Gay & Bisex
Vacanza di Natale 2/2
di 23e69love
14.01.2024 |
239 |
4
"Chiusi gli occhi: ero preso in un vortice di eccitazione mentre le nostre labbra erano sigillate e le nostre lingue si intrecciavano..."
Non sapevo bene cosa stessi facendo, avevo il cuore in gola un po' per l'eccitazione ed un po' per la paura. In fondo stavo solo seguendo uno sconosciuto attraverso un boschetto per andare nel suo alloggio in un villaggio vacanze chiuso e deserto, al limitare dell'autostrada: mi sentivo un personaggio di un romanzo di Steven King, in preda ad un misto di paura ed eccitazione che giocavano a prendere il sopravvento l'una con l'altra. Ma in fondo anche la paura è una forma di eccitazione. Entrammo nel villaggio attraverso una porticina nella recinzione: di fronte a noi c'erano le varie stradine sulle quali si affacciavano le casette a disposizione dei villeggianti che sembravano effettivamente deserte. Non una automobile, non un rumore, solo in lontananza si sentiva qualche macchina dall'autostrada, il leggero fruscio dell'aria e lo scalpitare gioioso del cane. Ed io che come un cagnolino seguivo il mio imprevisto padrone.
Arrivammo al suo alloggio: era diverso dagli altri, era in muratura, poco distante dagli uffici, chiusi, che solitamente ricevono turisti festanti.
Ne proveniva un profumo di legna ardente, di camino. Entrammo: l'abitazione era abbastanza spoglia, un semplice ingresso dove lasciare cappotti e scarpe con un caldo pavimentonin legno dove poter camminare confortevolmente anche scalzi. Poi si entrava in una sala dove effettivamente c'era un caminetto, due divanetti ad angolo, uno di fronte al camino ed uno di fronte alla parete con la tv, un ampio tappeto che li raccoglieva entrambi e poco più in là un tavolo in legno con sedute a panca, una imitazione industriale dello stile rustico. Dal tavolo si passava alla cucina, semi aperta sulla sala e poi due porte: bagno e camera da letto.
Ci accomodiamo ognuno su un divanetto e cominciammo a parlare e vista la vicinanza con il camino il padrone di casa si tolse il maglione di lana e rimase in t-shirt. Non era magrissimo, alto più o meno un metro e settantacinque, fisico non asciutto ma si intravedeva che sotto dei muscoli c'erano. Mi tolsi il maglione anche io e rimasi in camicia e mi chiese se sotto portassi altro. Gli risposi che le camicie le indosso a pelle: allora lui si tolse anche la maglietta mostrandomi il suo petto non molto peloso ma sorprendentemente definito, evidenziato da una grossa catenina con crocefisso che gli separava i pettorali. Mi alzai per sbottonarmi la camicia, si alzò anche lui: mi si avvicinò e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. Venni scosso da un fremito per tutto il corpo e cominciai ad eccitarmi. Con le sue mani si insinuò sotto la camicia mentre con le sue labbra mi riempiva di soffici baci la bocca ed il viso. Cominciai anche io ad esplorare il suo petto, il suo addome, la sua schiena: i nostri corpi arrivarono a toccarsi ed a quel punto scattò il primo bacio. Chiusi gli occhi: ero preso in un vortice di eccitazione mentre le nostre labbra erano sigillate e le nostre lingue si intrecciavano. Le nostre eccitazioni erano evidenti anche attraverso i jeans e ci strofinavamo cazzo a cazzo riuscendo a sentirli. Ci sdraiammo sul tappeto e pomiciammo così per qualche minuto, come colonna sonora solo il crepitare della legna nel caminetto ed il nostro ansimare. Le nostre mani erano già penetrate sotto la cintola e venne il momento di togliersi i pantaloni. Ci ritrovammo in mutande con i nostri cazzi che a stento ci stavano dentro. Il custode mi disse che voleva prima fare una doccia perché era uscito presto nel bosco e mi chiese se avessi voluto approfittarne anche io. Ci dirigemmo nel bagno: c'era una vasca con la tenda per farla diventare una doccia. Mi diede la precedenza: entrai nella vasca, regolai l'acqua e prima di chiudere la tenda gli tesi la mano: senza fiatare lui prese ed entrò nella vasca. Cominciammo ad alternarci sotto il soffione della doccia, le mani cominciarono a spargere l'acqua sui corpi, le bocche si incontrarono ancora ed i nostri cazzi duri si incrociavano. Presi l'iniziativa e mi inginocchiai e cominciai a giocare con il suo uccello: baci sulla cappella, leccate sull'asta, ciucciare le sue palle pelose e sode per poi tornare in cima ed ingoiarlo tutto. Dopo qualche minuto così mi fece alzare e cominciò ad insaponarmi tutto il corpo, si soffermò sul mio uccello: mi spalmò il sapone dappertutto, dalla punta.della cappella fino al buco del culo, osando con il dito a provare di violarlo. Era evidente che la cosa mi piaceva sia perché avevo il cazzo duro, sia perché mugugnavo di goduria quando mi infilava il dito. Mi chiese di fare altrettanto a lui: mi diede le spalle, alzò le braccia e posò le mani sulla parete, allargò le gambe ed inarcò leggermente la schiena. Mi avvicinai a lui, mi poggiai alla sua schiena facendogli sentire il mio sesso desideroso di lui, lo abbracciai e cominciai ad insaponargli il petto mentre con il bacino simulavo una penetrazione strusciandoglielo turgido tra le chiappe. Scesi con le mani fino al suo uccello: era un cazzone grosso e turgido che bramava di essere massaggiato e mentre lo facevo cominciai a poggiare la mia cappella ancora insaporita sul suo buco del culo: sembrava che con aspettasse altro, non dovetti faticare molto per entrare tutto e sentivo nelle mie mani gli spasmi di piacere del suo cazzo, sempre più eccitato. Rimanemmo un pochino così, io dentro di lui con leggeri movimenti, e lui nelle mie mani che massaggiavano il suo sesso, il suo addome, il suo petto. Con una mano prese la mia, la portò sul suo cazzo e cominciò a segnarsi: capii che era giunto il momento e cominciai a stantuffare il suo culo, prima delicatamente e poi sempre più intensamente, seguendo il ritmo che la sua mano dava alla mia. Ad un certo punto scansò la mia mano e continuò a segarsi da solo: allora poggiai le mia mani sul suo bacino ed aumentati il ritmo, quasi animalescamente, sempre.di più sempre forte, con il rumore del mio bacino che schioccava sulle sue chiappe, con l'acqua che amploficava questo suono...si...si...siiiiiii!!! Esplosi nel suo culo con una sborrata di quelle che ti ricordi per quanta ne esce, continuai ancora qualche colpo perché lui non era ancora venuto. Pochi colpi ancora ed finalmente anche lui venne. Rimanemmo così in silenzio forse un minuto, lui sempre palmi al muro ed io dietro di lui, abbracciati sotto la doccia.
Ci sciacquammo velocemente e lui uscendo dalla vasca mi disse: "Ti vanno due spaghetti con il tonno?".
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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