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APPUNTAMENTO AL BAR


di Membro VIP di Annunci69.it Pompiniadomicilio
20.02.2018    |    1.905    |    8 9.5
"Mi vedevo preda di quel maschione tutt'altro che distinto..."
Sarebbe venuto al bar e mi avrebbe palpeggiato per poi decidere il da farsi. Messaggio chiaro e coinciso. Paolo era deciso.
Accordammo l'appuntamento in un bar nelle vicinanze della Stazione Termini. Uno dei bar più degradati della Capitale.
Io non dovevo fare altro che sedermi su uno sgabello a bere qualcosa e far intravedere il mio culetto. Misi i jeans più attillati che avevo. Segno di riconoscimento giacchetto di pelle e anfibi annessi.
Entrai nel bar. Turisti di ogni genere. Bei manzi neri che gridavano tra loro. Ordinai una spremuta di arance e mi diressi nella mensolina della sala dove, appunto, mi accomodai su uno sgabello. Non conoscevo Paolo. Non potevo immaginarlo. Avevo visto qualche foto del suo cazzo su Annunci69.
L'attesa mi stava divorando. Entravano e uscivano uomini di ogni genere. Di ognuno immaginavo un'ipotetica scopata. Li avrei voluti tutti!
Finita quasi la spremuta iniziai a cercarlo con il telefonino. Messaggi di sollecito. Ma nulla. Iniziai a giocare con qualche app per passare del tempo e dopo un po ecco che sento sfiorarmi il fondoschiena con un dito. "Ciao! Sono Paolo". Due immensi sorrisi ci fecero capire che il gioco stava iniziando. Ci presentammo. "Allora! Hai voglia di essere fottuto?". Non ci pensai due volte. Paolo era un bel signore. Distinto, giacca e cravatta, 24 " nera. Secondo me voleva scaricarsi immediatamente dopo una mattinata intensa di lavoro. Mi propose di andare con lui in un hotel li vicino. Lontano da occhi indiscreti. Accettai senza pensarci due volte. Mi piaceva molto. Andammo in hotel. Lo conosceva come le sue tasche. Entrati in stanza ci spogliammo. Baci al collo mi accompagnarono in doccia. Paolo mi accarezzava ovunque. I miei fianchi ormai erano diventati i suoi. Il mio petto pieno di schiuma era diventato il suo antistress. I miei capezzoli accettavano ogni suo sfregamento. Sentivo il suo cazzo penetrarmi l'interno cosce. Lo fermai. Non volevo che venisse in doccia. Asciugati in fretta ci tuffammo in quel morbido lettone. Paolo continuava a massaggiarmi il petto. Io mi divertivo a segarlo. Il suo cazzo era caldissimo. Nonostante fosse tutto depilato intimamente mi piaceva il suo salame. Ritto. Perfetto. Infilai il cazzone tra le mie cosce e, stringendo il suo corpo a me, ondeggiavo avanti e indietro fino a fargli scappellare il cazzo. Lo sentivo umido. Il liquido seminale lubrificava di già ogni movimento. Di scatto mi portò sopra di lui. Tenendo il suo cazzo ritto ancora tra le mie gambe iniziò ad allargarmi le chiappe con le mani. Sembrava mi volesse strappare il buchetto. Tirava i glutei e un leggero dolore accompagnava la passione dei baci. La mia bocca, ormai lacerata dalla folta barba di Paolo, decise di assaporare quel cazzone che sarebbe esploso da un momento all'altro. Uno dei pompini più belli degli ultimi tempi. Una mega cappella rossa che minacciava di spaccarmi il culo li per lì. Dopo qualche colpo nella mia bocca ecco che vengo sbattuto a pancia in giù e, due gocce di lubrificante gelato, il suo cazzo era già dentro me. Mi ritrovai bloccato sotto a Paolo. Ero impossibilitato nei movimenti. Mi impalo' e guai a fare forza. Il mio corpo era il suo. La nostra immagine ritratta negli specchi dell'armadio sembrava un film porno reale di qualche sito gay. Mi vedevo preda di quel maschione tutt'altro che distinto. La sua foga sprigionata da gocce di sudore che colavano sul mio corpo a ritmo del suo cazzo che mi martellava. Ad ogni colpo Paolo allargava con le mani sempre di più i miei glutei. Il sudore ci bagnava sempre di più. Prese le mie mani aggrappate nella rete del letto e me le portò dietro. "Allargati le chiappe. Voglio vedere bene il mio cazzone che ti penetra. Hai una fighetta! Cazzo!". Tempo di slabrarmi agli ultimi colpo ecco che sento il cazzo uscire da me ed una mega schizzata scivolare su tutto il mio sedere. Il suo grido di godimento mi fece vergognare per qualche istante. Temevo che in hotel ci avrebbero sentito. Paolo cadde su di me avvinghiandomi dolcemente. Afferrò il mio petto rilassandosi per quegli ultimi istanti sopra di me. Avrei voluto dormire così per ore li con lui. La nostra immagine ritratta ancora in quegli specchi.
Secondo voi...se avessi domandato a quegli specchi chi fosse la più puttana del reame, cosa avrebbero risposto?
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