Gay & Bisex
17 La canicola d'agosto
di iside59
01.08.2024 |
6.744 |
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"Approfittando del fatto che Muhammed mi aveva ordinato di pulirgli il cazzo con la bocca lui mi sollevò le terga mettendomi nuovamente a novanta gradi e mentre..."
In un giorno caldissimo di Agosto passeggiavo per un parco milanese alla ricerca di un po’ di refrigerio all’ombra di qualche albero centenario, si sentiva solo il coro delle cicale scandire ritmicamente l’afa insopportabile; trovai una panchina libera, oddio nel parco non c’era quasi nessuno in quanto di posti ombreggiati ce n’erano veramente pochi e quindi la gente preferiva probabilmente andarsene da altre parti, chi si aggirava a quell’ora sotto il sole cocente alle due del pomeriggio per i viottoli sassosi lo faceva probabilmente alla ricerca di qualcosa d’altro.Mi sedetti sulla panchina esposta in pieno al sole, dopo poco mi tolsi la maglietta rimanendo a dorso nudo approfittandone così per abbronzarmi un po’.
In una giornata così afosa e priva di un qualsiasi soffio di vento mi parve strano veder ondeggiare gli arbusti di un cespuglio poco lontano da me, magari un guardone in cerca di qualche coppietta da spiare?
Può darsi! Feci finta di nulla e continuai a farmi baciare da quel sole così potente in attesa di ulteriori eventi, mi hanno sempre attizzato le abbronzature di quelle femmine che lasciano bianche solo le loro parti intime, che una volta nude mostrano il segno del ridottissimo costume indossato solo per un minimo senso di pudore.
Anche i corpi dei trans molto abbronzati hanno il loro fascino, specie se i segni dell’intimo si perdono in mezzo a due torniti chiapponi, ma sul davanti l’occhio non cade più sul segno bianco lasciato dalla mutandina ma sulle dimensioni dell’arnese che questa nascondeva.
Decisi di prendere l’iniziativa e di stanare il guardone nascosto nel cespuglio, mi alzai dalla panchina, mi tirai su al massimo i calzoncini da jogging che indossavo cercando di farli sparire il più possibile tra le chiappe e mi abbassai a raccogliere lo zainetto che portavo con me col solo intento di fornire un’immagine eccitante alla fantasia deviata di colui che si celava in mezzo ai cespugli, poi in un attimo di eccesso di esibizionismo li abbassai completamente scoprendo completamente il culo allo spione.
Fu una manovra repentina giusto per far coraggio al mio amico dalla vista lunga, per fargli capire che avrebbe trovato terreno fertile per realizzare le proprie perversioni; la cosa non è che potesse continuare all’infinito, ed infatti la testa del mio visitatore comparve tra i cespugli e con un braccio mi fece un chiaro segno di raggiungerlo nella vegetazione.
Infilatomi tra i cespugli mi trovai davanti un ometto un po’ avanti di età ma che quando si abbassò i pantaloni mostrò comunque un suo perché, mi afferrò da dietro strizzandomi i seni e strusciando il suo randello tra le mie natiche, per poi girarmi e stringermi a se afferrandomi per le chiappe, i nostri membri si incontrarono e quello del mio corteggiatore era sicuramente più prestante; in preda alla libidine mi fece ruotare cercando di prendermi il culo, ma senza protezione ed una adeguata lubrificazione, dal primo sconosciuto incontrato non sarebbe stato il caso di farsi inculare.
Gli menai il cazzo fino a farlo sborrare per terra, glielo strizzai per bene mungendogli fino all’ultima goccia e poi lo mollai per pulirmi la mano, quando da dietro un arbusto saltò fuori un extracomunitario con in mano un telefonino che minacciò di mettere in rete la ripresa che ci aveva fatto a nostra insaputa.
Un ricatto, si un ricatto bello e buono! Ma quale dovesse essere la merce di scambio non avremmo dovuto aspettare tanto per scoprirlo, difatti:” Tu frocetto, se non vuoi che tutto il mondo possa vedere quanto troia sei stata nei cespugli di questo parchetto, devi succhiare il cazzo a Muhammed! Devi succhiarlo brutta troietta in calore!”
Ero stato messo praticamente con le spalle al muro e dopo averci pensato un po’ e soprattutto dopo aver notato quale arnese possedesse il nostro ricattatore, che nel frattempo si era premurato di tirarlo fuori prima ancora di aver ricevuto il nostro assenso, mi lasciai cadere in ginocchio invitando Muhammed ad avvicinarsi e a profanarmi la bocca col suo mostro.
Non aveva un gusto propriamente delicato, ma il suo acre odore mi saliva dalle narici al cervello mentre lo succhiavo avidamente, tanto da farmi andare via di testa e alla sua richiesta di scoparmi il culo non riuscii a dire di no, mi girai abbassandomi un poco ed appoggiandomi ad un albero inarcando la schiena quasi ad invitarlo a sprofondare con delicatezza la sua nerchia nel mio sfintere.
Il guardone fu più lesto e mi si accovacciò dietro usando la lingua per umidificarlo il più possibile, andò in profondità come un camaleonte, la sua lingua sembrava quasi un cazzo e alla fine del lavoro dal mio culo colava copiosa la sua bava.
Muhammed imbufalito, mi cinse i fianchi con le mani e dalla più naturale posizione possibile me lo schiaffò dentro in un sol colpo facendomi un male cane, un male che non tardò a trasformarsi in piacere, Muhammed mi sbatteva come un forsennato fino a sborrarmi dentro e senza un minimo accenno di retromarcia.
Quando si sfilò barcollò visibilmente, sfinito dalla monta e dalla calura, dal mio forellino dilatato esondava il suo seme quasi me ne avesse iniettato qualche litro, di tutto questo pasticcio ne approfittò ancora il guardone che si prese quello che prima non avevo voluto dargli, il mio culo.
Approfittando del fatto che Muhammed mi aveva ordinato di pulirgli il cazzo con la bocca lui mi sollevò le terga mettendomi nuovamente a novanta gradi e mentre io non sapevo come farmi stare in bocca tutta quella nerchia nera, lui seppe dove mettere invece la sua, nel mio culo già logorato dalla precedente inculata.
Sopportai anche questa, il guardone mi pompò come si deve, per poi eruttare mentre cercava di ritrarsi finendo per sborrarmi un po’ sullo sfintere e un po’ sulle chiappe, per poi finire di eiaculare sulla mia schiena.
Strusciò la sua verga in mezzo alle mie chiappe per ripulirselo e poi guardando in faccia Muhammed si battettero il cinque con i palmi delle mani, mentre tutti tronfi cercavano di sistemarsi nei pantaloni i loro cazzoni.
Ero stato chiaramente vittima di un raggiro, i due si conoscevano ed erano chiaramente d’accordo, il guardone mi presentò Muhammed, dicendomi che era un nigeriano da molti anni ormai in Italia, che era famoso in città per le sue dimensioni ed era molto ricercato sia dagli uomini che dalle donne, mezza Milano ormai gli aveva concesso il culo o la fica solo per la curiosità di provare quel bestione.
Il guardone mi rifilò addirittura il suo biglietto da visita con indirizzo e numero di telefono, invitandomi a chiamarlo ad ogni ora del giorno se avessi avuto intenzione di passare una bella serata di sesso sfrenato con loro, unica condizione però sottolineò che in queste festicciole non ci sarebbe stato alcun limite.
Mi disse testuali parole:” Quando ti senti solo, quando ti senti il culo vuoto e desideri che qualcuno te lo riempia, io e Muhammed siamo sempre a tua disposizione, chiamaci! E se lo fai per tempo possiamo farti trovare tanti amici con dei cazzi belli tosti, desiderosi di soddisfare le tue voglie ma soprattutto di sfondarti il culo!”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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