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La vacanza in Grecia


di FlavioV
06.07.2023    |    15.243    |    20 9.8
"Le due ragazze deluse si alzarono e lasciarono la stanza, dandoci appuntamento a dopo per andare in spiaggia con gli altri..."
Quell’anno decidemmo con i compagni di università di andare una settimana al mare in Grecia. Il gruppo era composto da otto persone, due coppie molto simpatiche e aperte, e quattro scoppiati ovvero io, Giovanni, Federica e Anna. Queste ultime due erano ragazze non particolarmente carine, anche se sempre allegre e sorridenti, palesemente innamorate di me e di Giovanni.
Avevamo tutti 21 anni e avevamo appena finito il terzo anno di economia.
Trovammo una buona sistemazione, le coppie si misero in camera insieme, in una finimmo io e Giovanni e nell’altra le due ragazze.
Fin dalla prima sera io e Gio decidemmo di dormire con solo i boxer per vincere il caldo davvero tropicale di quelle notti. Conoscevo Giovanni dalle medie, anche se all’epoca non ci eravamo mai considerati tanto, poi l’avevo ritrovato all’università ed avevamo legato. Solo in quella prima notte, però, con la luna che illuminava il suo corpo, provai qualcosa di strano che mi inquietò. Giovanni era un bel ragazzo, alto circa 1,85, capelli castani abbastanza lunghi, orecchino di ordinanza, naso un po’ schiacciato e viso allungato, un fisico asciutto e magro, con qualche sporadico pelo. Non ero mai stato interessato ai maschi in vita mia e quell’immagine mi diede molto fastidio.
La mattina seguente venimmo risvegliati dalle due ragazze che piombarono senza preavviso nella nostra stanza. Noi eravamo ancora a letto e in boxer. Fecero le loro scelte. Anna si sedette ai bordi del mio letto e Federica ai bordi di quello di Giovanni. Iniziarono a fare le stupide e ridere e sfiorarci il petto e dire che bel fisico avevamo e come eravamo definiti. Poi presero a farci il solletico e a far scendere la mano fino sui boxer. Il mio cazzo nel frattempo era diventato duro e così spinsi la mano di Anna affinché mi massaggiasse le mutande. Lo stesso fece Giovanni con Federica. Dopo un paio di minuti, sentii Giovanni dire: “Così ti è più comodo” e tirarsi fuori l’uccello dai boxer. Riuscivo appena ad intravederlo, ma ne fui colpito, ce l’aveva lungo e duro, sui 19 centimetri, sottile e un po’ scuretto. Quasi meccanicamente feci lo stesso con Anna e me lo tirai fuori. Lei rimase perplessa, non credo delusa dai miei 16 centimetri, ma forse perché non aveva mai visto un cazzo circonciso o forse non aveva mai visto un cazzo. Le presi la mano e la guidai a toccarmelo, ad andare su e giù. Anche se non mi toccava mai la cappella, iniziai a godere e a bagnarmi di presborra.
Giovanni, ad un certo punto, fermò Federica che glielo stava toccando con qualche impaccio e le chiese di fargli un pompino. Lei si fermò e lo guardò. Non si sentiva pronta e la cosa non le piaceva per nulla. Giovanni allora si rimise il cazzo nei boxer e disse: “Allora niente”. Io guardai Anna e capii che mi stava implorando con gli occhi di non chiederglielo, così alla sua prima esitazione, lo rimisi anche io dentro i boxer. Le due ragazze deluse si alzarono e lasciarono la stanza, dandoci appuntamento a dopo per andare in spiaggia con gli altri.
Appena uscite, chiesi a Giovanni perché avesse chiesto un pompino. Lui tranquillo mi rispose che di farsi fare una sega non gliene importava nulla, cercava almeno un pompino e poi comunque voleva scopare.
Trovavo assolutamente affascinante quel suo modo di parlare senza freni e senza limiti.
Il mio cazzo intanto continuava a spingere nei boxer, ormai ero eccitatissimo e mi parve di vedere che anche quello di Giovanni continuasse a segnare le sue mutande.
Giovanni si girò di scatto verso di me e mi chiese: “E tu me lo faresti un pompino?”
Fui preso da un’eccitazione che mai avevo provato prima e dissi di sì.
“Dai, vieni”. Gio si distese sul suo letto e si tolse i boxer, flap, il cazzo duro gli sbatté sul pube. Non avevo mai visto un cazzo così da vicino, era lungo sui 19 centimetri e affusolato, scuretto, con la cappella ancora nel prepuzio, un folto cespuglio di peli pubici nerissimi alla base. Glielo scappellai con decisione e lui emise un gemito. Un odore di maschio, di bagno schiuma scadente, di doccia fatta la sera prima e di pipì notturna mi invase le narici e mi inebriò. Non resistetti più a lungo e me lo misi tutto in bocca. Non avevo mai fatto pompini ma ne avevo ricevuti dalle mie ex ragazze, così tentai di fare lo stesso. Gli slinguai per bene la cappella e ogni volta che la mia lingua faceva capolino sul suo glande, Gio emetteva un gemito sempre più profondo e convinto. Gli succhiai tutta l’asta, spingendo per quando possibile tutto il suo cazzo in bocca, fino al fondo del palato.
Gio mi fermò. “Così vengo, aspetta”.
Mi sdraiai anche io sul suo letto, mettendomi al contrario di come era messo lui.
In un attimo il mio cazzo finì nella sua bocca, se lo mise tutto dentro e iniziò a succhiarmelo violentemente. Io feci lo stesso con il suo. Stavamo sbavandoci sui piselli e leccandoli e provando a chi riusciva a farlo andare più in profondità. Non ho mai più provato un 69 così godurioso.
Un attimo prima di venire, ci fermammo. I nostri cazzi erano umidi, durissimi e sborrosi. Gio mi guardò negli occhi e mi disse senza mezzi termini che avrebbe voluto scoparmi. Io esitai ma la voglia mi stava assalendo. “Va bene”, accettai e mi spostai nel mio letto, mi girai, mi appoggiai sui gomiti e gli diedi la vista del mio culo. Un brivido mi attraversò la schiena e il pisello. Avevo nello stesso tempo voglia e paura. Giovanni si avvicinò e si mise dietro di me.
“Hai un culo più bello di quello di una ragazza” disse.
In effetti avevo il sedere piatto e liscio, con le natiche molto morbide.
Giovanni iniziò a toccarmi il buco e strusciare il suo cazzo sulle mie natiche.
Borbottai… ci voleva del lubrificante e un preservativo.
Giovanni sorrise, non c’era bisogno di nessuno dei due, avrebbe usato la saliva e non mi avrebbe certo messo incinto. Inoltre era sicurissimo.
Un minuto dopo, la sua lingua solcava il buco del mio culo, mi stava leccando proprio lì e l’eccitazione fu fortissima. Era la prima volta che qualcuno violava uno spazio così intimo.
“Ti dà fastidio?” - mi chiese Giovanni.
“Insomma, non è proprio una cosa normale che uno mi lecchi il culo” - risposi.
Gio si interruppe, si mise ritto dietro di me e si sputò sul cazzo. Era giunto il momento. Sentì il suo pisello durissimo appoggiarsi sul mio buco e iniziare a spingere. L’ingresso dei primi centimetri di cazzo fu una violazione e una sensazione stranissima. Lo sentivo dentro. Iniziò a spingere senza forzare e piano piano il suo cazzo entrò nel mio buco. Ne avevo già sette o otto centimetri dentro quando decise di accelerare le operazioni. Un colpo secco mi aprì lo sfintere e fece entrare tutto il cazzo dentro.
Non riuscii a trattenermi dall’urlare. Non avevo mai provato un simile dolore e bruciore in vita mia. Mi sembrava di esplodere con quel corpo estraneo dentro di me.
Giovanni gemette forte e disse che c’eravamo quasi. Iniziò a fare su e giù nel mio buco con il suo cazzo che entrava sempre più a fondo, aprendo un solco dentro di me.
Anche Gio emise un gemito più forte e profondo e io sentì il suo bacino schiacciarsi contro le mia natiche e i suoi peli pubici sfiorare il mio buco. Era entrato tutto. Da quel momento non capii più niente, un immenso piacere misto a bruciore mi pervase tutto. Per qualche minuto, senza pause, Gio mi scopò senza fermarsi. Iniziai a sentire caldo e sudare e scivolai sul letto sdraiandomi a pancia in giù. La mia cappella sfregava contro il lenzuolo ed ora ero una tavola penetrata dai diciannove centimetri di Gio. Mi mise una mano sul collo e mi schiacciò contro il materasso, rendendomi impossibili qualsiasi movimenti. Mi scopò così per altri minuti mentre io pensavo a quanti porno avesse visto per muoversi in quel modo.
“Ci sono quasi, ma voglio vederti in faccia mentre ti scopo”, - disse interrompendo la penetrazione - “Mettiamoci a candela”.
Scivolò sul letto e si mise sotto a pancia in su. Il mio buco del culo, orfano del suo uccello, pulsava ininterrottamente, mi sentivo umido e infuocato.
Lo osservai per un istante, il suo corpo era più lucido di prima, bagnato dal sudore e dalla sforzo, il suo cazzo era ancora durissimo, solo più umido e pulsane. Anche io continuavo ad essere in erezione.
Mi misi su di lui e scesi lentamente cercando di centrare con il mio buco il suo pisello che teneva ritto come una mazza con la mano destra.
Entrò al primo colpo e mi scivolò tutto dentro. Urlai. Mi sentivo come impalato, il cazzo fin dentro lo stomaco, la faccia di Gio devastata dal piacere. Iniziai a muovermi, ad andare su e giù, a far entrare e uscire il suo cazzo dal mio buco, cercando di sedermi con sempre maggiore violenza su di lui per farlo entrare in profondità. Il mio pisello nel frattempo sbatteva violentemente sul mio pube ogni volta che il mio culo affondava il colpo su Gio. Ebbi un fremito che mi fece tremare tutto, mi presi la cappella con la mano, sempre senza far uscire il cazzo di Gio dal mio culo, mi segai e sborrai come una fontana sul suo petto. A quel punto Giovanni si alzò di scatto e mi fece scivolare supino sul letto, si mise a cavalcioni su di me, si menò il cazzo con tre colpi secchi e spruzzò cinque o sei fiotti di sborra sul mio petto, in faccia, tra i capelli. Si avvicinò alla mia faccia e sempre a cavalcioni su di me lasciò per qualche istante sgocciolare il suo cazzo sul mio volto, prima di crollare esausto vicino a me.
Eravamo tutti e due sudati, sfatti e pieni di sborra.
Mi alzai per farmi una doccia. Andai in bagno e mi misi sotto l’acqua. Per la prima volta vedevo il mio cazzo che era tornato flaccido provato da quell’esperienze e sentivo il mio culo non più vergine pulsare e bruciare senza pausa.
Passai così pochi minuti, dopodiché vidi entrare in bagno Gio che senza farsi problemi entrò nella doccia con me, ormai avevamo superato qualsiasi argine di pudore. Iniziò anche lui ad insaponarsi e notai che il cazzo era ancora duro e in tiro. Mi si avvicinò e mi fece girare verso la parete della doccia. Lo sentivo da dietro, spingere di nuovo sul mio buco dolorante. Ormai ero aperto e spanato. Mi chiese di piegare un po’ la schiena, obbedì e in un attimo fu tutto dentro. Non ci furono più esitazioni, il suo cazzo in un colpo solo mi era arrivato fin dentro lo stomaco. Quasi allo stesso istante entrambi gememmo di piacere. Gio affondò senza pietà, con forza e violenza, il suo uccello nel mio buco. Diede una decina di colpi e mi chiese di poter venirmi dentro. Non feci in tempo a rispondere che mi sentì schizzare nel culo. Tirò fuori il cazzo, ci lavammo velocemente e ci preparammo a raggiungere gli altri. La settimana era appena iniziata.
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