolo a ripulirlo per bene. Fu in quel momento che Marco allungò la mano verso l'interruttore e portò a compimento la sua vendetta. Accese la luce e tutto fu visibile. Lui cominciò a succhiare il cazzo di Federico e lo fece sborrae nella sua bocca. Fabrizio era sdraiato, appoggiato sui gomiti con Federico che su di lui, intento a ripulirgli il cazzo. Federico alzò la testa e vide suo padre. Lui aveva ancora gli occhi chiusi. "Ma che cazz..." Urlò Federico, costringendo Fabrizio ad aprire gli occhi. Marco vide l'espressione di Fabrizio che afferrò subito una maglia dal pavimento e cercò di coprirsi. "Sei solo una stupida puttanaaaaa", urlò ancora Federico. Si alzò, si rivestì alla buona e scappò via. "Un giorno te la farò pagare sul serio", urlò ancora sbattendo la porta. Fabri restò immobile sul letto. A Marco fece tenerezza e si sentì quasi in colpa. Si avvicina a lui e gli bacione le labbra. "Ma perché?" Disse Fabrizio. Marco non volle rispondere, si limitò a baciarlo di nuovo. Stavolta Fabrizio rispose al suo bacio e lo abbracciò. Marco si sentiva ancora desiderato. Si sentiva ancora bene. "Non m'importa di quello che è successo", gli sussurrò Fabrizio all'orecchio "io voglio te!". Fecero ancora l'amore, lo fecero quasi come se i loro corpi non avessero mai abbastanza. "Dormi qui stanotte" disse Marco a Fabrizio. "Non avevo nessuna intenzione di andarmene!" Gli rispose. Era quasi l'alba quando si addormentarono e, al risveglio, Marco trovò un messaggio sul cellulare:" Parti con me!" Era Andrea. Marco guardò Fabrizio che dormiva nel suo letto e pensò che un giorno si sarebbe pentito di tutto questo ma rispose ugualmente ad Andrea:" Non posso. Sono innamorato di un'altro uomo. Andrea non rispose più.
Marco e Fabrizio continuarono a vedersi clandestinamente, mentre Federico se ne andò di casa e di lui non si seppe più nulla.
FINE.
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