Gay & Bisex
Estate con nostro padre - il ritorno - VIII
di met811
28.10.2014 |
12.621 |
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"Frank non capiva più nulla avremmo potuto fargli qualsiasi cosa..."
Il sole era tornato a splendere sull’isola e con il sole il caldo. Le nostre abbronzature integrali erano una gioia per gli occhi e i nostri occhi chiari sui capelli corvini risaltavano su tutto.Frank venne a chiamarci di prima mattina, cinto solo del pareo bianco che non lasciava nulla all’immaginazione.
Ci trovò ancora a letto, io e mio fratello amavamo molto svegliarci e procurarci piacere vicendevole di prima mattina.
In quel mentre Fabrizio era sopra di me con tutto il mio cazzo infilato nel culo e limonava con me con gusto.
Non vi erano serrature, non ce n’era bisogno e Frank, il compagno di nostro padre, irruppe con tutta la sua fisicità nel nostro bungalow.
“Ragazzi, che fate? Dai che andiamo a fare un bel giro in barca tutti assieme, il mare è calmo e ….”
Le sue parole si fermarono in gola, forse colpito dalla scena che gli si era presentata.
Fabrizio non smise per un secondo di fare su e giù con il bacino con il mio uccello ben piantanto nelle viscere e uno sguardo lascivo e pieno di godimento gli si era stampato in faccia.
Intervenni io per rompere quel pauroso silenzio.
“Frank, come vedi alla mattina facciamo sempre un po’ di moto io e mio fratello….. mmmm…. Per la barca, appena abbiamo finito arriviamo al molo… non ci metteremo molto”
Frank era ipnotizzato sull’uccello di Fabrizio che duro come il marmo sbatteva ad ogni affondo sui miei addominali lasciando uscire delle piccole goccioline di precum. Vedere due ragazzi identici scopare tra loro deve essere una cosa che non si vede tutti i giorni.
Fabrizio colse subito il momento.
“Frank vuoi unirti a noi?” e così dicendo prese in mano il suo cazzo mostrandoglielo.
Lui si riscosse. “Lo farei molto volentieri ragazzi, ma vostro padre mi sta già attendendo al molo con Eric per salire sul motoscafo che ci porterà oltre la barriera verso lo yacht…..”
Il suo rifiuto non era poi così convinto e il fatto che non uscisse dalla stanza lasciava intendere tutt’altro.
“Sicuroooo mmmmm “ disse ancora Fabrizio passando la lingua sulle labbra in un gesto veramente porco.
Frank sorrise.
“Aspetteranno!” sciolse il nodo del pareo esibendo il suo cazzo totalmente depilato, già bello barzotto e si unì a noi sul lettone.
Io mi spostai lievemente e allungando il collo lo presi subito in bocca. Frank gradì da subito il trattamento infatti mi prese la testa con le mani dando il ritmo al pompino, poi allungò a sua volta la testa e cominciò a limonare con Fabrizio.
“Fuck you Patrizio!” disse in un inglese incitandomi. Si chinò e lasciandomi il cazzo in gola prese a pompare l’uccello di Fabrizio che non la smetteva di scoparsi col mio cazzone.
Dovevo mostrare in pratica a Fabrizio quanto fosse troia il nostro patrigno. Gli avevo raccontato la mia avventura nella loro camera quella notte ma lui stentava a crederlo che Frank si faceva inculare.
Tolsi quindi il mio cazzo dal culo di mio fratello e lo feci mettere a pecorina. Subito il buco caldo fu occupato dal cazzo di Frank che iniziò a grufolare come un maiale nel campo.
“MMM siii che bel buchetto caldo che hai, ora lo lavoro io”. Fabrizio godeva come non mai, il cazzo di Frank era ben più grosso del mio e i colpi che riceveva lo stavano per far orgasmare.
Io mi posizionai dietro a Frank e aperte le chiappe inizia a leccargli il culetto con la lingua.
“Oh Patrizio, che bravo che sei con quella linguetta… su su continua” stava andando in estasi.
Dopo un po’ di lappate tolsi la faccia e iniziai a lavorargli il buco con un dito, che subito scomparve senza remore nel suo culo.
Era bello aperto, lo ricordavo bene da quella sera.
Fabrizio, capendo cosa volevo fare al volo si girò di schiena e riprendendo il cazzo di Frank nel culo a gambe aperte lo portò con tutto il corpo sopra di se.
Frank non poteva protestare dal lavoro dei gemelli, era troppo occupato a fottere Fabrizio e a limonare con lui per rendersi conto che le dita nel suo culo da una erano divenute due e poi tre.
Nessun gemito solo goduria ad ogni affondo. Il Patrigno era sfondato, d’altro canto le dimensioni del cazzo di mio padre erano note a tutti e se lo prendeva tutte le sere prima di dormire il culetto biondo si era ormai abituato a tutto.
A quel punto, consapevole di quello che stavo facendo tolsi le dita e fatto un gesto a Fabrizio che strinse più a se il corpo muscoloso di Frank mi posizionai dietro di lui e in un solo colpo lo penetrai con il mio cazzo.
A quel punto Frank sussultò e provò a protestare ma il piacere già dai primi affondi era così tanto che non poteva resistere a lungo.
“Oh my god fuck me baby… fuck me… oh yeah” urlava preso da un orgasmo fortissimo.
Anche Fabrizio risentiva dei colpi che infierivo su Frank e la sua goduria era ai massimi livelli. Volevo far provare anche a lui il culo caldo del nostro patrigno, perché avere solo io questo piacere. Frank non capiva più nulla avremmo potuto fargli qualsiasi cosa. La lussuria si era impadronita di lui.
Tolsi il mio cazzo e montato sul letto lo diedi da ciucciare al colosso biondo che non perse tempo e prese a lappare. Fabrizio si spostò al mio posto e in un lampo lo penetrò con il suo cazzo. A Frank credo non fosse cambiato poi molto visto che il cazzo che lo aveva scopato fino a poco prima era il medesimo attuale.
Da predatore si era trasformato in preda.
Questa cosa era terribilmente eccitante per tutti. Chissà se potevamo osare ancora di più.
Fu lui stesso a darci l’input.
Mi fece distendere sul letto e opposto a me mise Fabrizio, come una forbice. Avevamo i cazzi attaccati e capii subito cosa aveva in mente l’omone biondo.
Si sollevò sopra di noi e si impalò sui nostri cazzi insieme. Fece un po’ fatica a prenderli subito ma in breve arrivò fino alle palle.
“Oh si… sono veramente la puttana, la puttana dei miei figliastri” la troiaggine che c’era in lui parlava per lui.
Quella posizione era talmente eccitante che in pochi colpi ci portò entrambi all’orgasmo, accorgendosi della cosa si tolse i cazzi e volle che gli sparassimo tutta in faccia la sborra.
A seguire io stesso mi chinai e con poche lappate gustai tutto il nettare del mio patrigno.
Limonammo poi felici sul letto.
Ora, alla svelta dovevamo raggiungere nostro padre e Eric al molo. Era da un po di tempo che aspettavano.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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