bdsm
Sottomissione (Cap. 4)
di met811
19.01.2015 |
16.323 |
8
"Lo avevo fatto molte volte anche io con Andrea ma non lo avevo mai fatto io ad Andrea..."
La mattina seguente era sabato e io non dovevo recarmi al lavoro. Solitamente avrei passato la giornata a sistemare casa, pulire far da mangiare e aspettare che Andrea tornasse a casa dalla palestra. Ma quel sabato era diverso. Mi sveglia presto e osservai la scena. Dario dormiva disteso a pancia in su e il suo volto era rilassato. Suo figlio Marco dormiva vicino a lui in posizione fetale, io e Andrea in fondo al letto.
Osservai Andrea. Non era più colui che mi aveva domato e fatto conoscere la mia vera natura, ora lo vedevo sotto occhi diversi.
Scesi dal letto facendo più piano possibile. Ormai albeggiava dovevo pisciare la mia vescica non conteneva più tutto il liquido prodotto durante la notte.
Una voce profonda mi richiamò all’ordine. “Dove cazzo stai andando?” Mi girai e Dario mi guardava con uno sguardo crudele in volto. Marco si era svegliato a sua volta e mi osservava. L’unico che continuava a dormire era Andrea.
“Signore, devo fare pipi” dissi tra le righe. “E dove la fai? Sentiamo..” disse Dario con un sorriso malizioso.
“In bagno” risposi ignaro.
“Il bagno non serve a nulla, il tuo urinatoio privato ce l’hai già in camera troietta, basta chiedermi il permesso” e guardò Andrea che non faceva cenno di svegliarsi. Nudo con il culo all’aria sembrava inerme.
“Guarda me”. Senza nemmeno un ordine, Marco prese in cola il cazzo del padre di notevoli dimensioni anche se mollo e iniziò a deglutire. Dario gli stava pisciando in gola e lui beveva.
Lo avevo fatto molte volte anche io con Andrea ma non lo avevo mai fatto io ad Andrea.
“Coraggio, ora tocca a te”. Mi disse.
“Vi prego signore, non chiedetemi….” “oseresti disubbidirmi” rispose lui alzando la voce. E d’impeto mollò un calcio col piede sul viso di Andrea che si riscosse e come un automa iniziò a leccarlo. Il suo sguardo seppur addormentato era ancora tremendamente voglioso.
Mi avvicinai a lui stando in piedi sul letto. Il mio cazzo alla scena si era risvegliato ma era rimasto barzotto.
“Che aspetti, hai visto come fare” disse Dario gustandosi la scena. Marco nel frattempo continuava a ciucciare il cazzo del padre che era diventato magicamente duro e enorme.
Avvicinai il mio cazzo al viso di Andrea che subito lasciò il piede di Dario e inizio a succhiare senza mai guardarmi.
“Pisciagli in gola e con una mano ficcagli 3 dita in culo, vedrai come lo abbiamo allargato bene al tuo padroncino”
Ubbidii. Andrea ricevette il primo getto e non si scansò. Ingoio subito tutto e protese il culo verso di me perché facessi anche il resto.
Infilai 1, 2 e 3 dita nel suo culo che pieno ancora di umori dalla nottata passata era potenzialmente dilatato.
Finii di pisciare in gola al mio padrone. E lui bevve tutto.
Il mio cazzo si era del tutto risvegliato e la lingua di Andrea lo passava tutto come fosse un gelato.
Il lavoro delle mie dita nel suo culo lo aveva fatto eccitare.
“Mmmm che voglia di cazzo nel culo” disse di getto Andrea.
“Accontentato” rispose Dario. “Impalati qui”
Andrea non se lo fece ripetere due volte e sedutosi sulle sue gambe pelose si impalò sul nerboruto cazzone dell’uomo prendendolo tutto e cominciando un su e giù fortemente eccitante.
“Allora di chi sei la troia tu?” disse Dario ad Andrea. “Tua cazzo. Tutta tua, fammi godereeeeee” disse questo reclinando la testa all’indietro e guardandomi con fare libidinoso.
“Hai ancora voglia di cazzo?” gli rispose Dario sotto di lui “Si ne ho sempre voglia.. ne voglio ancora”
Marco come un automa al gesto del padre si posizionò dietro ad Andrea, e in un colpo solo gli ficcò anche il suo cazzo nel culo.
Andrea fu scosso da un fremito e temetti per lui. Stavo per intervenire e difenderlo, staccandolo a da quei due ma il suo viso dopo un lampo di dolore ai primi colpi si trasformò in una maschera di puro piacere.
“Siii cazzo siii sfondatemi il culo.”
Dario con una mano mi fece un gesto. Salii sul letto, e in piedi mi posizionai con il culo sul suo viso. Lui cominciò a lapparmi tra le chiappe e Andrea prese inbocca il mio cazzo.
Eravamo di nuovo uniti tutti in un unico amplesso di godimento.
“Così si gode cazzo..mmmm” disse Dario tra una lappata e l’altra.
Dario girò Andrea a pancia sotto e gli guardò il culo mostrandomelo. Era una voragine.
“ancora ancora ancoraaaaaaaaa” Andrea non la smetteva di chiedere di godere ancora. Sembrava un bambino capriccioso a cui avevano rubato un giocattolo o peggio ancora un drogato in astinenza… di cazzo.
Dario affondò l’intero pugno nel suo ano e Andrea sussultò.
Marco si impalò sul mio cazzo e insieme osservammo la scena che si presentava a noi.
Gocce di sudore imperlavano il viso di Andrea che aveva ormai raggiunto il massimo del piacere anale.
Venne senza toccarsi sul letto.
Io e Marco ci precipitanno a ciucciare il cazzo sudato di Dario e in pochi minuti ne bevemmo il nettare.
Dario si alzò dal letto per andarsi a lavare in bagno. Io e Marco lo seguimmo come era nostro dovere di schiavi.
Si girò solo un colpo verso il letto dove riverso stava Andrea con il cazzo ancora in aria sfondato, ripieno di tutti i suoi umori.
“Eccolo li il tuo padrone, col culo rotto e desideroso di cazzo ahahah”
Io sorrisi. Ora Dario era colui che servivo, era lui ora colui al quale dovevo esser fedele.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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