Gay & Bisex
Agriturismo hard in Sardegna
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23.07.2024 |
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"E infatti sento il suo cazzo iniziare e pulsare, i colpi farsi più ravvicinati e infine sento la sborra riempirmi il culetto, più schizzi caldi e intensi che..."
Missione di lavoro con due giorni di sesso in Sardegna. L’azienda mi prenota un gradevole agriturismo nei pressi di Oristano. Arrivo in aeroporto, prendo il taxi che mi conduce direttamente all’agriturismo, dove mi accoglie Rocco, un uomo sulla cinquantina, alto, robusto e deciso. Mi accompagna in camera, mi mostra i servizi e mi avverte che per ora sono l’unico ospite e che se voglio cenare devo prenotare. Prenoto e mi metto a lavorare al documento che devo presentare alla riunione. Verso le otto raggiungo la sala delle cene dove la moglie di Sandro, stessa età del marito e un po’ in carne, mi serve ottimi piatti, innaffiati da buon vino. Finita la cena arriva Rocco, mi propone un bicchierino di mirto in cantina. Scendiamo nella cantina, piene di bottiglie, dove c’è un tavolo con due sgabelli. Ci sediamo e Rocco versa il mirto in due bicchierini. Poi cambia tono, si avvicina a me e mi prende la faccia guardandomi negli occhi. Piano piano mi fa inginocchiare, forzando la mia debole resistenza, si cala i pantaloni – sotto i quali non ha intimo – e mi avvicina il cazzo, di buone dimensioni ma soprattutto largo, alla bocca. Mi intima di fargli un pompino. Resisto, ho qualche esperienza bsx soprattutto con un amico di lunga data, ma mi pare eccessivo. Rocco diventa quasi violento, mi blocca la testa e spinge il cazzo duro contro la mia bocca. Cedo e lo ingoio, iniziando a leccarlo dalla cappella alla base delle palle. Non gli basta, dopo un po’ di leccate mi riblocca la testa e inizia a scoparmi violentemente la bocca, fino a cacciare il cazzo in gola, con sensi di soffocamento. Mugolo, cerco di allontanarlo ma lui mi tiene bloccato e continua nella sua scopata orale. Non mi resta che accettare il gioco, che tra parentesi mi piace essendo io tendenzialmente un sottomesso. Sbavo e lo prendo tutto in gola, mentre con le mani carezzo il petto e le palle di Rocco. Poi Rocco si stacca e mi dice di spogliarmi. Tolgo la camicia bianca, scarpe, calze e pantaloni blu, rimanendo in uno striminzito slip nero. Sorride, mi ordina di toglierlo, si gira, appoggia al tavolo e invita a leccargli il buchetto. Cosa che a questo punto faccio molto volentieri. Lecco il buchino, le palle e intanto lo sego con decisione. Vedo che la mia lingua gli piace, la infilo più che posso, gli stringo dolcemente le palle e sego. Inizio ad essere stanco e spero di farlo godere rapidamente così da lasciare la cantina. Ma mi sbaglio e di grosso.
Mi fa alzare, mi trascina al tavolo, dove mi appoggia con la pancia e mi mette a 90 gradi. Capisco che mi vuole penetrare. Lo prego di lasciare perdere, gli propongo un pompino con ingoio finale ma per favore non il culo. Mi tiene fermo, allarga le gambe e mi sculaccia il culetto con foga, invitandomi a stare buono se no mi deve fare male, molto male.
Mi calmo, ho capito che non serve niente agitarsi. Allargo le gambe e sento il suo cazzo appoggiarsi al buchino. Di colpo entra, a secco, senza lubrificanti e protezioni. Urlo dal dolore, ho preso pochi cazzi in culo e sempre dopo una lunga e dolce preparazione. Rocco mi sta quasi violentando, inizia un’inculata dura, incurante delle mie urla di dolore, delle incitazioni a smettere ad avere pietà del mio buchino. Mi apre con le mani le chiappe e infila di volta in volta il cazzo sempre più a fondo, fino a quando sento le sue palle sbattere sul mio culo.
Piano piano il dolore si attenua e lascia il posto al piacere di sentire quel cazzone largo dentro, che si muove con maestria e decisione. Dopo alcuni minuti Rocco si sfila, penso voglia finire la scopata nella mia bocca.
Ma anche questa volta mi sbaglio. Mi fa coricare di schiena sul tavolo, allargare le gambe e mi penetra nuovamente dal davanti, questa volta senza tanta fatica visto il culetto già bello aperto. Mi scopa con decisione, la scena è eccitante, vedo il suo cazzo entrare e uscire dal mio culetto e il mio cazzetto- molle come tutte le volte che mi penetrano – ballare sotto i colpi di Rocco. Mi invita a iniziare a segarmi che mi vuole vedere sborrarmi addosso dopo che lui mi abbia riempito di sborra calda. E infatti sento il suo cazzo iniziare e pulsare, i colpi farsi più ravvicinati e infine sento la sborra riempirmi il culetto, più schizzi caldi e intensi che mi fanno sentire ancora più troia. Ora tocca a me, mi sego violentemente e bastano pochi colpi, tanto sono eccitato, per farmi venire, schizzi di mia sborra mi arrivano al petto, alla faccia, ai capelli. Esausto vedo Rocco estrarre il suo cazzo dal mio culo e portarlo alla bocca. Ora devo pulirlo ben bene, leccando via i residui di sborra mentre altri suoi umori mi colano dal culetto.
Si è fatto tardi, Rocco si riveste e mi invita a fare altrettanto e ad andare a dormire, non prima di avermi “ consigliato” di non lavarmi perché domani mattina avrei avuto il resto e mi voleva trovare ancora impiastricciato di sborra. Vado in camera, mi spoglio e mi metto a dormire nudo, con la sborra secca in culo, faccia, petto e lungo le gambe.
Al mattino successivo verso le 7, sento bussare alla porta. È Rocco, nudo e nuovamente in tiro che senza tanti preamboli mi spinge dentro la stanza, mi fa coricare con la testa ai bordi del materasso e mi inizia a scopare la bocca con foga. Il suo cazzo mi arriva dritto in gola, sbavo quasi soffoco la lui non si ferma fino a quando lo sento gonfiarsi e sborrarmi dritto in gola. Ne deglutisco un po’ ma l’altra la tengo in bocca fino a che Rocco non esce il cazzo e posso farne colare un po’ fuori, sul mio corpo.
Ma al mio ospite piace vedermi segare e quindi mi ordina nuovamente di segarmi davanti a lui, tirando con una mano il cazzo dalle palle. Lo faccio con fatica e dopo una decina di minuti mi sborro nuovamente addosso, esausto. Rocco ride, mi fa girare, mettere a 90 gradi sul letto, allargare le gambe e mi infila di colpo una grossa candela nel culo, così per ricordarmi che ce l’ho sfondato e che il resto arriverà la sera, dopo cena. Questa volta faccio la doccia, mi lavo bene e mi vesto per l’incontro di lavoro.
La sera ritorno all’agriturismo e dopo una doccia vado in sala da pranzo. Mi serve la signora che mi guarda in modo malizioso, come se sapesse qualcosa di quello che è successo. A fine pasta mi invita a scendere in cantina che Rocco mi aspetta per “il solito”. Scendo eccitato e trovo il padrone di casa già nudo con il cazzo in tiro, seduto sullo sgabello. Mi invita a spogliarmi e nota con ironia che non ho messo intimo “ per essere più veloce a prenderlo”.
Mi prende per mano e mi ordina di impalarmi sul suo cazzo, dandogli la schiena. Obbedisco. Piano piano mi calo sul cazzo che entra lentamente nel mio culetto, fino alle palle. Lui intanto mi strizza palle, cazzetto e capezzoli. Si muove in maniera circolare, allargandomi ancora di più il buchino, spinge il suo cazzo dentro e fuori per poi farmi alzare e appoggiare al muro. Braccia in alto, gambe largo vengo nuovamente inculato duramente , colpi decisi e forti, in alcuni momenti dolorosi che si susseguono per alcuni minuti fino a quando, in un urlo quasi animalesco, Rocco viene nel mio culo riempendolo nuovamente di sborra che ancora una volta cola sulle mie gambe. Quando si sfila so già cosa mi attende. Mi inginocchio e lecco tutto il cazzo, pulendolo dalla sborra. Poi, in piedi, mi sego fino a venire su un piccolo vassoio che mi ha dato all’inizio della sega. La mia sborra poi devo berla tutta, obbediente. Rocco si riveste, mi saluta dicendomi che il giorno dopo non potrà svegliarmi e che in caso di altri impegni di lavoro dalle sue parti mi attende. Chiamandomi troietta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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