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La dissolutezza


di FreyjaL
25.08.2024    |    186    |    0 8.7
""Domandare è lecito, rispondere cortesia" diceva sempre la mia mamma..."
LA DISSOLUTEZZA CAMMINA PER LE VIE DEL PARADISO


"Le nostre vite iniziano a finire il giorno in cui tacciamo sulle cose che contano." Martin Luther King

Voi siete la mia luce e il mio male.

- Non ti puoi muovere, non puoi parlare e soprattutto non ti devi lamentare. Se vedo una lacrima ne pagherai le conseguenze.

Il suo sussurro è alito fresco che fa accapponare la pelle.

- Hai capito?

Ho capito, conosco il suo gioco alla perfezione. Rimango silenziosamente immobile. Anche il respiro è un soffio impercettibile, solo il cuore non può essere placato.

Oggi non ci sono lacci.

- Non ti bendo - mi ha detto accarezzandomi con la sciarpa di seta.

Adora il blu.

- Dovrai tenere i tuoi occhi pieni di bramosia ben chiusi fino a quando non riceverai l'ordine da me - lo dice mentre me li bacia.

Ben chiusi, è una prova. Sono troppo curiosa, faccio mille domande e lui mi sorride ogni volta come si fa con una bambina un po' ritardata, poi non risponde mai.

- Non è virtuoso avere tutte queste curiosità. Chiedere di ogni cosa è da sciocchi.

"Domandare è lecito, rispondere cortesia" diceva sempre la mia mamma. Dolce mamma Luce. Non riesco a fermare la mente, dovrei rimanere concentrata sul momento ma so che finirei per impazzire.

Attesa estenuante mentre lui si prepara.

Sento il rumore dei suoi passi, un fruscio strascicato da claudicante. La veste che batte ritmicamente sulla punta delle scarpe, il respiro affannato, un tintinnio, cassetti che si aprono e si richiudono, un clic e un lievissimo sospiro.

Un bagliore compare dietro le palpebre chiuse, una debole ala di luce che si avvicina al ritmo dei suoi passi.

Sento il calore del suo corpo vicino, sento il suo petto alzarsi e abbassarsi al ritmo accelerato del suo respiro.

Sono pronta. O almeno credo di esserlo.

Sussulto. Una macchia di colore si espande nella testa quando la goccia di cera cade sul palmo della mano aperta.

- Devi stare ferma - sibila.

"Sono ferma, immobile" urlo nella mente "è stato un riflesso".

Mi punirà, odia dover parlare durante i riti. La cera era calda ma non così tanto da non poter essere sopportata, mi ha spaventata quel tocco inaspettato. Mi punirà!

Un fremito inarrestabile scuote tutto il corpo dal profondo di ogni nervo: freddo, eccitazione, terrore. La pioggia infuocata percuote in silenzio un terreno di pelle sensibile, nudo davanti al suo dio creatore. Fiori colorati riempiono gli occhi di stupore, sbocciando come raggi di luce a ogni contatto.

Ormai ho capito questo nuovo gioco fatto di aspettative deluse e attese negate. Una delle sue mani mi accarezza con voluttà, l'altra mi infligge una punizione ogni volta più aspra. Le dita camminano sul sentiero di cera appena creato acuendo la sensibilità della pelle bruciata. Le gocce si fanno sempre più calde man mano che la candela si avvicina alla sua destinazione.

Due lacrime umide di pianto si affacciano scintillando tra la foresta delle ciglia, scivolano nel solco scavato dalle rughe intorno agli occhi e si nascondono nella profondità delle orecchie. Frustrazione. Spero ardentemente che lui non le abbia notate. So che mi fissa in volto, li sento i suoi occhi su di me, accendono di porpora il pallore delle guance. Ma spero che le due lacrime solitarie siano state più veloci di un suo sguardo.

In tutta risposta un capezzolo prende fuoco. Ogni muscolo si tende all'inverosimile accentuando il tremore e il palpito nel basso ventre.

- Questo ti ha fatto male, mio bocciolo!

Non era una domanda. Nella sua voce tenerezza mista a un senso di giustizia. Me lo meritavo.

Improvvisamente sembra che il gioco lo abbia annoiato, le mani rallentano il loro viaggio, la pioggia si arresta. La cera ormai rappresa sul corpo ricama ragnatele di pelle tirata e rugosa come in un lifting riuscito male.

Piccole macchie arrossate rimangono lì dove con le unghie gratta via la cera, non usa alcuna delicatezza se non quella di accarezzarmi i capelli con la sinistra come si fa con i cavalli o gli asini per tenerli buoni durante la pulizia degli zoccoli.

È brusco quando spezza il silenzio.

- Preghiamo. Dobbiamo essere perdonati.

Perdonata per cosa? Per tutti gli errori che ho commesso anche oggi?

Esce chiudendosi la porta alle spalle e portandosi via la mia luce.

Apro gli occhi lentamente, li ho serrati così forte che per alcuni minuti vedo solo puntini luminosi danzare nel buio della stanza. Mi alzo con cautela, mi vesto, rimetto sotto al velo una ciocca di capelli scomposti ed esco. La stoffa grezza della tunica sfrega senza pietà sulle piccole bruciature, ricordandomi ad ogni passo il mio peccato di carne e sangue.

La cappella è semi vuota. Innanzi a me come un Cristo risorto, la luce vibra e danza viva. La candela è accesa, una sola stamani, solo per me.

Primo mistero

- Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.

- Padre nostro che sei nei cieli...

Il battesimo, un'iniziazione alla luce. Dio Padre perdonami, ma è lui il mio credo e mi sento soffocare nell'attesa di un nuovo desiderio!
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