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Gay & Bisex

Il fattore


di orsix60
28.09.2013    |    17.836    |    4 9.5
"Sentivo il mio sfintere cedere, , aprirsi ai suoi colpi sempre più decisi..."
Come ogni estate passavo i mesi di luglio ed agosto dai nonni in campagna. Il casale , molto grande, era curato da un fattore, Miguel, che gestiva tutto con rigore ed aveva ottenuto la piena fiducia di mio nonno. Miguel, di origini andaluse per parte di madre, viveva con la moglie e tre figli e d’estate seguiva tutti i contadini che lavoravano per il nonno. Aveva circa quaranta anni, muscoloso e scuro, con due occhi nerissimi e su di lui si sentivano tra i contadini strane voci che ben non capivo a quell’età sulle sue dimensioni. L’estate di cui parliamo avevo ormai sedici anni inoltrati e il mio corpo cambiava vistosamente passando dalla fanciullezza all’adolescenza. Durante l’inverno ero cresciuto parecchio e adesso avevo l’aspetto di un’adolescente efebico , dai ricci biondi, dalle lunghe gambe e da un culetto sodo e modellato dal nuoto che facevo in piscina. Avevo inoltre i primi turbamenti sessuali che ben non riuscivo a definire; con gli amici si parlava delle ragazze e si fantasticava, ma ogni tanto mi ritrovavo a fantasticare su corpi maschili, anche se non davo molto peso a tutto questo. In campagna poi spesso capitava di intravedere i giovani che lavoravano a torso nudo o anche intravederli nudi che si lavavano o si bagnavano nelle acque di un fiume e questo mi causava turbamenti a me finora ignoti. Un pomeriggio di quella estate mi recai come spesso facevo in una zona isolata dei campi dove potevo leggere in santa pace indossando solo un piccolo costume bianco. Mentre ero steso a leggere, avvertii come una presenza e , voltandomi, vidi Miguel che mi osservava. Aveva una canotta aderente al suo ampio torace e un paio di pantaloncini logori che usava per lavorare. Scarpe da ginnastica e calzini abbassati. Sorrisi e lui mi chiese cosa facessi li , cosi lontano ed isolato da tutti. Risposi che era il mio posto preferito, non venendo mai nessuno e potendo cosi leggere e rilassarmi. Lui intanto si inginocchiò vicino a me e disse che non si era accorto di quanto fossi cresciuto e mi chiese se avessi avuto già una ragazza. Alla mia risposta negativa sorrise e, carezzandomi lentamente la schiena con le dita callose sino all’elastico degli slip disse che avevo tempo e poi mi chiese se avevo avuto già rapporti sessuali. Divenni rosso come un peperone e lui rise di gusto mentre, stendendosi accanto a me, carezzava la pelle sollevando l’elastico del costume. Io cominciai a sentire un turbamento che mi agitava e , pur avvertendo che forse avrei dovuto alzarmi ed andar via lasciai che le sue mani si intrufolassero ancora un pochino sino a raggiungere il solco tra le natiche. Quando lui aprì la mano e mi afferrò la natica destra strizzandola e carezzandola, sentii la mia eccitazione causarmi una potente erezione, ma lo stesso gli chiesi cosa mai stesse facendo e, con voce smozzicata , di smettere; Lui invece prese a carezzarmi le natiche e mi disse che avevo un culetto da favola, sodo e liscio come quello di una ragazzina e mentre parlava infilò il medio tra le natiche sino a stuzzicarmi il buchetto vergine. “ Basta , ti prego” dissi con voce rotta dall’emozione, ma lui senza parlare si stese sul mio telo e , mentre con il medio della destra stuzzicava il mio buchetto, con la sinistra mi afferrò la testa e mi baciò con prepotenza, costringendomi ad aprire le labbra e penetrandomi in bocca con la sua lingua. Io cominciai a tremare; il piacere si mischiava alla paura e non sapevo cosa fare.. lui mi abbassò lo slip e scoprì il mio culetto bianco. Lo guardò disse che era meraviglioso e cosi dicendo si spinse con la lingua lungo la schiena sino al solco e poi al buchetto che cominciò a leccare avidamente. Brividi intensi di piacere mi colpivano ad ogni suo colpo di lingua e cominciai a gemere di piacere, mentre lui mi sfilò del tutto il costume lasciandomi nudo in balia delle sue mani tozze e callose. Con le dita allargava le natiche e con la lingua penetrava nel buchetto inviolato, poi mi girò di botto, e, osservando la mia erezione disse : “ lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, vedrai.. non potrai piu’ fare a meno del mio cazzo dopo oggi”. Cosi dicendo si alzò e rapidamente si sfilò la canottiera e le scarpe e poi si tolse i pantaloncini rimanendo nudo. Li capii le dicerie sul suo conto : un cazzo nodoso e incredibilmente grosso si ergeva ritto e lucido. Sotto un sacchetto delle palle peloso e grosso lasciava immaginare fiotti caldi e lunghi. Ero come ammaliato e timoroso di cosa poteva dopo succedere. Lui si chinò strusciandomi il cazzo sulle guance.. ne avvertivo l’odore maschio e pungente e quando lui lo spinse tra le labbra, le dischiusi tentando di fare entrare quella grossa cappella umida che mi riempiva tutta la bocca.. lui comincio’ a spingere dentro esortandomi a bagnare tutto bene.. “ altrimenti non riesco a sverginarti” mi disse. A queste sue parole la paura di avere in me quell’affare enorme si accompagnò al piacere che montava sempre più come un’onda inarrestabile.. Mi sbatteva il cazzo in bocca, sempre più a fondo mentre strizzava i miei capezzolini e ogni tanto scendeva con le dita al buchetto. Poi dopo un po’ lo tirò fuori dicendomi che era giunto il momento. Panico.. “ no ti prego, mi farai male” dissi.. ma lui sembrò non ascoltare.. mi girò e mi lecco avidamente il buco.. e intano entrava con un dito.. lo sentivo farsi spazio, avvertivo le callosità del dito sul mio sfintere.. bruciava ma nello stesso tempo mi piaceva… Prese i suoi vestiti e appallottolandoli li pose sotto il mio ventre per sollevare il mio culetto bianco.. sputò sul suo cazzo nodoso e si stese su di me… “ all’inizio ti farà un po’ male.. ma poi ti piacerà , non temere.. però non possiamo rischiare di farci sentire , se per caso dovessi gettare un urlo.. “ così dicendo si sfilo uno dei calzini e, arrotolandolo, me lo pose in bocca.. sentivo il profumo dei suoi piedi, puliti ma sudati dopo una giornata di lavoro; avvertiì l’odore appena pungente che mi eccitò moltissimo mentre sollevai spontaneamente il culo pronto a riceverlo. La sua cappella bagnata premeva.. mi afferrò sotto le ascelle, una mano teneva il suo calzino nella mia bocca… cominciò a spingere gemendo animalescamente.. sentivo il mio sfintere cedere,, aprirsi ai suoi colpi sempre più decisi.. grugniva e spingeva, spingeva e grugniva.. ormai era una bestia in calore.. il dolore cominciò a farsi sentire mentre lui entrava profondamente.. volevo piangere, due lacrime scesero mentre avrei voluto urlare ma il calzino in bocca soffocava ogni mio urlo.. intanto mi aveva aperto.. era dentro.. il dolore bruciante sembrava acquietarsi mentre le pareti del mio sfintere avvolgevano il suo potentissimo cazzo.. mi piaceva.. stavo godendo di ciò.. mi rilasciavo sotto i suoi colpi sempre più forti… lo sentivo, spingeva come volesse entrare tutto in me… adesso volevo gridare solo di continuare, di fottermi ancora, sempre, senza mai fermarsi…. Il mio cazzo era sul punto di esplodere, finchè avvertii le pulsazioni del suo.. eccolo era pronto a venire… gemeva forte , mi stringeva a se, fottendomi poderosamente finchè con un urlo quasi disumano venne in me… schizzi roventi mi innaffiavano mentre usciva dal mio culetto in fiamme e voglioso… una, due tre volte… mentre mi voltava per continuare a schizzarmi in petto e sul viso.. io non resistetti.. venni anche io con uno schizzo potente che, raggiungendomi in viso mischio’ il mio seme caldo al suo sulle mie gote… lui cadde esausto… accanto a me.. mi guardò con occhi languidi.. raccolse con le dita lo sperma sul mio viso e lo strusciò sulle labbra mie…” assaggia” disse piano mentre io schiudevo la bocca per conoscere nuovi sapori… leccai le sue dita golosamente mentre lui si chinò a baciarmi dicendomi.. “ ormai sei e sarai sempre mio..”
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