Lui & Lei
Esami di maturità
di 23e69love
30.11.2024 |
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"Apro la porta ed in un nano secondo lo scanner maschile che alberga in noi la analizza dalla testa ai piedi: più o meno un metro e 70, più meno che più, non..."
Mia moglie Rita , è una insegnante. Quando arriva la fine dell'anno scolastico dà sempre la sua disponibilità a fare il membro esterno nelle commissioni per gli esami di maturità. Da qualche anno la assegnano sempre a Napoli: una cosa curiosa al punto tale che ho anche pensato che possa avere lì una tresca. Ma l'idea stranamente non mi disturbava.In quei giorni io ne approfitto per dedicarmi a me, vedermi con gli amici, rilassarmi un po'.
Anche quest'anno è andata così.
Dopo circa una settimana mi chiama Rita e mi dice che una sua collega di Napoli è stata chiamata all'ultimo momento per una sostituzione a Roma e chiedeva se c'era qualcuno che potesse ospitarla perché gli alberghi o erano pieni o costavano troppo. Le chiedo se lei la conoscesse e Rita mi risponde che non la conosce direttamente perchè insegna nella succursale ma I colleghi gliela hanno referenziata.
Accetto la proposta ed immagino che anche lei possa essere ospite a casa di qualcuno, invece che in albergo. Anche questa cosa stranamente non mi disturba.
Preparo la camera ed il bagno per gli ospiti e la sera arriva Anna.
Apro la porta ed in un nano secondo lo scanner maschile che alberga in noi la analizza dalla testa ai piedi: più o meno un metro e 70, più meno che più, non molti chili ma non magrissima, capelli castano scuro lunghi alla spalla, occhi scuri, non molto formosa ma con un bacino leggermente largo ma nel complesso gradevole. Un jeans chiaro alla caviglia, una camicetta a fiori, occhiali da sole sopra la testa, piccolo trolley, formato voli low cost: la si poteva tranquillamente scambiare oer una studentessa, non liceale ma universitaria si. Presentazioni di rito, le faccio vedere la casa, ordino 2 pizze, quattro chiacchiere e poi a nanna.
La mattina seguente vado in cucina a prepararmi la colazione: la nostra cucina è stretta e lunga, da un lato ci sono i mobili con gli elettrodomestici e dall'altro lato, con un passaggio di poco più di un metro, un piano colazione che si affaccia sulla sala. Completano il tutto 3 sgabelli che stanno sempre in mezzo ai piedi.
Con il mio pigiamino estivo, ben gonfio per la solita erezione mattutina, ancora assonnato stavo aspettando che la moka facesse il suo lavoro. Sento un "Buongiorno" che sembra provenire dall'oltretomba e compare Anna. Altro nanosecondo per lo scanner: capelli arruffati, occhietti accartocciati, ancora il segno del cuscino sulla guancia, una canotta con bretelline strette che contiene un piccolo seno, leggera pancetta con ombelico in vista, perizoma in microfibra che lascia intendere un pube rasato e da dietro lascia uscire due belle chiappe non enormi ma abbondanti, gambe ben definite, caviglia nella media, piedini scalzi senza smalto. Click!
Ci scambiamo i saluti, come hai trovato il letto, dormito bene....
Vuole un bicchiere d'acqua: deve oltrepassarmi, nel farlo inciampa in uno sgabello e per non perdere l'equilibrio con una mano si aggrappa al mio braccio e con una parte del corpo si appoggia sulla mia schiena: un attimo ma quanto basta per sentire un suo seno schiaccciarsi su di me e scivolare via con il suo capezzolo turgido. Mi volto verso di lei per sorreggerla, ci troviamo faccia a faccia con il mio pigiamino ancora un po' gonfio che la sfiora, e ricomincia a gonfiarsi. Un attimo di imbarazzo ed allontaniamo i nostri corpi, facciamo colazione e via.
La mattina seguente stessa scena: io aspetto il caffè, Anna arriva sempre assonnata, più o meno stessa mise, mi fà cenno che vuole andare a prendere il bicchiere, ci facciamo una risatina e lei passa dietro di me: io mi sono ritratto verso il piano cottura per lasciare più spazio alle mie spalle ma lei nel passare mi sfiora la schiena con i suoi seni, impercettibilmente ma quanto basta per far sentire la loro presenza. Presenza che per un attimo sembra aumentare ed anche fermarsi ma poi riprende a scivolare: la cosa mi eccitava e non riuscivo a nasconderlo, ed Anna se ne era accorta. Facciamo colazione e di nuovo via.
La terza mattina quando mi alzo la trovo già ai fornelli. Allora le dico: "stamattina prendo io il bicchiere" ci facciamo una risatina e le passo alle spalle. Un pò perché lei non si è ritratta, un po per la sua sporgenza, un po perché ero ancora barzotto, le struscio sulla chiappa: mi fermo un attimo mentre la cosa comincia a farmi effetto, Anna se ne accorge e con un leggero movimento mi accoglie tra le chiappe calde. In un attimo l'imbarazzo è scomparso, lei ha incaricato la schiena le mie mani si sono posate sui suoi fianchi... è stato sesso, forte, irruento, quasi un raptus reciproco, voluto, cercato e goduto insieme.
Tutto il giorno non ho potuto evitare di pensarci con una altalena di emozioni, pentimenti, desideri, vampate di calore ed eccitazioni ripetute. La sera ho preferito rincasare tardi, molto tardi, per evitare l'imbarazzo di incontrarci, non ho neanche visto se fosse a letto o meno.
La mattina seguente mi bussa alla porta della camera: si apre la porta e nella penombra vedo Anna tutta nuda che mi dice: "Oggi è sabato, non si lavora: colazione a letto!" E si infila sotto il lenzuolo..
A colazione mi dice che quella sera avrebbe dormito da amici ma che per domenica sera mi aveva preparato una sorpresa.
Un fine settimana trascorso anche io con gli amici, portando dentro di me questo segreto e alternando la trepidazione per la sorpresa annunciata ad un senso di gelosia immaginamdola a letto con un altro uomo.
Arriva domenica, torno a casa dal mare: Anna non c'è, provo quasi un senso di sollievo e vado a farmi una doccia: non so quanto vi sia rimasto, credo molto, come non facevo da tanto tempo.
Esco dal bagno nudo e mi dirigo verso la camera mentre con un asciugamani mi friziono i capelli. Dal buio la voce di Anna mi saluta: " Ciao!" Proveniva dalla direzione del letto: per la sorpresa mi fermai poco dopo la soglia della porta, illuminato solo da un baffo di luce che veniva da corridoio.
Un'altra voce la sento dire: "Avevi ragione, sembra messo bene!"
"Chi c'è Anna? Chi è con te?" E mi dirigo verso l'interruttore della luce
"Fermati!" Mi intima Anna, "non accendere la luce e vieni qui sul letto"
Mi spiegò che l'altra donna era una sua amica e collega di Rita, mia moglie, e quindi era meglio rimanere nel buio.
Trovai due donne già calde ed umide, che probabilmente avevano già iniziato a giocare tra di loro. E calda ed umida fu anche quella notte.
Al mattino quando mi risvegliati ero solo nel letto e scoprii d'essere solo anche in casa.
Trovai un biglietto di Anna nel quale diceva che il suo lavoro a Roma era terminato e tornava a Napoli: salutava, mi ringraziava per l'accoglienza e concludeva "chissà...magari l'anno prossimo..."
Ho preparato il caffè e sono andato al lavoro.
Quella sera è rientrata a casa anche Rita. Era diversa, sembrava più luminosa, più affascinante del solito: pensai che qualcuno a Napoli avrebbe potuto ruservarle lo stesso trattamento che aveva avuto Anna. Entrata a casa mi abbracciò forte. La cosa mi sorprese mi eccitò e cominciai a baciarla e si lasciò baciare, come non faceva da tempo. Cominciai a spogliarla e lei spogliò me e facemmo l'amore sul tappeto della sala, non lo avevamo mai fatto. Mentre lo facevamo pensavo ad Anna e pensavo anche a Rita nelle braccia di un altro uomo a Napoli. Fù forte, fù intenso, fù travolgente.
Fù l'ultima volta che facemmo l'amore, almeno insieme.
P.s. non ho più rivisto Anna
P.p.s. non ho mai saputo chi fosse la collega di Rita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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