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schiavo per scelta parte II


di Superperv
23.04.2019    |    9.698    |    3 8.8
"Dimenticandomi di una delle regole di base ho fatto l’errore di iniziare a parlare..."
Ero davvero stralunato, un uomo mi aveva chiavato e fatto sentire la sua puttana, mi aveva sfondato il culo, sottomesso ed io avevo avuto il primo vero orgasmo della mia vita, da dentro al culo, come una mignotta.
Di colpo la mia scarsa virilità era diventata una sorta di pregio, il mio cazzo stava fuori dai giochi ed era diventato una sorta di clitoride che aveva amplificato il mio piacere di troia schiava.
Sento che il mio orgasmo ha eccitato Padron Rocco, potrebbe perdonarmi, ma so che non lo farà e questo mi fa sbavare di desiderio.
Il dolore fisico per me è quanto di più vicino all’estasi e se col suo cazzo enorme mi aveva portato all’orgasmo, mi domandavo quale immenso piacere poteva regalarmi nella stanza delle punizioni. Ad ogni scalino mi domandavo cosa avrei trovato in quei sotterranei antichi, quali mai torture avrei subito, io la lurida cagna, la schiava, il buco di culo impotente che si ostinava a credersi eterosessuale, come se uno schiavo avesse diritto ad avere un identità..
Ha aperto un pesante portone di legno, oltre quello ci sono 4 stanze e due celle, le stanze sono piene di ogni arnese si possa immaginare, non roba da pornoshop, si tratta di veri attrezzi da tortura.
Mi rendo conto che è una zona insonorizzata e che se lui mi chiudesse qui dentro non avrei nessuna possibilità di fuga. La porta di legno ha una chiusura a tripla sicurezza: combinazione, chiave magnetica e riconoscimento dell’iride. Solo lui la può aprire dall’interno e non so chi altro possa dall’esterno.
Mi lega ad un tavolo di tortura. E’ gelido, d’acciaio con catene e cinghie di pelle, mi blocca le braccia e le gambe, abbastanza aperte entrambe. Sento la sua mano che mi scorre sul corpo, intuisco che se non saprò resistere il mio mese di prova potrebbe anche chiudersi oggi e che questo primo castigo è un antipasto di ciò che sarà la mia vita. E dalle mie reazioni lui di certo trarrà conseguenze.
La sua mano si ferma sui miei inutili genitali, controlla se la mia uretra è mai stata allargata. Sorride con un sorriso decisamente crudele mentre tiene il mio glande fra le dita e saggia se e quanto si apre il meato..
Poi Padron rocco si allontana di qualche passo e va ad uno scaffale dove c’è un enorme sterilizzatore da sala operatoria. Si infila un paio di guanti di lattice,e dallo sterilizzatore prende una sonda uretrale di acciaio, la sceglie media, la unge con un gel e poi noncurante dei miei squitti di sofferenza la inserisce a fondo nella mia uretra. Fa male, decisamente male. Il che mi eccita ed il mio stupido clitocazzo ha una semi erezione. Quindi Padron Rocco connette la sonda a dei cavi elettrici. Intuisco e mi sale un filo di paura, non ho mai provato una cosa così.
Attiva la corrente. Urlo, e mi inarco. Posiziona alcune leve, le scosse sono random ed hanno differente potenza e durata e la a distanza di tempo fra l'una e l'altra è irregolare, così non ho modo per prevedere quando e con che intensità mi colpirà. Urlo, gemo, mi agito, ma sono legato. Lui prende due elettrodi con cerotti e li applica allo scroto, sui miei testicoli, anche li inizia un' ordalia. Ogni scossa da dolore sono come colpi di violenza diversa che tormentano e sollecitano facendo sì che le mie palle si inturgidiscano e si muovano nello scroto. Tutto ciò oltre che causare sofferenza ha un effetto molto stimolante, più sono brutali le scosse più le mie stupide ovaie maschili producono sperma, si gonfiano e riempiono ed il mio cazzo tormentato da dentro diventa quasi del tutto duro e con mia sorpresa resta in quello stato.
Padron Rocco, lavora i miei capezzoli, ghiaccio, pinze, poi dita, il dolore è notevole, si gode le mie urla e gli inarcamenti del mio corpo per un bel poco. Poi prende una verga rigida e inizia a colpire la pianta dei miei piedi, il primo colpo fa male, ma i seguenti diventano sempre più dolorosi, sembra che sappia esattamente dove si trovano tutti i numerosissimi nervi e tendini di quella parte del corpo. Io urlo, piango, singhiozzo, balbetto e poi il dolore mi libera da ogni ansia, come sempre accade quando vengo torturato, e dentro di me sento salire l’estasi, la vera estasi. Certo palle e cazzo sono in pena, i capezzoli sono diventati grossi il doppio del solito e basta che lui li sfiori perché io senta fitte, ed ogni colpo alla pianta dei piedi mi fa vedere le stelle eppure tutto ciò mi porta quasi a fluttuare fuori me. I miei occhi vedono Padron Rocco prendere una candela, la cera rovente cola sul mio corpo, la fa solidificare e con un frustino la fa saltare. Ed in quel momento io mi sento in un paradiso infernale, i colpi sono davvero duri e forti, come solo un maschio sa dare, e sue mani quando mi colpiscono alternandosi al frustino, sono pesanti e mi fanno contrarre di dolore per cercare di proteggere lo stomaco indurendo i miei poveri deboli muscoli. Sento qualcosa entrare nel mio culo reso sensibile dalla recentissima perdita della verginità e poi una scossa elettrica anche li dentro, a quel punto mugolo, ansimo ed inizio di nuovo ad avere un orgasmo, un orgasmo frutto solo della sofferenza, un orgasmo fatto di dolore ed eccitazione della mente. Non so quanto sia durato. Ero esausto di piacere e dolore quando mi ha slegato mentre ancora vibravo per la sofferenza del corpo e lacrimavo di gioia. Mi ha abbracciato e lasciato riprendere e poi condotto di nuovo al piano superiore.
E lì ho capito quanta attenzione avesse posto perché la mia punizione fosse atroce ed al tempo stesso mi arrecasse piacere, cioè fosse il tormento godurioso ed estremo che ogni schiavo anela. Lo ho guardato con gratitudine e lui mi ha sollevato il mento, quindi mi ha sorriso e baciato a fior di labbra.
Ci siamo lavati, io ho ammirato i segni rimasti su di me, qualche livido, qualche segno del frustino, strisce trasversali sulla mia pelle. Poi abbiamo cenato. La cena la ha servita Josè nella saletta da pranzo piccola. Che sarebbe una sala grande per chiunque altro, arredata con mobili antichi e quadri di pregio. Padron Rocco, vestito ed io nudo. Dimenticandomi di una delle regole di base ho fatto l’errore di iniziare a parlare. Padron Rocco a fato un cenno a Josè, un ex rugbista argentino sui 40. “ Josè dai 10 sberle a quel pezzo di merda insolente”. Josè mi fa alzare, poi mettere in ginocchio ed esegue.
“ Ora, visto che la troia non sa tacere, tienigli la bocca occupata mentre io mangio”. eseguendo il comando Josè si è sbottonato i pantaloni da domestico d ha tirato fuori un cazzo di tutto rispetto. Avrei pianto da tanto la situazione era umiliante, ma ho aperto la bocca e succhiato anche lui.
Si è fermato dal fottermi la gola per servire il secondo, poi è tornato, ha di nuovo aperto la patta ed io mentre il mio Padrone mangiava e commentava ho ricevuto in bocca la sborra di Josè.
“Ah Josè, io sta sera ho da rivedere alcune cose, potreste tu e Arnaldo fottervi la cagna?”
“ certo vostra signoria, con piacere per parte mia, vado a chiedere ad Arnaldo, con permesso”
Tornano in due lui ed Arnaldo il maggiordomo. Arnaldo è sui 65, calvo, si capisce che ha muscoli oltre che pancia.
Mi prendono e Padron Rocco dopo aver bevuto il suo cognac va al suo studio privato.
Venir inculato da un uomo vecchio e sovrappeso mi ha umiliato e ferito, anche perché Arnaldo mi ha fottuto per farmi volutamente male e lo ha molto grosso. Poi è stato Josè, poi ancora Arnaldo. Vergognandomi di me stesso al secondo assalto ho goduto come una puttana per cui basta avere un cazzo dentro, vecchio o giovane non fa differenza, per avere un orgasmo da cagna..
Ero davvero sconvolto, io, l’impotente, stavo avendo orgasmi da puttana a raffica e non mi stancavo, non avevo il problema erezione da rifare, avrei potuto continuare all’infinito! Mi si apriva un mondo.
Poi è tornato Padron Rocco e siamo andati a dormire, io per terra vicino al suo letto. Ma prima di farmi accucciare mi ha carezzato e dato un bacio profondo.
I giorni seguenti sono stati un crescendo di intensità. Non avevo mai avuto nulla di neppur vagamente simile. Ero la schiava puttana, fottuta anche dai domestici ed nel contempo ero un principe schiavo viziato quanto punito ed esibito in locali di lusso, Rocco mischiava ad arte estremo sadismo ed impegno di una relazione nascente.Una relazione, a modo nostro, di amore.
Siamo andati a teatro come una coppia, ma a casa il giorno dopo ho provato per la prima volta la frusta lunga da buoi e son quasi svenuto dal male, abbiamo fatto shopping, ridendo divertiti e con la stessa leggerezza, mi ha torturato per ore , facendomi soffrire pene mai provate.
In 4 settimane ero totalmente innamorato e mi domandavo che sarebbe stato della mia vita se lui avesse chiuso il periodo di prova rimandandomi a casa.
Continua…..
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