Gay & Bisex
Dopo l'autobus 2/2
di Aimieipiedi
15.03.2023 |
2.392 |
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"Andai direttamente a casa e mi misi subito sotto la doccia dove mi lavai minuziosamente togliendomi lo smalto, avevo ancora il cazzo bagnatissimo e il buco..."
Avevo cosí tante fantasie che non sapevo quale scegliere.Alla sua domanda: "cosa vuoi fare mentre aspettiamo?"
A brucia pelo risposi: "vorrei che mi succhiassi le dita dei piedi, voglio tantissima bava fra le dita e anche sul culo, mi piacciono gli sputi..."
Mentre pronuncio queste parole mi giro e gli sfioro la faccia con i piedi, avvicino il mio culo alla sua presa, osservo il suo cazzo ancora moscio e comincio ad accarezzare quelle palle gonfie e a penzoloni.
Senza dire nulla lui comincia ad esaudire il mio desiderio, mentre palpa il culo e massaggia sapientemente il buco, ha la lingua bavosa fra le suole e le dita. Gira e sbava, succhia un dito e spinge la lingua lungo l'arco, prende in bocca tutto il tallone, lo mordicchia,si allontana un po e sputa energicamente. Apre per bene il culo aspettando qualche secondo che il buco si apra per poi sputare molto energicamente dentro.
Una sensazione fantastica mi pervase, mille scene si ripetevano davanti ai miei occhi.
Il mio cazzo gocciolava senza sosta e le sue palle erano cosí vicine alla mia lingua che non seppi resistere e le cominciai a leccare, piano piano.
Strizzó il culo ancora piú forte.
Un suo gemito mi invoglió a continuare su quella strada, dando vita a una fantasia importante, gli avrei fatto il bocchino piú indimenticabile della sua lunga vita.
Il mio primo bocchino.
Piú mi manipolava il culo, sbavava i piedi, apriva dolcemente il buco e affondava la sua lingua dentro, piu avevo voglia di scappellare que vecchio cazzo e farlo godere ancora.
Con una mano afferro le palle e con l'altra comincio a scoprire la cappella umidissima, nel frattempo si era gonfiato e quasi raggiungeva il suo apice quando, senza pensarci piú, me lo metto in bocca, lentamente le mie labbra cominciano a giocare con lo scalino della cappella, sento come pulsa e si bagna ancora di piú, un sapore dolce che invoglia a succhiare pervade la mia lingua.
E mentre succhiavo la cappella e mordicchiavo il prepuzio da non circonciso lo guardai e gli dissi:
"Mi metti lentamente due o tre dita nel culo mentre te lo succhio per bene?"
"A... Se vuoi puoi schiaffeggiarlo anche, mi piace"
Non aveva piú parole, comunicava con grugniti e azioni, faceva tutto quello che avevo sempre sognato nel modo migliore.
Uno, due , tre bei schiaffi sul culo e subito diventó rosso e caldo.
Una domanda riuscì a formularla:
"Ti va di farti strizzare un po i capezzoli? Sono bellissimi"
La mia risposta è stata automatica, con una delle sue palle nella mia bocca lo guardo e mi afferro un capezzolo, strizzandolo forte, rigirandolo fra le dita e tirando.
Mi afferra il capezzolo e comincia a giocarci, a momenti piú forte e a momenti piú soffice, mentre mi infila il terzo dito nel culo.
Lo prendo tutto in bocca e sento che arriva in gola, pulsa a non finire e penso che manca poco alla seconda sborrata, non vedevo l'ora, ormai ero fuori di me. Non facevo che ripetermi "ora o mai piú" per giustificare questa inaspettata perdita di freni inibitori e di buonsenso. Poteva andare tutto storto, invece no.
"Avvisami un po prima di sborrare, voglio farti venire dove dico io"
Quello che sembrava un si uscí dalla sua bocca piena di bava e di piedi.
Avevo avuto la conferma di quello che sempre avevo saputo, adoro succhiare.
Le labbra sfregavano avide facendo particolare attenzione ad enfatizzare la stretta intorno alla cappella che era sempre piú turgida, il suo sapore si faceva un po piú salato e immaginavo che stava per benedire la mia gioventù con il suo vecchio sperma.
Mi fermo di colpo e gli dico di cambiare posizione.
"Voglio farti sborrare sul mio piede mentre ne succhio le dita"
Il suo sorriso da volpe, quasi da fauno, mi fece capire che non vedeva l'ora.
Dolcemente tolse le dita dal culo, lo massaggiò, bació e leccó per bene prima di spostarsi e permettermi si afferrare la mia caviglia sinistra per portare alla bocca le lucide e sbavate ditine smaltate.
Mi sono sempre leccato e scopato i piedi da solo, per fortuna del vecchio bavoso ero anche abbastanza snodato.
Mentre ero sdraiato cominciai a succhiare intensamente il mo piede.
"Metti in cazzo fra la mia bocca e le mie ditine smaltate"
E cosí fú, le sue palle penzoloni a volte si schiacciavano sulla mia faccia, la cappella girava e sfregava impazzita le dita e le mie labbra, entrava in bocca fino in fondo per poi passare a scopare il piede.
Sentivo come il suo pancione si contraeva e spingeva su di me, il momento era vicino, stava per sborrare ancora.
Una serie di grugniti animaleschi anticiparono gli schizzi.
"Sborro! Sborro!! Si, dai, sei perfetto, prendi la mia sborra, dai, apri la bocca"
Una crema ancora piú densa di prima schizzó fra la mia bocca e il mio piede bagnando tutto, il sapore mi sembrava molto invitante, soprattutto perchè lo savo assaporando da un calice perfetto, il mio piede.
Appena finito di schizzare si rilassa come un leone vecchio nella savana, stramazza.
Io continuo a succhiare e giocare con la sborra, succhiandola, risputandola sul piede, sul suo cazzo.
Poco a poco ci svegliammo da un torpore come quando una droga finisce il suo effetto.
Con molta attenzione mi pulisce per bene mentre mi spiega che non aveva mai avuto una esperienza come questa e non sapeva come ringraziarmi per questo dono.
In quel momento mi sono sentito importante, carico di un energia nuova, forse pericolosa ma invitante e tutta mia. Ero consapevole che questa parte della mia sessualità ormai si era manifestata fuori dalla mia testa e dai miei giochi solitari, avevo dato vita al mio lato nascosto.
Si offre di rivestirmi cominciando dai calzini, poi il tanga, che posiziona con estrema cura e approfittando ancora delle mie chiappe palpandole per bene, maglietta, pantaloni.
Fa lo stesso con se stesso e poi apre la serranda.
"Ci siamo trovati nel momento perfetto al momento perfetto, spero di rivederti presto e magari la prossima volta potrei scoparti que delizioso buchino"
L'idea mi eccitava, ma il troppo stroppia e avevo bisogno di un tempo per analizzare cosa era accaduto quel pomeriggio stranissimo.
Ero sicuro che se mi fossi abbandonato alle braccia di questo individuo sarei entrato in una spirale molto profonda da cui è impossibile uscire.
Risposi in questo modo:
"Non so quando mi andrà di vederci ancora ma mi piacerebbe farmi scopare il culo da te"
Lui:
"Sarebbe bellissimo"
Uscimmo dal parcheggio sotterraneo uno nella direzione opposta dell'altro.
Andai direttamente a casa e mi misi subito sotto la doccia dove mi lavai minuziosamente togliendomi lo smalto, avevo ancora il cazzo bagnatissimo e il buco allargato, in men che non si dica mi ero sdraiato nel piatto doccia afferrando il cazzo con i piedi, cominciando a masturbarmi lentamente, sputandomi addosso come fece poco prima il vecchio.
Mi sborrai in faccia mentre allargavo il culo con le dita, lo schiaffeggiai e sotto l'acqua calda mi rilassai pensando a tutto quello che era successo, lentamente accarezzavo il mio corpo bagnato, mi eccitai ancora e questa volta venni sul piede che poi succhiai avidamente.
Asciugato e vestito tornai nella mia vita di tutti i giorni, scuola, studio, amici, sempre consapevole di quello che avevo guadagnato, un pezzo di libertà.
Al vecchio non lo rividi piú... e a ragione.
Poche settimane dopo aver approfittato del mio giovane, efebico corpo, ha lasciato il mondo terreno, è trapassato.
Caput, morto.
Con lui se ne va uno strumento del mio piacere e sperimentazione personale e se ne va anche l'unica persona che conosceva il mio segreto.
In certi momenti pensai che forse quel pomeriggio cosí pieno di emozioni forti non abbia favorito le sue condizioni di anziano, almeno si è tolto qualche sfizio prima di andarsene, vecchio porco. Non lo scorderò mai.
Ancora oggi quelle memorie mi eccitano da morire, tanto da voler reinterpretare quel giovane anche oggi, in una "scena" con un vecchio come complice...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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