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Il mio dolore, il mio piacere.


di luigigigi
04.06.2024    |    204    |    1 8.0
"Mara era una schiava particolare, esaudiva ogni mio desiderio a condizione che le infliggessi un grandissimo dolore ad ogni incontro..."
Racconto duro, molto duro, non per tutti, ma soprattutto racconto VERO.
Qualche anno fa incontrai una professoressa, la quale chiedendomi delle informazioni su una scuola, accettò il mio invito per un aperitivo e da allora, diventammo amici e amanti nel senso che io ero il suo padrone e lei la mia devota schiava.
Mara era una schiava particolare, esaudiva ogni mio desiderio a condizione che le infliggessi un grandissimo dolore ad ogni incontro.
Lei raggiungeva l'orgasmo solo attraverso il dolore.
Al primo incontro, scopammo in modo normale, io ancora non sapevo della sua particolarità, ma lei non riusciva a godere, nonostante il mio impegno a scoparla.
Fu solo quando la inculai in modo un po' violento che raggiunge un timido orgasmo.
Dopo quell'incontro, parlammo e mi confessò che lei godeva solo se veniva sottoposta a dolorosissime sessioni di puro dolore.
Ma praticava questi incontri solo il pomeriggio del venerdì o durante le vacanze scolastiche, per non fare vedere i segni delle botte ricevute.
Ci vedemmo il mercoledì successivo, vi era un ponte scolastico e riprendeva solo il martedì successivo la scuola.
Prima di andarmene le chiesi: limiti?
Nessun limite mi rispose, puoi fare tutto ciò che vuoi, l'importante è che mi procuri tanto dolore.
Al mercoledì successivo suonai a casa sua, una bella villetta isolata.
Io ero stato 4 giorni senza lavarmi e le le mie parti intime puzzavano parecchio.
Mi apri' indossava solo un perizoma di cotone bianco, subito le infilai un dito in figa, era molto asciutta.
La condussi in camera, le misi le manette dietro la schiena.
Le sferrai sei fortissimi schiaffoni sulla faccia,
Mara mi disse: non così forti in faccia, i lividi restano per troppi giorni e si vedono.
Io non dissi nulla, le rifilai altri due ceffoni sul viso, con tutta la forza che avevo nelle braccia.
Rimase tramortita ma sorrise.
Le infilai nuovamente un dito in figa ed era fradicia, aveva anche l'interno cosce tutto bagnato.
Mi spogliai, la presi per i capelli e le ordinai " succhiarmi il cazzo" Mara si avvicinò ma si fermo' subito, puzza mi disse, nessun limite hai detto! La afferrai per i capelli e le infilai il cazzo in bocca, in gola, mi fermai quando il suo naso premeva sulla mia pancia.
Prendendola per i capelli faceva uscire il mio cazzo dalla sua bocca e poi di nuovo dentro fino in gola.
Ad un certo punto le infilai il cazzo in gola e tenedola premuta contro la mia pancia le diedi diverse e fortissime sculacciate sul sedere.
Facendo ciò, mi uscirono delle gocce di urina dal cazzo, allora fece uno spruzzo completo nella sua bocca.
Bevve e poi mi ripulì benissimo il cazzo, non puzzava più.
La slegai dalle manette, mi misi alla pecorina sul letto e le ordinai " puluscimi il culo con la lingua e voglio sentire bene la tua lingua nel profondo del mio culo.
Con dovizia, Mara mi leccò e ripulì il culo, terminato i suo lavoro, mi girai e le diedi un ceffone, perché avevo sentito poco la sua lingua nel mio culo.
Basta sulla faccia, ti prego, mi restano a lungo i segni, le sferrai allora un fortissimo schiaffo e che le ruppe anche un labbro.......
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