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Estate con nostro padre - il ritorno - V


di met811
22.08.2014    |    10.336    |    3 8.3
"Io, fabrizio, Frank e tutti i suoi figli gli sborammo su tutto il corpo e lui con la bocca spalancata volle assaggiarci tutti apprezzando come non mai la..."
Salimmo tutti nelle nostre stanze. La villa era suddivisa a bungalow con un corpo centrale che comprendeva le zone comuni. Una specie di grande villaggio vacanze.
Io e Fabrizio andammo nel nostro passando sui vialetti fatti di pietra bianca il nostro era il più vicino a quello di papà e di Frank.
Subito trovammo Marcus ad accoglierci sulla porta. Lui stesso aveva aperto le nostre valige e riposto gli abiti nell’armadio.
Il Bungalow al suo interno era veramente enorme e spazioso. Vi era un grande letto matrimoniale che troneggiava su tutto, una grande vetrata che dava su un piccolo terrazino con due poltroncine in vimini, un bagno grande con una vasca idromassaggio già in funzione e una doccia su un lato da far invidia alle più belle spa che avevamo mai frequentato.
Marcus ci disse che avevamo poco tempo prima delle cena di pesce che sarebbe stata servita nella terrazza grande. Il tempo di una doccia e via. Avremmo avuto modo di provare l’idromassaggio in un secondo momento.
Indossammo due kimoni neri pronti per la serata e seguendo Marcus ci incamminammo lungo i vialetti alberati verso il luogo della cena.
Eravamo gli ultimi ad esser arrivati e vedemmo subito che si era aggiunto anche l’ultimo membro della famiglia allargata : Frank junior il primogenito di Frank. Uguale in tutto e per tutto al padre ormai nelle fattezze e nella corporatura possente.
Ci abbracciò e limonò con ognuno di noi per alcuni secondi.
Nostro padre sedeva vicino a Frank. Tutti indossavano il loro kimono, chi bianco e chi nero e niente altro. La cena di pesce si rivelò subito suberba.
Il cuoco avevano superato se stesso e il viaggio e l’attività motoria del pomeriggio avevano ravvivato il nostro appetito.
Il buon vino rigorosamente italiano, aveva animato la serata e i racconti di tutti.
Nostro padre era felice. Tutta la sua famiglia era li con lui e la sua felicità lo rendeva ancora più bello di quanto fosse. Col suo kimono bianco molto aperto sul suo pettorale possente forgiato da anni di palestra, il suo capello brizzolato e la sua pelle abbronzata facevano di lui un uomo bellissimo.
Ogni tanto mi perdevo a guardarlo e ad ammirarlo.
Al momento del dessert, nostro padre si avvicinò e ci disse che di li a poco nella stanza relax si sarebbe tenuto uno spettacolo, Frank non amava guardare la televisione la sera e ogni sera organizzava delle serate ludico-distensive che accompagnavano tutti gli ospiti presenti all’isola e la sua famiglia a letto.
Ma se noi eravamo stanchi dalle emozioni del giorno avremmo potuto tranquillamente andare a letto e saremmo stati scusati.
Io e Fabrizio ci guardammo e gli sorridemmo. Non ci saremmo mai persi lo spettacolo di quella sera, se conoscevamo almeno in parte Frank e le sue abitudini ci saremmo sicuramente diveriti.
Bevuto il caffè, ci alzammo tutti dirigendoci alla sala.
“Vedrete ragazzi che stasera ci divertiremo, mi hanno detto che sono magnifiche” disse Frank slacciandosi la cintura del kimono e accomodandosi seduto.
La sala era circolare, con delle vetrate lungo tre lati che davano sul mare. Nel lato chiuso vi era un palco basso e proprio di fronte le postazioni degli spettatori.
Non pensate a sedie o poltrone. Vi erano due sedute con schienale molto grosse messe leggermete più alte rispetto a una moltitudine di cuscinoni quadrati che ricoprivano buona parte del pavimento.
Frank e nostro padre si distesero nelle poltrone come fossero dei triclini romani e ai piedi o meglio tra le cosce di Frank si collocarono sui coscini i suoi tre figli. Io e Fabrizio facemmo lo stesso collocandoci vicini a nostro padre.
Eric non perse tempo e quasi ipnotizzato iniziò subito a ciucciare il cazzo del padre come fosse un lecca lecca dato a un bambino. Frank non si scompose anzi gli sorrise apprezzano il gesto di affetto.
In quel momento la musica partì e il piccolo palco si illuminò.
Entrò un omone di due metri alto e grosso e completamente nudo, prese a mostrare i muscoli come fosse una gara di bodybuilding ma in pochi minuti fu interrotto. Salirono sul palco delle donne amazzoni, erano tutte e tre molto belle. Avevano delle piume tra i capelli e indossavano solo un tanga leopardato per il resto erano nude e i seni prosperosi ballonzolavano ad ogni loro movimento .
Attirarono l’attenzione dello stallone che si avvicinò loro e iniziò a palpeggiarle con fare provocatorio. In pochi minuti la scena era un’ammasso di corpi che si toccavano e limonavano tra loro.
Ma la sorpresa doveva ancora venire. Le amazzoni fecero distendere lo stallone continuando a limonare con lui ed una toltasi il perizoma estrasse da sotto un cazzo asinino.
Non erano donne ma trans bellissimi. Lo stallone prese a ciucciare il cazzo enorme incurante del fatto che la seconda delle tre si era portata alle sue spalle e lavorato lievemente il suo buchetto con la lingua gli caccio in culo quell’enorme randello provocandogli subito un dolore terribile visto l’urlo che non seppe trattenere.
Mi voltai verso mio padre che preso dalla scena sul palco aveva già iniziato una lenta masturbazione del suo cazzo.
Eric li vicino ciucciava il cazzo del padre e frank junior ciucciava quello del fratello minore Mario con foga.
Io e Fabrizio ci lanciammo in uno splendido 69 non togliendo gli occhi di dosso dal palco dove il gigantone godeva come non mai incitando le donne a dargliene ancora di cazzo e loro non se lo fecero ripetere.
Spostatolo un po in avanti, mentre una gli scopava la bocca, due si misero insieme e gli infilarono i loro cazzi nel culo.
All’inizio a fatica ma in breve si fecero largo tra i suoi intestini e gli urli di doloro si trasformarono in gemiti di intenso piacere per tutti.
Nostro padre vedendo tanta abbondanza non seppe resistere oltre. Si alzò in piedi e toltosi il kimono si diresse lui stesso sul palco.
“Anche io voglio provare questi cazzoni in culo disse alle amazzoni” Loro gli sorrisero. Spostarono lo stallone e cambiarono culo infilando le loro nerchie dentro nostro padre che seppur allenato a stento riusci a non urlare dal male.
Dopo poche stantuffate però il suo godimento era palese.
Nostro padre era una vacca da monta e non poteva rimanere senza cazzo nel culo. Questo sia per me che per Fabrizio era davvero troppo stavamo per sborare quando Frank ci fece un segno.
Ci radunammo a cerchio tutti quanti su nostro padre che ancora si auto impalava sui cazzi e con pochi colpi di mano lo inondammo tutti di calda e bianca sborra. Io, fabrizio, Frank e tutti i suoi figli gli sborammo su tutto il corpo e lui con la bocca spalancata volle assaggiarci tutti apprezzando come non mai la nostra iniziativa.
Poi soddisfatto ci sorrise.
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