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Quello che ti meriti


di etruscone
07.07.2021    |    427    |    0 9.3
"Quando entra è visibilmente spiazzato dal trovarmi da solo, i caffè sono tre come al solito, così lo vedo allungare lo sguardo in cerca delle mie colleghe..."
Alessandro il ragazzo del bar, gay dichiarato, fisico minuto e asciutto, ogni volta che veniva a portarci il caffè in ufficio, con il suo solito fare scanzonato e divertente, non perdeva occasione per mostrare il suo di dietro. Le provocazioni, i doppi sensi, i sorrisi e gli ammiccamenti non mancavano mai. Le mie colleghe, scherzando e ridendo, rafforzavano la cosa spingendomi a provare "chissà magari non lo sai e ti piace". Alle volte la cosa mi infastidiva un po', tanto da rendermelo antipatico, ma solo per via di questa sua insistenza.
Stamattina sono solo in ufficio ed ho il cazzo che mi perseguita da quando mi sono svegliato. Approfittando dell'assenza delle mie colleghe, ogni tanto lo tiro fuori per dargli qualche secondo di libertà. E mi diventa subito duro, lo agito per sentirne il peso, avrei una voglia...
Il pensiero va sempre lì, al culo del ragazzo del bar, e alle sue provocazioni. La tentazione è troppo forte, allora chiamo il bar facendo la solita ordinazione e mi godo l'attesa dell'arrivo di Alessandro.
Quando entra è visibilmente spiazzato dal trovarmi da solo, i caffè sono tre come al solito, così lo vedo allungare lo sguardo in cerca delle mie colleghe.
"Sono dovute scappare via a fare una commissione, non hanno potuto aspettare il loro caffè" gli faccio. Lui è visibilmente in difficoltà, mi porta il vassoio alla scrivania e sbadatamente fa cadere le bustine di zucchero.
Si abbassa a raccoglierle e non può fare a meno di guardare sotto la scrivania dove la mia mano stringe e palpa il pacco gonfio, la sorpresa lo lascia a bocca aperta, mi guarda confuso ancora in ginocchio con le bustine in mano. Sembra quasi fatto apposta ed io non mi faccio sfuggire l'occasione. Mi alzo di scatto e tirandolo fuori dai pantaloni glielo appoggio letteralmente in faccia, sbattendolo sulle guance e sulla bocca. Lui è stordito dall'evoluzione dei fatti e non oppone resistenza al mio cazzo che gli si infila in bocca.
"Che c'è non mi provochi più? Succhiami il cazzo troietta!" gli prendo la testa e lo spingo ad ingoiarmi il cazzo, lo faccio più volte, lo tiro fuori e di nuovo lo colpisco in faccia con il cazzo ormai di gomma. "Sei proprio una puttanella vogliosa di cazzo, succhiami le palle" gli sussurro offrendo alla sua bocca il mio scroto gonfio e depilato.
Mi succhia e mi lecca le palle una alla volta, poi mi succhia il cazzo e poi di nuovo le palle, adesso il suo smarrimento iniziale ha lasciato il posto all'eccitazione e al desiderio. Mi spinge a sedermi nuovamente, inginocchiandosi tra le mie gambe con il mio cazzo tra le mani. Lo lavora scrupolosamente scopandolo con le labbra, lo infila in gola e si fa venire i conati per la troppa irruenza. Adesso Alessandro è eccitatissimo, rapito dal mio bastone in tiro sembra non riesca a toglierlo dalla sua bocca. lo succhia e lo ingoia, lo lecca e se lo sbatte in faccia.
"Volevi il mio cazzo? Adesso te lo faccio sentire il mio cazzo", lo faccio alzare e lo spingo verso la scrivania, l'intenzione è chiara per entrambi. Lui si appoggia alla scrivania, io gli abbasso i pantaloni e gli lavoro il buchetto con le dita e la saliva. Mi godo il suo bel culo sodo allargandoglielo con le mani, così gli infilo il pollice tutto dentro e lui inarca la schiena gemendo.
Il cazzo ben insalivato si infila nel suo culo come una grande supposta oleata, alla prima spinta. Lui ansima e si contorce per la fitta di piacere mista a dolore. Lo sfilo e lo infilo di nuovo rapidamente e ripetutamente, e lui salta di nuovo per il dolore e per il piacere.
"Vedi che succede a provocare la persona sbagliata?! Questo è quello che ti meriti!".
Mi sfogo scopandolo a pecorina con irruenza "lo senti come ti sto aprendo il culo?! quanto ti piace?!" sono eccitato al massimo e quando è il momento lo faccio girare e gli scarico la mia sborra in faccia.

Alessandro, da allora, viene spesso a trovarmi la sera, quando le mie colleghe sono andate via, mi porta il caffè ... e si prende la mia briosce alla crema.
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