bdsm
Schiavo per scelta
di Superperv
08.04.2019 |
12.614 |
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"Lecco le suole sporche, le tomaie, tutto, poi mi solleva afferrandomi da un orecchio e mi ordina di succhiargli il cazzo, con la mia brava bocca di troietta..."
Ho risposto all’annuncio di Padron Rocco per curiosità e perché sentivo che era un passaggio inevitabile. Avevo servito alcune Mistress come schiavo, anche a tempo pieno, ma ancora non avevo provato l’umiliazione totale di essere schiavo di un altro maschio.Che poi io tanto maschio non è che lo sia. Certo ho un buon fisico, tonico e ben proporzionato, 180 cm e 70 kg di peso, ma per il resto mamma natura si è davvero accanita contro di me.
I mei caratteri sessuali secondari sono inesistenti, a quasi 24 anni non ho un pelo che sia uno sul corpo, colpa del basso livello di testosterone e di problemi all’ipofisi, ho i capelli e pure folti, ma non ho barba o baffi e sono tutto liscio come un bambino, salvo un ciuffo sul pube.
Ho un pene di taglia sensibilmente men che normale e sono da sempre praticamente impotente, a fatica, e solo se sono super eccitato, il mio arnesino sale per pochissimo tempo a mezz’asta e una volta su 20 spruzza qualcosa, ma nulla di più.
Per il resto la gente mi trova bello, cioè ho un bel viso, molto regolare, occhi grandi di un bel verde intenso, capelli rossi foltissimi che quando crescono si inanellano come quelli degli angeli rinascimentali.
Io invece mi son sempre odiato e vedo nell’umiliazione e nel dolore fisico la sola forma di mia pace e piacere, entrambi mi rendono libero e sereno. Per dirla tutta sono un masochista totale e irreversibile.
Ammetto che l’idea di servire un maschio mi frullava da tempo nella testa. Alla fine cosa di peggio per un ragazzo etero che essere il culo impotente e fallito di un vero Uomo? Ma come ogni idea che spinge uno schiavo qualche gradino più in basso nella scala dell’annientamento avevo avuto bisogno di metabolizzarla e farla mia e di farla crescere fino al livello di necessità.
E poi volevo trovare la persona giusta. Da una parte non mi interessava un’esperienza da una notte, quelle le lascio a chi non è davvero schiavo e dall’altra volevo che fosse con qualcuno con tutti i requisiti per farmi sentire una merda totale.
Doveva essere colto, visto che io ho smesso di studiare a 15 anni, doveva essere vincente nella vita, io sono un fallito, e doveva pure essere ricco, io sono povero e sfigato, doveva avere carisma ed anche un gran fisico, ed almeno il doppio dei miei anni.
Girando per vari siti ho risposto a qualche annuncio, ma si erano rivelati perdite di tempo, fino a quando ho visto il suo imput.
Diceva: Maschio, villoso, sportivo, 58 anni, alto e possente cerca ragazzo sfigato per farne uno schiavo totale, non si accettano limiti, età max anni 28, richiesta disponibilità a convivenza e schiavitù a tempo pieno.
Ho risposto e mandato un paio di mie fotografie, non mi pareva corretta farmele chiedere. Insomma, offrirsi è il dovere di noi schiavi.
Abbiamo chattato un poco, io ho esposto quello che ero e perché avevo risposto. Lui mi ha chiarito che cercava uno schiavo totale, non un sottomesso da weekend. Io ho a mia volta riconosciuto che volevo fare il definitivo salto di qualità e passare alla reale riprogrammazione.
Dopo un paio di settimane abbiamo concordato che sarei andato da lui per 1 mese, se andava bene non sarei mai tornato alla mia vita di prima, altrimenti ci saremmo salutati.
Per me andava bene, tanto facendo il cameriere a chiamata ero davvero libero, fuori stagione e ovviamente con pochissimi soldi.
Al biglietto ci ha pensato lui, avrei viaggiato senza soldi e senza telefonino, e vestito come voleva lui. Ha mandato per corriere anche quello.
Nel pacco ho trovato le sole cose che avrei dovuto indossare: un paio di jeans veramente sdruciti e laceri, perfettamente aderenti e a vita bassa, scarpe da ginnastica adidas con logo verde, abbastanza consunte, un bomber verde militare con l’interno arancione. Poi in un sacchetto ho trovato una crema specifica per la depilazione del pube , un profumo da donna, alcuni braccialetti indiani d’argento, un anello da pollice ed uno da anulare, quest’ ultimo veramente vistoso, molto grosso, sicuramente asiatico, da uomo e con una pietra verde, direi malachite...
Era inizio inverno, sapevo che senza maglie o camicia avrei avuto freddo ed era quello che lui voleva, freddo, ma non tanto da ammalarmi. E sarei stato anche a disagio, scomodo e ridicolo. Ed inoltre sarei apparso come uno di quei prostituti sbandati e mezzi tossici che stanno in mostra pur di racimolare qualche euro per poi farsi. La partenza era ottima. Nessuna donna mi aveva schiantato così in basso senza avermi manco ancora incontrato.
Padron Rocco aveva saputo centrare al volo parecchi miei punti deboli, la mia timidezza, il disagio per l’inizio di una situazione omosessuale, anche la mia sensibilità al freddo e la mia storica ansia di non essere maschile che mi ha sempre spinto ad evitare ogni cosa vagamente femminea ed andava altresì a colpire un mio punto d’orgoglio, quello di non aver mai accettato il ruolo di mantenuto.
Durante il viaggio un paio di uomini mi hanno fatto avances, anche molto dirette, uno mi ha infilato praticamente la mano nei jeans. Mi sono davvero sentito un oggetto alla mercé di chi potesse comperarlo.
Per un momento ho pure pensato di abbandonare il progetto, ma come? Senza soldi e senza telefono dove andavo?
Alla stazione ho cercato con gli occhi e poi lo ho visto e subito identificato.
E davvero alto e possente come ha detto, un toro da 198 cm e bicipiti colossali, so che ha fatto atletica a livelli internazionali, specificatamente lancio del disco. E poi dopo il ritiro dalle gare si è dedicato alla boxe amatoriale ed alle arti marziali, oltre che ad un poco di sport estremi. Ad occhio è sui 110-115 kg di massa.
Porta i capelli brizzolati cortissimi ed una barba corta curata alla perfezione, anche quella grigia Dalle mani si capisce che è sicuramente peloso. Ha un viso interessante, molto marcato, grande naso, mascella squadrata, assolutamente mascolino.
Indozza un giubbotto di pelle nero, da motociclista, una camicia bianca, gilet di pelle, anfibi e jeans che rivelano un pacco mostruosamente enorme.
Anche li, mi ha scritto che mi farà male, molto male, considerando che lo ha di taglia XXXL, io avevo pensato alla solita sindrome ni tutti i maschi di vederselo grande quando magari è solo medio. Nel suo caso non c’è nessuna illusione. Il cazzo lo ha sicuramente colossale.
Mi è venuto incontro, con un sorriso amichevole, mii ha dato un bacio e preso per i fianchi, con assoluta confidenza, come uno che proprio se ne frega di quel che gli altri pensano. DI colpo mi sono sentito protetto, se mi guardavano il culo dovevano stare attenti a Rocco, ero il suo cucciolo.
Siamo alla sua macchina, manco a dirlo una super car, quelle che la gente sbava le rare volte che ne vede passare una. Con gentile fermezza ha fatto smammare un poco di idioti che volevano farsi i soliti selfies e siamo partiti.
Ha subito messo in chiaro che lui è un padrone spietato, esigente, ma anche amorevole, nel senso che si prende cura delle sue proprietà e dei suoi animali.
E quindi di star pronto ad aspettarmi il peggio, ma anche il meglio. Questo approccio mi piace, lo ammetto, sento che il suo intento è riprogrammarmi del tutto, anche al punto di distruggere la mia identità per ricrearne una nuova, da schiavo.
Andiamo avanti a parlare, di aspettative e di regole, inizia a darmele. A casa starò sempre nudo, con collare, chiunque ci sia, salvo suo ordine diverso. Non sono autorizzato ad iniziare una conversazione, se non mi parla lui, io starò zitto, in ginocchio e con la faccia al muro. Dovrò usare pronomi femminili rispetto a me stesso. Il mio culo e la mia bocca li userà o farà usare tutte le volte che vuole, da chi vuole e quando e come vuole. Ogni disubbidienza sarà punita con severità proporzionata all’infrazione.
E poi altre, ma queste, mi dice, sono regole provvisorie, versione soft, se andrà bene la prova cambieranno.
Il modo scanzonato e serio al tempo stesso che usa, la sensualità della sua voce profonda, i modi sicuri, la guida decisa, tutto mi fa sentire inferiore a lui e da lui terribilmente attratto. Sento che ho preso la decisione giusta con la persona giusta.
Quando siamo arrivati a casa sua non credevo ai miei occhi. SI tratta di una grande villa antica, circondata da parco e poi campi e boschi, insomma un paradiso.
Mentre andiamo verso il portone mi spiega un poco l’organizzazione. Il mattino ci sono domestici che vengono per la pulizia , io starò poco vestito, ma non nudo. Dopo restano in casa solo tre persone oltre noi e quindi starò nudo, salvo diverso ordine.
I tre che restano da mattina a notte sono un maggiordomo tuttofare, un domestico ed il giardiniere-autista.
E sono tre maschi imponenti, diversi fra loro, quasi un campionario.
Saliamo al piano di sopra, verso la sua area privatissima. Lì mi ordina di spogliarmi. E lo fa chiamandomi direttamente puttana. Io mi tolgo il poco che ho addosso e lui mi ispeziona, sento le sue mani su di me e mi sento fremere, sono eccitato e spaventato. Quando sento che mi afferra lo scroto, mugolo ed il mio cazzo reagisce, ovvio nei suoi limiti, ma con una donna non era mai successo che avesse da subito una smossa.
Inizia a stringermi le palle e ride, mi chiede se il clitoride impotente è frocio, visto che un poco reagisce, se alla troietta che si crede etero piace essere la fica di un vero maschio. Stringe davvero forte, mi si piegano le ginocchia, chiama i miei testicoli ovaie, inutili ovaie di troia sterile.
Resto in ginocchio a tenermi i coglioni martoriati, e tremo, sento che sto davvero cambiando e provo paura dell’ignoto, ma la violenza della sua sberla mi fa riprendere, mi solleva la faccia afferrandomi i capelli. Mi sputa in bocca e mi insulta, poi mi da altre due sberle brutali, io singhiozzo e chiedo perdono. Non so di che, ma chiedo perdono, non so cosa ho fatto, ma di sicuro ho fatto qualcosa di sbagliato.
Si slaccia la cintura, la sfila, la piega in due e mi da colpi di cinghia , schiena, culo, petto. Mi urla che cazzo aspetto a leccare i suoi anfibi. Mi prostro a terra ed inizio, quasi con fretta panica, lecco, lecco, sento un suo anfibio sulla mia faccia. Mi ordina di tirar fuori la mia lingua di cagnetta in calore e leccare anche le suole, visto che sono una merda, solo una merda, schiava e fallita.
Lecco le suole sporche, le tomaie, tutto, poi mi solleva afferrandomi da un orecchio e mi ordina di succhiargli il cazzo, con la mia brava bocca di troietta. Sussurro Si Padrone e abbasso la sua cerniera. Ne esce un cazzo colossale. Più grande dei mitici 34 cm di John Holmes. Duro come il marmo, svetta potente, a umiliare la sua schiava frocia impotente. Apro la bocca ed accolgo la cappella , fatico, soffoco, sbavo, è il primo pompino che pratico. Ma cerco di fare del mio meglio, non faccio troppi errori, i pochi che faccio mi portano sberle e cinghiate. Succhio, soffoco, annego nella mia stessa saliva col suo palo che scivola in gola. Poi lo tira fuori, annaspo per prendere aria, e lui lo rimette dentro, gioca col mio respiro, il suo cazzo mi controlla. Sento che sto piangendo ed è come se mi stessi librando sopra di me, in uno spazio di immensa serenità, mi sento apposto.
Poi mi spinge sul letto, mi divarica le gambe, si piazza, so che sta per sverginarmi, piagnucolo, ho davvero paura adesso, paura del male, certo, ma anche paura di provare piacere ed ancor più sento la paura di innamorarmi di lui.
Sento il suo palo di carne entrarmi dentro, mi sfonda il culo, urlo dal male, mi mette una mano sulla bocca mentre mi svergina a forza, mi spacca il culo, devasta il mio ano entra, sfonda l’anello interno ed è come se mi ridisegnasse le viscere e dal culo facesse una figa.
Il dolore cresce ad ogni colpo, singhiozzo, mugolo, mi dimeno, mi fa male da morire, sento che ha slabbrato e lacerato il mio povero sfintere.
E poi di colpo da dentro di me sento ondate di calore, il mio cervello si arrende al maschio padrone, io sono la carne da fottere, lo schifoso impotente da umiliare, il buco da sfondare, il suo schiavo.
Anche il mio culo si rilassa e dal cervello partono lampi di goduria masochistica e poi anche da dentro al culo. Ma quello è un piacere nuovo ignoto, mai provato, mi sento vicino all’ orgasmo, a quel piacere che ho sempre invidiato e mai realmente avuto, capisco che solo il suo cazzo me lo potrà far raggiungere, lo avvolgo fra le gambe, lo spingo a fottermi con più furia, succhio la sua saliva, bacio le mani che mi schiaffeggiano, il mio cazzo clitoride è semi eretto ed erutta sperma, non sembra volersi mai fermare, io godo come una cagna, sono la sua cagna, mi torna del tutto moscio, ma dopo qualche colpo di cazzo dentro al mio culo ormai distrutto si riaccende qualcosa ancor più profondo, la mia prostata impazzisce o non so cosa sia, ma ho un orgasmo ancora più profondo, mi scuote, tremo, dal pene flaccido esce liquido trasparente, le mie palle-ovaie hanno dato ed ora è la prostata che impazzita di lussuria ha preso il sopravvento, sono venuto da mezzo maschio la prima volta e adesso vengo da femmina sfondata. E sento che lui mi inonda di sperma, Mentre erutta sborra densa, mi ringhia che mi punirà per essere venuta senza il suo consenso, mi farà soffrire. Esce da dentro me, mi sento esausto, spossato. Mi urla di inginocchiarmi e chiedere perdono perché sono una troia vogliosa, una cagna in calore col culo sfondato. Eseguo, mentre chiedo perdono al mio nuovo Dio, lui inizia a pisciarmi in bocca. Mi guarda e mi sibila che io sono solo un urinale, un deposito per piscia e sborra di maschi.
Mi guarda, apre un armadio e prende un collare di metallo, lo sento chiudersi e mi sento come se mi stesse mettendo un anello nuziale. Lascio che mi guidi alla stanza delle punizioni, so che mi merito di soffrire.
To be continued
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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