Dopo il mare

Un bel sabato: con gli amici eravamo andati alla solita spiaggia a Capocotta ed avevamo trascorso la giornata con i soliti frequentatori abituali, con i quali ormai eravamo in amicizia.
Solita giornata passata al sole ed a cazzarare e poi solita pizza tutti insieme a casa della solita ragazza a Torvaianica.
Verso l'una di notte la combriccola si scioglie e prima di tornare verso Roma la padrona di casa ci offre un caffè, io lo chiedo macchiato.
Dopo qualche minuto si presenta con un bicchierone: era un caffellatte freddo...per non offenderla ringrazio e lo mando giù.
Da subito ho sentito un gorgoglio ed ho cominciato a temere il peggio: accelero i saluti e mi metto al volante, cercando di arrivare a casa il prima possibile. Ma la bufalotta è lontana...
Pontina, raccordo, laurentina...ohi ohi, gli stimoli aumentano
Ardeatina, Appia, anagnina....oddio oddio...stringo i muscoli il più possibile.
Tuscolana, romanina, Casilina...STAZIONE DI SERVIZIO!
Come un'oasi nel deserto mi compare l'area di servizio e subito un senso di schifo mi assale pensando in quali condizioni avrei potuto trovare i cessi.
Cerco nel cassettino del passeggero la confezione di salviette imbevute, la trovo, parcheggio al volo e corro ai bagni. Appena entrato un puzzo nauseabondo mi assale, ma ormai non posso più evitare: detergo accuratamente il water, mi sfilo bermuda e mutande facendo ben attenzione a non fargli toccare il pavimento e mi siedo.
Neanche il tempo di appoggiarmi e....tralascio i particolari. Ŕesto seduto ancora un attimo, per riprendere il fiato, nel frattempo ho appoggiato pantaloncini e mutanda sul contenitore della carta igienica: mi riprendo, mi alzo e penso che ci vorrebbe un bidet...nei bagni dell'autogrill...con quella puzza...
Poi penso che ci sono dei lavandini e che alle 2 di notte non ci sarà nessun altro oltre me. E così mi fermo senza far rumore per sentire se ci fosse qualcuno, apro piano la porta, sbircio: non c'è nessuno...vado!
Mi avvicino al lavabo, mi insapono le mani, mi lavo bene tutte le parti che erano entrate in contatto con il cesso, sciacquo e...come mi asciugo? Già, come mi asciugo? Come ci si asciugano le mani negli autogrill? Con il ventilatore. Vado, ne accendo uno, aspetto che l'aria diventi calda, mi giro ma l'aria non arriva bene dovre dovrebbe arrivare: così dopo qualche tentativo decido diettermi nella posizione dello struzzo: culo in su e testa in giù, e sembra funzionare.
Mentre comincio a sentire che l'aria sta facendo il suo effetto compare una voce che mi fa' sobbalzare: "speravo di trovare bel culetto, ma addirittura già caldo e scartato..."
Mi alzo di scatto, il rumore del ventilatore deve aver coperto quello dei suoi passi, lo guardo: un metro e settanta circa di uomo muscoloso ma non tozzo, capelli chiari misto biondo e bianco tagliati corti, con un po di pancetta, bermuda, canotta, sandali, asciugamano sulla spalla e borsetta in mano, accento dell'est. Un camionista. Farfuglio qualcosa, mi dirigo verso il bagno dove avevo lasciato i miei vestiti, con le mani mi strofinò le chiappe con l'intento di cercare di finire di asciugarle, ma devo essere stato frainteso: entro nel bagno e scopro che mi seguendo, mi volto e me lo trovo praticamente di fronte con i pantaloni già sbottonati. Faccio un passo indietro, intruppo nel water, perdo l'equilibrio e mi ci ritrovo seduto sopra con un pisellone già bello barzotto praticamente in faccia. Il Tizio chiude la porta ed ad quel punto ho praticamente un cazzo che mi sbatte in faccia e che si sta indurendo: non che fosse la prima volta che mi trovassi con un uccello sulle labbra ma la situazione era strana. Il camionista, capendo il mio imbarazzo, ebbe una uscita geniale: " dai bel bambino, apri la galleria che arriva un treno carico carico carico di..." recitò quella frase che si dice ai bambini quando non vogliono mangiare. Interruppi ogni resistenza, persi ogni inibizione, aprii la bocca e cominciai a divorare quel cazzone, facendolo inturgidire sempre di più e facendolo sparire nella mia bocca. Ciucciavo, leccavo, toccavo fino a quando il tipo urlò qualcosa e capii che stava per venire: smisi con la bocca, cominciai a segarlo forsennatamente ed in pochi secondi mi esplose in faccia. Si appoggiò spalle alla porta con aria soddisfatta e compiaciuta e con le mani mi spalmava la sua sborra calda su tutto il viso. Siamo rimasti così per un minuto, forse più o forse meno, ci siamo ripresi e siamo andati ai lavandini. Io mi sono lavato il viso e lui si è fatto un bidet e mentre se lo puliva gli tornava barzotto, allora ho cominciato a lavarglielo io e reagiva, come reagiva! A quel punto, ormai eravamo intimi, gli ho detto: "vorrei avere un po di soddisfazione anche io"
E lui: " avanti o dietro?" "Anche tutti e due se possibile" "vieni in cabina con me, c'è anche mio collega, anche lui piace troiette come te"
Non me lo sono fatto dire due volte, mi sono infilato i bermuda, mutande in tasca e lo ho seguito sul suo tir. Ne sono sceso che era mattina, con il sole già alto, non abbiamo dormito un minuto ed ero così frastornato che ho dovuto girare tutto il parcheggio per ritrovare la mia macchina.
E tutto grazie ad un caffellatte freddo...